NEI PRIMI 4 MESI DEL 2021 LA CARITAS DIOCESANA HA ASSISTITO E RIFOCILLATO 386 MIGRANTI SBARCATI A LEUCA

La Caritas diocesana comunica che nell'anno 2021, nel periodo compreso nei soli mesi di febbraio, marzo e aprile scorsi, sono stati accolti 386 migranti, approdati sul territorio diocesano nelle marine di San Gregorio (Comune di Patù), Leuca (Comune di Castrignano del Capo), Torre Pali (Comune di Salve), Località Ciolo (Comune di Gagliano del Capo) e, in un'occasione, anche presso la marina di San Foca (Comune di Melendugno), ubicata nell’Arcidiocesi di Lecce.

I migranti provenivano prevalentemente da Iran, Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, Iraq, Egitto, Sri Lanka, Siria e Kirghizistan, con prevalenza, nell'ordine, di uomini, minori stranieri non accompagnati, bambini e donne. Negli anni scorsi, la Caritas diocesana ha soccorso 535 migranti nel 2018, 861 nel 2019 e 1204 nel 2020.

Gli sbarchi di migranti nel Capo di Leuca nei primi quattro mesi del 2021 hanno avuto un crescendo continuo (solo a gennaio non sono stati registrati) a seguito della parziale chiusura del porto di Patrasso a causa dell'emergenza Covid-19 e per i maggiori controlli effettuati dalle autorità greche.

Dalle prime ore del mattino del 9 febbraio (alle ore 3.00), c'è stato uno sbarco a San Gregorio, la barca a vela su cui viaggiavano è rimasta incagliata sugli scogli della piccola località di Patù. l 26 migranti, un gruppo di curdi di nazionalità iraniana e irachena, sono stati individuati da una pattuglia dell'Arma dei Carabinieri, mentre camminavano lungo la litoranea tra Gallipoli e S. Maria di Leuca, due di essi sono stati ospedalizzati per piccoli traumi subiti durante lo sbarco.

Nel mese di marzo sono avvenuti due sbarchi importanti e delicati: la mattina dell'8 marzo sono arrivati in 111 stipati in una barca a vela, scortata nel porto di Leuca dalla Guardia di Finanza. Sulla banchina sono scesi numerosi nuclei familiari con 32 bambini e 20 donne provenienti da Iran, Iraq e Siria, alcune di queste ultime sono arrivate sole. La maggior parte di loro era di origini curde, un numeroso gruppo era persiano. Questo sbarco conferma che l'unica etnia con donne e bambini, e a volte donne sole, è quella curda. Si è assistito a un momento molto commovente, le famiglie erano felici di aver raggiunto la terra ferma e i bambini giocavano felici sul molo. Fra i piccoli, anche una bambina di 7 anni diversamente abile. Nell'ultimo giorno di marzo c'è stato uno sbarco nell’insenatura del Ciolo: fra i migranti 42 erano di origine afghana e irachena, tra loro due donne e una minore.

Nel mese di aprile gli sbarchi si sono intensificati. Un primo sbarco è avvenuto a san Foca con una piccola imbarcazione; il gruppo di 11 siriani, fra cui due donne e un neonato, è stato individuato che camminava nelle campagne.

Nella giornata di Domenica 18 aprile una barca a vela alla deriva, con migranti a bordo, è stata avvistata a largo di Torre Pali, le cattive condizioni del tempo hanno reso difficoltoso il rimorchio del natante a Leuca e la successiva opera di soccorso, per i 37 migranti di origine curda (Iran e Iraq), di cui 12 erano donne e 2 bambini.

La domenica successiva tra la sera del 25 e la sera del 26 aprile sono arrivate tre imbarcazioni, due individuate al largo e la terza a ridosso della costa. La prima è arrivata nella serata del 25 e trasportava 34 migranti di origine curda e persiana (dall’Iraq e dall’Iran). Erano tutti uomini molto provati, assetati e affamati: hanno avuto bisogno di soccorsi e due sono stati ricoverati in ospedale. Tra loro anche due MSNA, minori stranieri non accompagnati. La seconda è giunta in porto di Leuca alle prime ore del mattino, di dimensioni più grandi e con 78 migranti tra cui 35 MSNA (minori stranieri non accompagnati), sempre curdi e persiani con 8 egiziani e due ragazzi del Kirghizistan. Il terzo sbarco è avvenuto nella serata del 26 aprile e presentava un gruppo più eterogeneo: Pakistan, Afghanistan, Siria, Bangladesh e Sri Lanka, quindici di loro erano MSNA (minori stranieri non accompagnati), dai 14 ai 17 anni.

Don Lucio Ciardo, Direttore della Caritas diocesana dichiara: “Al momento dello sbarco sul territorio diocesano, i migranti ricevono il benvenuto in Italia, un sorriso, qualcosa da mangiare e un tè caldo o succhi di frutta. Allo sbarco il nostro mediatore culturale cerca di comprendere da dove arrivano, li rassicura che saranno ospitati in un centro e fa sentire insieme a tutta l’equipe Caritas l'interesse per loro. Si rimane con loro fino alla partenza del pullman che li porta al Centro Don Tonino Bello di Otranto e i nuclei familiari alla masseria Ghermi presso Lecce. Oltre a Caritas sono presenti le forze dell'ordine, Croce rossa italiana, Frontex e il 118. Dalle poche informazioni che abbiamo raccolto, sembra che per questi sbarchi, la partenza sia avvenuta dalla Turchia, con una tappa in Grecia per piccole soste e rifornimenti veloci. Facciamo appello affinché le autorità competenti realizzino quanto prima nel porto di Leuca un luogo attrezzato per accogliere i migranti, anche temporaneo, e dei bagni chimici, tenendo presente che molto spesso arrivano donne e bambini che hanno viaggiato in mare per giorni e giorni in condizioni estremamente precarie. Inoltre, si auspica la possibilità di avere un intervento più immediato dell'ufficiale medico del territorio, finora per lo sbarco si è dovuto attendere l'arrivo del personale sanitario da Lecce, a 70 Km di distanza, o addirittura da Brindisi ad oltre 100 km di distanza, con ulteriore disagio per le persone arrivate.”

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi mercoledì 5 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 12.351 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.171 casi positivi: 434 in provincia di Bari, 99 in provincia di Brindisi, 112 nella provincia BAT, 123 in provincia di Foggia, 169 in provincia di Lecce, 236 in provincia di Taranto, 2 casi di residenti fuori regione sono stati riclassificati e attribuiti.

Sono stati registrati 12 decessi: 3 in provincia di Bari, 1 in provincia di Brindisi, 3 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 3 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.273.761 test.

186.819 sono i pazienti guariti.

46.486 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 239.315 così suddivisi:

91.529 nella Provincia di Bari;

23.705 nella Provincia di Bat;

18.054 nella Provincia di Brindisi;

43.116 nella Provincia di Foggia;

24.140 nella Provincia di Lecce;

37.631 nella Provincia di Taranto;

771 attribuiti a residenti fuori regione;

369 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Vaccinazione fasce di età 69-60 anni

Possibile consultare il nuovo appuntamento su La Puglia ti vaccina.
Possono ancora aderire alla vaccinazione i cittadini nati tra il 52 e il 61 che non hanno finora confermato l'appuntamento con il vaccino.

Per assicurare tutte le seconde dosi, le vaccinazioni delle persone estremamente fragili, degli ultra 80enni e della fascia 79 -70, la Direzione generale generale della ASL Lecce ha riprogrammato le agende delle persone con età compresa tra i 69 e i 60.
Gli appuntamenti subiscono uno slittamento di 2 settimane, sede e orario invece restano invariati.
I cittadini possono consultare la nuova data su La Puglia ti vaccina.

Come cambiano gli appuntamenti per le persone di età 69-60:
28 aprile ➡12 maggio
29 aprile ➡13 maggio
30 aprile ➡14 maggio
1 maggio ➡15 maggio
2 maggio ➡16 maggio
3 maggio ➡17 maggio
4 maggio ➡18 maggio
5 maggio ➡19 maggio
6 maggio ➡20 maggio
7 maggio ➡21 maggio
8 maggio ➡22 maggio
9 maggio ➡23 maggio
10 maggio ➡24 maggio
11 maggio ➡25 maggio
12 maggio ➡26 maggio
13 maggio ➡27 maggio
14 maggio ➡28 maggio
15 maggio ➡29 maggio
16 maggio ➡30 maggio

I nati tra il 1952 e il 1961 che non hanno ancora confermato l'appuntamento possono farlo attraverso 3 canali:

-https://lapugliativaccina.regione.puglia.it/
-numero verde 800.71.39.31 attivo dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20
-farmacie accreditate al servizio FarmaCUP

Mercoledì, 5 maggio 2021

Venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 maggio 2021, dalle ore 9 alle ore 14 e dalle ore 15 alle ore 20, il centro vaccini “ Ex Acait” di Tricase verrà riattivato secondo le disposizioni sanitari per la somministrazione del vaccino Astrazeneca ai cittadini over 70 ( nati entro il 31 dicembre 1951).

Potranno presentarsi al centro i cittadini che non hanno ancora ricevuto la prima somministrazione, con o senza prenotazione. Per motivi logistici, gli ingressi al centro vaccinale saranno scaglionati nel seguente modo:

Dalle ore 9 alle ore 14: cognomi dalla A alla M

Dalle ore 15 alle ore 20: cognomi dalla N alla Z

Invitiamo i cittadini a recarsi al centro solo se rientranti nella categoria indicata, portando tessera sanitaria e carta d’identità

 

 

Asl Lecce: Sono 272.951 le dosi somministrate in totale finora dalla ASL Lecce: 89.336 - di cui 53.300 prime dosi - quelle ricevute dagli over 80, e 64.884 - di cui 60.985 prime dose - quelle ricevute dagli over 70.

Per completare in tempi più rapidi la vaccinazione della fascia 79/70 da mercoledì 5 maggio fino martedì 11 maggio, le persone di età compresa tra i 79 e i 70 anni - che non hanno ancora ricevuto la prima dose e che non hanno effettuato la prenotazione o hanno saltato l'appuntamento - possono accedere direttamente e senza prenotazione presso l’hub del Distretto socio sanitario di riferimento. L'accesso diretto riguarda i cittadini nati entro il 31.12.1951.

Continua regolarmente la campagna vaccinale da parte dei medici di medicina generale a domicilio e in ambulatorio: sono 25.505 le vaccinazioni effettuate finora.

Alta l'attenzione verso le persone vulnerabili per patologia, con 30.689 vaccinazioni complessive.

Tricase- Domenica, 2 maggio 2021

di Pino GRECO

Aurispa Libellula Lecce – Med Store Macerata: Una gara che è già stata consegnata alla storia.

Una partita che resterà scolpita nella memoria.

E’ domenica 2 maggio 2021. Ore 19. Al palasport di Tricase si sfidano in gara 2 (gara 1 è stata vinta da Macerata), nei quarti di finale playoff di pallavolo maschile serie A3, Aurispa Libellula Lecce e Med Store Macerata.

Il pronostico è per la squadra più forte, Macerata. Pronostico ribaltato.

Tre a zero per l’Aurispa Libellula.

Una vittoria che ha il sapore diverso: ha il sapore della favola, del racconto da far conoscere soprattutto ai più giovani.

La gara disputata dai ragazzi di mister Denora è stata un concentrato di notevole entità umana.

Una partita che è già stata consegnata alla storia. Uno spettacolo veramente difficile da descrivere, emozioni che non si possono provare se non di persona sul posto.

Una vittoria dedicata a tutta la società, ai tifosi, ma soprattutto a mister Denora che tornava in panchina dopo l’assenza nella gara di andata per la prematura scomparsa del padre Antonio.

A fine gara mister Denora in lacrime sale in tribuna ad abbracciare moglie e il piccolo figlio, è sovrastato dalle emozioni, le sue lacrime sono una delle immagini più commoventi della stagione.

LA PARTITA - Andiamo in campo. Tenetevi forte. Allacciate le cinture di sicurezza. L’Aurispa Libellula parte subito sulla corsia di sorpasso. Primo set, 16-10 poi 25-23. Secondo set, 12-7 poi 26-24. Due a zero. Terzo set, l’Aurispa Libellula si ferma sul (13 a 10 Macerata), per fare carburante. Poi riparte. Poi bandiera a scacchi. Fine gara. Macerata abbagliata.

FINE GARA - Solo tanti applausi e lacrime. Di certo siamo stati testimoni di una delle prime pagine di passione di questa nuova società che già da domani cercherà di arricchire il proprio libro con altri capitoli ancora più belli.

Mister Denora: “ Stiamo vedendo qualcosa di grande. I ragazzi ci hanno sempre creduto, sono stati bravissimi. Non pensavo di vincere 3 a 0 contro una squadra con atleti che hanno vinto la Champions League. Mercoledì ci divertiremo”

AURISPA ALESSANO e LIBELLULA FULGOR TRICASE

Primo anno insieme. Tanti sacrifici - Cuore, passione e lavoro.

L’Aurispa Libellula si è guadagnata un traguardo che inorgoglisce non solo il Salento ma l’intera Regione

IL TABELLINO DELLA GARA DI DOMENICA ( 2 Maggio 2021)

AURISPA LIBELLULA LECCE 3    MED STORE MACERATA  0    

AURISPA LIBELLULA LECCE: Morciano (L), Longo 3; Poli, Ciardo ; Stabrawa 21; Disabato 19, Lisi , Rau 9  , Laganà, Capelli 5 , Agrusti 11 , Bisci (L). All. Denora  Ass. Amoroso

MED STORE MACERATA: Snippe, Pasquali 3, Calonico 3 , Pahor, Cordano, Dennis 20 , Risina, Margutti 6, Ferri 12 , Monopoli , Princi, Pizzichini 4 , Gabbanelli , Valenti. All. Di Pinto. Sec. Domizioli

ARBITRI: 1° Capolongo Antonio  2° Arbitro: Stancati Walter

PARZIALI : 25-23; 26-24; 27-25

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi martedì 4 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 13.803 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 1.028 casi positivi: 317 in provincia di Bari, 105 in provincia di Brindisi, 140 nella provincia BAT, 89 in provincia di Foggia, 196 in provincia di Lecce, 169 in provincia di Taranto, 8 casi di residenti fuori regione, 4 casi di provincia di residenza non nota.

Sono stati registrati 34 decessi: 7 in provincia di Bari, 9 in provincia di Foggia, 6 in provincia di Lecce, 12 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.261.410 test.

185.526 sono i pazienti guariti.

46.620 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 238.144 così suddivisi:

91.095 nella Provincia di Bari;

23.593 nella Provincia di Bat;

17.955 nella Provincia di Brindisi;

42.993 nella Provincia di Foggia;

23.971 nella Provincia di Lecce;

37.395 nella Provincia di Taranto;

773 attribuiti a residenti fuori regione;

369 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

di Nunzio DELL'ABATE

Se acquistiamo o ereditiamo un bene non ci sogneremmo mai di tenerlo chiuso ed abbandonato, neppure un giorno.

O lo usiamo, o lo mettiamo a reddito o lo vendiamo. In tutti e tre i casi ci metteremmo di impegno per trarre il maggior risultato ed in tempi brevi.

Con un bene pubblico, in Italia, l’approccio cambia radicalmente.

Anche Tricase, ahinoi, ha i suoi fulgidi esempi: l’ACAIT, il palazzetto piccolo di Campo Verde, l’ex scuola materna di Lucugnano ed altri sparsi per la città.

Una menzione particolare merita il campo sportivo di Depressa per il suo lockdown decennale e per l’alternarsi delle sue vicende in un classico tutto all’italiana.

Dopo quattro anni di chiusura e totale disinteresse, la Giunta Comunale con delibera n. 44 del 26 febbraio ‘15 decideva di affidare a terzi la gestione del campo. Passavano altri due anni e solo con determina n.55 del 24 gennaio ‘17 il Comune dava atto che l’Associazione Polisportiva aggiudicataria si era sciolta prima ancora di entrare in possesso della struttura ed indiva un nuovo bando per venti anni. Nello schema di convenzione posto a gara all’art. 1 si leggeva: “L’immobile, comprensivo dell’area esterna di pertinenza e dei relativi impianti, viene consegnato nello stato di fatto e di diritto in cui si trova, che l’Associazione concessionaria dichiara di aver verificato” ed all’art. 5: “In considerazione dell’ammodernamento e della ristrutturazione dell’intero impianto da parte del Concessionario, dell’uso pubblico dell’impianto, della riserva di disponibilità a favore dell’amministrazione comunale e dell’onerosità della gestione, il Comune di Tricase provvederà alle spese di manutenzione straordinaria per quanto riguarda il muro di cinta e gli spalti. Tutte le altre spese di manutenzione ordinaria e straordinaria saranno a carico del concessionario”.

Come è ovvio in ogni convenzione, l’art.16 prevedeva la risoluzione dell’affidamento in caso di inadempienza del concessionario agli obblighi assunti. Con determina n.329 del 4 aprile ’17 il Comune comunicava l’aggiudicazione in favore di una Associazione, poi trasformatasi in società, che solo il 21 novembre ’17 presentava il proprio progetto definitivo di ristrutturazione per € 385.000 approvato dalla Giunta con atto n.315 del 29 dicembre ’17. Ma con tale deliberato stranamente il Comune si faceva carico di “€ 27.000 per l’adeguamento dell’immobile, destinato a spogliatoio, alle prescrizioni di carattere igienico sanitario in merito all’altezza dei vani ed al rapporto aereo-illuminante”, lavori che non erano affatto previsti di sua competenza nella convenzione posta a gara. Cala il sipario per un anno intero, sino alla determina n.303 del 31 dicembre 2018.

Con quest’atto avviene l’imponderabile. Richiama l’art. 5 della convenzione, solo che fra gli obblighi a carico del Comune compare erroneamente anche la manutenzione straordinaria dei fabbricati e la sostituzione dei cancelli, oltre agli spalti ed al muro di cinta effettivamente previsti, per complessive € 80.500 oltre iva. Inoltre statuisce che il Comune esegua per ora i lavori di ristrutturazione straordinaria di un fabbricato e del terreno di gioco per campo da calcio a 11 per una spesa di € 27.000 in modo da rendere immediatamente fruibile la struttura. E la società che riapra le attività sportive entro sei mesi, pena -nuovamente- la risoluzione della convenzione.

I lavori del Comune sono terminati da quasi due anni, sebbene non fossero di sua competenza secondo la convenzione di gara. La società non si sa bene se e cosa abbia eseguito rispetto al progetto per il quale era risultata aggiudicataria, compreso il pagamento delle utenze, dei costi di manutenzione e del canone annuo di 500 euro.

Intanto il campo-bene pubblico viaggia spedito verso il terzo lustro di chiusura.

Ecco perché poi la gente comune non crede più alla politica e sinceramente anche chi scrive inizia a dubitare….nonostante la passione.

 

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 3 maggio 2021 in Puglia, sono stati registrati 5.528 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 335 casi positivi: 54 in provincia di Bari, 39 in provincia di Brindisi, 47 nella provincia BAT, 81 in provincia di Foggia, 100 in provincia di Lecce, 11 in provincia di Taranto, 3 casi di residenti fuori regione.

Sono stati registrati 52 decessi: 19 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia BAT, 5 in provincia di Foggia, 8 in provincia di Lecce, 16 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.247.607 test.

184.129 sono i pazienti guariti.

47.023 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 237.116 così suddivisi:

90.778 nella Provincia di Bari;

23.453 nella Provincia di Bat;

17.850 nella Provincia di Brindisi;

42.904 nella Provincia di Foggia;

23.775 nella Provincia di Lecce;

37.226 nella Provincia di Taranto;

765 attribuiti a residenti fuori regione;

365 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

Lunedì, 3 maggio 2021

Tricase- E’ stata una domenica di maggio da zona arancione e nerazzurra (interista).

Gita fuori porta, ma non per tutti. In tanti nonostante la zona arancione e le limitazioni agli spostamenti imposte dalla regola di contenimento del contagio Covid, si sono divisi tra mare e Città.

C’è chi ne ha approfittato della prima tintarella e un tuffo al mare e chi invece ha scelto le strade della Città. Mare preso d’assalto, soprattutto in mattinata grazie al repentino cambio di temperatura quasi estiva.

Non sono mancati i primi bagni al mare: a Tricase porto asciugamani stesi, tintarella in costume per gli amanti del genere e tuffi nelle acque ancora fredde.

Così come non sono mancate quattro chiacchere davanti alla linea d’orizzonte e i primi caffè in ghiaccio rigorosamente con il latte di mandorla.

Per i tifosi dell’Inter, campioni d’Italia, niente caroselli e sventolio di bandiere, solo qualche timida sfumatura nerazzurra.

Tutto questo con i numeri del bollettino (Covid) che restano alti con un tasso di positività che torna a salire: 13% rispetto al 1° maggio pari al 9,87%.

di Caterina SCARASCIA

Copio il titolo di un vecchio articolo della docente universitaria Adriana Luciano, perché è quello che esprime meglio il mio attuale stato d’animo, un miscuglio di disagio e rabbia per una classe politica che, causa pandemia, ha messo la scuola fra parentesi, chiudendola, in sostanza, per un anno e mezzo. Con un vergognoso balletto di decisioni e contro decisioni tra Stato e Regioni.  

Ma se durante il lockdown iniziale, quello di marzo-aprile 2020, gusto per intenderci, tale chiusura aveva un senso, perché ne sapevamo poco, del virus e degli annessi e connessi, in seguito no, in seguito è stata una scelta infausta, peggiorata, in Puglia, dalle assurde ordinanze di Emiliano, che hanno trasformato la scuola in un ristorante d’asporto secondo le richieste e i bisogni delle famiglie.

Vuoi la didattica a distanza, non la vuoi? Prego, accomodati, siamo al vostro servizio!

Ma non è un servizio che ha fatto il bene dei ragazzi, né psicologico, né in termini di sviluppo degli apprendimenti. Spiace dirlo, ma è la verità.

Dopo il lavoro dell’estate, le determinazioni precauzionali, le misure di sicurezza, l’organizzazione faticosa della didattica a distanza (DAD), la disposizione minuziosa e faticosa degli spazi-aula, del numero degli alunni, dei distanziamenti, delle mascherine prima, durante e dopo le attività e via discorrendo, la scuola era in condizioni di reggere l’emergenza, non era necessario togliere agli studenti questo spazio vitale.

Sia chiaro: di errori ne sono stati fatti tanti anche lì, probabilmente si continua a farli, è ovvio, solo chi non fa non sbaglia, ma l’obiettivo era e resta chiaro: mantenere la presenza dei ragazzi e la relazione educativa, il rapporto diretto con i docenti e i compagni, l’inclusione dei diversabili e dei tanti allievi con bisogni educativi speciali.

E’ stato invece sacrificato tutto in nome della ricerca del consenso (di voti…alle elezioni…si sopravvive!), danneggiando, ancora una volta, un’istituzione responsabile del futuro dei giovani e quindi del Paese.

Oggi, ad appena due mesi dalla chiusura dell’anno scolastico, i bilanci sono inevitabili e le analisi, accademiche e non, sono ormai in dirittura d’arrivo: il livello di competenza degli studenti si è paurosamente abbassato; i loro disagi psicologici sono aumentati; il loro senso di responsabilità, già traballante in una società liquida e schiava dei social come quella attuale, sta franando a vista d’occhio; molte famiglie collaborano poco con l’istituzione scuola, perché scambiano il binomio diritti-doveri per pretese, non si fidano e pensano che i figli, 90 su 100, abbiano sempre ragione.

Sarei disonesta se, al contempo, non riconoscessi lo sforzo di tutti quei nuclei familiari che hanno dovuto affrontare difficoltà economiche e trasformarsi, nel medesimo tempo, in sostenitori dei loro ragazzi incollati ad uno schermo per avere riconosciuto il loro diritto all’istruzione.

Ma ritengo che era ed è necessaria più collaborazione, più sinergia, più forza nell’urlare, insieme, che la scuola non si tocca e le grida avrebbero dovuto raggiungere il cielo, soprattutto dinanzi al massacro della Superiore, con giovani ridotti a frequentare poco o nulla, perché non si potevano superare i limiti di determinate percentuali e che oggi hanno peraltro poca voglia di farlo (basta vedere le percentuali dei rientri di questa settimana).

 Ma chi ha avuto il coraggio di denunciare, dai grandi politici agli ultimi consiglieri comunali, che il vero problema sono i trasporti ed il relativo indotto? I balletti con le ditte? Chi ha avuto il coraggio di dire che la mattina la scuola è chiusa, ma che il pomeriggio e la sera i ragazzi sono in giro, a frotte, anche senza mascherine?

Che la scuola non sia nelle priorità della nostra classe politica da…secoli…è noto ed arcinoto, ma poi non facciamo gli ipocriti parlando di lotta alla disoccupazione, di opportunità per i giovani, di fondi europei per questo o quell’altro progetto, perché senza conoscenze e competenze i nostri ragazzi non andranno da nessuna parte! E fra dieci, venti anni, avremo un’altra generazione di ignoranti, che potenzieranno le fila della politica, che continuerà a mettere pietre tombali sul futuro dell’Italia.

Siamo al capolinea ed io ho solo voglia di scendere, perché amo troppo il mio lavoro e soffro troppo per questa generazione allo sbando, per avere la forza di tacere.

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