Ci sono momenti in cui si sente il bisogno di correre in avanti, di sognare mete nuove, di progettare traguardi coraggiosi. Ci sono momenti in cui anche le pagine più belle devono essere voltate perché non vedi l’ora di sapere come va avanti la storia…
E così, dopo cinque anni di attività sul territorio, pochi giorni fa la società sportiva rugbistica più a sud della Puglia, il Tricase Rugby, ha voltato ufficialmente pagina, iniziando un nuovo capitolo della sua storia con una nuova veste, nuovi progetti, un nuovo nome: “I Messapi Rugby Club”.
“Abbiamo scelto questo nome per dimostrare ancora di più il legame con il nostro territorio, inteso in senso più ampio, e non circoscritto a un singolo Comune: riferendoci ai Messapi, popolo guerriero presente nella Puglia meridionale già dall’VIII secolo, noi rendiamo omaggio alla storia della nostra terra, alla forza, al coraggio e alla determinazione dei suoi abitanti.
Ogni volta che prendiamo in mano la palla ovale, è come se avessimo tutto il Mondo nelle nostre mani, ma allo stesso tempo sentiamo che questo sport ha le stesse radici del nostro Salento, gli stessi valori della nostra gente: saper lottare per raggiungere la meta, sostegno ai più deboli, condivisione, perseveranza nelle difficoltà”.
Perciò la società è già al lavoro per definire la programmazione sportiva della prossima stagione, saranno riproposti i progetti di team building in collaborazione con “AKKA-formazione” di Sergio ZORZI, ci saranno importanti occasioni di formazione e aggiornamento per i ragazzi della scuola rugby e per lo staff tecnico grazie alla rete che la Federazione Italiana Rugby sta incentivando su tutto il territorio nazionale ed estero, si realizzeranno progetti ed eventi di promozione umana e sociale. Perché il rugby non è solo uno sport…è uno stile di vita!
Si prospetta una stagione impegnativa, ma i principi che la società ha posto come basi della propria mission sono "Avanzare, sostenere e continuare ad avanzare", con coraggio e determinazione, proprio come un guerriero. “Vogliamo continuare a portare avanti questi valori, vogliamo continuare a promuovere il gioco del Rugby perché diventi parte integrante della storia del nostro Salento, per i bambini, gli adulti, donne e uomini, senza lasciare indietro nessuno”.
Tra poco partirà la nostra campagna di tesseramento: seguiteci su Facebook, continuate a sostenerci, partecipate ai nostri open-day, venite a giocare con noi!
“I Messapi Rugby Club”… dalle nostre radici il nostro futuro.
di Alessandro Distante
La nomina del dott. Scuderi ad assessore del Comune di Tricase risponde alla esigenza, evidentemente ravvisata dal Sindaco Chiuri, di avere in Giunta tecnici esperti, profondi conoscitori della macchina amministrativa comunale.
Si tratta della nomina di una persona di indubbie capacità alla quale auguriamo buon lavoro. Quello che, invece, sorprende è che il neo Assessore sia stato nominato anche Vice Sindaco, che è un ruolo di sicuro peso politico.
In questo senso, la scelta fa emergere una evidente volontà di Chiuri di rimarcare la sua “neutralità” politica e partitica e di non creare o acuire possibili contrasti con le liste che lo appoggiano il cui equilibrio poteva essere alterato da una scelta in favore di esponenti dell’una o dell’altra.
L’incarico assessorile consolida quella che sembra essere una peculiarità delle Amministrazioni tricasine; dopo la sindacatura di Antonio Coppola, già responsabile dell’Ufficio Tecnico e dopo la quasi candidatura di altro Funzionario comunale, ora la nomina a vice sindaco di un ex funzionario comunale. Verrebbe da dire che a Tricase fare gestione amministrativa prepari a fare poi politica.
Ma tutto ciò pone interessanti questioni:
a) E’ opportuno che ad amministrare siano i funzionari, seppure in aspettativa oppure da poco collocati a riposo? Rischia di venire meno quella distinzione e separazione tra politica ed amministrazione che è alla base dell’attuale ordinamento degli Enti Locali che vede nel Sindaco e nella Giunta (e quindi anche negli assessori) la paternità e la responsabilità delle scelte politiche e nei Funzionari (tecnici) la responsabilità della attuazione di quelle scelte che è il campo proprio della gestione.
b) Un tecnico che viene dallo stesso apparato amministrativo non rischia di diventare un doppione del tecnico dipendente del Comune? E questo non rischia di creare sovrapposizioni o, peggio, gelosie e antagonismi e quindi disfunzioni?
c) Ma poi ed allargando lo spettro di analisi: se bastassero i tecnici per bene amministrare dove sarebbe lo spazio per i politici? E la domanda ne introduce una più radicale: vi è oggi uno spazio per la politica oppure tutto è tecnica e al posto dei politici vi sono i tecnocrati? In un contesto nel quale, anche a livello nazionale, si esalta il governo del “buon senso” che rifugge dalle appartenenze ideologiche, ben si inseriscono nomine di tecnici che prendono il posto dei politici.
d) Ma può essere questa la strada migliore? Un buon Comune ha bisogno di gestire ma ha anche bisogno di progettare e di volare alto. E’ per questo che la gestione è affidata ai tecnici/dipendenti e la programmazione e progettazione ai politici. Se salta questa distinzione, salta l’intero impianto di una buona amministrazione, con la riduzione degli spazi della politica e, in definitiva, della democrazia se è vero –come è vero- che i politici, a differenza dei tecnici, sono scelti attraverso il voto dei cittadini.
Ritorna anche quest’anno il prestigioso appuntamento con il “Premio Turris Magna – Città di Tricase” che si terrà il 25 luglio, presso la Sala Ricevimenti Aia Nova.
L’evento è organizzato dall’Associazione “Vito Raeli” con il patrocinio del Comune di Tricase, della Provincia di Lecce e dell’Università del Salento.
Come ci dice il presidente dell’Associazione, Giuseppe Colazzo: “Da oltre vent’anni, il Premio Turris Magna viene assegnato a personalità che si sono distinte nella loro storia professionale, artistica, culturale e sociale, per attaccamento alla terra e per la promozione del Salento”. Per l’edizione 2019, la giuria del Premio, presieduta dal prof. Hervé Cavallera, tra le tante segnalazioni ricevute, ha deciso di assegnare la prestigiosa targa realizzata dall’artista Ilaria De Marco, a:
Padre Gino Buccarello, Ministro Generale dell’Ordine della Ordine della Santissima Trinità
Massimo Giuseppe Viola, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia generale e d’urgenza,dell’Ospedale “Cardinale Panico” in Tricase
Marcello Piccinni, amministratore unico di Fiusis srl;
Tonio Tondo, giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”;
Giovanni Zappatore, cofondatore di BionIT Labs S.r.l.;
Azienda Vinicola Cantele;
Cosimo Turco, cofondatore di Expo Marmo Tricase.
Come per gli anni precedenti, anche quest’anno, verrà assegnato un premio speciale per la Sezione Arte Contemporanea; presieduto e curato dal prof. Carlo Franza, il “Premio Salento Arte”, richiama le opere monografiche di diversi artisti di levatura nazionale e internazionale, su un tema assegnato annualmente dalla giuria. Tema dell’edizione 2019 è: “Don Tonino Bello”.
Dopo la premiazione del vincitore, le opere rimarranno esposte dal 27 luglio al 16 agosto, nella Chiesa di San Domenico in Tricase.
Animali,se il padrone non pulisce multe da 50 euro. Sedici infrazioni in pochi giorni.
Linea dura in Città contro chi non pulisce le deiezioni dell’amico a quattro zampe.
E contro chi viene beccato non “attrezzato”.
La Polizia Locale, con il Comandante il dott. Angelo Lanzilotti nel corso di un servizio specificamente predisposto ed organizzato dal personale appartenente al Comando di Polizia Locale della Città di Tricase ha proceduto al controllo della corretta conduzione degli animali d'affezione, procedendo a contestare, agli incauti proprietari 16 infrazioni al vigente regolamento di Polizia Locale.
In più occasioni è stato riscontrato come gli animali venissero liberati sulla pubblica via, senza alcun controllo. Nella maggior parte dei casi i proprietari non provvedevano a recuperare e smaltire correttamente gli escrementi dei propri animali oppure, seppur recuperandoli dal marciapiede nell’immediatezza, provvedevano a disfarsene in altro luogo.
I servizi sono stati condotti, dal personale comandato, anche in borghese, sia nel capoluogo che nelle frazioni di Lucugnano e Depressa e nelle marine di Tricase Porto e Marina Serra.
Dunque, ci comunica il Comandante Lanzilotti “l'azione repressiva condotta contribuisca a sensibilizzare la cittadinanza ad una più fattiva collaborazione al rispetto ed al mantenimento del decoro urbano. Inoltre il regolamento precisa che tra gli obblighi introdotti per i proprietari c’è l’essere sempre forniti di strumenti idonei a raccogliere le eventuali deiezioni prodotte dai loro animali, quali palette, sacchetti o altre attrezzature necessarie, oltre a ciò c’è l’obbligo di raccogliere immediatamente gli escrementi prodotti dagli stessi su area pubblica o di uso pubblico sull’intero territorio comunale con idonei involucri o sacchetti chiusi a provata tenuta all’acqua”
di Ercole Morciano
Con un senso di tristezza ho assistito, la mattina di giovedì scorso 4 luglio, alla rimozione della statua di don Tonino Bello dalla sua sede di piazza Dell’Abate.
Pur non essendo il massimo dell’arte bronzea, ne apprezzavo la funzione di memoria affettuosa per i Tricasini verso il loro parroco e di stimolo alla preghiera di protezione giacché da subito l’abbiamo considerato santo, anticipando il processo canonico che giustamente previsto dalla Chiesa.
Tanti, specialmente persone del popolo, si segnavano semplicemente o sostavano per una breve preghiera d’intercessione. Ora del monumento è rimasta l’aiola e il masso informe, già basamento della statua.
È ovvio che dovendo risistemare l’area della piazza occorre pensare a nuove soluzioni.
L’idea che voglio condividere con i Tricasini è quella di collocare al centro dell’area ex monumentale, da ridurre se necessario, il busto dell’on. avv. (Ippazio) Antonio Dell’Abate,titolare della piazza.
Su di lui scrisse nel 1990 Giuseppe Pisanelli in uno dei suoi libri su Tricase e io stesso gli dedicai un’ampia scheda biografica sul mensile tricasino “Nuove Opinioni” n. 11/1192, pp. 6-8.
Nato a Tricase, “terra feconda di giuristi”, il 10 giugno 1864 da Ciro e Angela Greco di Nociglia, completati gli studi liceali, nel 1882 Antonio Dell’Abate s’iscrive alla facoltà di legge dell’università di Bologna.
Agli studi giuridici unisce interessi letterari e, all’età di 20anni, inizia a pubblicare suoi lavori con case editrici di livello nazionale. Laureatosi il 4 luglio 1886, si trasferisce da Tricase a Lecce per motivi professionali e diviene discepolo di Francesco Rubichi, gloria del Foro leccese, dal quale riceve un’amicizia affettuosa e costante che durerà per tutta la vita.
Nel campo politico Antonio Dell’Abate è un liberale vicino alle posizioni radicali di Francesco Rubichi, Antonio De Viti De Marco e Vito Fazzi. Giovanissimo consigliere provinciale di Terra d’Otranto (1889) e consigliere comunale di Tricase (1892), nel 1919 è eletto deputato in una lista d’opposizione e con Antonio De Viti De Marco aderisce al gruppo parlamentare “Rinnovamento” d’ispirazione radicale. L’impegno politico e sociale per il progresso della Terra d’Otranto e per la difesa dei ceti subalterni continua con passione costante anche nel parlamento.
Alla Camera interviene tra l’altro per stimolare la continuazione dei lavori dell’acquedotto pugliese sospesi dal governo; memorabile il lucido intervento nel 1920, in seguito all’eccidio di Monteroni e ai fatti di Otranto, per condannare la spietatezza della politica nittiana dell’ordine pubblico, perpetrata contro cittadini inermi che manifestavano per l’aumento del prezzo del pane.
Nell’ottobre 1920 è rieletto, per collegio di Lecce, consigliere provinciale di Terra d’Otranto.
Nella primavera del 1921 la Camera è sciolta e Antonio Dell’Abate non viene rieletto per pochi voti a causa del cinico gioco delle preferenze del sistema proporzionale. Tricase lo premiò con 2491 voti (secondo solo all’on. Alfredo Codacci-Pisanelli, candidato nella stessa lista, che ne ebbe 2534) ed egli le rimarrà grato per sempre. Antonio Dell’Abate lascia poco dopo la politica: il fascismo di cui aveva presagito il pericolo e al quale negherà sempre il sostegno, è alle porte ed egli decide di dedicarsi appieno alla sua vita di avvocato, di studioso, di oratore di letterato.
Se c’è un luogo elettivo nel quale lo spirito libero di Antonio Dell’Abate fa maggiormente rifulgere la sua arte oratoria, questo è senz’altro il Foro. Così lo ricordava il giudice Cataldo Motta senior poco dopo la morte:«…quando Egli si levava a parlare taceva ogni voce, e si acceleravano i battiti del cuore.
Da un esordio a mezza voce, calmo e sereno, si arroventava l’animo dell’oratore illustre quando si addentrava nel vivo della causa…e dopo aver tenuto l’uditorio attanagliato alla forza delle sue argomentazioni, sempre confortate da impeccabile dimostrazione, prorompeva il successo: e ne contò tanti». Indimenticabile resta per noi Tricasini la difesa dei carcerati per lo sciopero del maggio 1935 e il suo patrocinio gratuito per i più poveri. Antonio Dell’Abate rimase sempre legato a Tricase e al porto passava le sue ferie estive.
Qui aveva fatto costruire a fine Ottocento la bella villa di stile eclettico, in forma di castello, che si affaccia sull’area portuale; dedicata alla moglie Maria, è diventata il simbolo della nostra marina. L’avvocato Dell’Abate morì a Lecce l’8 ottobre 1942 e le sue spoglie riposano nel nuovo cimitero di Tricase nella tomba fatta costruire dal figlio adottivo Ciro Miranda Dell’Abate.
Vi sono molte altre notizie che qualificano lo spessore umano, civile e professionale di Antonio Dell’Abate che qui non ho potuto riportare per motivi di spazio.
La mia idea è iniziare una raccolta fondi per un busto da collocare nella piazzetta omonima. Comincio io la sottoscrizione con l’impegno di versare 50€ e invito coloro che aderiscono a sottoscrivere una qualsiasi somma, anche modesta, attraverso il mio indirizzo mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) o telefonicamente (0833.544716).
Sono certo che i parenti rimasti non faranno mancare il loro apporto.
Appena sarà sufficiente il numero delle sottoscrizioni (che pubblicherò sul Volantino), sarà mia cura convocare l’assemblea degli aderenti per dar vita ad un’associazione temporanea ed eleggere il presidente e il cassiere.
In quella sede verseremo gli importi sottoscritti e prenderemo democraticamente le comuni decisioni