dalla pagina facebook del Sindaco Antonio De Donno
Nota dei consiglieri Carmine Zocco, Giacomo Elia e Gianluca Leone Errico sulla proposta di revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini.
Allegata come dichiarazione di voto nel Consiglio Comunale del 2 marzo 2021
Non tutti gli eventi della storia cessano di produrre effetti nel tempo. Alcuni più di altri non affievoliscono il loro valore simbolico. Richiamano alla memoria i protagonisti, le cause e le intenzioni che li hanno prodotti. Inducono a prendere posizione, perché nel presente siano preservati e attualizzati gli insegnamenti più nobili e siano individuate le manifestazioni più regressive. Contestualizzare gli eventi produce maggiore consapevolezza e acutezza di analisi, permette di valutare le forze che entrano in conflitto e individuare i vizi e le virtù dei protagonisti più rappresentativi.
La Storia rimane, tuttavia, il teatro delle vicende umane in cui l’agire individuale e collettivo non può essere esente da una valutazione di merito, di “torto” o di “ragione”, sugli effetti prodotti.
Tutti questi elementi di valutazione sono presenti nella decisione se revocare o meno la cittadinanza onoraria a Mussolini, su cui siamo chiamati a esprimerci.
In premessa, ricordiamo che non sono in discussione gli effetti civili dell’atto amministrativo, bensì il suo valore simbolico.
Infatti, lo scopo del conferimento della cittadinanza onoraria, tutt’oggi, consiste nell’atto con cui l’Istituzione indica ai propri concittadini, presenti e futuri, gli uomini e le donne da assumere come modelli di riferimento per particolari valori civili, culturali e etici.
Oltre a quella a Mussolini del 1924, nell’ultimo secolo Tricase ha conferito la cittadinanza onoraria, tra gli altri, a Don Tonino Bello e nel 2019 a Liliana Segre, senatrice a vita e ex deportata ad Auschwitz per motivi razziali.
C’è chi afferma che il conferimento a Liliana Segre abbia di fatto schierato la città dalla parte dei “giusti”, confermando il giudizio storico sul fascismo e allineandosi ancor di più ai valori antifascisti sanciti dalla Costituzione.
C’è del vero in questa considerazione. Ma allora, perché astenersi dal rimuovere il paradosso di vedere formalmente vittima e carnefice accomunati dalla stessa onorificenza?
Secondo noi è stato giusto e opportuno rafforzare il valore simbolico del gesto nei confronti della Segre, vittima delle leggi razziali, rimuovendo dal suo fianco chi è stato l’autore di quelle leggi.
Questo non “cancella la storia”: l’atto del 1924 rimane a testimonianza di un potere totalitario e della capacità di generare sudditanza tra i nostri amministratori dell’epoca che furono tutti solerti- tranne un “eroico dissidente” di nome Salvatore Panarese- ad accogliere il consiglio che veniva dall’alto. Nonostante l’assassinio nell’anno precedente di Roberto Caputo, presidente dell’associazione ex combattenti e non allineato alle nascenti angherie dei gerarchi fascisti, per mano di Emanuele Adago iscritto alla locale sezione del Fascio.
Contribuisce, invece, a armonizzare la nostra città con le radici profonde che hanno generato la nostra Costituzione Repubblicana e a rafforzare l’attenzione contro la “banalizzazione” del fascismo e dei suoi simboli.
Perché la questione della revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini non sia sterilizzata e semplificata come fosse un referendum o solo un motivo di clamore mediatico, deve, perciò, diventare un’occasione di riflessione culturale e politica.
La debolezza della memoria storica comporta, infatti, delle conseguenze politiche immediate. La memoria non è semplicemente il nostro rapporto con il passato, quello che noi pensiamo del passato orienta il modo in cui ci comportiamo oggi.
Un percorso aperto in questo senso è la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare, che metta al bando e punisca la propaganda e la diffusione dei simboli fascisti attraverso il web. Si può firmare in ogni Comune fino al 31 marzo. Noi siamo impegnati in questa raccolta, non solo per la bontà della proposta ma perché il nostro impegno civico è intriso nella pratica quotidiana dei valori del rispetto dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi, dell’inclusione sociale e della lotta a ogni forma di discriminazione e di povertà.
Ma non solo. Restando sul tema dei simboli di alto valore civile che ispirano la denominazione delle strade e delle piazze della nostra città, vorremmo che si facesse attenzione a ripristinare la denominazione di una strada a Giacomo Matteotti, deputato socialista e prima vittima delle squadre fasciste, e cambiare quella intitolata al M.llo Rodolfo Graziani, autore riconosciuto del genocidio degli Abissini con il gas nervino durante l’occupazione fascista dell’Etiopia.
Pertanto, abbiamo aderito senza esitazioni alla mozione di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
E questo senza distogliere neanche un attimo l’attenzione e l’impegno sull’ emergenza sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo.
Ecco alcune riflessioni sulla memoria storica che ho svolto in Consiglio Comunale in occasione del dibattito sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini
Ho riletto le parole di Italo Calvino, secondo cui la memoria "conta veramente solo se tiene insieme l'impronta del presente e il progetto del futuro; se permette di fare senza dimenticare quello che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare".
"Chi coltiva il passato, raccoglie il presente e nutre il futuro"
Insomma, ne sono uscito confermato in ciò che da tanto vado pensando:
la memoria come diritto, ben più e ben prima che un dovere;
la memoria ha essa stessa i suoi diritti;
la memoria ha a che vedere, più che con il passato, con il presente e con il futuro; la memoria è progetto, della e per la vita che ancora ci resta da vivere;
la memoria è un formidabile, fondativo "bene comune".
La debolezza della memoria storica comporta infatti delle conseguenze politiche immediate, la memoria non è semplicemente il nostro rapporto con il passato, quello che noi pensiamo del passato orienta il modo in cui ci comportiamo oggi.
LAVORARE CRITICAMENTE SULLA MEMORIA
Al tempo stesso io credo che il lavoro sulla memoria non possa che essere un lavoro critico
Tra l’altro la memoria cambia.
Nel senso che se la memoria è un rapporto fra il presente e il passato, se il presente cambia, il nostro rapporto col passato cambia, allontanandosi e mostrando prospettive differenti.
Ci dobbiamo cioè domandare come funziona la memoria storica nel momento presente, come funziona in ogni momento il nostro rapporto col passato.
È la memoria come attributo del futuro. È l'invito che Nietzsche ci rivolge: la memoria non deve ridursi a essere il culto passivo del passato, non genera solo venerazione o orrore, busti e monumenti. Dovremmo invece imparare ad usarla per creare attivamente il nostro avvenire.
Il che significa farsi responsabili della memoria. La memoria non è un contenitore di ricordi, né il ritorno degli spettri provenienti dal passato
La memoria non deve semplicemente conservare quello che è già stato, ma deve servire la generatività della vita.
Non deve restare impigliata in una paralisi melanconica che non riesce a non guardare se non all'indietro, ma sapersi gettare in un movimento proteso in avanti.
Custodire questa memoria - la memoria come attributo del futuro -, evitando i danni della "memoria corta", significa farsi davvero responsabili del nostro passato
Carmine Zocco
Martedi, 2 marzo 2021
TRICASE REVOCA LA CITTADINANZA ONORARIA A MUSSOLINI
10 voti favorevoli, 6 contrari e un astenuto
Il Consiglio Comunale di Tricase ha deliberato la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini (cittadinanza onoraria risalente al 1924)
Dopo un primo rinvio la mozione è ritornata in aula a Palazzo Gallone.
La revoca era stata avanzata da Giovanni Carità e Antonio Baglivo
(Consiglieri di opposizione)
FAVOREVOLI
Francesca Longo, Francesco Minonne, Giorgio Dell'Abate, Anna Ruberto, Armando Ciardo, Carmine Zocco, Gianluca Leone Errico, Elia Giacomo, Antonio Luigi Baglivo e Giovanni Carità.
CONTRARI
Sindaco Antonio De Donno, Ippazio Cazzato, Rocco Martella, Vito Zocco, Giuseppe Peluso e Donato Carbone.
ASTENUTA
Rosanna Zocco (Presidente del Consiglio Comunale)
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 3 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 11.427 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.261 casi positivi: 586 in provincia di Bari, 76 in provincia di Brindisi, 103 nella provincia BAT, 112 in provincia di Foggia, 125 in provincia di Lecce, 248 in provincia di Taranto, 12 casi di residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.
Sono stati registrati 29 decessi: 4 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 11 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.582.701 test.
112.274 sono i pazienti guariti.
33.668 i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 149.963 così suddivisi:
57.643 nella Provincia di Bari;
15.864 nella Provincia di Bat;
11.065 nella Provincia di Brindisi;
29.862 nella Provincia di Foggia;
12.754 nella Provincia di Lecce;
21.997 nella Provincia di Taranto;
600 attribuiti a residenti fuori regione;
178 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Nella sua storia l’Associazione Marina Serra E.T.S. ha avuto modo di conoscere alcune iniziative molto significative del proprio territorio e di altri luoghi.
Fra queste, particolarmente interessante risulta essere “il Bosco di San Prospero”, alle porte di Parma, di Giancarlo Spaggiari e di suo figlio Roberto.
I signori Spaggiari hanno rinunciato alla possibilità di significativi guadagni, derivanti dalla lottizzazione di gran parte di un loro terreno di 13 ettari, per farne un’oasi naturale. Insieme ai loro amici e ad un gruppo di volontari, Giancarlo e Roberto, usando solo carriola, vanghe e zappe, hanno piantato 17 essenze autoctone tra cui: farnie, noci, ciliegi, cornioli, noccioli, gelsi, olmi, sanguinelli, sambuchi.
Con una bella e divertente esperienza di lavoro di gruppo, «seguendo gli insegnamenti ricevuti dai propri avi», hanno realizzato un polmone verde con più di 11.000 alberi, abitato da caprioli, lepri, fagiani, colombacci, scriccioli.
«La sera arrivano dalla città centinaia di corvi e vengono a dormire nel Bosco», afferma contento Roberto.
Ora stanno trasformando il Bosco “in una grande fattoria didattica, con un approccio botanico, archeologico, di arte povera contadina… cibo di cultura e spirito” ed hanno già aperto una collaborazione con la Scuola Elementare e Media Albertelli di Parma.
Inoltre hanno ideato un altro progetto che prevede di ricercare semi di alberi Patriarchi o loro “figli”, provenienti da tutto il mondo, con un significato storico importante, come l’albero di Hiroshima che dovrebbe essere consegnato agli Spaggiari nei prossimi giorni, a stretto giro di posta.
In questo modo vogliono dotare il Bosco di alberi che invitano a riflettere su vicende storiche da non dimenticare.
Hanno rinunciato al denaro, ma sono riusciti a realizzare per la propria Comunità, e soprattutto per i ragazzi, un luogo dove, immersi nella Natura e in contatto con i suoi esseri, si può imparare a godere delle sue bellezze ed a prendersene cura, scoprire una dimensione di vita diversa da quella offerta dal consumismo.
Hanno realizzato un luogo aperto, accessibile a tutti, dove si può sperimentare un senso di appartenenza alla Natura che coinvolge la sfera fisica e “spirituale” con una comunicazione profonda, alternativa a quella spesso vuota ed ossessiva che avviene attraverso i telefonini.
Sono interessati a diffondere la conoscenza di questa esperienza e intenzionati a collaborare con altre realtà simili come i tanti Orti Botanici italiani, tra cui l’Orto botanico di Lecce e quello di Padova. Particolarmente significativo è risultato il rapporto con il dr. Pagano, che, quindici anni fa a Tricase nel Salento, ha realizzato su una superficie di circa 3 ettari l’”Arboreto Francigeno”.
L’Arboreto si compone di 4 “stanze”, ognuna con una fioritura per stagione, delimitate da arbusti ed alberi della macchia mediterranea; presenta alberi provenienti da ogni parte del mondo e tra questi la Quercia proveniente dal Giappone, intitolata dai botanici giapponesi all’imperatore Hiroshito.
L’esperienza della famiglia Spaggiari, come altre analoghe, dimostra come sia possibile avere aspirazioni diverse da quelle legate ai vantaggi materiali e gustare la gratificazione del dono.
Indica come si può arricchire la propria esistenza di significati, costruendo, insieme agli amici, un rifugio per gli esseri viventi, umani e non, che diventa luogo di riflessione e “crescita”.
Nel modello economico attuale si cerca in tutti i modi, attraverso il disboscamento, la cementificazione, le colture con l’uso di sostane chimiche dannose e gli allevamenti intensivi, il massimo del guadagno.
Non ci si preoccupa dei danni irreparabili che si arrecano alle risorse naturali e alla biodiversità, e della triste eredità che si lascia alle future generazioni.
Eppure oggi i fenomeni atmosferici estremi, i cambiamenti climatici, le desertificazioni, le stesse pandemie ci ricordano di continuo come questo uso irresponsabile delle risorse sia insostenibile e come siano minacciate le condizioni di sopravvivenza della stessa specie umana.
Vi è il bisogno di un urgente e profondo cambiamento anche culturale.
E l’iniziativa del Bosco dei signori Spaggiari e dei loro amici rende vissuta una nuova Cultura, che si basa sulla consapevolezza che il Pianeta Terra è la nostra “Casa Comune”, quindi dobbiamo prendercene cura, conservarla e costruire un rapporto rispettoso con tutti gli esseri che la abitano.
L’Associazione Marina Serra ha maturato la stessa Cultura e cerca con analoghe iniziative di affermarla. Nella consapevolezza che è importante unire gli sforzi e nella convinzione che solo grazie all’apporto di tutti si può operare il grande cambiamento oggi necessario, l’Associazione promuove relazioni di collaborazione con altre Associazioni, Cittadini e Istituzioni e con tutti coloro che condividono le stesse idealità.
di Nunzio DELL'ABATE
All’indomani della caduta del governo Chiuri, proprio da questa testata, invitavamo tutti coloro che avevano responsabilità politico-amministrativa di prima linea a stringere un patto di ferro, quanto più allargato possibile, nell’ottica della consapevolezza diffusa di ricostruzione del tessuto socio-economico della città.
Ovviamente andavano accantonati veti incrociati ed autoreferenzialità anche per ravvivare i corpi intermedi (attività produttive, associazioni, scuole, parrocchie ecc.) e recuperare quel sentimento prevalente di comunità solidale e lavorante.
In un momento storico di post lockdown, equiparabile per certi versi a quello post bellico, in cui si era proiettati alla ripartenza con tutto il timore di una seconda ondata pandemica, rivelatasi poi dalle nostre parti devastante con varianti annesse, era imprescindibile fare sintesi ed in fretta.
Una eccessiva parcellizzazione delle proposte avrebbe inevitabilmente condotto a logoranti diatribe ed acuito i distinguo anche nel futuro governo della città.
Certamente era impensabile una candidatura cittadina unica, specie con la contaminazione della concomitante competizione regionale, ma il campo del centro sinistra locale è proprio andato nella direzione opposta.
Avremmo voluto sbagliarci, ma gli eventi -ahinoi- non lo smentiscono.
Le asfissianti discussioni in Consiglio, in Commissione e sui mass media sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, sulla tipologia delle fioriere collocate ai lati delle strade del centro, sui componenti dello staff del sindaco, sul numero degli assessori e su altre questioni similari saranno senz’altro comprensibili -magari pure doverose- in tempi di ordinaria amministrazione, ma si rivelano oggi anacronistiche, irrigidiscono ancor più le posizioni consiliari, ma soprattutto allontanano quei corpi intermedi e demoralizzano la comunità alle prese con esigenze vitali, compromesse da un orizzonte ancora grigio.
Sia chiaro, le differenze, le sensibilità, le ideologie, financo i dettagli costituiscono il sale della democrazia, ma ora serve condivisione unitaria ed azione rapida; ci sarà modo e tempo per duellare a singolar tenzone.
Diversamente, vi è il serio rischio di litigare e di impatanarsi nella scelta dell’impiego delle risorse che ci saranno assegnate per la ripresa del paese e non ce lo possiamo permettere, ogni giorno di ritardo è vitale.
Intanto siamo ancora nel vortice dell’emergenza sanitaria ed in questi giorni poi con il terremoto del mondo scolastico.
Ecco a tal proposito sarebbe il caso di mettere in piedi, tutti assieme, con la supervisione del personale docente e la collaborazione delle parrocchie e delle associazioni di volontariato, un piano di accompagnamento ed assistenza, anche in termini di servizi; c’è troppo sbandamento ed in taluni casi anche contraccolpi di natura psicologica.
Non è mai troppo tardi per riflettere e cambiar percorso, siamo fiduciosi. All’occorrenza un webinar con Mattarella potrebbe essere risolutivo…
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi, martedì 2 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 9.322 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.021 casi positivi: 410 in provincia di Bari, 134 in provincia di Brindisi, 105 nella provincia BAT, 137 in provincia di Foggia, 105 in provincia di Lecce, 123 in provincia di Taranto, 4 residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 40 decessi: 11 in provincia di Bari, 10 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 12 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 4 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.571.274 test.
111.599 sono i pazienti guariti.
33.111 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 148.702, così suddivisi:
57.057 nella Provincia di Bari;
15.761 nella Provincia di Bat;
10.989 nella Provincia di Brindisi;
29.750 nella Provincia di Foggia;
12.629 nella Provincia di Lecce;
21.749 nella Provincia di Taranto;
588 attribuiti a residenti fuori regione;
179 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
di Antonio TURCO
“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico (?)”. E' la domanda che corre in questi giorni nella testa di chi ha in mente la democrazia come unica e possibile forma di governo e avverte la percezione di un qualcosa che si riteneva ormai passato e perduto ma che è di ritorno.
Si può dire che l'enorme e voluta confusione che ha tentato di confondere e deviare il corso naturale della democrazia sia finita? Si può dire che l'imperdonabile anomalia che partiva dagli USA per insinuarsi, peggio del Covid, nelle coscienze degli esseri umani sotto forma di populismo, sovranismo ed altre devianze sia stata sanata? C'è ancora moltissimo da fare per vaccinare, come per il Covid, la gente dai virus dell'informazione falsata, dall'inquinamento ideologico, dall'influenza malefica che imperversa, per ora incontrollata, in una parte dei social.
Con l'avvento di Draghi, la politica italiana ha dovuto prendere atto del suo fallimento, per consegnarsi all'unico personaggio all'altezza del compito richiesto dalla UE per fruire delle risorse del Recovery fund, dalle quali si attende una politica riformista in direzione del modello europeo.
Le ultime notizie provenienti dalla politica di Tricase vertevano in questi giorni, sulle questioni riguardanti la cittadinanza onoraria a Mussolini, e non era francamente accettabile la distanza esistente tra i temi sopra accennati e le questioni di lana caprina suddette, tanto più in un periodo di profonda depressione economica, disagio sociale, difficoltà sanitaria, smarrimento morale, di crisi, insomma.
Tricase deve ritornare sui temi alti della politica e sintonizzarsi sui suoi passi da gigante di questi ultimi mesi: con la caduta di Trump e l'avvento di Biden si sta riaprendo finalmente un dialogo che, rifuggendo dagli eccessi, tenta di polarizzarsi sulle notevoli difficoltà che ci sono davanti, da affrontare in un ambito collegiale dove venga recuperato il riconoscimento dei singoli ruoli. Nei sacri crismi della democrazia, naturalmente.
Il Recovery fund, che si deve ad una UE anch'essa più presente e meno miope rispetto alla politica mondiale, si spera cambierà la politica che dovrà cambiare l'Italia, e non sarebbe male, già da subito, considerare che Tricase si trova in Italia. Per quello che riguarda noi, cittadini di Tricase, in questo periodo di risveglio sarebbe augurabile pensare che possa riaprirsi la stagione della partecipazione, di recuperare dalle soffitte i vecchi strumenti della politica democratica del dialogo e del confronto, per viverla direttamente e per sentirsi coinvolti in questi cambiamenti finalmente orientati verso una giusta direzione. Il gruppo politico “Tricase: Città in comune” a partire da questo sabato, come meglio riportato in altra parte del giornale, sta programmando una serie di conferenze su temi di carattere sociale ed economico, per ascoltare il parere di personalità di rilievo legate in qualche modo a Tricase o ascoltare idee provenienti direttamente dalla città.
La nuova Amministrazione di Tricase, ancora ai primi passi, deve prendere atto, al netto dei problemi del Covid, della fortuna di trovarsi in questo periodo di possibile rinascita e predisporsi a recepire le idee innovative e riformiste da adottare ed a iniziare a progettare, già da ora, un micro Recovery plan locale, nella speranza che possa essere realizzato.
Bisognerebbe evitare di sottovalutare questa fase di rinnovamento, una occasione unica per fare entrare tutto il Sud, Tricase compresa, in questa Europa.
E' questa la sfida, per chi se la sente di raccoglierla.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 1 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 4686 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 631 casi positivi: 292 in provincia di Bari, 25 in provincia di Brindisi, 10 nella provincia BAT, 116 in provincia di Foggia, 84 in provincia di Lecce, 100 in provincia di Taranto, 2 residenti fuori regione, 2 provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 29 decessi: 7 in provincia di Bari, 3 in provincia di Brindisi, 6 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.561.952 test.
110.767 sono i pazienti guariti.
32.962 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 147.681, così suddivisi:
56.647 nella Provincia di Bari;
15.656 nella Provincia di Bat;
10.855 nella Provincia di Brindisi;
29.613 nella Provincia di Foggia;
12.524 nella Provincia di Lecce;
21.626 nella Provincia di Taranto;
584 attribuiti a residenti fuori regione;
176 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
UN’INDAGINE SUI “NUOVI” POVERI IN CITTÀ
COMUNITÀ PER COMUNITÀ
a cura di Pino GRECO
COMUNITA’ “CHIESA MADRE”
La lunga emergenza Covid ha creato e continua a creare gravi problemi sanitari ma, sempre di più, anche sociali. E’ per questo che abbiamo deciso di interpellare alcuni speciali osservatori del territorio, i parroci che, con la loro capacità di essere vicini a chi ha bisogno, hanno messo in piedi interventi concreti di aiuto.
Al tempo stesso sono in grado di leggere forse meglio di qualsiasi altro la realtà di sofferenza che sta crescendo a Tricase.
Uomini, donne e bambini in difficoltà. Famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.
Una povertà, purtroppo, in forte crescita.
Sono i “nuovi poveri”, ci dice don Flavio Ferraro, parroco della Chiesa della Natività. “Aumentano i papà separati, i singols e i disoccupati".
E don Flavio lancia l’allarme: “La povertà nella mia comunità è in crescita; rispetto allo scorso anno le persone che hanno serie difficoltà sono aumentate potrei dire nella misura del 50%. Adesso riceviamo richieste di aiuto anche da gente che, prima dell’emergenza Covid, partecipava con “generose offerte” al disagio degli altri”.
“Una problematica –prosegue don Flavio- che come comunità Chiesa Madre osserviamo e verso la quale riusciamo anche ad intervenire grazie alla generosità e l’altruismo di tante associazioni, aziende donatrici e persone singole. E’ una povertà che sta cambiando -spiega don Flavio- perché le richieste di aiuti per ricevere i beni di prima necessità ci arrivano da gente separata, papà e mamme che dopo la separazione non riescono ad avere la sicurezza di un pranzo al giorno”.
“Accade così che Riccardo, -il suo è un nome di fantasia ma purtroppo la storia è vera- non ha più casa, non ha cibo. Niente genitori o famiglia. Nessun punto di riferimento. Si adatta come può. E’ qui da noi la sua casa”. Una storia purtroppo simile a quella di altri.
I NUMERI DELL’AIUTO DELLA COMUNITA’ “CHIESA MADRE”
100 persone che ogni giorno hanno bisogno di beni di prima necessità
FAMIGLIE AIUTATE: tra ufficiali e ufficiosi
30 nel 2020
60 nel 2021
PRESENZE SERVIZIO MENSA – PASTO CALDO (pranzo)
Erano 5 le persone ad inizio servizio (16 dicembre 2020)
Dopo pochi giorni gli uomini e le donne che frequentano la mensa tutti i giorni sono aumentati: 30
Età media dei “nuovi poveri”: 50 anni
Famiglie che chiedono beni di prima necessità: 90
Persone che vivono da sole: 30
UN’INIZIATIVA PARTICOLARE- Tra le tante iniziative, un carrello posizionato tutti i giorni (all’Eurospin di via Claudio Imperatore) dove chiunque può depositare quanto vuole donare
La squadra studentesca dell’Università del Salento ha vinto l’hackathon internazionale per i 50 anni dell’International Computing Center delle Nazioni Unite “Data for Good: UNICC global hackathon”: Chiara Rucco ed Enrico Coluccia del corso di laurea di “Computer Engineering”, Giulia Caso e Gianmarco Girardo del corso di “Management Engineering” e Riccardo Caro del corso di “Management digitale”, assieme a Francesco Russo (Università di Roma “La Sapienza”) e Marco Greco (Politecnico di Torino) aggiunti come studenti “esterni”, coordinati dai docenti UniSalento Antonella Longo e Gianluca Elia, hanno realizzato un modello predittivo sui movimenti dei rifugiati che ha convinto la giuria.
«La gara, iniziata lo scorso 16 febbraio, prevedeva l’analisi dei dati di una delle tre challenge proposte: “Covid-19 open challenge”, un modello predittivo per la dislocazione dei rifugiati, la visualizzazione dei dati per il 75mo anniversario delle Nazioni Unite», spiega la professoressa Antonella Longo, «con un risultato da produrre in 24 ore. All’hackathon hanno preso parte 54 università da tutto il mondo; per l’Italia si sono candidate la nostra Università, il Politecnico di Milano e il Politecnico di Bari.
Enrico COLUCCIA
Il nostro team ha scelto come nome “Heel of The Boot” e ha concorso per il tema rifugiati, producendo un elaborato che è visibile su YouTube. Dopo aver superato una prima selezione assieme alle squadre dell’Università Politecnica della Catalugna e della Columbia University, i nostri studenti hanno presentato il loro lavoro e lo hanno difeso con grande determinazione e competenza, tanto da convincere una giuria composta da rappresentanti dell’Alto Commissariato per i Rifugiati, della Corte Penale Internazionale e di esperti dell’International Computing Center. Gli studenti sono stati premiati per la loro capacità di esplorazione degli open data forniti e per le analisi predittive condotte con tecniche di machine learning.
Il tutto è stato presentato in modo estremamente efficace grazie alle competenze acquisite di data storytelling».
Il modello scelto ha predetto, per il 2024, le nazioni di provenienza dei migranti che potrebbero ottenere lo status di rifugiato, dei richiedenti asilo e di coloro che potrebbero doversi ricollocare all’interno di una nazione.
I risultati della predizione sono in linea con l’attuale situazione geopolitica mondiale, ma il modello ha predetto anche un potenziale flusso di rifugiati provenienti dalla Svezia. Questo risultato è stato apprezzato dalla giuria, in quanto il modello elaborato ha evidenziato un aspetto non direttamente riferibile dallo scenario attuale.
Gli studenti vincitori parteciperanno alle manifestazioni per il 50mo anniversario della fondazione dell’International Computing Center delle Nazioni Unite.
Video su YouTube: https://youtu.be/K4ji6vOEqwk
Pagina web del progetto: http://heeloftheboot.webflow.io/