Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 3 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 11.427 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.261 casi positivi: 586 in provincia di Bari, 76 in provincia di Brindisi, 103 nella provincia BAT, 112 in provincia di Foggia, 125 in provincia di Lecce, 248 in provincia di Taranto, 12 casi di residenti fuori regione. 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.
Sono stati registrati 29 decessi: 4 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 1 in provincia BAT, 11 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.582.701 test.
112.274 sono i pazienti guariti.
33.668 i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 149.963 così suddivisi:
57.643 nella Provincia di Bari;
15.864 nella Provincia di Bat;
11.065 nella Provincia di Brindisi;
29.862 nella Provincia di Foggia;
12.754 nella Provincia di Lecce;
21.997 nella Provincia di Taranto;
600 attribuiti a residenti fuori regione;
178 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Nella sua storia l’Associazione Marina Serra E.T.S. ha avuto modo di conoscere alcune iniziative molto significative del proprio territorio e di altri luoghi.
Fra queste, particolarmente interessante risulta essere “il Bosco di San Prospero”, alle porte di Parma, di Giancarlo Spaggiari e di suo figlio Roberto.
I signori Spaggiari hanno rinunciato alla possibilità di significativi guadagni, derivanti dalla lottizzazione di gran parte di un loro terreno di 13 ettari, per farne un’oasi naturale. Insieme ai loro amici e ad un gruppo di volontari, Giancarlo e Roberto, usando solo carriola, vanghe e zappe, hanno piantato 17 essenze autoctone tra cui: farnie, noci, ciliegi, cornioli, noccioli, gelsi, olmi, sanguinelli, sambuchi.
Con una bella e divertente esperienza di lavoro di gruppo, «seguendo gli insegnamenti ricevuti dai propri avi», hanno realizzato un polmone verde con più di 11.000 alberi, abitato da caprioli, lepri, fagiani, colombacci, scriccioli.
«La sera arrivano dalla città centinaia di corvi e vengono a dormire nel Bosco», afferma contento Roberto.
Ora stanno trasformando il Bosco “in una grande fattoria didattica, con un approccio botanico, archeologico, di arte povera contadina… cibo di cultura e spirito” ed hanno già aperto una collaborazione con la Scuola Elementare e Media Albertelli di Parma.
Inoltre hanno ideato un altro progetto che prevede di ricercare semi di alberi Patriarchi o loro “figli”, provenienti da tutto il mondo, con un significato storico importante, come l’albero di Hiroshima che dovrebbe essere consegnato agli Spaggiari nei prossimi giorni, a stretto giro di posta.
In questo modo vogliono dotare il Bosco di alberi che invitano a riflettere su vicende storiche da non dimenticare.
Hanno rinunciato al denaro, ma sono riusciti a realizzare per la propria Comunità, e soprattutto per i ragazzi, un luogo dove, immersi nella Natura e in contatto con i suoi esseri, si può imparare a godere delle sue bellezze ed a prendersene cura, scoprire una dimensione di vita diversa da quella offerta dal consumismo.
Hanno realizzato un luogo aperto, accessibile a tutti, dove si può sperimentare un senso di appartenenza alla Natura che coinvolge la sfera fisica e “spirituale” con una comunicazione profonda, alternativa a quella spesso vuota ed ossessiva che avviene attraverso i telefonini.
Sono interessati a diffondere la conoscenza di questa esperienza e intenzionati a collaborare con altre realtà simili come i tanti Orti Botanici italiani, tra cui l’Orto botanico di Lecce e quello di Padova. Particolarmente significativo è risultato il rapporto con il dr. Pagano, che, quindici anni fa a Tricase nel Salento, ha realizzato su una superficie di circa 3 ettari l’”Arboreto Francigeno”.
L’Arboreto si compone di 4 “stanze”, ognuna con una fioritura per stagione, delimitate da arbusti ed alberi della macchia mediterranea; presenta alberi provenienti da ogni parte del mondo e tra questi la Quercia proveniente dal Giappone, intitolata dai botanici giapponesi all’imperatore Hiroshito.
L’esperienza della famiglia Spaggiari, come altre analoghe, dimostra come sia possibile avere aspirazioni diverse da quelle legate ai vantaggi materiali e gustare la gratificazione del dono.
Indica come si può arricchire la propria esistenza di significati, costruendo, insieme agli amici, un rifugio per gli esseri viventi, umani e non, che diventa luogo di riflessione e “crescita”.
Nel modello economico attuale si cerca in tutti i modi, attraverso il disboscamento, la cementificazione, le colture con l’uso di sostane chimiche dannose e gli allevamenti intensivi, il massimo del guadagno.
Non ci si preoccupa dei danni irreparabili che si arrecano alle risorse naturali e alla biodiversità, e della triste eredità che si lascia alle future generazioni.
Eppure oggi i fenomeni atmosferici estremi, i cambiamenti climatici, le desertificazioni, le stesse pandemie ci ricordano di continuo come questo uso irresponsabile delle risorse sia insostenibile e come siano minacciate le condizioni di sopravvivenza della stessa specie umana.
Vi è il bisogno di un urgente e profondo cambiamento anche culturale.
E l’iniziativa del Bosco dei signori Spaggiari e dei loro amici rende vissuta una nuova Cultura, che si basa sulla consapevolezza che il Pianeta Terra è la nostra “Casa Comune”, quindi dobbiamo prendercene cura, conservarla e costruire un rapporto rispettoso con tutti gli esseri che la abitano.
L’Associazione Marina Serra ha maturato la stessa Cultura e cerca con analoghe iniziative di affermarla. Nella consapevolezza che è importante unire gli sforzi e nella convinzione che solo grazie all’apporto di tutti si può operare il grande cambiamento oggi necessario, l’Associazione promuove relazioni di collaborazione con altre Associazioni, Cittadini e Istituzioni e con tutti coloro che condividono le stesse idealità.
di Nunzio DELL'ABATE
All’indomani della caduta del governo Chiuri, proprio da questa testata, invitavamo tutti coloro che avevano responsabilità politico-amministrativa di prima linea a stringere un patto di ferro, quanto più allargato possibile, nell’ottica della consapevolezza diffusa di ricostruzione del tessuto socio-economico della città.
Ovviamente andavano accantonati veti incrociati ed autoreferenzialità anche per ravvivare i corpi intermedi (attività produttive, associazioni, scuole, parrocchie ecc.) e recuperare quel sentimento prevalente di comunità solidale e lavorante.
In un momento storico di post lockdown, equiparabile per certi versi a quello post bellico, in cui si era proiettati alla ripartenza con tutto il timore di una seconda ondata pandemica, rivelatasi poi dalle nostre parti devastante con varianti annesse, era imprescindibile fare sintesi ed in fretta.
Una eccessiva parcellizzazione delle proposte avrebbe inevitabilmente condotto a logoranti diatribe ed acuito i distinguo anche nel futuro governo della città.
Certamente era impensabile una candidatura cittadina unica, specie con la contaminazione della concomitante competizione regionale, ma il campo del centro sinistra locale è proprio andato nella direzione opposta.
Avremmo voluto sbagliarci, ma gli eventi -ahinoi- non lo smentiscono.
Le asfissianti discussioni in Consiglio, in Commissione e sui mass media sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, sulla tipologia delle fioriere collocate ai lati delle strade del centro, sui componenti dello staff del sindaco, sul numero degli assessori e su altre questioni similari saranno senz’altro comprensibili -magari pure doverose- in tempi di ordinaria amministrazione, ma si rivelano oggi anacronistiche, irrigidiscono ancor più le posizioni consiliari, ma soprattutto allontanano quei corpi intermedi e demoralizzano la comunità alle prese con esigenze vitali, compromesse da un orizzonte ancora grigio.
Sia chiaro, le differenze, le sensibilità, le ideologie, financo i dettagli costituiscono il sale della democrazia, ma ora serve condivisione unitaria ed azione rapida; ci sarà modo e tempo per duellare a singolar tenzone.
Diversamente, vi è il serio rischio di litigare e di impatanarsi nella scelta dell’impiego delle risorse che ci saranno assegnate per la ripresa del paese e non ce lo possiamo permettere, ogni giorno di ritardo è vitale.
Intanto siamo ancora nel vortice dell’emergenza sanitaria ed in questi giorni poi con il terremoto del mondo scolastico.
Ecco a tal proposito sarebbe il caso di mettere in piedi, tutti assieme, con la supervisione del personale docente e la collaborazione delle parrocchie e delle associazioni di volontariato, un piano di accompagnamento ed assistenza, anche in termini di servizi; c’è troppo sbandamento ed in taluni casi anche contraccolpi di natura psicologica.
Non è mai troppo tardi per riflettere e cambiar percorso, siamo fiduciosi. All’occorrenza un webinar con Mattarella potrebbe essere risolutivo…
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi, martedì 2 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 9.322 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.021 casi positivi: 410 in provincia di Bari, 134 in provincia di Brindisi, 105 nella provincia BAT, 137 in provincia di Foggia, 105 in provincia di Lecce, 123 in provincia di Taranto, 4 residenti fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota.
Sono stati registrati 40 decessi: 11 in provincia di Bari, 10 in provincia BAT, 1 in provincia di Brindisi, 12 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Lecce, 4 in provincia di Taranto, 1 residente fuori regione.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.571.274 test.
111.599 sono i pazienti guariti.
33.111 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 148.702, così suddivisi:
57.057 nella Provincia di Bari;
15.761 nella Provincia di Bat;
10.989 nella Provincia di Brindisi;
29.750 nella Provincia di Foggia;
12.629 nella Provincia di Lecce;
21.749 nella Provincia di Taranto;
588 attribuiti a residenti fuori regione;
179 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
di Antonio TURCO
“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico (?)”. E' la domanda che corre in questi giorni nella testa di chi ha in mente la democrazia come unica e possibile forma di governo e avverte la percezione di un qualcosa che si riteneva ormai passato e perduto ma che è di ritorno.
Si può dire che l'enorme e voluta confusione che ha tentato di confondere e deviare il corso naturale della democrazia sia finita? Si può dire che l'imperdonabile anomalia che partiva dagli USA per insinuarsi, peggio del Covid, nelle coscienze degli esseri umani sotto forma di populismo, sovranismo ed altre devianze sia stata sanata? C'è ancora moltissimo da fare per vaccinare, come per il Covid, la gente dai virus dell'informazione falsata, dall'inquinamento ideologico, dall'influenza malefica che imperversa, per ora incontrollata, in una parte dei social.
Con l'avvento di Draghi, la politica italiana ha dovuto prendere atto del suo fallimento, per consegnarsi all'unico personaggio all'altezza del compito richiesto dalla UE per fruire delle risorse del Recovery fund, dalle quali si attende una politica riformista in direzione del modello europeo.
Le ultime notizie provenienti dalla politica di Tricase vertevano in questi giorni, sulle questioni riguardanti la cittadinanza onoraria a Mussolini, e non era francamente accettabile la distanza esistente tra i temi sopra accennati e le questioni di lana caprina suddette, tanto più in un periodo di profonda depressione economica, disagio sociale, difficoltà sanitaria, smarrimento morale, di crisi, insomma.
Tricase deve ritornare sui temi alti della politica e sintonizzarsi sui suoi passi da gigante di questi ultimi mesi: con la caduta di Trump e l'avvento di Biden si sta riaprendo finalmente un dialogo che, rifuggendo dagli eccessi, tenta di polarizzarsi sulle notevoli difficoltà che ci sono davanti, da affrontare in un ambito collegiale dove venga recuperato il riconoscimento dei singoli ruoli. Nei sacri crismi della democrazia, naturalmente.
Il Recovery fund, che si deve ad una UE anch'essa più presente e meno miope rispetto alla politica mondiale, si spera cambierà la politica che dovrà cambiare l'Italia, e non sarebbe male, già da subito, considerare che Tricase si trova in Italia. Per quello che riguarda noi, cittadini di Tricase, in questo periodo di risveglio sarebbe augurabile pensare che possa riaprirsi la stagione della partecipazione, di recuperare dalle soffitte i vecchi strumenti della politica democratica del dialogo e del confronto, per viverla direttamente e per sentirsi coinvolti in questi cambiamenti finalmente orientati verso una giusta direzione. Il gruppo politico “Tricase: Città in comune” a partire da questo sabato, come meglio riportato in altra parte del giornale, sta programmando una serie di conferenze su temi di carattere sociale ed economico, per ascoltare il parere di personalità di rilievo legate in qualche modo a Tricase o ascoltare idee provenienti direttamente dalla città.
La nuova Amministrazione di Tricase, ancora ai primi passi, deve prendere atto, al netto dei problemi del Covid, della fortuna di trovarsi in questo periodo di possibile rinascita e predisporsi a recepire le idee innovative e riformiste da adottare ed a iniziare a progettare, già da ora, un micro Recovery plan locale, nella speranza che possa essere realizzato.
Bisognerebbe evitare di sottovalutare questa fase di rinnovamento, una occasione unica per fare entrare tutto il Sud, Tricase compresa, in questa Europa.
E' questa la sfida, per chi se la sente di raccoglierla.