di Maria Assunta Panico Assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità
Il 3 marzo scorso, nell’immobile comunale ex sede del tribunale sito in via Provinciale per Lucugnano, abbiamo inaugurato il Laboratorio Comunale per l’Integrazione dei Disabili e lo Sportello Territoriale Centro Servizi Volontariato Salento alla presenza di Salvatore Negro Assessore Regionale al Welfare e Pari Opportunità, Sebastiano Leo Assessore Regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Stefania Pinnelli Referente Scientifico del Centro sulle nuove tecnologie per l’inclusione del Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento, Antonio Quarta Direttore del Centro Servizi Volontariato Salento.
Il Laboratorio ludico-ricreativo accoglierà i diversamente abili che saranno formati e stimolati a svolgere attività manuali, espressive, artistiche ed artigianali attraverso l’ausilio di figure specializzate che offriranno il proprio servizio e le proprie competenze a titolo gratuito e volontario. Per fornire un supporto qualificato al laboratorio è stata sottoscritta una convenzione tra il Comune ed il Centro sulle nuove tecnologie per l’handicap e l’integrazione scolastica dell’Università del Salento, con essa si intende sviluppare una più stretta collaborazione tra la realtà accademica ed i servizi territoriali al fine di gestire ed organizzare attività formativa, di ricerca, di monitoraggio e documentazione concernenti il settore della disabilità e dell’inclusione.
Oltre all’Università, abbiamo richiesto agli Istituti Comprensivi, agli Istituti Superiori, alle Associazioni, ed ai Parroci la disponibilità ad attivare una collaborazione secondo le modalità ritenute opportune e che, in caso di adesione, saranno concordate con l’Amministrazione Comunale. L’Istituto Comprensivo “G.Pascoli” ha già aderito, inserendo il Laboratorio nel Piano Annuale per l’Inclusività e gli alunni, in occasione dell’apertura, hanno dipinto un murales raffigurante un’immagine tratta dal libro “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Il Laboratorio Comunale è un punto di partenza, un luogo dove le associazioni dei familiari dei disabili, i familiari, i disabili, l’Università, le Scuole, le Associazioni, l’Amministrazione Comunale possono progettare insieme nuovi percorsi di integrazione e di solidarietà per arrivare alla piena affermazione dei diritti della persona.
Il progetto presenta una forte valenza sociale e si propone come un’opportunità formativa ed un luogo di socializzazione, solidarietà ed integrazione. Nello stesso immobile, come suddetto, è stato inaugurato lo Sportello Territoriale Centro Servizi Volontariato Salento perché possa erogare, gratuitamente, i propri servizi a sostegno delle organizzazioni di volontariato e creare un’articolazione territoriale che consenta di essere il più vicino possibile alle associazioni.
Nell’edificio trovano spazio, anche, le associazioni per svolgere le attività e le iniziative che intendono realizzare. Sono 160 le associazioni iscritte all’Albo Comunale della nostra città, una risorsa insostituibile capace di interpretare i bisogni di tutti realizzando concretamente attività culturali, sportive, di volontariato, di tutela dell’ambiente e del territorio necessarie al perseguimento di obiettivi comuni.
Il Laboratorio Comunale per l’Integrazione dei Disabili e lo Sportello Territoriale Centro Servizi Volontariato Salento saranno aperti, nella prima fase, ogni mercoledì dalle ore 17.00 alle ore 19.00 a partire da mercoledì 15 marzo.
Venerdi, 3 marzo 2017. Provinciale per Lucugnano. Ex sede del Tribunale.
Si è inaugurato il primo sportello comunale per l’integrazione dei disabili . Uno spazio anche per le associazioni iscritte all’albo comunale della Città, per lo svolgimento delle loro attività e iniziative. Tante gente. Presenti gli assessori regionali Sebastiano Leo e Salvatore Negro, il sindaco Antonio Coppola, la vice e assessore alle Politiche Sociali e Pari Opportunità Maria Assunta Panico, la dott.ssa Stefania Pinnelli, referente scientifico del Centro sulle nuove tecnologie per l’inclusione del Dipartimento di Storia Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento. Nella struttura sarà operativo anche il nuovo sportello del CSV SALENTO, diretto da Luigi Russo
di Giuseppe R. Panico Molti avranno visto il film con Alberto Benigni “La vita è bella” e gli sforzi di un padre per mettere in salvo il figlio. Eravamo in guerra con tante perdite umane,sofferenze e sacrifici. La vita valeva ben poco e tanti nostri giovani non tornarono a casa. Oggi in guerra non siamo, la nostra Costituzione la ripudia, la nostra coscienza anche (la situazione internazionale decisamente meno). Ma in termine di perdite umane e sofferenze, è un po' come se noi lo fossimo. Una guerra non dichiarata, ma supinamente accettata e perduta ogni giorno, non contro un nemico ma contro noi stessi. La perdiamo facendo perdere, se non la vita, il futuro, sopratutto ai più giovani. Non perché impegnati come militari all'estero in missioni di pace, ma perché siamo noi così poco impegnati o incapaci di attuare in patria e sull'uscio di casa un più sano modo di vivere.
Li perdiamo per droga, perché nel Salento ne arriva, ne passa e se ne consuma a tonnellate. Li perdiamo per gioco d'azzardo, perché la voracità dello Stato, nel depredarci con altre tasse, non ha esitato a diffondere ovunque tante slot machines e a favorire ancora una già diffusa e devastante ludopatia. Altro che uno Stato a difesa della nostra salute “come fondamentale diritto dell'individuo” (art 32 della Costituzione). Li perdiamo sulle strade, in modo più violento e traumatico per incidenti stradali, perché il Salento, col suo assolato e malmesso asfalto rosso sangue, brilla anche per questo. Li perdiamo per il cattivo stato della viabilità, per la carente educazione civico-stradale, per la grave tolleranza istituzionale che permette anche a semplici motorini e scooter di “truccarsi” di brutto e sfrecciare a “tutto fracasso”, ben oltre i limiti dei 45 km orari previsti dalla legge.
Che consente, anche a tante moto di grossa cilindrata, di sfrecciare egualmente lungo le nostre litoranee, trasformate in pericolose piste ,fra la rabbia e lo sgomento di turisti, pedoni, ciclisti e vicini residenti. Tali tre “disgrazie” sembrano le punte avvelenate di un tridente impugnato , più che da un infausto e diabolico destino, dalla nostra noncuranza, imprevidenza, superficialità e illegalità. Già “battezziamo”, alla nascita, i nostri giovani con una cambiale personale da decine di migliaia di euro, quale loro debito, per sanare il mostruoso debito pubblico contratto da genitori, nonni e parenti attraverso la politica dei loro politici e amministratori spreconi. Poi ne facciamo gli studenti di una “Buona Scuola” così in basso nelle classifiche del mondo occidentale, così lontana dal mondo del lavoro e così povera pure nell'insegnamento della stessa lingua italiana.
Alla generazione perduta di disoccupati cronici, spesso “analfabetizzati” dal loro unico linguaggio “smart” da “social network” e, in molti, già stanchi di cercare una occupazione o studiare di più, dobbiamo aggiungere anche le tante vittime per affari di mafia (droga), per affari di Stato (gioco d'azzardo) e per affari d'asfalto (incidenti). Viene da chiedersi come mai simili tragedie sociali ed umane siano ben meno presenti in tante altre nazioni civili, ove sovente i nostri giovani e le stesse nostre aziende emigrano. Colpa del destino? Colpa di noi tutti? O colpa di quello ormai considerato, per le troppe ruberie, inefficienze e inadempienze uno “Stato Canaglia” (così chiamato da un noto giornalista), in grado di ingrassare i suoi servitori depauperando l'intero paese.
Ma quando anche le brutte storie di droga, di gioco d'azzardo e di vite stroncate sull'asfalto sono troppe, non resta che rimboccarsi le maniche, aprire la mente e cercare di reindirizzare quella cultura del mondo giovanile animata da esuberanza, curiosità, audacia e capacità .”La vita è bella” diceva Benigni in quel film ove sacrificava la sua per salvare quella di suo figlio. Ovviamente non esitiamo a dire lo stesso, ma almeno col “sacrificio” di fare più vigilanza, prevenzione e formazione e, ove occorra, repressione. Ce lo dice pure la stessa Costituzione (art 30) “E' dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli”.
Forse meglio educandoli a rinunciare a certi eccessi da “bella vita”, “dolce vita” o “malavita” che poi lasciano spesso ...senza vita.
E se lo Stato è incapace, inetto ,debole o truffaldino o semplicemente inadeguato nei suoi prioritari doveri, come da Costituzione “la più bella del mondo”, non ci resta che cambiare coloro che lo rappresentano o ci rappresentano e poi ben vigilare sui nuovi eletti/assunti. Almeno per le vite da proteggere, per una buona formazione da far acquisire e per quel vivere civile e legalità di cui mai privarci.
E se lacrime e sangue hanno ancora da esserci, che siano almeno il nutrimento di una nuova coscienza ed azione collettiva per evitarne tante altre.
di Antonio Bramato Tengo a ribadire, come più volte fatto direttamente ai Vigili Urbani o tramite telefonate al loro centralino, che uscire dal ponte piccolo (quello che esce a senso unico, scendendo da via Credaro e che sfocia su via Galvani) è un pericolo da non sottovalutare. Da tenere presente che da quel ponte fuoriescono una parte cospicua di automezzi che provengono dagli abitanti di Lucugnano, Specchia, Miggiano, Ruffano e non ultimi dagli abitanti che stanno a nord-ovest di Tricase (ex frazione di Tutino per intenderci) e spesso anche dalle ambulanze. Specialmente la mattina nell'orario di punta, fra dipendenti ospedalieri, genitori che accompagnano i loro figli alle varie scuole e mezzi con lavoratori autonomi, lì non si capisce niente.
Quindi, dicevamo, che dato il traffico non indifferente, mai, dico mai, abbiamo visto un Vigile Urbano stazionare presso quel ponte. Per chi come la mia famiglia fa quella strada più volte al giorno, uscire da quel ponte diventa un azzardo perché la visibilità te la devi inventare a tuo rischio e pericolo, visto che sulla sinistra vi è una fila di auto parcheggiate, che va dallo stop fino a ridosso del ponte, che per buona parte stanno nel classico divieto di sosta e che tolgono ogni possibile visibilità di chi ti sta letteralmente falciando.
Forse lo STOP che c'è 100 metri prima a sinistra uscendo dal ponte su via Galvani servirebbe anche in questo luogo. Perciò servirebbe una delle quattro soluzioni o più d'una
1) vigili urbani presenti ogni giorno in quel luogo così come lo sono nei pressi dell'ospedale, sia di mattina che di pomeriggio;
2) mettere quantomeno uno specchio di fronte all'uscita dal ponte per far vedere chi arriva da sinistra;
3) uno Stop a chi viene da Montesano;
4) forse basterebbe non far parcheggiare le auto come da segnaletica già esistente da far rispettare.
La nostra paura è la solita: finché non ci scappa il morto nulla si farà. Dopo saremo tutti mortificati e piangeremo lacrime di coccodrillo..."uomo avvisato mezzo salvato"!!!
Grazie per avermi dato la possibilità di partecipare a rendere visibile questa problematica nella speranza che non si debbano attendere "le calende greche".