di Pino Greco
“Mentre il mondo cade a pezzi io compongo nuovi spazi e desideri che appartengono anche a te ”.
Così canta Marco Mengoni nel pezzo “L’essenziale ”.
Anche Tricase cade a pezzi. Storie e pezzi di storia. Storie di zone della Città che appartengono a tutti, edifici storici che hanno fatto la storia di Tricase che, senza un intervento urgente, rischiano di scomparire.
La mappa del degrado è lunga e per intervenire ci vogliono tanti, tanti soldi con validi progetti ma, al primo posto, ci deve essere l’attenzione e la buona volontà per intervenire seriamente.
Abbiamo fatto una rapida carrellata delle emergenze, alcune esplose in questi giorni ed altre risalenti nel tempo:
per un’ampia rassegna vedere le pagine interne.
Nella lista non manca proprio nulla:
l’Acait, la Torre del Mito, due cimiteri (Depressa e cimitero vecchio, la Cripta del Gonfalone, Porta Terra, le barriere antirumore montate nelle vicinanze della stazione ai margini delle strade per ridurre il rumore al passaggio dei treni, l’ex mattatoio comunale (via per Marina Serra)e i vari campi sportivi di Lucugnano e Depressa tutti in stato di degrado e di abbandono totale.
Nel frattempo… speriamo che non cada a pezzi anche l’Amministrazione Comunale;
al riguardo non mancano le voci di poca stabilità…e giungono voci di minaccia di dimissioni anche del Sindaco Carlo Chiuri giustamente stanco di una situazione “ caotica” sotto molti aspetti...
di Alessandro Distante
Santi e peccatori, cielo e terra, vita e morte si sono incrociati all’alba durante la celebrazione della Messa nel cortile di
Sant’Antonio.
La devozione al Santo e il limite delle nostre storie, la vita dei presenti che si specchia nella morte di quelli che riposano
nel Cimitero, al di là del cortile, e tutto e tutti uniti da una forte brezza mattutina.
Alla fine, don Donato ringrazia tutti e annuncia che vi è prova documentale che Sant’Antonio, insieme a San Vito,
è il protettore dell’intera Città di Tricase.
Non una rivendicazione, ma un ulteriore impulso a ritrovare quell’unità per la quale aveva pregato un altro Antonio,
parroco di Tricase prima di diventare Vescovo.
di Nunzio Dell'Abate
Sebbene con colpevole ritardo, il Governo Cittadino ha riavviato in questi giorni il servizio civico comunale.
Si tratta di un importante strumento socio-assistenziale che consente ai più bisognosi di svolgere un’attività di pubblico interesse e di ricevere in cambio un sussidio economico. In tal modo si raggiunge un triplice risultato: inclusione sociale e motivo di autostima per i soggetti più a rischio di emarginazione a causa del loro stato di indigenza, sostegno economico e vantaggio per la comunità in ragione del servizio civico espletato.
Il servizio civico venne istituito nel Comune di Tricase con delibera di Consiglio n.43 del 21.10.2010 che ne approvò il Regolamento e fu il frutto di una piena condivisione fra l’allora amministrazione Musarò e la minoranza consiliare.
Le attività possono essere le più disparate, dalla vigilanza alle piccole manutenzioni sulle strutture pubbliche, dalla pulizia delle strade alla cura del verde pubblico.
Possono accedervi i residenti nel Comune di Tricase che dichiarano un ISEE non superiore ad € 3.500,00 annui, che abbiano compiuto il 40° anno d’età e fino al raggiungimento dell’età pensionabile, che versino in stato di disoccupazione, che siano capaci ed abili al lavoro e non godano di coperture assicurative o altre forme di tutela da parte di enti pubblici.
Una volta presentate le domande, viene stilata una graduatoria sulla base del reddito ISEE e della situazione familiare.
Il contributo orario è di € 6,00 per un massimo di 18 ore settimanali e per un periodo massimo di 4 mesi.
Il numero dei cittadini da avviare ai progetti del servizio civico è determinato annualmente sulla base del relativo stanziamento in bilancio.
Per la verità l’attuale amministrazione è stata un po' tirata nella previsione finanziaria, solo 9.000 euro contro i 17.000 della sua prima applicazione nel lontano 2010.
Vista la sempre più crescente domanda di lavoro e di sostegno economico, l’indirizzo politico dovrebbe decisamente rivolgersi verso queste forme di welfare a scapito di altri settori o contenendo altro genere di spese.
E’ il grado della qualità della vita e di soddisfacimento del cittadino, soprattutto sul piano della dignità lavorativa e dell’autosufficienza economica, a misurare il pregio dell’azione politico-amministrativa.
di Pino Greco
L’ordinanza del Sindaco è “fuori legge”. La struttura per l’assistenza sanitaria estiva, indicata dall’ Amministrazione Chiuri, è “superata” ci fanno sapere dalla Direzione Generale ASL.
Il servizio sarà garantito dalla guardia medica a Tricase in via Santo Spirito, 34, con la speranza che il Sindaco trovi altro alloggio sanitario, concludono da via Miglietta sede della Direzione Generale della ASL.
E’ durata meno di cinque giorni, dal 29 maggio al 1 giugno 2018, l’ordinanza del Sindaco di Tricase, Carlo Chiuri.
Stiamo parlando della assistenza sanitaria estiva che va dal 5 giugno al 15 settembre. Il servizio di Pronto Soccorso estivo era stato “programmato” per il secondo anno consecutivo in un vano di appena 28 mq con servizi igienici esterni; ma quel vano è ritenuto dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica carente dei requisiti strutturali minimi previsti dal R.R. n.3/2005 e s.m.i. per essere adibito ad ambulatorio medico.
Qualche dubbio era stato sollevato anche ai due consiglieri di opposizione del Gruppo Misto,
Nunzio Dell’Abate e Vito Zocco che avevano manifestato il loro disappunto:
“Cambiamenti sanitari. Per il secondo anno consecutivo il Pronto Soccorso Estivo sarà espletato in un vano di appena 28 mq con servizi igienici esterni dichiarato dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica carente dei requisiti strutturali minimi previsti dal R.R. n.3/2005 e s.m.i. per essere adibito ad ambulatorio medico.Difatti, nonostante il parere negativo dell’ASL e lo stato del locale assolutamente inidoneo per lo svolgimento di un servizio di tal genere, il Sindaco Chiuri, quale Autorità comunale sanitaria, per il secondo anno consecutivo, ricorre ad apposita ordinanza per imporre al Direttore del Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo l’attivazione dell’assistenza sanitaria estiva nel medesimo vano. Della serie, cosi è se vi pare! Brutto biglietto da visita per turisti e residenti. Eppure, a distanza di un anno, ci si poteva organizzare per tempo in modo da rinvenire un locale più confacente. Così si rischia che la Regione non indichi più le nostre marine come punto di soccorso estivo. Evidentemente la tutela sanitaria non rientra nelle priorità di questa Amministrazione. Poi ci chiediamo come mai Tricase ha perso i servizi sanitari”.
Subito pronta la risposta della Direzione Sanitaria ASL Lecce con un comunicato stampa: “L’assistenza sanitaria estiva a Tricase Porto è comunque assicurata, in attesa di una sede adeguatail servizio sarà garantito dalla guardia medica.
E’ necessario precisare, tuttavia -continua il comunicato stampa- che, per evidenti motivi di inadeguatezza della struttura proposta dall’Amministrazione Comunale, peraltro già evidenziati un anno fa, il Direttore del Distretto di Gagliano del Capo è impossibilitato ad attivare il servizio in quella sede”.
A questo punto, non ci resta che sperare che nessuno si faccia male per tutto il periodo estivo, visto anche il disagio della distanza tra Tricase e Tricase Porto...
di Ercole Morciano
Nella viva memoria di don Tonino Bello rinasce l’Adovos di Tricase
Sono in pieno accordo con don Ciotti quando afferma «Tonino Bello: non basta ricordarlo, bisogna trasformare il ricordo in memoria feconda, memoria viva». È quanto sta accadendo a Tricase dove, grazie all’impegno di un bel gruppo di persone, si sta lavorando per far rinascere l’Adovos, l’associazione donatori volontari di sangue, nata per l’impegno di tanti ma soprattutto per l’amore verso gli ultimi di don Tonino Bello.
Quando nel gennaio 1979 giunse parroco nella chiesa madre di Tricase, chi aveva bisogno di sangue si rivolgeva in primo luogo ai famigliari e agli amici e, quando fosse stato necessario, anche ad estranei a pagamento. Don Tonino si offrì volontario per un caso urgente – anche don Eugenio Licchetta, parroco di Caprarica e cofondatore Adovos, era tra i donatori occasionali – e da quella situazione contingente sarebbe partita l’idea di fondare a Tricase un’associazione di donatori stabili e organizzati, allo scopo di far sentire il problema del sangue, un problema della comunità e non solo del singolo o della sua famiglia.
Dopo un periodo di preparazione di alcuni mesi, con appelli personali rivolti nei vari ambienti, a partire da quelli ecclesiali, si cominciarono a raccogliere le adesioni e verso la fine di settembre del 1979, nella sala culturale della parrocchia di Caprarica, si tenne la prima assemblea pubblica. Di fronte all’alternativa tra un’associazione laica e aconfessionale e un’associazione più caratterizzata a livello religioso, si scelse la prima forma – e don Tonino era i sostenitori – perché il problema del sangue riguardava tutti ed era opportuno che nessuno si sentisse escluso per motivi religiosi o ideologici. E questo – diceva don Tonino – senza nulla togliere al significato profondo, speciale, che la donazione del proprio sangue rappresenta per il cristiano: un segno che va al di là dell’ambito puramente filantropico.
Si elesse il primo direttivo: presidente era Giovanni Pisanelli, vice-presidente Silvana Alcaino, segretario Gerardo Citto, ma vi erano pure altri del gruppo promotore tra i quali ricordo Osvaldo Litti, Carlo Errico, Vitale Marra e il dott. Emanuele Chiuri che diede un contributo rilevante sotto l’aspetto scientifico, organizzativo e nei rapporti con la struttura ospedaliera molto attenta all’evento: direzione generale, direzione sanitaria e reparto analisi. Il direttivo prese in fitto la sede, in via Pisanelli (ora S. Demetrio), si diede un programma e passò alla fase operativa che aveva due ambiti di lavoro. Il primo era quello di organizzare le donazioni e in prospettiva pensare ad una “banca del sangue”; l’altro era quello più propriamente culturale di suscitare nell’ambiente, a partire dalle scuole, la sensibilità verso il problema della donazione da guardare sempre nell’ottica della solidarietà e infrangendo le barriere dei “condizionamenti sociali”. Tutto andò bene perché a fine 1979 i soci erano giunti a quota 200 e all’attivo vi erano la campagna informativa nelle scuole e la mostra di pittura sul tema “Solidarietà e fratellanza”. L’associazione si consolidò sempre più; in seguito si trasferì in una sede più funzionale in via Tempio e giunse attiva fino al terzo millennio, quando entrò in crisi in seguito alla morte dell’infaticabile presidente Gerardo Citto.
Sosteniamo pertanto, anche in memoria di don Tonino e in continuità con la storia del volontariato a Tricase, la bella iniziativa di far rinascere l’Adovos. Vi stanno lavorando i due giovani commissari, Valentino Schirinzi e Luca Coppola (presidenti rispettivamente delle sezioni di Castrignano del Capo e di Alessano) e un numeroso gruppo di convinti promotori locali il cui referente è Roberto Zocco. Presso l’Acait si sono tenuti – e se ne terranno altri – vari incontri, tutti molto partecipati, per stimolare l’attenzione verso il problema della donazione e in vista dell’assemblea ri-fondativa che si terrà a settembre. All’ultimo di tali incontri – presenti i commissari – hanno parlato il presidente provinciale dell’Adovos “Messapica”, Giovanni Coluccia, sulle finalità dell’associazione e la dott.ssa Elisa Nescis, del centro trasfusionale, sui problemi sanitari e organizzativi (sua la proposta di intitolare a don Tonino la sezione Adovos di Tricase). Uno stand Adovos, ha informato Roberto Zocco, sarà allestito per la prossima festa di S. Antonio da Padova nei pressi della chiesa parrocchiale. Si potrà ritirare materiale informativo per sapere tutto sulla donazione del sangue o rapportarsi direttamente con i volontari e le volontarie per sentire, a viva voce, il racconto delle loro esperienze.
L’aspetto più interessante di tutta l’iniziativa è la risposta entusiasta che stanno dando le associazioni sportive di Tricase nei vari settori – e sono veramente tanti gli sportivi potenziali o che già sono diventati donatori – al richiamo di un trinomio, che farà certamente piacere a don Tonino, amante dello sport: Sport, Solidarietà, Donazione. La passione per la pratica sportiva, la solidarietà e la salute, unite all’attenzione verso il territorio e vissute in sinergia dalle locali associazioni sportive, gioveranno in primo luogo ai pazienti bisognosi di sangue o dei suoi derivati, gioveranno poi ai donatori perché si accorgeranno di ricevere in cambio il centuplo, gioveranno infine a tutta Tricase perché migliorerà il suo tessuto sociale e verrà confermata la sua ormai millenaria storia di civiltà.