di Giuseppe R. Panico Molti avranno visto il film con Alberto Benigni “La vita è bella” e gli sforzi di un padre per mettere in salvo il figlio. Eravamo in guerra con tante perdite umane,sofferenze e sacrifici. La vita valeva ben poco e tanti nostri giovani non tornarono a casa. Oggi in guerra non siamo, la nostra Costituzione la ripudia, la nostra coscienza anche (la situazione internazionale decisamente meno). Ma in termine di perdite umane e sofferenze, è un po' come se noi lo fossimo. Una guerra non dichiarata, ma supinamente accettata e perduta ogni giorno, non contro un nemico ma contro noi stessi. La perdiamo facendo perdere, se non la vita, il futuro, sopratutto ai più giovani. Non perché impegnati come militari all'estero in missioni di pace, ma perché siamo noi così poco impegnati o incapaci di attuare in patria e sull'uscio di casa un più sano modo di vivere.
Li perdiamo per droga, perché nel Salento ne arriva, ne passa e se ne consuma a tonnellate. Li perdiamo per gioco d'azzardo, perché la voracità dello Stato, nel depredarci con altre tasse, non ha esitato a diffondere ovunque tante slot machines e a favorire ancora una già diffusa e devastante ludopatia. Altro che uno Stato a difesa della nostra salute “come fondamentale diritto dell'individuo” (art 32 della Costituzione). Li perdiamo sulle strade, in modo più violento e traumatico per incidenti stradali, perché il Salento, col suo assolato e malmesso asfalto rosso sangue, brilla anche per questo. Li perdiamo per il cattivo stato della viabilità, per la carente educazione civico-stradale, per la grave tolleranza istituzionale che permette anche a semplici motorini e scooter di “truccarsi” di brutto e sfrecciare a “tutto fracasso”, ben oltre i limiti dei 45 km orari previsti dalla legge.
Che consente, anche a tante moto di grossa cilindrata, di sfrecciare egualmente lungo le nostre litoranee, trasformate in pericolose piste ,fra la rabbia e lo sgomento di turisti, pedoni, ciclisti e vicini residenti. Tali tre “disgrazie” sembrano le punte avvelenate di un tridente impugnato , più che da un infausto e diabolico destino, dalla nostra noncuranza, imprevidenza, superficialità e illegalità. Già “battezziamo”, alla nascita, i nostri giovani con una cambiale personale da decine di migliaia di euro, quale loro debito, per sanare il mostruoso debito pubblico contratto da genitori, nonni e parenti attraverso la politica dei loro politici e amministratori spreconi. Poi ne facciamo gli studenti di una “Buona Scuola” così in basso nelle classifiche del mondo occidentale, così lontana dal mondo del lavoro e così povera pure nell'insegnamento della stessa lingua italiana.
Alla generazione perduta di disoccupati cronici, spesso “analfabetizzati” dal loro unico linguaggio “smart” da “social network” e, in molti, già stanchi di cercare una occupazione o studiare di più, dobbiamo aggiungere anche le tante vittime per affari di mafia (droga), per affari di Stato (gioco d'azzardo) e per affari d'asfalto (incidenti). Viene da chiedersi come mai simili tragedie sociali ed umane siano ben meno presenti in tante altre nazioni civili, ove sovente i nostri giovani e le stesse nostre aziende emigrano. Colpa del destino? Colpa di noi tutti? O colpa di quello ormai considerato, per le troppe ruberie, inefficienze e inadempienze uno “Stato Canaglia” (così chiamato da un noto giornalista), in grado di ingrassare i suoi servitori depauperando l'intero paese.
Ma quando anche le brutte storie di droga, di gioco d'azzardo e di vite stroncate sull'asfalto sono troppe, non resta che rimboccarsi le maniche, aprire la mente e cercare di reindirizzare quella cultura del mondo giovanile animata da esuberanza, curiosità, audacia e capacità .”La vita è bella” diceva Benigni in quel film ove sacrificava la sua per salvare quella di suo figlio. Ovviamente non esitiamo a dire lo stesso, ma almeno col “sacrificio” di fare più vigilanza, prevenzione e formazione e, ove occorra, repressione. Ce lo dice pure la stessa Costituzione (art 30) “E' dovere e diritto dei genitori, mantenere, istruire ed educare i figli”.
Forse meglio educandoli a rinunciare a certi eccessi da “bella vita”, “dolce vita” o “malavita” che poi lasciano spesso ...senza vita.
E se lo Stato è incapace, inetto ,debole o truffaldino o semplicemente inadeguato nei suoi prioritari doveri, come da Costituzione “la più bella del mondo”, non ci resta che cambiare coloro che lo rappresentano o ci rappresentano e poi ben vigilare sui nuovi eletti/assunti. Almeno per le vite da proteggere, per una buona formazione da far acquisire e per quel vivere civile e legalità di cui mai privarci.
E se lacrime e sangue hanno ancora da esserci, che siano almeno il nutrimento di una nuova coscienza ed azione collettiva per evitarne tante altre.
di Antonio Bramato Tengo a ribadire, come più volte fatto direttamente ai Vigili Urbani o tramite telefonate al loro centralino, che uscire dal ponte piccolo (quello che esce a senso unico, scendendo da via Credaro e che sfocia su via Galvani) è un pericolo da non sottovalutare. Da tenere presente che da quel ponte fuoriescono una parte cospicua di automezzi che provengono dagli abitanti di Lucugnano, Specchia, Miggiano, Ruffano e non ultimi dagli abitanti che stanno a nord-ovest di Tricase (ex frazione di Tutino per intenderci) e spesso anche dalle ambulanze. Specialmente la mattina nell'orario di punta, fra dipendenti ospedalieri, genitori che accompagnano i loro figli alle varie scuole e mezzi con lavoratori autonomi, lì non si capisce niente.
Quindi, dicevamo, che dato il traffico non indifferente, mai, dico mai, abbiamo visto un Vigile Urbano stazionare presso quel ponte. Per chi come la mia famiglia fa quella strada più volte al giorno, uscire da quel ponte diventa un azzardo perché la visibilità te la devi inventare a tuo rischio e pericolo, visto che sulla sinistra vi è una fila di auto parcheggiate, che va dallo stop fino a ridosso del ponte, che per buona parte stanno nel classico divieto di sosta e che tolgono ogni possibile visibilità di chi ti sta letteralmente falciando.
Forse lo STOP che c'è 100 metri prima a sinistra uscendo dal ponte su via Galvani servirebbe anche in questo luogo. Perciò servirebbe una delle quattro soluzioni o più d'una
1) vigili urbani presenti ogni giorno in quel luogo così come lo sono nei pressi dell'ospedale, sia di mattina che di pomeriggio;
2) mettere quantomeno uno specchio di fronte all'uscita dal ponte per far vedere chi arriva da sinistra;
3) uno Stop a chi viene da Montesano;
4) forse basterebbe non far parcheggiare le auto come da segnaletica già esistente da far rispettare.
La nostra paura è la solita: finché non ci scappa il morto nulla si farà. Dopo saremo tutti mortificati e piangeremo lacrime di coccodrillo..."uomo avvisato mezzo salvato"!!!
Grazie per avermi dato la possibilità di partecipare a rendere visibile questa problematica nella speranza che non si debbano attendere "le calende greche".
di Alessandro Distante AREA DA PROTEGGERE O DA SFRUTTARE?
Le contraddizioni della politica ambientale
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha avviato l’attività istruttoria finalizzata alla istituzione dell’Area marina protetta denominata “Penisola Salentina (Grotte Zinzulusa e Romanelli)”. L’area protetta potrebbe interessare tutto il tratto del Basso Salento della costa Otranto-S. Maria di Leuca.
Il Comune di Tricase, con un atto della Giunta Municipale, ha formalmente aderito all’iniziativa così rispondendo ad un invito rivoltole dalla Direzione del Ministero.
L’attività istruttoria verrà svolta dall’ISPRA, a tanto incaricata dal Ministero. L’Istituzione dell’Area protetta sarà avviata all’esito delle risultanze ambientali, della presenza di habitat e specie meritevoli di tutela e della verifica delle condizioni socio economiche dell’area, nonché della disponibilità di adeguate risorse finanziarie che assicurino la sostenibilità dell’istituzione e del funzionamento della futura area marina protetta.
Il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha preso posizione contro l’attività di ricerca di idrocarburi nello Ionio e comunque lungo le coste salentine e pugliesi. Ciò a seguito della autorizzazione rilasciata dal Ministero dell’Ambiente alla società Schlumberger ad ispezionare 4.000 chilometri quadrati di fondale marino tra Calabria, Basilicata e Puglia sino al largo di Santa Maria di Leuca.
Scopo della ispezione ricercare petrolio. Le indagini geosismiche utilizzano la tecnica dell’air gun che si basa su forti esplosioni ed emissioni sonore altamente invasive dei fondali e la fauna marina.
Questo genere di prospezioni, secondo il Comune di Tricase, inferiscono un duro colpo al settore del turismo e della pesca e mettono a serio rischio il futuro sviluppo del territorio senza alcuna contropartita neppure dal punto di vista occupazionale. Il Consiglio Comunale ha ricordato come il Salento abbia da tempo intrapreso un percorso virtuoso per la produzione di energia pulita, voltando da tempo le spalle alle politiche della combustione.
di Nunzio Dell'Abate Lo si incontra scendendo da piazza Pisanelliper Marina Serra, dopo circa cinquecento metri sulla sinistra.
Si tratta di un complesso immobiliare di proprietà comunale costituito da un capannone e da un caseggiato, all’interno di uno spiazzale alberato.
Un tempo il primo era adibito a deposito dei mezzi per la raccolta dei rifiuti solidi urbani e a spogliatoio dei netturbini, quando il servizio era espletato direttamente dal Comune; il secondo a mattatoio comunale.
Da un ventennio circa è in stato di degrado e di abbandono.
Tre anni fa l’Amministrazione Comunale deliberava di aprire un mercato ortofrutticolo, ma ad oggi nulla è stato fatto.
Eppure ha una posizione strategica, a un tiro di schioppo dal centro e a ridosso della “Cosimina”.
Qualunque destinazione gli venga data sarebbe linfa vitale per la Città.
Indubbiamente qualcosa che funga da attrattore, specie per i più giovani.
Un’area concerti ad esempio, dove si possano tenere spettacoli dal vivo e manifestazioni di una certa entità, anche per decongestionare piazza Pisanelli che talvolta non si addice a simili eventi.
Un buon modello cui ispirarsi potrebbe essere la “Casa della Musica Livelloundiciottavi” di Trepuzzi, uno spazio pensato proprio per spettacoli dal vivo, creazioni di produzioni live e proiezioni video.
Oppure le “Manifatture Knos” di proprietà della Provincia, un riuscito esperimento culturale e sociale che ha visto il coinvolgimento dal basso di associazioni, artisti e semplici cittadini divenendo un centro internazionale di ricerca, formazione e produzione.
O ancora una pista da bowling o altro sport da intrattenimento attraverso un partenariato pubblico-privato.
E’ un luogo che consente un agevole parcheggio e, dopo un sano divertimento, di raggiungere a piedi il centro per ristorarsi presso i vari locali o visitare i negozi, magari prevedendo il prolungamento della loro apertura sino a sera tardi.
D’estate poi, attraverso un servizio dedicato di navetta, farebbe da promozione alle nostre due marine.
Una risorsa, quindi, da rivalutare in fretta con l’apporto di tutti.