di Ercole Morciano
Chi passeggia senza fretta sulla piazza Castello di Depressa in direzione Castiglione, e ha il tempo e la voglia di farsi prendere dalla curiosità, può osservare sulla destra un’elegante costruzione, di recente restaurata che col castello, il palazzotto con l’orologio civico, i palazzi Piccinni, Mastria e le altre costruzioni, contribuisce a dar forma all’insieme architettonico che fa percepire un certo senso di armonia,frutto della sobrietà e dell’amore per il bello.
Il palazzo Winspeare, da non confondere col castello che gli sta quasi di fronte, ha una storia interessante, da conoscere almeno nelle linee generali.Di proprietà degli eredi Piccinni, il palazzo fu acquistato nel settembre del 1894 da Antonio Winspeare, duca di Salve e barone di Depressa.
Sul personaggio è stato scritto tanto, sia sul piano politico-amministrativo che su quello imprenditoriale; in questa sede io ricorderò soltanto quanto fosse ardente la sua volontà di intraprendere, progredire, costruire, restaurare, ingrandire, «introducendo negli esterni e negli interni dei palazzi segni distintivi che rinviassero al salto dall’immaginifico “borghese” a quello “signorile nobiliare”» (M. M. RIZZO, “Committenza e progettualità: le trasformazioni de castello di Depressa nel carteggio Winspeare-Filippo Bacile di Castiglione”, in V. CAZZATO E V. BASILE, a cura di, Dal castello al palazzo baronale, Residenze nobiliari nel Salento dal XVI al XVIII secolo, Congedo editore, Galatina 2008, pp. 280-284.
Nell’ideare la trasformazione del palazzo già Piccinni in sede dell’amministrazione aziendale, con foresteria e abitazione dell’enologo, Antonio Winspeare segue la linea già sperimentata nei lavori a Villa Salve in Napoli e nel restauro del castello di Depressa : nobilitare senza stravolgere. Egli ne affida il compito all’architetto barone Filippo Bacile di Castiglione, originario di Spongano, che aveva dato buona prova nel trasformare il castello di Depressa, semidiruto e ridotto a “reietta e ignobile masseria”, in dimora aristocratica.
La collaborazione Winspeare-Bacile era poi continuata per la costruzione, a fine Ottocento,dello stabilimento vinicolo. Tipica figura del nobile intellettuale, colto e aperto al nuovo nel rispetto della tradizione, collegato ai circuiti culturali nazionali e internazionali, costui aveva tra l’altro, a suo merito, redatto i progetti delle chiese di Marittima e Surano; aveva scoperto – insieme a Cosimo De Giorgi i resti del teatro romano di Lecce e aveva vinto la battaglia per salvare il castello di Carlo V dalla distruzione voluta da alcuni amministratori per far posto a un rione nuovo, vicino alla piazza S. Oronzo.
Non è possibile qui riportare tutte le fasi del complesso restauro del palazzo ex-Piccinni che sono descritte, anche con disegni, nel carteggio studiato da Marcella Rizzo. Elementi concordati tra committenza e progettista per conferire alla costruzione “il carattere signorile” sono: la modifica delle dimensioni dei balconi, degli archi e loro incorniciatura per renderli “armoniosi”; la sostituzione delle ringhiere in ferro con balaustri in pietra leccese analoghi a quelli adottati per i finestroni del castello; la scelta di idonei basamenti artistici; lo stemma della casata – troppo grande, sproporzionato quello proposto dal duca di Salve – ridimensionato dal Bacile, viene fissato sul prospetto tra le due finestre.
Anche sulle maestranze vi è interlocuzione epistolare: Winspeare propone di mandare artigiani da Napoli; Bacile è contrario sostenendo che vi sono a Tricase e Poggiardo “scalpellini e scorniciatoi abilissimi”. I lavori durano dal 1904 al 1907 e impegnano anche l’ing. Gennaro Bacile di Castiglione, figlio del progettista e dipendente del Genio civile.
A lavori compiuti Antonio Winspeare ha circa 85 anni, essendo nato a Napoli il 20 ott. 1822; nonostante l’età (morirà a Depressa il 22 dic. 1918) non viene meno il suo impegno che tra l’altro gli farà meritare nel 1910 la nomina a Cavaliere del lavoro e la gratitudine delle successive generazioni per le tante occasioni di lavoro procurate dalle sue imprese.
Di mentalità liberale, ma aperto al progresso e sensibile ai bisogni dei concittadini, facendo verso la fine della vita il proprio bilancio esistenziale, giustamente pensò di «aver contribuito negli anni a trasformare il paese [Depressa] in una “borgata laboriosa”, soccorrendo i residenti non “con elemosina”, ma “con lavoro” e dando loro l’esempio “di severissima moralità”».
La Redazione
E’ proprio vero: non si può stare fermi per qualche settimana che a Tricase succede di tutto.
Il centro storico chiuso al traffico, seppure in forma sperimentale; la Stazione ferroviaria riattivata e Tricase centro di smistamento per la mobilità del Capo di Leuca e non solo; un Ministro pluripotenziario (Mario Andrea Vattani coordinatore UE Asia Pacifico) che sbarca a Tricase Porto per daremerito ad Avamposto Mare ed annunciare l’inserimento del nostra Città in un percorso di scambi tra porti internazionali ed addirittura con 21 Paesi rivieraschi dell’Oceano Indiano. Ed anche per Il Volantino le sorprese non mancano: un nostro appassionato Lettore, tale Alfredo De Giuseppe, si prende il bel fastidio di raccogliere in ben dodici volumi tutti i numeri del nostro Settimanale dall’inizio ai nostri giorni e, dulcis in fundo,
è visionabile sul nostro canale You Tube https://youtu.be/8vfoTkkL81U il video del Premio IL VOLANTINO ad Antonio Polito
che dichiara di essere orgoglioso di aver ricevuto al culmine della sua carriera il Premio Il Volantino. Non c’è che dire: dobbiamo tornare in edicola, anche per un doveroso aggiornamento sulle vicende politico-amministrative della Città: la difficoltà di approvare nei termini il bilancio mette in evidenza una sempre più avvertita difficoltà di tenuta della maggioranza e c’è chi comincia a fare scommesse su una probabile crisi; come pure, sempre a livello politico, si ascoltano dichiarazioni sulla mancanza di fondi per l’ultimo tratto della 275 che, secondo alcuni parlamentari pentastellati, si fermerà, al momento e forse per sempre, a Montesano, salvo ad annunciare con manifesti da Prima Repubblica, bontà loro, la concessione di ben 90.000 euro per l’efficientamento energetico, grazie al decreto Fraccaro.
Riparte il Festival dell’Armonia con tanti scrittori ma con una location un po’ decentrata, divisa tra Lucugnano ed Alessano senza aver trovato ospitalità nel capoluogo di Tricase.
E le belle iniziative di Tricase in fiore e della festa degli Aquiloni hanno alimentato la speranza dell’arrivo della Primavera che, purtroppo, si fa ancora desiderare.Riprendiamo quindi
TEATRO A PALAZZO…IANCU un paese vuol dire
Venerdi,26 aprile – Palazzo Gallone –Sala del Trono-Ore 20.30
di Pino Greco
Il massimo responsabile del Tricase Calcio,Luigi Nicolardi,lancia una sorta di appello :
"se c’è qualcuno interessato al Tricase, che si faccia avanti "
Nella foto Luigi Nicolardi
Il che sta a significare che è pronto a passare la mano ? Insomma, a cedere la squadra ?
E’ stata una stagione iniziata male e finita peggio.Una stagione encomiabile per l’apporto del pubblico, dei giocatori e del primo allenatore,Totò Preite.
Forse la scorsa estate il Tricase calcio aveva fatto presagire quanto poi è successo.
La retrocessione in prima categoria. Purtroppo non sempre le cose vanno come vorremmo.
Gli errori, le sconfitte possono essere fonti di grandi e importanti lezioni, perché chi non sbaglia, vuol dire che non fa nulla e non agisce per niente.
Certo, non è facile risollevarsi dopo una stagione “no”.
L’ingrediente che serve è il coraggio di ricominciare,questa forza innata che c’è in ognuno di noi.
Il Capitano “ rossoblu” Jonas Rizzo su Radio Fans:
“4/09/18 - parto da questa data !! Il martedì che anticipa la prima di campionato.. e parto da una frase e che mi venne detta un po’ da tutti : “capitano quest anno è un miracolo se non prendete 4 gol a partita!!”
Avevano ragione, non si poteva affrontare un campionato di promozione con una banda di ragazzini chiamati qua e là.
Sorrido e annuisco perché era la realtà.
Il Tricase però non merita questo.. non può essere abbandonata!
Il Tricase (e il calcio) a volte da, tante volte toglie...e quando toglie fa male da morire..ma quando “da” non potete immaginare quante emozioni, tante da far dimenticare quello che ti toglie..
Consapevoli dei nostri limiti e quelli di una società dalle poche risorse vestiamo quella maglia. Tanti per la prima volta, per me l’ennesima. Ma dalla prima volta l’emozioni sono sempre quelle.
Domenica dopo domenica passiamo dall’essere una banda di ragazzini a una banda di terribili..ma ricordiamoci : siamo sempre rimasti una banda.
La mia banda, fatta non da calciatori ma da uomini veri , ragazzini, che hanno deciso nel momento in cui tutti ci hanno abbandonato, di diventare grandi e prendersi sulle piccole spalle una responsabilità ben più grande. Una responsabilità chiamata TRICASE.
Così vedo compagni che si sbattono per venire ad allenarsi dopo lavoro, compagni che studiano e lasciano tutto per fiondarsi al campo, compagni lasciare famiglia e farsi 120km di via per starmi affianco e portare avanti questa carretta..e dietro noi tutti a guardare, pochi a muovere un dito, tanti a criticare e addirittura a giocare con le parole e sentimenti..ma tutti sappiamo che le parole se le porta via il vento. A noi servivano i fatti e domenica dopo domenica lo abbiamo dimostrato, alti bassi ma quei 31 punti non sono mai stati regalati. Abbiamo rinunciato tutti insieme a “rimborsi spese” da dicembre in poi, non abbiamo mai rinunciato a ad impegnarci e a sputare sangue per quella
Maglia. Perché i veri tifosi, quelli che preferiscono cantare, incitarci, sostenerci piuttosto che parlare per sentito dire, loro meritano tutto questo. Quei punti sono anche merito loro che dalla gradinata ci guardano le spalle . Grazie per il sostegno , per esserci sempre stati nonostante è difficile vedere il nome della propria città laggiù in fondo alla classifica. Era difficile persino per noi ma guardandoci negli occhi abbiamo sempre creduto in questa favola..la resa dei conti è stata fatta..retrocediamo si, ma a testa alta come sempre abbiamo fatto, tutti insieme..
Noi ragazzini insieme ad allenatore e staff tecnico vi abbiamo regalato un giocattolino per tutto l’anno. Tutti ci hanno giocato, pochi hanno apprezzato e curato questo giocattolino, tanti si sono divertiti non curandosene. È così che dico che Tricase ha bisogno di uomini veri, non persone che passano per caso da quel campo !! Ringrazio comunque chi ha contribuito per il bene del Tricase..possiamo solo dire grazie a chi ci è stato vicino..
Tornassi indietro rifarei tutto dal primo all’ultimo istante perché la storia non la scrivono solo i vincitori, a volte la scrivono i vinti e noi siamo stati vinti a 20 minuti dalla fine di un campionato ! Era la nostra scommessa.
Ricordatevi questi nomi perché loro per 30 partite hanno lottato per una fede e per una maglia e cambierei anche solo un giocatore di questo gruppo fantastico.. la nostra rimane una famiglia dai colori ROSSO-BLU !!
Il capitano
Matteo Bibba Gianluchino Mingiano Salvatore Preite Giacomo Agnello Domenico Zocco Elio Joe Villani Eros Stajano Nicolò Podo Pierangelo Indino Gioacchino Garrapa Michael Telli Martina Federico Mendolia Lele Zaminga Alberto D'Amico Francesco Sacchi Maurizio Bruno Emanuele Parisi Pisino Giuseppe Pisino Lorenzo”