L’ospedale di Tricase va incontro ai donatori di sangue
di Ercole Morciano
L’emergenza sangue, che ogni estate interpella da noi la sensibilità dei residenti e dei turisti, è diventata quest’anno più drammatica a causa del Covid-19, com’è scritto nell’appello lanciato all’inizio di luglio dal cappellano dell’Ospedale “Card. G. Panico”, don Giorgio Margiotta. L’allarme è risuonato nel corso del convegno “Cooperare per rinascere”, svoltosi a Tricase nelle due serate dei giorni 9-10 luglio in piazza Cappuccini, nei pressi della sede diocesana della Caritas. Gli incontri, quello del 9, aperto alla cittadinanza e quello del 10, rivolto a 50 appartenenti alle professioni sanitarie, hanno avuto tra l’altro un esito concreto perché, grazie all’invito urgente di suor Margherita Bramato, si è in seguito proceduto a definire un programma operativo di notevole spessore, che sicuramente produrrà risultati positivi a fini della raccolta sangue.
Il Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale, diretto dal dr. Luciano Abbruzzese, infatti, in una con la direzione generale e quella sanitaria del nosocomio tricasino, ha ideato e sta portando avanti un programma di sensibilizzazione, allo scopo di aumentare le donazioni di sangue e far fronte così all’emergenza più dura del solito, con drammatiche conseguenze per i malati aventi bisogno.
Il programma prevede un calendario di iniziative diffuse sul territorio del Capo di Leuca, che d’estate vede aumentare di molto la popolazione con l’inizio della stagione turistica.
Le località prescelte per interfacciarsi direttamente coi potenziali donatori, siano essi residenti o turisti, sono: Santa Maria di Leuca, Tricase-Porto e Pescoluse di Salve. In ciascuna delle località turistiche il programma ha previsto la presenza di una postazione, diretta da un medico specialistico coadiuvato dal necessario personale paramedico. Duplice, la mission affidata: sensibilizzare, mediante un’informazione corretta e completa sia dal punto di vista scientifico che sociale, alla donazione del sangue, quanti avvertono questa spinta alla solidarietà e alla fratellanza umana come valori universali; procedere alle operazioni di prelievo nelle forme e nei modi previsti dalla normativa vigente, assicurando al donatore, gratuitamente, alcuni esami e screening.
Le serate a Santa Maria di Leuca si sono svolte il 24 e il 25 luglio. Durante la prima serata, la postazione è stata ospitata presso la sede della Pro-Loco, sul Lungomare Cristoforo Colombo, uno dei punti più caratteristici della marina e luogo di transito molto frequentato, specialmente da giovani. Il 25 luglio la postazione è stata trasferita nella sala convegni della Basilica di Santa Maria de finibus terrae, meta costante di pellegrini e di visitatori del santuario. Molte - conferma la dott.ssa Nescis specialista del S.I.T. del “Panico” - sono state le persone che hanno chiesto informazioni in generale o per poter donare in una delle prossime serate e anche le donazioni sono andate numericamente bene.
Il programma continua con altre due tappe: una sulla costa adriatica e l’altra su quella jonica. Nei giorni 30-31 luglio funzionerà la postazione allestita presso la sede del Ciheam-Bari (nei pressi della rotonda di Tricase-Porto), da dove si potrà “donare il sangue vista mare”. La serata prevede un intrattenimento musicale e una degustazione tipica a cura dell’associazione locale “Libeccio”, in collaborazione con lo chef Donato De Santis. Le aspettative degli organizzatori, rispetto alla serata di Tricase-Porto, sono fiduciose: molte sono le associazioni, di volontariato, culturali, sportive (podistiche, bici, moto…) che hanno già dato la loro adesione all’iniziativa; è inoltre recente la bella notizia della partecipazione di un gruppo artistico della “Notte della Taranta” che renderà la serata ancor più interessante.
Il programma continuerà il 5 agosto, con la serata di Pescoluse, l’incantevole località sulla costa di Salve. Davanti alle conseguenze della pandemia che in tutt’Italia ha fatto rallentare le donazioni, il programma straordinario del S.I. T. dell’ospedale di Tricase, sorto sullo spirito di “cooperare per rinascere” e finalizzato alla diffusione della cultura del dono e della gratuità (donare il sangue è un atto del cuore), è un antidoto all’isolamento perché fa cadere quella diffidenza dovuta alla paura del donatore di andare in ospedale a donare in quanto, invertendo i termini della questione, è l’ospedale che va incontro al bisogno di serenità del donatore, assicurandogli gratuitamente Elettrocardiogramma e IGG, Anticorpi Anti-Covid-19, insieme ad uno screen ematologico per la donazione.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 29 luglio 2021 in Puglia, sono stati registrati 11.363 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 151 casi positivi: 21 in provincia di Bari, 19 in provincia di Brindisi, 42 nella provincia BAT, 14 in provincia di Foggia, 32 in provincia di Lecce, 13 in provincia di Taranto, 13 casi di residenti fuori regione. 3 casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e attribuiti.
Non sono stati registrati decessi.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.874.001 test.
246.905 sono i pazienti guariti.
1.977 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 255.551 così suddivisi:
95.716 nella Provincia di Bari;
25.782 nella Provincia di Bat;
20.067 nella Provincia di Brindisi;
45.418 nella Provincia di Foggia;
27.571 nella Provincia di Lecce;
39.747 nella Provincia di Taranto;
856 attribuiti a residenti fuori regione;
394 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 28 luglio 2021 in Puglia, sono stati registrati 12.494 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 163 casi positivi: 52 in provincia di Bari, 30 in provincia di Brindisi, 16 nella provincia BAT, 10 in provincia di Foggia, 42 in provincia di Lecce, 9 in provincia di Taranto, 1 caso di residente fuori regione, 3 casi di provincia di residenza non nota.
E’ stato registrato un decesso, in provincia di Foggia.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.862.638 test.
246.814 sono i pazienti guariti.
1.917 sono i casi attualmente positivi.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 255.400 così suddivisi:
95.695 nella Provincia di Bari;
25.740 nella Provincia di Bat;
20.048 nella Provincia di Brindisi;
45.404 nella Provincia di Foggia;
27.539 nella Provincia di Lecce;
39.734 nella Provincia di Taranto;
843 attribuiti a residenti fuori regione;
397 provincia di residenza non nota.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
di Caterina SCARASCIA
Europei vinti, voglia di tornare alla normalità, di esultare e gioire dopo quasi due anni di paure.
L’Italia ed il mondo hanno assolutamente bisogno di rientrare in una dimensione di ordinaria quotidianità, per cui ci sta pure che qualcuno superi i limiti e si lasci andare a comportamenti “fuori misura”. Psicologicamente è spiegabile, anche se non giustificabile.
Giustamente qualcuno richiama all’esercizio dello spirito critico, alla valutazione delle dinamiche, anche inconscie, ma poi purtroppo si ricade nei soliti discorsi sui massimi sistemi da un lato e, dall’altro, nella trappola tipicamente italiana: riflettiamo tutti, perché la responsabilità è di tutti, quindi di nessuno.
Onestamente sono molto stanca che argomentazioni costruttivamente critiche prestino il fianco a conclusioni generiche in cui, deducendo che il sistema generale è interamente inquinato, ci sarebbero poi poche speranze o possibilità di ripresa e di rinascita. Discorso, ovviamente, non solo falso, ma pericoloso. Credo invece che sia ora di smetterla di sparare nel mucchio.
Le colpe di una società in caduta libera, sul piano educativo, formativo, comportamentale, dalla nostra Tricase al…mondo (non voglio banalizzare!), ci sono eccome e, senza toccare macrosistemi (politica, economia, pandemia), volo basso, raso terra e punto il dito (ancora una volta!), contro famiglie (sistemi educativi per lo più inesistenti) e scuole (sistemi educativo-formativi allo sbando).
Vorrei, di tanto in tanto, che altre agenzie dal ruolo sociale fondamentale (parrocchie, associazioni culturali, di volontariato, centri ricreativo-culturali, specifici settori delle amministrazioni comunali) lo dicessero chiaro e tondo, senza giri di parole ed eleganti eufemismi. Capisco che qualcuno possa avere interesse a non farlo, ma poi, per coerenza, deve tacere su tutta la linea.
Per non correre il rischio di ripetermi (da quanti anni scrivo su queste tematiche???), focalizzo solo alcuni aspetti, i più problematici oggi, quelli che, a mio avviso, ci impediscono di ri-diventare “comunità”, vero sostrato antropologico di ogni città ( da “communitas”: appartenenza identitaria e reciprocità dell’obbligo donativo: dare e darsi.)
La globalizzazione informatico-telematica e culturale ha annacquato e reso invisibile l’etica della responsabilità, che è anzitutto individuale e personale. Un’etica che si acquisisce, in primis, nel nucleo familiare, insegnando ai ragazzi l’impegno, il sacrificio, il rispetto per tutti, oltre i torti e le ragioni, il valore della cultura, la faticosa solidarietà, la pratica del ragionare in termini di “noi”.
Insegnando con l’esempio.
Dove vogliamo andare senza questa base???
Credo che, in un mondo impazzito per il dio-pallone, la nostra attuale Nazionale almeno qualcuno di questi valori lo abbia fatto intravedere (il sacrificio, lo spirito di squadra, anche una certa dose di cultura); che poi sullo sfondo ci sia sempre il dio-denaro, beh, di questo dobbiamo dire grazie al neocapitalismo e a Silvio Berlusconi, che quel dio ha iniettato anche nel mondo del calcio.
Quest’etica della responsabilità ridotta a larva, accompagnata da una massiccia dose di individualismo e consumismo, che riconosce sempre e solo le colpe degli altri e dà valore solo ai beni materiali, è entrata poi nelle scuole a più livelli.
Qui, all’assenza di una cultura genitoriale che sia in grado di capire la differenza che c’è tra la scuola dei voti e quella delle competenze (una promozione risicata oggi non vale niente, neppure per i “raccomandati”), fanno da contraltare moltissime politiche dirigenziali prive di coraggio e molto attente all’immagine (numero di iscritti, assenza di bocciati, progetti pubblicitari, assenza di rogne burocratiche) e azioni di numerosi docenti che acriticamente seguono l’onda del momento e le imposizioni dall’alto, frutto di cinquant’anni di politiche assunzionali, che hanno fatto di questa istituzione un ammortizzatore sociale.
L’allarme lanciato in questi giorni da INVALSI (lo scatafascio delle prove, prevedibile da anni per come stavano andando le cose), a riprova di quanto prima detto, ha avuto un solo colpevole: la DAD! Roba da ridere, nel senso che la DAD è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso pieno e strapieno da decenni!
Mi fermo qui e torno all’inizio del ragionamento.
Se davvero vogliamo iniziare a cambiare le cose, dobbiamo compattarci come agenzie educative territoriali (scuole incluse) e puntare ad una azione costruttiva di politiche formative rivolte anzitutto alle famiglie.
Perderemo “clienti” (terribile parola in ambito educativo)???
Non fa niente, il risultato sul medio e lungo periodo è più importante di quello immediato.
E’ il primo, indispensabile passo: una coraggiosa rete territoriale di comunità, che dia valore ai ragazzi e ai giovani come “persone” e non come numeri.
Quando la politica non c’è (e non c’è), bisogna ripartire dal basso.
Siamo già al capolinea, il rischio è l’implosione.
Non abbiamo tempo da perdere