di Alessandro Distante Siamo ad uno snodo che può essere fondamentale per il futuro di Tricase e del Capo di Leuca: la elettrificazione delle Ferrovie Sud Est e le decisioni sulla 275. In questi giorni sono state poste le basi per quella che viene definita la metropolitana di superficie: nel masterplan del Governo Renzi sono stati previsti 145 milioni per le elettrificazione dei binari. Sempre in questi giorni il Consiglio di Stato, pubblicando le motivazioni della sentenza sulla battaglia tra le Ditte che si contendono la realizzazione dell’arteria stradale, ha affidato all’ANAS il compito di decidere, con adeguata motivazione, se e chi deve realizzare la nuova Strada Statale 275. Non v’è dubbio che queste due questioni avranno conseguenze determinanti sulle direttrici di sviluppo del Basso Salento.
Tutto ciò non senza osservare che le due questioni, per molti e non da ora, marcerebbero su direttrici di idee di sviluppo alternative se non opposte: chi è contrario alla 275 propone un potenziamento del traffico su rotaie. In questi anni o decenni si è assistito a quello che poi si è rivelato lo scandalo FSE e allo scandalo di un’opera pensata negli anni Ottanta e sulla quale ancora si susseguono colpi di scena più in sede giudiziaria che politico-amministrativa. Due scelte importanti e da tempo attese: due scelte compatibili o alternative? L’impressione è che tante volte si vada avanti più per caso che in attuazione di una chiara scelta strategica di sviluppo.
di Mary CORTESE Abbiamo attivato presso il Celacanto il primo osservatorio interno sulla cittadinanza attiva, una iniziativa che mi vede chiamata in prima persona visto che sarò io ad occuparmi sia della strutturazione della ricerca che della realizzazione delle indagini sul campo. Il percorso che faremo insieme parte dalla ricerca delle premesse teoriche che danno fondamento alla ricerca (non vi preoccupate questo lavoro l’ho già fatto io), scovare l’identikit del vero cittadino attivo e la sua percezione all’interno della comunità sarà il nostro campo di indagine! Percorso intrigante, come il fatto di mettere appunto un modello replicabile per accrescere la percezione dell’utilità delle iniziative prodotte dai cittadini un po’più attivi intorno ai quali è giusto creare consenso sociale e un po’ più di sostegno. Capire come favorire e incrementare questa partecipazione è un po’ la nostra sfida perché,come dicono i miei amici dell’associazione, “attivarsi”è un bene che torna utile a tutti a partire da chi lo fa. Si tratta, dunque, di un campo nuovo di ricerca in cui siamo i primi a sperimentare e lo farò a partire dai primi ragazzi che si uniranno a noi per la prima esperienza di ospitalità solidale che abbiamo in programma per la seconda metà di Giugno. Non vedo l’ora.
di Alfredo De Giuseppe
C’è una Tricase che non mi è mai piaciuta e che continua a non piacermi anche ora che alcune battaglie sono diventate più comuni rispetto ad oltre quarant’anni di guerre quasi solitarie. Non mi piaceva a suo tempo la DC arrogante e clientelare che tanti guasti ha causato nella gestione del territorio e della coscienza collettiva; non mi piacevano i craxiani di ferro, la loro sete di potere e denaro; ho rigettato i berlusconiani della prima e seconda ora come una definitiva maledizione sul nostro Paese che di tutto aveva bisogno tranne che del populismo becero misto alla supina accettazione della corruttela. Non mi piacciono ora i nipotini di Bertinotti e Mastella che mascherati di vari colori sono al governo della città da oltre quindici anni, un po’ troppo legati ad una poltrona fatta di piccoli e grandi interessi. E neanche i nuovi guerriglieri dell’onestà che mancando di quel minimo di autonomia intellettuale mi fanno paura come tutte le chiese, le congregazioni e le sette. Non mi piace il Piano Regolatore che non c’è da oltre cinquant’anni, non mi piace pensare che quando ci sarà, atto forzato da Enti esterni, sarà inutile, tanto sarà stato devastato il tutto che ci circonda. Non mi piace che il depuratore scarichi al canale del Rio e che l’unico progetto immaginato sia la condotta a 1Km dalla costa, con la convinzione che i problemi si risolvano allontanando un po’ la merda. Non mi piace che ancora tantissime case di Tricase Porto e Marina Serra non abbiano l’allaccio alla fognatura pubblica. Non mi piace la gestione del Parco Otranto-S.M. di Leuca né il faraonico Piano Coste che pare scritto negli anni ’70 e non contiene nessuna visione originale, così come è allucinante vedere all’ingresso del paese le barriere antisuono in pietraio e legno (ormai cadenti) delle super-corrotte Ferrovie Sud-est (quando nel 2007 denunciai penalmente tale opera fui quasi deriso); non mi piace che rispetto alla strada 275 il nostro Comune abbia idee ondivaghe che invece di risolvere il problema con soluzioni semplici e rispettose dei luoghi (stop a Montesano) allunghino il brodo alimentando nuove polemiche; se c’è, non mi piace il piano traffico, né i marciapiedi di questa città, neanche la gestione dei parcheggi che da sempre pare un affare più importante di quello che realmente è. Non mi piace che non ci sia una sola isola pedonale né un parco con qualche albero e quattro panchine. Non mi piace che dopo tanti anni non vi sia un mezzo di trasporto pubblico che colleghi le frazioni e le marine di Tricase. Non mi piace la raccolta della spazzatura che non tende all’ottimizzazione e al coinvolgimento di un’utenza che andrebbe educata e non presa in giro con qualche mancia elettorale. Non mi piace chi abbandona oggetti e rifiuti nelle campagne, chi abbatte i muretti a secco e chi lottizza ovunque e comunque. Non mi piace l’oblio delle periferie con gli scheletri delle case mai completate e la ghettizzazione della zona 167. Non mi piace la statua di don Tonino in piazzetta Dell’Abate, dove fa orrore anche la postazione del bike-sharing, così come è indescrivibile la scelta e la bruttezza della casa in plastica costruita con il contributo del GAL in piazzetta du Puzzu. L’abbandono della casa natia di Giuseppe Pisanelli in via Tempio è sintomatico dell’attenzione verso la nostra Storia, mentre nessuno analizza con le giuste competenze come abbattere definitivamente la casa/finto albergo sul costone del Porto, da decenni in stato di perenne pericolosità. Non mi piace che la quercia Vallonea, simbolo di Tricase, quella dei Cento Cavalieri, resti ingabbiata dentro una bruttissima ringhiera d’alluminio, nel degrado che la circonda, né mi piace che gli unici alberi davvero salvaguardati siano quelli di Piazza Pisanelli che invece andrebbero trapiantati in altro luogo per far tornare la Piazza quella che era. Non mi piace un Sindaco che molto ha promesso e poco ha mantenuto, che convive con un enorme conflitto d’interessi che fa guardare a tutti noi ogni atto con la lente del sospetto. Non mi piace chi ha cenato prima con Berlusconi, poi con Casini e infine con Abaterusso pur di raggiungere primati personali imbevuti di noiosi e ripetitivi comunicati stampa. Non mi piacciono di Tricase alcune persone sempre appollaiate sul tetto del vincitore, né mi diverte non farmele piacere. Non mi piace di Tricase l’assenza del lavoro e di chi non fa niente per crearlo per sé e per gli altri, né mi piace la distanza siderale delle scuole, di quasi tutti i professori e studenti dalle problematiche storiche della città. C’è una Tricase che non mi piace, è vero, ma ce n’è anche una che mi piace, ma questo è un altro capitolo, nell’altra pagina del racconto.
La capacità di autodeterminarsi, parte dall’assunto culturale che vede nel disabile intellettivo una persona che cresce e diventa adulta, con delle capacità di pensiero e di decisione e non solo esecutive, non un malato perennemente da curare e riabilitare, oppure un eterno bambino cui sostituirsi. Una persona con disabilità è capace di costruirsi delle relazioni significative e di decidere le proprie relazioni. L’idea di Vita indipendente supera il concetto assistenzialistico dei centri diurni o delle case famiglia e osa proporre una alternativa di normalità permettendo alle persone con disabilità di vivere con le sole limitazioni che tutte le persone hanno.Ogni persona presa singolarmente non è autonoma ma per realizzarsinecessita di cose, persone, relazioni: qualsiasi sia il risultato che si intende ottenere, il modello di autonomia deve essere per lo meno condiviso da un “Sistema” perché possa essere efficace. Sin dalla sua nascita, l’Associazione “La Ragnatela” persegue l’intento di costituire una Rete di Competenze per dare forza al desiderio dei Diversamente Abili di affermare i propri diritti di cittadini attivi. Tra le diverse iniziative messe in atto, dopo un’attenta analisi delle realtà nazionali e internazionali che attuano progetti di Vita indipendente, siamo entrati in contatto con il Dott. Daniele Ferraresso, pedagogista clinico, esperto in processi formativi, orientati all’Autonomia, promotore del progetto “Casa Elena” di San Daniele del Friuli, in cui cinque ragazzi con disabilità vivono in maniera autonoma, mettendo in campo le proprie potenzialità, badando a se stessi e aiutandosi a vicenda in una società civile che li ha adottati. Il progetto “Casa Elena” è un progetto pilota a livello nazionale, e l’aver conosciuto direttamente i ragazzi durante una indimenticabile cena estiva, l’averci parlato e aver osservato come il gruppo affronta le circostanze della vita quotidiana, ci ha spinto a impegnarci a promuovere un progetto analogo nel Salento. A tal proposito l’Associazione sostiene la necessità di una campagna di formazione per addetti ai lavori e non, con lo scopo di acquisire gli strumenti cognitivi e il Know How per la realizzazione di progetti di Vita indipendente. In questo contesto si inquadra la serie di seminari “Dal nido al Mondo” che l’Associazione “La Ragnatela” organizza dal 3al 4 giugno 2016 in collaborazione con l’amministrazione comunale di Corsano, il Centro Servizi Volontariato Salento, l’Associazione 2HE (Center for Human Health and Environment), l’Associazione “Nuove speranze” e il Gruppo di Volontariato Vincenziano.Nel corso dei seminari il professore Daniele Ferraresso illustrerà aoperatori del settore e volontari gli strumenti più efficaci per portare i giovani con disabilità verso un percorso di crescita e di autodeterminazione.Durante il corso, il docente porrà particolare attenzione sull’approccio con le famiglie, illustrando i problemi e gli inconvenienti che si potranno incontrare, le metodologie per risolverli e portare disabile e famiglia verso un graduale processo di svincolo.Il docente parlerà inoltre delle eventuali reazioni della famiglia di fronte al processo di autonomia, e di come instaurare una efficace collaborazione.Infine, sarà trattato anche il delicato tema della sessualità della persona disabile.Il professore Daniele Ferraresso vede questo corso come il potenziale inizio di un percorso formativo annuale per arrivare assistiti al traguardo dell’Autonomia abitativa e professionale. L’appuntamento è per Venerdì3 Giugno alle ore 15 presso il Centro Polivalente di Corsano in via Campania. E’ gradita prenotazione alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al 3335018649.