di Pino Greco

Continua la “battaglia” su Villa Sauli a Tricase Porto.

Il Comune di Tricase, dopo aver intimato ai proprietari di porre in sicurezza l’edificio dopo il tornado di qualche mese fa ed aver ordinato la demolizione trattandosi di un edifico pericolante, ha ora ordinato comunque la demolizione perché ha scoperto che la struttura è abusiva.

Il fabbricato come si legge nell’ordinanza che pubblichiamo- è stato realizzato in difformità sostanziale dal nulla osta rilasciato nel lontano 1963; da qui l’ordine di integrale demolizione.

La nuova ordinanza del Comune ha fatto venir meno l’interesse da parte dei proprietari di vedere deciso il ricorso che avevano proposto contro la prima ordinanza. Conseguentemente, il T.A.R. Lecce ha dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse, con conseguente venir meno dell’ordinanza di sospensiva, il ricorso dei proprietari.

Il TAR ha preso atto che dopo la sospensiva già accordata sull’ordinanza sindacale e dopo che i proprietari avevano presentato un progetto di consolidamento e restauro del fabbricato rigettato dall’UTC, lo stesso Comune aveva emesso una nuova ordinanza di demolizione per presunte difformità urbanistiche, assegnando ai proprietari un termine ulteriore di 90 giorni per la demolizione.

E’ molto probabile che la “battaglia” continuerà con un nuovo ricorso da parte dei sigg.ri Sauli. Staremo a vedere.

Dopo decenni di polemiche, la questione venne messa in movimento nel 2017 dal sindaco Chiuri che emise un primo provvedimento con il quale ordinava ai proprietari una opportuna custodia dello stesso immobile perché l’area interna poteva essere interessata da pericoli di crollo.

Il 25 novembre 2018, dopo il passaggio del tornado, la demolizione diveniva non più rinviabile. Ad attestarlo il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecce dopo apposito sopralluogo: “l’immobile sito a Tricase Porto, Villa degli Oleandri, è una concreta minaccia per tutti”.

Da qui l’ordinanza del sindaco Chiuri :“demolire Villa Sauli entro trenta giorni”.

Il T.A.R. sospese l’ordinanza di demolizione, rinviando al 20 marzo la finale decisione.

Ma, ora, il nuovo intervento del Comune e la contestazione che l’edificio è completamente abusivo. Verrebbe da chiedersi: solo ora si scopre questo abuso?

 

TRICASE: SIAMO ALLA FRUTTA…

ANCHE PER DARIO MARTINA E PASQUALE DE MARCO?

Ci sarà intesa domani ( sabato 30 marzo) in consiglio comunale ?

Incompatibilità di carattere…? Sembra assottigliarsi il numero dei “veri” fedelissimi del Primo cittadino. L’unica “vera” seguace è Sonia Sabato?Ma cosa è successo davvero?

Dopo le polemiche di via Brenta a Depressa, dopo la grave astensione (viene definita così anche dalla minoranza) al voto sulla 275, i rapporti tra il Sindaco e il Presidente del consiglio (tutti e due di Depressa) sembrano echeggiare i titoli di coda.

Altro punto critico sembra essere lo storico consigliere comunale Pasquale De Marco che, per la seconda volta consecutiva, non si è presentato in consiglio comunale, nè ai lavori delle commissioni.

Il regolamento è chiaro: alla terza assenza ingiustificata scatta il cartellino rosso.

Voci di corridoio riferiscono che questa volta, dopo le tante vicissitudini, un assessore, il presidente del Consiglio ed un paio di consiglieri comunali di maggioranza, a breve, potrebbero decidere di abbandonare la maggioranza e chiudere anzitempo l’esperienza amministrativa targata Chiuri.

Inizialmente c’erano forti rapporti di amicizia che, sotto il profilo politico, rischiano di non essere sufficienti per colmare punti di vista poco comuni specialmente se si aggiungono difficoltà di dialogo interno.

Non ci resta che attendere e confidare nella tregua della “Santa Pasqua”

PALAZZO GALLONE - Sala del Trono - ORE 20.30

di Giuseppe R. Panico

Conosciamo il muretto di Tricase Porto e le sue vicende. Rifatto panoramico, dopo essere stato
ben fatto circa un decennio prima, ne sono state poi scorciate le travette che da sotto lo
sostenevano o lo abbellivano. Fresche di cantiere, avevano il brutto vizio di rompersi e finire in
banchina o sulla testa.

Pagato noi l’amaro conto, a rischio di cadere di sotto sono ora bicchieri o
bottiglie di chi lo frequenta, forse distratto dal ben noto gran “mostro” edilizio ora in guardina con nuovi muri e transenne. Con gli occhi su quel mostro, non si vedono i tanti “mostriciattoli” sotto il naso, né si pone orecchio al “grido di dolore” che intorno echeggia.

Avvezzi a crolli e transenne di “lungo corso”, non ci si cura nemmeno dell’antistante muraglione che, in testata, è un po’ crollato,smozzicato e vietato.

Se le transenne sono un po’ erose dal tempo e dal mare, rode invece tanto quando, trovandosi su uno dei due lati, non si può ivi passare dall’altro. La “mostruosità” è che disagio e imprecazioni durano ormai da anni. Si spera non sia un’”opera d’arte” della nostra vocazione turistica, in bella mostra nel nostro porto-museo. “Cartoline da Tricase” bofonchia intanto qualche passante tornando sul luogo.

Recandosi a Marina Serra, i muri abbattuti da alberi e tornado lungo la litoranea, più che a secco, sono ancora a secco di interventi, come pure (dopo ormai 4 mesi!!) pali e fili Telecom.

Sul lungomare, “l’ultima torre” (Palane) continua a cadere a briciole e pezzettini fra rottami di transenne abbandonate. Meglio volgere lo sguardo verso il Calino e accomodarsi sul quel triangolare belvedere che domina il porticciolo. NO, meglio di NO! Non ha travette che si rompono, ma, sotto l’angolo più acuto, sta proprio crollando e, corna facendo, né con qualcuno sopra, né con altri sotto.

Anche qui, transenne di lungo corso o cazzuola e cemento rapido? Si rientra in paese per la “Via del Sole” (Marina Serra); quel sole che, da decenni, illumina d’immenso i cartelloni per piste ciclabili…inesistenti. Il sole picchia duro, da circa tredici anni, anche su tubi e valvole azzurrine lato strada. Riscalda l’acqua che non c’è e non scorre verso le assetate campagne.

Per ora, ripuliamo a caro prezzo, un po’ di acque piovane, per poi tenercele in vasca a far zanzare o versarle fra i pesci nel Rio. Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno (a dirla col Manzoni), da Roma a Parigi, a Londra etc , le acque piovane vanno invece dritte nei fiumi e poi … al mare.

Forse il lungo e sofferto nostro romanzo “Le Acque Promesse” con vasche fatte e rifatte, interrate e svuotate, avrà un giorno un lieto fine, come nei “Promessi Sposi”, nella speranza che un litro d’ acqua piovana così versato in campagna non costi più del latte pecorino versato in Sardegna.

Entrando in paese da via Viviani e poi svoltando a destra per via……. .

Ma che via sarà quella? Non ha né nome né numeri, ma tanti giovani in attesa di pullman. Non sanno manco loro che via è; forse “Via delle Canne” (nel fosso a lato), o “Via degli Aranci” (c’erano ma non sono sopravvissuti al nostro “amore” per il verde e l’incuria da marciapiede non ne tappa le buche), o “Via delle Cascate” perché, quando piove, lì abbiamo pure le… Marmore. Ma è così difficile intubarle? In attesa di toponomastica e non di topi dal fossato, sarà “Via N.N”, con tanto di marciapiede e muretto sul fosso.

I ragazzi che ivi si appoggiano non sono turisti da spennare, né migranti per lucrare in affitti e buonismo.

Sono studenti dei vicini paesi, di certo meritevoli di attendere in una strada o viale con un bel nome (“Viale degli Studenti” a loro dedicato?), qualche panchina e una tettoia per ripararsi.

Ma loro ancora non votano (in Austria a 16 anni, in Grecia a 17), dunque poco considerati, e poi i “Grandi” di paese pensano ad altro. Compreso allargare via Roma (da poco malamente ristretta), non per una ciclovia verso S. Eufemia e Tutino ma per più auto e affari per pochi.

I costi sono invece a carico di tutti, come pure le multe dell’Europa per essere noi tanto sporcaccioni in inquinamento e spazzatura. Ci condanniamo così ad essere anche morituri anzitempo, per smog da auto, e a svilire il valore abitativo delle case fronte-strada-auto.

Con tali “Grandi” e tal futuro, ai nostri giovani studenti, ora sulle piazze per clima e inquinamento, non rimane che l’esempio degli amici più anziani, ma non quello di ritrovarsi sul bel muretto del porto o ai blocchi al muraglione. Lasceranno il “muretto del pianto” sulla strada senza nome per spezzare, emigrando, quella catena ereditaria di insuccessi, tramandata dai genitori ai figli.

Si faranno Grandi altrove, ma ben diversamente e, se torneranno, sarà per un fuggevole sguardo a sempiterne catene e mostri e mostriciattoli della loro gioventù.

di Fabrizio Cazzato

Rispondo volentieri , su suggerimento di alcuni concittadini, all’articolo apparso nel numero precedente del IL Volantino in merito alla dichiarazione dell’assessore Lino Peluso sulle numerose feste patronali nel nostro comune.

Da premettere che ogni comunità, piccola o grande che sia, ha le sue tradizioni e le sue feste religiose, sagre ed altri eventi legati alla storia del luogo che esprimono in un certo modo la propria entità.

Un grande patrimonio “immateriale” che merita di essere preservato e non cancellato anzi sostenuto, pensando che una festa patronale può avere anche delle concrete ricadute economiche sul territorio.

L’assessore Peluso parla di un eccessivo zelo di fede da parte delle comunità parrocchiali residenti nelle frazioni e nei rioni di Tricase custodi di antiche e tramandate tradizioni e che si potrebbe pensare che tali manifestazioni siano ormai uno sbiadito retaggio del passato, destinate all’oblio ma in realtà sempre più protagoniste di un processo di riscoperta e valorizzazione.

Se vogliamo imitare alcune località vicine dobbiamo anzitutto ricordare che noi non siamo una comunità che ha mantenuto tutte le sue tradizioni, se così fosse, avremmo un lunghissimo elenco da fare.

Allora  ben venga se nelle nostre piccole cominità parrocchiali c’è ancora il desiderio di esprimere la propria fede attraverso la festa patronale come importante occasione di aggregazione e legame con il popolo e per chi vive lontano, forse tutto questo non si avverte più per quella del patrono san Vito.

Le piccole feste cittadine ridotte ormai a semplici ricorrenze religiose dove è anche difficile trovare quattro persone per trasportare a spalle una statua a mio avviso non costituiscono un rischio ed una minaccia per lo svolgimento per quella che dovrebbe essere l’unica e più importante festa patronale di tutto il comune di Tricase.

Valorizzare e proteggere questo grande bagaglio di conoscenza, di materiale ed immateriale ricchezza del nostro popolo è un nostro dovere preservare e trasmettere alle future generazioni ciò che noi abbiamo ereditato.

 

 

 

La mia colonna  

di  Alfredo De Giuseppe

Il problema ambientale sta diventando finalmente un tema politico, una questione da dibattere quotidianamente sui nostri usi e costumi, sul modello di sviluppo che vogliamo darci?

Il 2 marzo Mattarella in un discorso a Longarone, teatro nel 1963 del disastro del Vajont, ha detto:

Siamo sull'orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale”. Il 15 marzo milioni di studenti hanno scioperato in tutto il mondo sotto slogan come “Non c’è più tempo” o “Ci avete rotto i polmoni”.

Un successo senza precedenti. Ci voleva la protesta della giovane svedese Greta Thunberg per smuovere le acque, una sedicenne con la Sindrome di Asperger che rivendica il diritto ad un pianeta vivibile per le prossime generazioni.

I nostri ragazzi che vivono in una sfera eccessivamente personalistica dovrebbero prendere a cuore questa battaglia, come la vera scommessa del futuro.

Perché fra poco la domanda che tutti ci porremo sarà come conciliare una vita decente per circa 10 miliardi di persone con la salvaguardia delle risorse (limitate) del pianeta.

Ci sono delle cose che possiamo fare noi come individui e altre che dovranno essere decise da governi, politici, istituzioni sovrannazionali. Intanto ognuno di noi dovrebbe imparare a consumare meno plastica (serve davvero il bicchiere monouso?), bere l’acqua dal rubinetto, produrre la minor quantità possibile di immondizia, limitare il consumo di carne, non chiedere il ghiaccio nelle bibite già fresche, controllare che nel nostro Comune le cose funzionino per bene, che ci sia accortezza verso il risparmio energetico.

Ma soprattutto ci sono cose che andrebbero decise subito da gente con una diversa sensibilità da quella dei piccoli Trump sparsi nel mondo, (legati alle logiche produttive più immediate) ma anche dagli eredi del vecchio partito comunista che hanno considerato da sempre i temi ambientali come fastidiosi e retorici intoppi alla loro azione.

Invece bisogna riconvertire tutte le industrie automobilistiche verso l’elettrico, implementare il servizio pubblico anche nei piccoli paesi, costruire infrastrutture belle e funzionali, orientate alla salvaguardia del clima e del paesaggio, aumentare il costo del carburante per tutte le auto ad uso familiare (e sconti per il car-sharing).

E tanto altro ancora: interventi legislativi sul riscaldamento domestico, la ricarica delle auto solo da fonti rinnovabili, implementare trasporto merci su rotaia, fondi per accelerare la ricerca sui temi dell’energia. Intanto i nostri politici perdono tempo con schermaglie relative alla vecchia visione del mondo: i muri alle frontiere, i super armamenti, le trivellazioni in un piccolo mare come l’Adriatico per trovare petrolio, protezionismi che vanno a generare conflitti a discapito degli accordi sul clima.

È meritorio il focus aperto in questi giorni dal Quotidiano di Lecce sulle discariche abusive disseminate su tutte le strade del Salento. Una sequela di foto davvero impressionante. Se c’è un’esemplificazione della follia autodistruttiva è tutta in quelle immagini.

Si dice che i rifiuti siano gestiti dalle mafie locali, ma i rifiuti lasciati nelle tangenziali, nelle campagne, nelle piazzole di sosta e vicino alle spiagge sono il frutto del comportamento dei singoli cittadini, dei bravi vecchietti con l’ape, dei genitori che non amano fare la differenziata, dei ragazzi che non vogliono sapere.

Le ragioni sono tutte nella pigrizia, nel disprezzo verso la natura, nell’ignoranza più grassa e proterva. Poi ci sono anche le mafie, ma intanto dobbiamo sapere che c’è una parte della popolazione ostile all’ambiente, che con buona pace di tutti non viene mai frontalmente attaccata, denunciata e condannata.

Al massimo c’è spazio per l’indignazione su Facebook.

Ci sono diversi pensieri su come l’uomo risolverà questo enorme problema.

L’ottimista pensa che la scienza provvederà a trovare soluzioni semplici che modificheranno i nostri comportamenti senza intaccare il livello qualitativo raggiunto.

Il pessimista pensa che siamo di fronte alla catastrofe globale, all’apocalisse, che estinguerà la razza umana, probabilmente con il tocco finale di una guerra nucleare per il controllo dell’energia.

Però c’è chi pensa, e io fra loro, che il destino non sia scritto in anticipo e che i comportamenti umani si sono modificati nei secoli, adeguandosi alle problematiche del momento: si tratta solo di non aspettare l’irreparabile ma essere consapevoli che  il futuro è in mano nostra, dei politici che noi eleggiamo, degli scienziati che facciamo studiare, dei ragazzi che educhiamo.

La nostra Terra è un minuscolo pianeta nell’Universo: se fra qualche secolo qui non dovesse più esserci una vita organizzata, l’Universo continuerà ad esistere e a modificarsi.

Ci sono in giro delle piccole formichine che si arrabattano tutti i giorni per difendere il loro formicaio. Siamo noi. Se andremo tutti nella stessa direzione ce la faremo.                   

Vi racconto la 275 e dico la mia

di Maria Assunta Panico Consigliere Comunale

 Il 14 marzo si è svolto il Consiglio Comunale con all’ordine del giorno la Strada Statale 275.

La Delibera votata in Consiglio auspica che la nuova progettazione del secondo lotto della strada si sviluppi sul tracciato est, sovrapponendosi alla Strada Provinciale 335, cosiddetta “Cosimina”,ispirandosi ai principi della riduzione del consumo di suolo, della messa in sicurezza della viabilità esistente, rispondendo alle mutate esigenze progettuali emerse sotto il profilo della sostenibilità tecnico, economica ed ambientale.

Attuando le opere di mitigazione ambientali necessarie, anche, in considerazione dei reali flussi di traffico rispetto a quelli ipotizzati nella progettazione definitiva del primo lotto funzionale, valutata recentemente dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, rispettando, inoltre, le indicazioni emerse nel Consiglio Comunale aperto, dalle Commissioni Consiliari, dalle Associazioni, dai Cittadini.

Si ribadisce, nella citata delibera, la necessità di procedere celermente all’inizio dei lavori del tratto Melpignano-Montesano-Tricase, zona industriale su cui esiste una condivisione unanime, mentre, si esprime ferma contrarietà all’ipotesi di attraversamento del territorio di Tricase mediante un tracciato ex novo ad ovest della città.

Una Deliberazione, dunque, in linea ed in continuità con gli atti e le scelte delle precedenti Amministrazioni “Coppola”. Si ricorda, infatti, che nel 2004, in seno al Consiglio Comunale, si sollevarono forti dubbi su quello che era il progetto preliminare dei lavori di ammodernamento ed adeguamento sulla strada statale in questione.

Le perplessità non riguardavano il tratto di strada fino alla zona industriale di Tricase, ma quello che viene definito secondo lotto che dalla zona industriale arriva al confine con Alessano lacerando il nostro territorio, separando, di fatto, il capoluogo dalla frazione di Lucugnano.

Quindi arrivati alla zona industriale di Tricase si riteneva opportuno e logico raccordarsi con la “Cosimina” in quanto, si legge nell’Atto Amministrativo, “utilizzando la viabilità esistente si ridurrebbe al minimo indispensabile l’utilizzo di nuovi terreni di pregio ambientale e paesaggistico”.

Inoltre si legge: “il piano del traffico della viabilità extraurbana redatto dalla Provincia di Lecce ha accertato che i flussi di traffico rilevati non sono tali da giustificare la scelta della sezione stradale proposta che, pertanto, appare eccessiva rispetto alle reali necessità”, ancora oggi non si conoscono con esattezza i flussi di traffico e non si hanno dati certi a riguardo.

La suddetta posizione fu ribadita, successivamente, il 27-03-2007 con un altro atto deliberativo nel quale si legge: “il Consiglio Comunale di Tricase ribadisce con fermezza la propria deliberazione del 09-03-2004 in merito al progetto relativo alla Statale 275, tuttora valida nei valori, nei contenuti e nelle argomentazioni che l’hanno ispirata”.

Tale volontà un anno prima, a marzo 2006, era stata rappresentata, nella Conferenza dei Servizi presso il CIPE e purtroppo non fu accolta perché il progetto inserito nella Legge Obiettivo poteva non tener conto della nostra volontà, in quanto la stessa non era vincolante.

Sempre in sede CIPE ci fu riconosciuto un danno ambientale di 3.050.000 euro perché il nostro Comune veniva danneggiato irreversibilmente.

Nell’Atto di Consiglio datato 30-04-2014, che risale all’Amministrazione di cui ero componente, si ribadisce la stessa prospettiva: strada a quattro corsie fino a Montesano, poi raccordo con la “Cosimina” con i necessari interventi di adeguamento e messa in sicurezza.

Inoltre, si sollecitava l’ammodernamento ed il potenziamento delle ferrovie Sud-Est che sono il vero modello alternativo di mobilità sostenibile per il nostro territorio e, direi, necessario e vitale per tutta quella fascia di popolazione anziana che non può spostarsi con il mezzo privato per raggiungere l’ospedale o i poliambulatori di Tricase e necessita sempre più di un trasporto pubblico efficiente, rapido e sicuro.

Nell’ottobre del 2016 si svolse un Consiglio Comunale aperto, con la partecipazione dei cittadini, delle associazioni, dei parlamentari, degli amministratori regionali, dei sindaci dei Comuni vicini, dal quale emerse il parere unanime sul primo lotto fino a Montesano e la richiesta di riprogettazione del secondo lotto da Montesano a Leuca, avendo, anche, appreso dell’esistenza di discariche lungo il tracciato previsto.

Nella Deliberazione di Consiglio Comunale del 22-12-2016, in seguito alla delibera di ANAC che mise in evidenza le anomalie contenute nel progetto, si esprimeva soddisfazione per il nuovo indirizzo annunciato dal Governo, che dichiarò la necessità di procedere alla revisione del progetto nella sua dimensione e nella sua qualità; dal Presidente di ANAS che annullò in autotutela tutti gli atti relativi agli affidamenti dei lavori; dal Presidente della Regione che espresse la volontà di nuove procedure di gara con la suddivisione dell’opera in lotti.

Anche in questa deliberazione affermammo di essere d’accordo sul tracciato fino alla zona industriale di Tricase, ribadendo la necessità di procedere celermente all’inizio dei lavori di tale tratto. Ritengo, insieme al Consigliere Alessandro Eremita, che la strada può essere un volano per lo sviluppo del nostro territorio, per le attività turistiche, commerciali con particolare riferimento a quella piccola industria, ancora vitale, che non può essere svantaggiata per la marginalità del nostro territorio e per la mancanza di infrastrutture efficienti.

La colpevole incapacità di chi ha gestito le ferrovie Sud-Est ed il conseguente allungamento dei tempi per la risoluzione del problema, rende non più rinviabile l’ammodernamento della 275.

La strada è assolutamente necessaria fino alla zona industriale di Tricase. Nel Consiglio Comunale del 14 marzo, dovendo scegliere tra i due tracciati proposti da ANAS, non abbiamo avuto dubbi, coerentemente con le Delibere di Consiglio che ho citato, sulla convenienza del tracciato ad est in prosecuzione della “Cosimina”.

Tale tracciato, adeguatamente mitigato, consentirebbe di completare l’infrastruttura con soli 3 km di nuova strada, rispetto agli 8 km che sarebbero necessari per la strada ad ovest, completamente nuova. Sarebbe una scelta irrazionale e di enorme danno per il territorio.

Ci auguriamo che la volontà del deliberato possa essere accolta.

di Alessandro Distante

Dopo l’attesa per il parere da parte del Consiglio Comunale, frutto dei lavori congiunti di due Commissioni, è giunto l’incontro a Bari presso l’Assessorato Regionale.

In quella sede sono stati convocati tutti i Sindaci dei Comuni interessati dall’ultimo tratto della 275; il risultato è che tutti i Sindaci, ad eccezione di quello di Tricase, si sono espressi per il passaggio ad Ovest ritenendo quella soluzione la migliore.

A difendere, ovviamente, il parere del passaggio ad Est (la c.d. Cosimina) il Sindaco Chiuri.

Ora la questione dovrà essere vagliata dal Ministero e dall’ANAS.In attesa delle finali decisioni, non esclusa quella di non fare l’opera nel tratto finale (come anticipato dalla consigliera Sodero a nome dei 5 Stelle), appare opportuno svolgere alcune considerazioni e fare un bilancio dell’operato del Comune.

Ad oggi, il risultato almeno a modesto parere di chi scrive è stato negativo sotto molteplici profili.Innanzitutto la divisione dello stesso Consiglio comunale, se è vero come è vero che addirittura il Presidente del Consiglio comunale si è astenuto e se, insieme a lui, si è astenuta la consigliera Sodero per non parlare delle assenze di Pasquale De Marco e di Giuseppe Peluso, quest’ultimo allontanatosi al momento della discussione del punto all’ordine del giorno.

Le dichiarazioni successivamente rilasciate dalla stessa Sodero hanno acuito fratture e divisioni difficili da sanare.L’altro risultato, pur esso negativo per Tricase, è stato l’isolamento politico rispetto agli altri Comuni del Capo di Leuca.

La scelta sul percorso della 275 ha visto allontanarsi le posizioni dei singoli Comuni interessati: Tricase a sostenere la soluzione ad Est e gli altri quella ad Ovest. E’ singolare che nel dibattito in Consiglio Comunale si sia sottovalutato questo aspetto che era ed è propriamente politico, e cioè attiene al ruolo di Tricase nel Capo di Leuca.

Le conseguenze non sono tanto correlate all’ingresso di Tricase nell’Unione Terra di Leuca ma al ruolo, oggettivamente incrinato, di una Tricase parte attiva e propulsiva di un intero territorio. Altro risultato negativo è che la volontà espressa dal Comune di Tricase difficilmente troverà attuazione.

Se così dovesse essere si aprirebbe un fronte molto delicato: quello dell’acuirsi della sfiducia dei cittadini nella partecipazione e dell’alimentare iniziative diverse, su un modello che ha conosciuto e conosce esempi dai dubbi risultati, come accaduto a Melendugno per la TAP.

Qui la responsabilità è soprattutto di chi (Regione) ha dichiarato che si sarebbe dovuto attendere il parere di Tricase e poi, una volta acquisito, chiarire che quel parere non è né vincolante, né determinante.

Ma questa verità doveva essere affermata, senza equivoci, fin dall’inizio.

Da ultimo, ma non in ordine di importanza, è l’indebolimento del Sud Salento.

L’opera viaria, nata per collegare Maglie con Leuca, avrà un inizio più a Nord (Melpignano) e interesserà un tratto (da Melpignano a Scorrano) dove la strada è già a quattro corsie.

Riesce francamente difficile comprendere il perché di questa scelta, come ancor meno comprensibile è perché i lavori debbano iniziare da Nord e non da Sud dove le esigenze di sicurezza sono maggiori e dove pare difficile sostenere il contrario- la strada attraversa alcuni centri abitati.

Ed infine nel tanto parlare di risparmio di territorio rimane un mistero perchè si consideri tale giusta problematica solo a Sud e non anche a Nord o ad Est (vedasi la Maglie-Otranto).

Ma la questione si può riassumere in un solo tema di fondo: quale sviluppo del Capo di Leuca si può prospettare se non si assumono posizioni forti che implicano una capacità politica di mediare e di giungere ad un sintesi comune?

Nell’analisi costi-benefici non può essere disatteso il parametro della politica del territorio o, in una sola parola, della politica, non potendosi ridurre le questioni soltanto ad aspetti tecnici ed economici.

Tricase. A Palazzo Gallone si è insediato in questi giorni il Consiglio Comunale dei ragazzi 

Il progetto, nato per promuovere la partecipazione degli studenti delle scuole di primo grado alla vita civile della città, rappresenta oggi un’esperienza consolidata che continua a stimolare la riflessione e l’impegno dei ragazzi su temi di interesse collettivo.

Come suoi primi adempimenti il Consiglio ha eletto ad unanimità come suo Presidente il consigliere Dario De Iaco; come Segretario Daniela Nesca. Una volta approvate le linee programmatiche, sono state consegnate, dal primo cittadino Carlo Chiuri, le fasce tricolori ai due sindaci: Elena Radu, per il polo Apulia, e Luigi Antonio Elia, per il polo G. Pascoli.

Il Presidente del Consiglio, Dario Martina, ha tenuto a ringraziare le Dirigenti scolastiche (prof.ssa Anna Maria Turco e prof.ssa Angela Venneri) e le referenti al progetto (prof.sse Annamaria Minerva, Antonella Tarantino, Anna Turco, Antonella Turco) per il loro costante impegno quali sostenitrici di un modello educativo e di formazione civica.

Ai ragazzi ha dato un solo consiglio: quello di seguire i loro sogni, lo spirito creativo, la voglia del fare e del cambiare perché dalle loro proposte consiliari l’Amministrazione possa cogliere e avvallare le indicazioni e i suggerimenti che vengono dai suoi “piccoli” cittadini.

TRICASE,SORPRESA:4 CARTONI PIENI DI ROBA…

Le discariche aumentano di volume...di giorno in giorno

SABATO,16 Marzo 2019 (sotto il piccolo ponte nelle vicinanze dell'ingresso del presepe vivente)

Meno di una settimana,sono passati solo pochi giorni dalle segnalazioni delle discariche che aumentano di volume, segnalazioni documentate da tanti cittadini, parliamo di via “ Tutino-Lucugnano” e del piccolo ponte nelle vicinanze dell’ingresso del presepe vivente.

La sorpresa è proprio li ,“ sotto al ponte” , spuntano 4 grandi cartoni pieni di roba….

 

GIOVEDI,21 marzo 2019

La domanda è sempre la stessa: “E i controlli ? I controlli,se ci sono,quando ci sono, se ci ascoltano e quando ci ascoltano e quando ci ascoltano…si sfoga qualcuno.

Un dato è certo: ci sono allarmi inascoltati,di cui nessuno si prende carico…

E tutto torna come prima ?!?!

ANAS BOCCIA TRICASE

Bari,18 marzo 2019

Le ipotesi

275 a est la “ Cosimina” o a ovest verso Lucugnano.

Due proposte e uno scontro di difficile soluzione. Il Comune di Tricase, nell’ultimo consiglio comunale,ha scelto un tracciato del secondo lotto che passerebbe a est dal centro abitato: un percorso,in larga parte, coincidente con la “Cosimina” che è l’anello di circonvallazione tra la zona industriale e gli svincoli per le due marine dell’Adriatico prima di prendere direzione Leuca.

Proposta ribadita ieri nell’incontro con l’assessore.Gli altri Comuni del Capo di Leuca tutti,nessuno escluso, hanno espresso preferenza per un tracciato che corre a ovest di Tricase costeggiando il centro abitato di Lucugnano. Deciderà il Ministero

L'ultimo consiglio comunale del 14 marzo 2019

Con 13 voti favorevoli e 2 astenuti, il Consiglio comunale di Tricase ha indicato la "Cosimina" come naturale prosecuzione della Statale 275.

L'assise ha seguito le indicazioni del documento licenziato dalle commissioni comunali dei lavori pubblici e ambiente riunitesi alla fine dello scorso anno in seduta congiunta.

Una scelta contraria, rispetto alle indicazioni delle altre amministrazioni interessate al passaggio dell'arteria, cioè Tiggiano, Gagliano, Corsano e Leuca convinte invece della bontà dell'attraversamento a ovest verso Lucugnano e soprattutto meno invasivo dal punto di vista ambientale, e più economico di circa 20 milioni di euro, perché ricalcherebbe il vecchio progetto di infrastruttura a due corsie, senza intercettare, in ogni caso le discariche abusive scoperte dai comitati ambientalisti e su cui rischiava di passare il tracciato.

Con questa opzione, lunedì prossimo il sindaco Carlo Chiuri si presenterà a Bari, dove l'assessore regionale ai Trasporti Giovanni Gianni ha convocato i sindaci del secondo lotto per definire le procedure per l'istruzione dei progetti con Anas.

Il Consiglio ha chiesto poi che vengano attuate le opere di mitigazione ambientali necessarie. Ad astenersi la consigliera del Movimento 5 stelle, Francesca Sodero e il presidente del Consiglio, Dario Martina.

Per il primo cittadino, la decisione di Tricase è sacrosanta perché l'arteria attraverserà, per la maggior parte, il territorio comunale: "Abbiamo rispettato il volere del territorio, e adesso le istituzioni devono rispettare noi.

Ad avere l'ultima parola sono la Regione e l'Anas: facciano tesoro di quanto deciso dal Consiglio comunale.

Da parte nostra abbiamo fatto tutti i passi necessari per evitare gli errori del passato, e aprire alla consultazione popolare una valutazione che riguarderà il futuro dello sviluppo tricasino". Chiuri sottolinea rifiuta di essere il capro espiatorio sullo stallo che si è venuto a creare: "Proprio nei giorni scorsi abbiamo assistito ai rilievi del Consiglio superiore delle opere pubbliche sul primo lotto.

Questo significa che anche dove c'è stato accordo, la situazione era meno fluida del previsto. Non si può decidere in maniera superficiale. Però adesso ci siamo e vogliamo che venga tenuta in debito conto quanto deciso".

Il progetto definitivo del primo lotto è stato approvato da Anas circa un anno fa ed è stato suddiviso in tre stralci funzionali, per un valore economico complessivo che si aggira intorno ai 244 milioni di euro.

Il primo stralcio ha lunghezza pari a 10,5 chilometri e si estende da Melpignano a Scorrano. Il secondo, invece, misura 7,5 chilometri e si estende da Botrugno a Surano (7,5 km). Il terzo, infine, va da Surano alla zona industriale di Tricase-Specchia-Miggiano e misura 5,3 chilometri.

Rispetto al progetto originario approvato nel 2011, Anas ha apportato alcune modifiche: si prevede, per un verso, l'allargamento della sede stradale da 16 a 22 metri da Melpignano a Scorrano e da 8 a 22 metri da Scorrano a Montesano Salentino, con adeguamento della sezione stradale al tipo B (strade extraurbane principali), e, per l'altro, la realizzazione di una nuova sede stradale di larghezza pari a 22 metri, con sezione stradale di tipo B da Surano alla zona industriale di Tricase-Specchia-Miggiano.

Anas ha, poi, previsto anche la realizzazione di un sistema di strade di servizio, per consentire l'accesso ai fondi interclusi e alle aree artigianali-produttive esistenti, nonché la realizzazione di 15 svincoli, in parte, in adeguamento e, in parte, di nuova realizzazione, necessari per consentire un adeguato inserimento dell'infrastruttura con la viabilità esistente.

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