Sarà in distribuzione da sabato 2 dicembre il 39esimo numero de il Volantino – settimanale cittadino di Tricase
Sul numero di questa settimana:
Leggere il/dal palazzo
Speciale la lettura a Tricase 2^parte
I furti e le opposizioni
La politica ricomincia dall’ascolto
Le lettere di don Donato
Calcio e Pallavolo
La parola ai lettori -Vivere o morire?
Energia in comune
Curiose curiosità
Treno della memoria
Oltre alla versione cartacea sarà sempre disponibile sul sito redazionale (ilvolantinoditricase.it), la versione online
di Cosimo RIZZO
Questo appuntamento è dedicato ai condomìni, o secondo la definizione, gruppi di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente all’interno del medesimo edificio.
Un condominio rappresenta una piccola comunità senza l’obbligo o necessità di costituzione di un soggetto giuridico idoneo né di uno statuto, che può decidere di installare un impianto fotovoltaico e sfruttare gli incentivi a beneficio di tutti i membri.
La proposta può essere avanzata anche dal singolo condòmino, entro 30 giorni portata in assemblea dall’amministratore per essere approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore millesimale.
L’energia prodotta dall’impianto condominiale è condivisa e autoconsumata dalle utenze che decidono di aderire. Così come le spese di realizzazione dell’intervento, anche i benefici conseguenti saranno ripartiti solo tra i membri, siano essi privati o esercizi commerciali attivi all’interno del condominio stesso, senza rappresentare necessariamente la totalità delle utenze presenti.
Chi invece decide di non unirsi al gruppo di autoconsumatori, ma si limita a partecipare come consumatore, dovrà rinunciare al risparmio da autoproduzione, alla detrazione fiscale del 50%, ai proventi della vendita di energia, etc, ma avrà comunque diritto al vantaggio derivante dall’incentivo sull’energia autoconsumata proporzionale al proprio contributo senza alcuna spesa.
A pagare l’impianto fotovoltaico potrebbe essere anche un singolo condòmino. Mentre per accedere all’incentivo è necessario il contributo di più consumatori (almeno due).
Il condominio rappresenta una grande opportunità per sfruttare i benefici degli incentivi in un contesto in cui è già presente una comunità sociale, un amministratore e delle regole interne.
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Il secondo uomo più ricco del mondo, Bernard Arnault, è interessato al Salento.
La notizia, riportata nei giorni scorsi anche da giornali nazionali, riguarda Tricase, se è vero che Arnault, a capo del gruppo LVMH, si muove attraverso una sua controllata DIOR, nome prestigioso nel mondo della moda. Per DIOR lavora, con un contratto ormai collaudato, il gruppo che fa capo a Antonio Filograna Sergio che, di recente, ha aperto a pochi chilometri da Tricase, anche se in territorio di Alessano, uno stabilimento per la lavorazione di pelletteria per il marchio DIOR.
Arnault è venuto in Salento sul finire dell’estate ed ha visitato, con la figlia Delphine, presidente di DIOR e la direttrice creativa del marchio, la tricasina Maria Grazia Chiuri, proprio l’impianto di Alessano, oltrechè quello della Leo Shoe, calzaturificio già fornitore di scarpe di altissima qualità per LVMH.
Al momento solo voci, ma è una prospettiva che molti dicono assolutamente verosimile: Arnault diventerebbe socio di maggioranza con buone speranze per un’ulteriore crescita delle iniziative già positivamente sperimentate da Filograna Sergio. Per il territorio buone prospettive per l’attività avviata nei pressi della ex Manifattura di Tabacco di Alessano (al confine con Tricase): già 300 i dipendenti con l’annuncio di altrettante prossime assunzioni.
Intanto il Sindaco De Donno, a margine di un incontro a Palazzo Gallone, ha annunciato che sono in avanzata definizione accordi per avviare un percorso per la produzione -sempre presso la ex Manifattura- di ricami a tombolo, così riprendendo una antica trazione della nostra Città.
Il progetto è ampio e molto interessante: in una prima fase curare la formazione del personale attraverso percorsi di formazione professionale; quindi procedere con la produzione al tombolo per poi giungere alla commercializzazione nel mercato nazionale e non solo.
Anche questa iniziativa dovrebbe vedere protagonista il gruppo che attraverso DIOR fa capo ad Arnault, in uno scambio sempre più largo e con un coinvolgimento del territorio a partire dalla sua storia e tradizione artigianale.
Indubbiamente, oltre alle capacità dimostrata da Filograna Sergio, anche il legame di alcune persone con la nostra terra e tra queste, in prima fila, Maria Grazia Chiuri, già artefice della sfilata di moda DIOR a Piazza Duomo a Lecce che vide alcuni nostri concittadini impegnati con la loro capacità artistica (Edoardo Winspeare) ma anche con la produzione, quasi un assaggio, di lavorazioni al tombolo.
CURIOSE CURIOSITA’
Il Consiglio comunale del 19 ottobre a seguito dell’ingresso in Consiglio di Laura Mura (al posto dell’assessore Francesca Longo) e della costituzione del Gruppo Misto (Dell’Abate e Mura) ha proceduto alla nuova composizione delle Commissioni.
In base al Regolamento che garantisce la presenza di tutti i Gruppi nelle Commissioni, alcuni Consiglieri avranno un surplus di lavoro essendo componenti di tutte le Commissioni: Francesco Minonne, Pasquale De Marco, Carmine Zocco, Gianluca Errico, Giacomo Elia.
Buon lavoro
di Giuseppe R. PANICO
“Piove governo ladro”. È un detto che abbiamo spesso sentito, quasi uno sfogo contro le istituzioni quando da un lato non riescono ad evitarci un evento indesiderato e dall’ altro sono spesso rappresentate da funzionari e dirigenti che non si accontentano del solo stipendio. “La proprietà è un furto” si diceva un tempo in politica, come accusa contro chi, ricco o benestante, veniva considerato non un capace professionista, imprenditore o erede fortunato, ma un proprietario di beni ottenuti furbescamente o illecitamente a spese della comunità.
Si è così sviluppata una “cultura” del furto, (come anche di evasione e corruzione) oltre che come reato da perseguire a prioritaria difesa del vivere civile e del bene pubblico e privato, anche come “peccato veniale” o perdonabile leggerezza. Reato spesso focalizzato nell’età giovanile, causa carente formazione civica nell’ambito scolastico-familiare, aggravata dalla sospensione del servizio di leva (2005) e, dunque. di quella formazione aggiuntiva sviluppata nel vivere, in comunità e con responsabilità, i doveri verso un fine superiore, collettivo e costituzionale.
Fra l’altro, “correggendone il liberismo anarchico e socialista”, scriveva, nel suo libro “Naja” il giornalista Domenico Quirico. Oggi i cittadini senza naja alle spalle sono ormai i genitori di tanti minori e i responsabili di tante pubbliche attività. Incide anche il crescente livello di povertà, a fronte di un continuo stimolo consumistico verso beni, consumi e comportamenti, anche illegali e pericolosi, basato sul denaro e ingigantito dai social.
Se in altri luoghi o altri tempi al ladro si mozzava la mano, da noi al ladro, ove preso, la mano nemmeno la si bacchetta ma troppo spesso la si dà; quasi un invito, più che a redimersi, a…perseverare. Non certamente da parte di chi ha subito furti di auto, moto, bici, denaro e preziosi in casa, scippi per strada e su mezzi pubblici, rapine etc. Ancor più se con minaccia, violenza, scasso e danni a persone e proprietà.
Da tempo si è arrivati anche al furto di case e/o loro occupazione in assenza dei proprietari. Un reato quasi incredibile che, più di altri, dimostra la debolezza delle nostre istituzioni nel riconoscere e proteggere la “sacralità” della proprietà privata. Istituzioni che, peraltro, si avvalgono di un organico delle Forze dell’Ordine, in rapporto al numero di abitanti, fra i più elevati del mondo occidentale, ma frammentato in tante Polizie con differente status giuridico. Al recente proliferare di furti a Tricase, come anche in tanti altri comuni, vanno aggiunti nel Salento, con fini intimidatori, i continui incendi di auto. Come anche le frequenti infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali e, in questi giorni, il preoccupante fenomeno di tanti pubblici dirigenti della regione Puglia indagati per corruzione.
Il furto sembra ormai diventato un’“arte” dalle molteplici forme e, quando l’occasione manca, la si crea o la si va a cercare. Chi forzando porte di casa, scippando per strada e assaltando negozi e chi, stando in poltrona, coltiva e amministra danarose attività e insane relazioni con il potere. In particolare, nei lavori pubblici, resi spesso obesi nei costi e nei ritardi ma smagriti in progettualità e qualità. Ma c è qualcosa di nuovo e più preoccupante che circola, ormai da tempo per paesi e città.
Sono bande e gruppetti giovanili che si spostano anche da una città all’altra, si servono di piazzisti locali, cercano soprattutto denari o oggetti di alto valore e, non manifestando alcuna empatia per le vittime, non esitano ad agire con violenza, spesso sotto l’effetto di alcool e droga. Compreso il furto dell’altrui intimità femminile o stupro, derivante anche dall’importazione di altre culture con ben diverso rapporto con l’universo femminile.
La criminalità minorile e/o di giovani adulti, acquista, nei loro ambienti, anche “valore” aggiunto, grazie alla elevata probabilità di farla franca e alla scarsa punibilità giudiziaria, sovente demotivante per le stesse forze dell’ordine nella loro “caccia al ladro” che, ove preso, viene ben presto rimesso in libertà. Situazione che costituisce anche una forte attrattiva per tanti giovani immigrati che, per indole, circostanze formative o da sbandati finiscono nelle reti della criminalità o vagolano nelle nostre città, vivendo di espedienti, furti e reati minori.
Il recente rapporto sull’andamento della criminalità minorile, del Servizio Analisi della Polizia Criminale, evidenzia che, nel 2022, il 39,4 dei reati è dovuto a rapina, furto ed estorsione che gli autori sono stati in gran parte stranieri (749 casi su 405 italiani), che gli ingressi in carcere di minori stranieri sono pari al 51,3% del totale e che i reati di stupro sono, per il 77,14%, opera di stranieri.
Cifre notevoli che indicano anche l’elevato costo sociale che l’accoglienza, pur nei suoi lati positivi, comporta. Sovente nella illusione, (o ipocrisia), di una integrazione rapida e massiva (spesso invece decisamente rifiutata) al nostro vivere civile e non attraverso successive generazioni.
Ne deriva l’amara considerazione che, in Italia la popolazione straniera, pari a circa il 9%, esprime già una criminalità minorile superiore a quella del resto della popolazione italiana (91%). Con le due guerre in atto e contrapposizione religioso-culturale Occidente-Oriente/Islam, emigrazione e terrorismo spesso si fondono. Causa anche un’Europa considerata a volte debole nel suo agire geopolitico, decadente nei suoi valori, incerta nella sua autodifesa, afflitta da storici sensi di colpa e tollerante nel fondamentalismo religioso che alimenta tanti gruppi ostili all’Occidente. E che non esitano a rapinarci in un attimo e con inaudita violenza, come la storia recente insegna, anche di quel bene supremo che è la vita.