TRICASE - Finalmente cittadini, imprese, enti e diocesi potranno operare insieme per produrre, condividere e gestire l’energia autoprodotta da fonti rinnovabili. Ne parliamo nella rubrica dedicata alle comunità energetiche a autoconsumo diffuso
Ecco il primo appuntamento della rubrica “ENERGIA IN COMUNE” a cura dell’ ing. Cosimo Rizzo
Come anticipato ai lettori, il decreto di recepimento definitivo della direttiva RED II (Direttiva UE 2018/2001) contenente le tariffe incentivanti a valere sull'energia elettrica prodotta e condivisa all'interno delle configurazioni di autoconsumo, al vaglio della commissione europea dal febbraio scorso, sembrerebbe confermato senza stravolgimenti rispetto alla bozza inviata a BRUXELLES.
La pubblicazione del decreto segnerà la contestuale entrata in vigore del TIAD, da parte di ARERA, contenente la regolamentazione delle configurazioni di autoconsumo diffuso. Mentre è attesa ancora la pubblicazione delle regole applicative di accesso alle tariffe incentivanti del GSE con le quali si considererà finalmente definitivo il quadro normativo per la costituzione delle CER.
Come vedremo meglio nel corso della rubrica il decreto non riguarderà solo le CER, ma tutta una serie di configurazioni possibili di autoconsumo sia in forma collettiva che in forma individuale a distanza quali ad esempio condomìni, borghi, siti industriali e singole imprese.
Tengo a precisare che fino alla data di pubblicazione di tale decreto è comunque possibile, seppur con qualche limitazione, accedere alle tariffe incentivanti previste per l’autoconsumo collettivo e le CER, secondo il regime transitorio risalente ad un primo recepimento della direttiva introdotto nella legge di bilancio 2020 con finalità e scopi sociali e di contrasto alla povertà energetica.
Tutto pronto dunque per quello che rappresenta un importante passo verso la transizione energetica e verso un sistema più sostenibile che promuove la diffusione di modelli di inclusione e collaborazione in grado di generare benefici non solo economici e ambientali, ma anche sociali per il territorio e per le persone che lo abitano, con soluzioni concrete di contrasto alla povertà energetica e di integrazione di tutti i consumatori, a qualsiasi livello, con l’obiettivo di ridurre i costi per l’approvvigionamento energetico a vantaggio delle fonti rinnovabili.
Prossimo appuntamento con la rubrica “ ENERGIA IN COMUNE”, sabato 21 ottobre su il Volantino di Tricase
Informazione promozionale Tel 349 167 81 96
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La Giunta Municipale ha approvato in questi giorni, ai fini della ricerca di appositi finanziamenti, un progetto dei lavori di consolidamento statico e restauro della Torre del Sasso dell’importo di € 540.00,00.
Il progetto era stato già predisposto perché potesse partecipare all’Avviso pubblico della Regione Puglia denominato SMART IN per la selezione di proposte progettuali finalizzate alla valorizzazione dei luoghi della cultura: laboratori di fruizione e di restauro del patrimonio archeologico.
La Regione, tuttavia, aveva fatto presente che la proposta di finanziamento del Comune di Tricase non poteva essere ammessa perché “una torre costiera cinquecentesca non può essere considerata area archeologica”.
La Torre appartiene al Demanio pubblico dello Stato ed il Comune la aveva avuta in concessione per un anno (fino al 2022) proprio allo scopo di reperire i finanziamenti necessari al suo restauro.
Venuta meno la possibilità di avere i fondi dalla Regione, partecipando all’Avviso pubblico sopra richiamato, il Comune ha deciso di chiedere il rinnovo della concessione della Torre e del terreno circostante al Demanio allo scopo di poter reperire i finanziamenti necessari per il restauro.
La Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio ha favorevolmente riscontrato la richiesta concedendo il bene al Comune fino a settembre del 2029 a fronte di un canone annuo di € 234,35.
La Giunta, quindi, acquista la proroga della concessione –che verrà formalizzata nei prossimi giorni- ha riapprovato il progetto di e 540.000,00, utile per reperire, partecipando a futuri bandi, i finanziamenti necessari ad eseguire i lavori di consolidamento e restauro della Torre.
Tricase, 3 ottobre 2023
Ufficio del Sindaco
AVVISO ALLA CITTADINANZA
Per consentire i lavori di sostituzione della rete idrica urbana in un tratto di via R.Caputo (compreso tra Piazza del Popolo e via Diaz), e che avrà inizio domani 4 Ottobre, sono necessarie alcune modifiche alla viabilità urbana per il periodo di esecuzione degli stessi.
In particolare, considerando che gli Istituti Scolastici situati in via Roberto Caputo e via Umberto I, non saranno accessibili da via San Demetrio, causa la chiusura della stessa al traffico veicolare, per limitare i disagi agli utenti, si rende necessario:
I veicoli diretti in via Roberto Caputo ed in via Umberto I, pertanto, potranno percorrere via Domenico Caputo (in direzione dell’intersezione di via Cadorna con via Roma), via Cadorna, via Diaz e via Roberto Caputo, via Umberto I.
Piazza Pisanelli e via Marina Porto continueranno ad essere accessibili da via Toma sino alle ore 21:30 (orario di attivazione della Z.T.L.)
di Giuseppe R.PANICO
Conoscere la storia aiuta sovente a comprendere il presente e ad orientarsi per il futuro. Soprattutto nei grandi temi, quali identità di popoli e nazioni. Purtroppo, succede spesso che, quando questa è debole, lo sono anche le istituzioni chiamate a difenderla. Prevalgono nuovi idealismi e convenienze, utopie, incultura, propaganda politica e mistificazioni della stessa storia.
Ci si allontana così dalla concretezza e dalla realpolitik degli interessi nazionali, col rischio di ritrovarsi, senza aver la forza di tornare indietro e addossando la colpa agli altri, sull’orlo di un baratro scavato da sé stessi.
Il fortissimo aumento della immigrazione clandestina dall’Africa è diventato, dopo i recenti sbarchi a Lampedusa, il grande problema nazionale e riguarda noi tutti. Purtroppo, lo è da decenni, senza che i provvedimenti succedutosi nel tempo, siano riusciti a risolverlo o sostanzialmente limitarlo. Centinaia di migliaia di persone sono già sbarcate e moltissime altre sulle coste africane, sono pronte a imbarcarsi.
Persone, in gran parte, non provenienti da zone di guerra e dunque senza diritti di sorta internazionalmente riconosciuti, ma migranti economici e clandestini. Una migrazione purtroppo facilitata da una criminalità fatta di scafisti in mare, sfruttatori nei territori di partenza, governi stranieri che favoriscono tali flussi e opportunisti italiani che troppo lucrano fra buonismo di facciata e affarismo di sostanza.
Già in passato la criminalità nazionale notava che con il traffico di migranti si guadagna ben più che con il traffico di droga. E di droga ne passa tanta, anche nel nostro Canale d’Otranto, diretta al consumo di tanti nostri ragazzi. Una situazione migratoria, anche europea che, di recente, ha favorito la decisione dell’Inghilterra ad uscire dalla Comunità Europea, vista da alcuni come futura “Eurabia”, per la crescente migrazione di matrice islamica.
Favorita, anche questa, oltre che da perduranti conflitti, da governi retti da teocrazie e dittature, aventi anche lo scopo di un graduale, pur incruento, espansionismo culturale, religioso e demografico. Una pressione geopolitica che ci ricorda gli eventi dei secoli passati (battaglia navale di Lepanto, assedio di Vienna, occupazione di Otranto, emirati di Bari e Taranto, nostre torri costiere etc.).
Pressione facilitata verso l’Italia dai facili arrivi via mare, dalla nostra debole politica estera, dalla forte litigiosità politica e dal rifiuto di altri paesi europei ad accogliere parte di tali migranti. La storia insegna che le migrazioni sono sempre state, oltre che una necessità/opportunità economica, anche un’arma strategica per espandere, in seno ad altre comunità, il proprio potere politico, culturale e religioso.
In aggiunta la bassissima natalità italiana, la nostra età media di 46,8 anni a fronte dei 18.6 degli africani e con fortissima loro natalità e sovrappopolazione, il massivo e incontrollato arrivo di giovani maschi e minori non accompagnati, la loro etnia diversa, (ma paritetica a quella europea), e la loro differente impronta etica, formativa e sociale sono fattori non sempre ben accetti e che non facilitano, ove ricercata e ben organizzata, una più rapida integrazione.
Intanto i paesi con noi confinanti, per contenere i flussi di quanti sbarcati in Italia e poi liberi di circolare, non esitano a schierare anche i militari lungo il nostro confine (Francia). Diverse nostre regioni si oppongono poi vivamente ad istituire nuovi CPR (Centri di Permanenza e Rimpatri) sul loro territorio e distribuire così tali migranti sul territorio nazionale. Inoltre, i paesi di provenienza sono restii, se non previ forti aiuti e/o pagamenti, sia a fermare l’immigrazione clandestina sia riprendersi i propri cittadini rimpatriati.
Una situazione migratoria, la nostra, che in molte città ha già favorito il degrado di interi quartieri e motivo di allarme anche da parte religiosa. “Non c’è invasione” dice il Papa, quasi sottacendo che, se la situazione non è ritenuta ancora troppo grave, è ormai decisamente seria. “O l’anima cristiana si risveglierà o l’Europa sarà islamica” diceva, già un decennio anni fa, il compianto cardinale Giacomo Biffi. I riflessi su criminalità e ordine pubblico si fanno già da tempo sentire e nelle nostre carceri, su circa 54.000 detenuti, già oltre un terzo sono stranieri.
Abbiamo avuto anche noi una fortissima immigrazione verso il resto del mondo, favorita dai governi del tempo. Si emigrava comunque previ accordi fra governi, nell’ambito di una similare impronta culturale europea e filtri e controlli (come ad Ellis Island - New York). Della nostra passata immigrazione in uscita, ne parla esaurientemente il libro “Il Grande Esodo” di Ludovico Incisa di Camerana.
Per quella in entrata, in una Italia protesa verso un l’Africa in gran parte ostile all’Occidente democratico, controllata dai totalitarismi di Russa, Cina e Turchia e governata da bande e clan più che da governi. non resta che farsi carico dei più immediati aspetti umanitari, ma curando, come fanno gli altri, decisamente meglio e con urgenza gli interessi nazionali e geopolitici. Per non ritrovarci in futuro, se non in una Eurabia o Eurafrica, in un Bel Paese chiamato “Afritalia”.
di Pino GRECO
A palazzo Gallone c’è una luce sempre accesa.
Sarà la “ Luce della Pace di Betlemme”, giunta quest’anno in anticipo per la nuova edizione del Presepe Vivente di Tricase?
Sarà una soluzione che consente di allontanare i malintenzionati?
Sarà una dimenticanza?
A Tricase, in tempo di necessità di risparmio energetico non mancano le situazioni paradossali.
In alcune zone della Città, anche centrali, si è deciso di spegnere le luci e l'effetto si vede: le strade sono solamente illuminate dai fari delle auto di passaggio, i pedoni attraversano e si vedono a stento. Ma a palazzo Gallone - c’è qualcosa di paradossale:
"Una luce sempre accesa - giorno e notte , addirittura la domenica e i giorni festivi, ormai da piu’ di 15 giorni ", ci segnalano i frequentatori di piazza Pisanelli.
Possibile che nessuno in Comune si sia accorto di una stanza fronte piazza Pisanelli sempre illuminata giorni feriali, festivi o prefestivi?
“E io pago” direbbe il grande Toto’
E’ stata solo una piccola dimenticanza…
La luce è stata spenta da un piccolo interruttore...