Una Esposizione di opere in ceramica nella tecnica originale del ceramista salentino allestita nella sala del Consolato Generale di New York in occasione dell’insediamento del nuovo Console Generale Francesco Genuardi. Al prestigioso evento era presente una delegazione di senatori e parlamentari italiani per conto della quale il ceramista salentino ha consegnato tre riconoscimenti rispettivamente all’Ambasciatore italiano per gli USA Varricchio, al Console generale Genuardi e alla rappresentanza della comunità italiana a New York. Nei giorni precedenti le opere in ceramica di Agostino Branca sono state ammirate durante un elegante Party di accoglienza che la promotrice dell’evento, On. Nissoli ha organizzato nella splendida villa del prof. Zichichi in Stamford (Connecticut) Una grande Festa per brindare alla Repubblica italiana e dare il benvenuto al nuovo Console Generale della Tri-State Area, Ministro plenipotenziario.
A promuovere ed organizzare l’evento è stata l’on. Fucsia Nissoli FitzGerald, deputata eletta nella Circoscrizione estera - Ripartizione Nord e Centro America, in collaborazione con la Signora Barbara Zichichi della famiglia dell’illustre scienziato. La Festa è stata anche il primo appuntamento americano dell’Associazione di Amicizia parlamentare Italia-USA, che ha concluso i lavori con un incontro con la Comunità italiana presso il Consolato Generale di New York.
In ricordo di Rocco De Marco - Prima tromba in diversi Concerti Bandistici
di Francesco Accogli Il 16 giugno scorso Rocco De Marco ci ha lasciati per sempre. La morte di Rocco è stata per me come la perdita di un parente: non ci sono parole ...Ma chi era Rocco De Marco? E perché questi brevi note? Egli era nato a Tricase nel gennaio del 1938 ed all’età di 14 anni aveva iniziato a suonare la tromba in Si bemolle con il Maestro Adolfo Corciulo (Salve, 1918-1986), che fu il Direttore o Capo Musico, come allora si usava chiamare il Maestro, dell’ultima Banda Comunale Tricasina presente dal 1952 al 1954. Rocco De Marco frequentò la Scuola di Musica del Maestro Corciulo che nel 1952 si trovava nell’attuale via Vito Raeli (Tricase, 1880-1970), nei locali che sono occupati attualmente dal Circolo Contadino Endars - ACLI. La frequenza era obbligatoria tutte le sere. I locali, invece, dove si concertava e si facevano le prove erano nell’attuale via A. Manzoni vicino alla Scuola Elementare di via R. Caputo, poi in Piazza G. Pisanelli (nella casa di Dell’Abate) e successivamente in via L. Cadorna (di fronte alla casa del Brigadiere Citto). Fu questa la Banda nella quale fece le prime esperienze musicali Rocco De Marco; era dell’Amministrazione Comunale di Tricase e si componeva di una sessantina di elementi. La Banda Tricasina veniva soprannominata, in modo scherzoso e divertente, la Banda dei Papaveri, perché era solita suonare la canzone dei papaveri (Papaveri e papere cantata da Nilla Pizzi) che in quel periodo era molto in voga. Con l’anno 1954, purtroppo, ebbe fine una benemerita ed importante tradizione tricasina, quella della Compagnia Musicale Comunale, alla quale avevano dato un notevole contributo, anzitutto l’Amministrazione Comunale di Tricase (Sindaco, Antonio Resci) e poi tanti, tantissimi cittadini che avevano a cuore le sorti della banda e della musica a Tricase. Rocco De Marco, dopo questa prima esperienza con il Maestro Corciulo, continuò a suonare sempre la tromba in Si bemolle facendo parte di numerosi Concerti Bandistici presenti in Puglia ed in altre regioni d’Italia (in particolare l’Abruzzo e la Basilicata). Nel 1996, dopo ben 45 anni di “nomade del pentagramma”, dopo aver girato l’Italia in lungo ed in largo, Rocco De Marco si è pensionato. Egli ha sempre abitato in via G. Pasquali con la sua bella ed operosa famiglia, composta dalla moglie Cosimina e dai figli Lara, Loredana e Giuseppe, che dopo il diploma in Trombone al Conservatorio “T. Schipa” di Lecce, è entrato a far parte dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Lecce. Mi piace ricordare un solo episodio che racchiude la brillante carriera musicale del trombettista Rocco De Marco. L’Amministrazione Comunale di Tricase - Assessorato alla Cultura - il 18 novembre 2001, dedicò una serata, presso la Chiesa di San Michele Arcangelo, in onore del Musicista Carlo Minoli (1828 -1901), Direttore della prima Banda Musicale Tricasina dal 1873 al 1899, nel 1° Centenario della morte (17 novembre 1901 - 17 novembre 2001). La manifestazione venne aperta dall’Assessore alla Cultura, Prof. Carmine Zocco; poi parlò il Sindaco, Ing. Antonio G. Coppola e successivamente relazionarono Luisa Cosi, docente del Conservatorio di Lecce; il sottoscritto, come Direttore della Biblioteca Comunale di Tricase e Sergio De Blasi, cardiologo e musicista. Nel corso della manifestazione venne consegnata una targa a Rocco De Marco, tricasino, per la sua lunga carriera musicale nelle principali Bande salentine e nazionali. Ho ancora vive nella mente le parole del Sindaco Coppola: “Al Musicista Rocco De Marco per la sua lunga permanenza in Bande Musicali Italiane, nonché nell’ultima Banda Tricasina scioltasi nel 1954”.Ricorderò sempre Rocco De Marco come persona mite, affettuosa e cortese, con l’innata passione per la Musica. Egli riuscì a farmi piangere per l’emozione in occasione dell’VIII Raduno Bandistico del Salento - svoltosi a Tricase dal 1° luglio al 1° agosto 1987-, quando in piedi sul palco, sistemato sulle gradinate del Convento dei Domenicani (come da foto) suonò con la sua tromba la “Marcia trionfale dell’Aida di Giuseppe Verdi. Alla fine del brano musicale, eseguito con bravura e professionalità ineguagliabili, tutto il pubblico presente in Piazza G. Pisanelli gli confermò l’affetto e la stima alzandosi in piedi ed applaudendolo a lungo.
Rocco De Marco nel 1987 - Raduno Bandistico del Salento
di Giuseppe R. Panico La cattiva politica è come un deserto ove i buoni fatti sono pochi (come le oasi) ma le parole sono più numerose dei granelli di sabbia che, mossi dal vento, sempredisfano e creano dune e canaloni e confondono il cammino. Affabulatori, narratori e favellatori, creano poimiraggi ed illusioni e in tanti corrono loro incontro portando il loro voto o il loro obolo per poi rimanere… insabbiati o rinsecchiti. E il sottosviluppo avanza. A farlo avanzare sono anchele “insane” opere pubbliche e la trascuratezza per quelle più razionali e necessarie. Come la “megarotatoria” di Lucugnano che, più che a far pascolare le pecore, meglio si presta a scudisciare i tanti“asini”che, in virtù del loro incarico e delle loro responsabilità politiche e territoriali “non potevano non sapere”. Da noi, purtroppo, il vero giornalismo d’inchiesta è piuttosto raro e il”freedom information act” (libero accesso agli atti) è ancora lontano dalla nostra scarna democrazia. Forse quel “cerchio magico” serviràa far atterrare gli UFO e consentire ai marziani di ripopolare il Salento viaggiando per i nostri paeselli marini e… montani in…metropolitana di superficie. A Roma gli extraterrestri ci avevano già provato conun sindaco detto“il marziano” per la sua distanza siderale dai veri problemi della città. Ora vi è una sindaca che,discendendo “dalle stelle”,si spera non sia siderale pure lei fra i tanti problemi terra-terra della città eterna. In questo nostro ‘Salento qualcosa di eterno e terra-terra lo abbiamo pure noi ed è il nostro sottosviluppo. Ne sono un’immagine le carrozze della Sud-Est sempre vuote, semivuotee “scandalose”. Ora la preannunciata elettrificazione (e poi… la metropolitana di superficie) sembra poter dareuna scossa al nostro torpore e fare… il miracolo,moltiplicando passeggeri e turisti. Se ne sentono di cotte e di crude, peccato che non siano condite da adeguate motivazioni tali da giustificare la “magna spesa” o il costo/efficacia per la sua realizzazione ela successivagestione o supportate da un organico e credibile nuovo “Piano Trasporti Salentino” Un’altragrande opera pubblica pertroppi affaristi e ben pochi utenti? In un precedente mio articolo sul Volantinogià consideravo come costo/efficace un più rapido e frequente collegamento per metro- ferrovia solo il tratto Maglie- Lecce -Brindisi (aeroporto). Un “Salento Terminal” baricentrico a Maglie, con un grande parcheggioove far confluire i passeggeri via shuttle su gomma e con partenza dai tanti “City Terminal” dei comuni salentini. Il resto dei tratti ferroviari verrebbe dismesso o destinato ad altre funzioni(piste ciclabili, occasionali trenini della domenica a sfondo turistico- paesaggistico, etc). Gli ampi spazi delle stazioni e relativi edifici (ormai inglobati nel contesto urbano) verrebbero trasformati in parchi pubblici/parcheggi/city terminal/ostelli giovanili. Verrebbero inoltre a decadere tutte quelle servitù ferroviarie che tanto limitano e condizionano l’assetto urbanistico per quello che potrà ancora essere un misero numero di passeggeri. Non si può infatti non tenere conto sia delle superstrade già realizzate (verso Otranto, Gallipoli e prossimamente Leuca con la 275), sia dei tantissimi trasporti già efficacemente e più economicamente operati dalla stessa Sud Est con pullman, sia del particolare contesto sociale ed economico-industriale del nostro Salento. Non vi sono più tanti studenti che pendolano giornalmente per la frequenza di scuole a Lecce insieme a migliaia di operai/impiegati.Il turismo poi è da sempre come un fuoco di paglia che dura poche settimane l’anno. Il tasso anagrafico dei tanti comuni salentini evidenzia inoltre come gli abitanti siano sempre meno, più vecchi, più poveri e più disoccupati,più pensionati, con meno nascite e tanta emigrazione giovanile. Un Salento che va lentamente desertificandosi ed ove nemmeno i migranti intendono fermarsi. La loro presenza è, al momento pari a circa il 2% a fronte del 12-13 %delle città del Nord. Non saranno dunque i sempre meno salentini ad affollare la metro del miraggio sull’attuale tracciato Sud Est, né i marziani in abito politico, né un turismo da mordi e fuggi. Forze lo saranno gli stessi migranti subsahariani che in questi giorni arrivano migliaia dopo migliaia nei porti del nostro Sud e che oravengono smistati in massa anche da noi e che nessuna nazione al mondo si sogna di accogliere. “Il Salento come la Florida” scrivevo un decennio fa, pensando ad un Salento più efficiente, accogliente e modernocome attrattivaverso il “buon ritiro” di tanti anziani e pensionati d’Italia che ora invece preferiscono altri paesi stranieri più organizzati, economici, ospitali e…razionali. Il Salento come l’Africa verrebbe da dire oggi pensando a borghi e paesi che tendono a scomparire o da trasformare inoasi e ostelli di stato per chi arriva dal mare. Forse un giorno troveranno loro il modo di far risorgere il Salento, quel Salento che, privo di concreti, credibili e moderni piani di sviluppo, ma ricco solo di eventi o “passatempi” estivi e tracimazioni verbali che spesso ricordano il “Facite Ammuina” della Napoli d’altri tempi, non si intende o non si sa far crescere.
ROSARIO STICCHI Calcisticamente è nato portiere...Dunque con la maglia numero 1. Per circa 30 anni è sempre stato tra i pali…con la maglia numero 1…Prepara tanti ragazzi …per un futuro da numero 1…E’ il primo portiere tricasino ad aver organizzato il primo campus per portieri in qualità di tecnico FIGC nel 2015….E' il primo portiere a Tricase ad aver dato continuità ad un progetto che si chiama CAMP PORTIERI...che si svolgerà alle stadio San Vito da lunedi 4 a venerdi 8 luglio 2016 dalle 17 alle ore 20. Dunque…il solo numero per " riconoscere" Rosario Sticchi è : IL NUMERO 1
Dottoressa, ma anche madre e moglie. Daria Metrangolo è la prima professionista tricasina presidente di una Accademia di pallavolo. La pallavolo, uno sport capace di aprirsi al contributo di tutti, anche a quello del gentil sesso...che punta a premiare le competenze, l’impegno e la capacità di tutti e, magari, costituire un esempio per altre realtà della nostra Città.
La Virtus Academy 2016… di Daria Metrangolo L' idea di Virtus Academy 2016 nasce dal sogno di tre ex giocatori e ora allenatori, Rocco Reggio Andrea Turco e Antonio Sodero. Negli anni passati con altre società si sono dedicati e appassionati alla cura del settore giovanile, coltivando l'idea di fondare una società che si occupasse solo dei ragazzi e dei bambini, per costruire un vivaio forte per le nostre squadre storiche ma anche e soprattutto per riportare la pallavolo al vecchio splendore quando tutti, me compresa, giocavamo a pallavolo. Ed eravamo veramente tanti. Quest'anno sono maturate le condizioni per dar corpo e forma a questa idea ed io sono stata coinvolta con mio sommo piacere in questa bella avventura, di cui condivido lo spirito con cui viene fatta, basato sull'amore per la pallavolo, per la nostra Tricase e ovviamente per i giovanissimi. La Virtus Academy 2016 nasce dunque per far giocare tutti, perchè in quanto Accademia di pallavolo è volta ad insegnare i fondamenti dello sport ai bambini e a far crescere pallavolisticamente i ragazzi. Ma l'insegnamento dello sport non è solo pallavolo. Si impara a fare squadra, a stare in campo per tutti e non per se stessi, a rispettare i compagni e gli allenatori e a lottare, che si vinca o che si perda. In campo si impara a gioire insieme e a soffrire insieme nei momenti difficili di una partita, si impara a non mollare. Sono valori che rimangono per la vita. Quindi, non solo via dalla strada e dalle cattive compagnie, anche se comunque la nostra Tricase non vive situazioni drammatiche a riguardo, ma anche via dal divano e dai videogiochi, smuovendo questa generazione di “sdraiati” con in mano tablet, telefoni e telecomandi......