Vaccini, Palese: “Hanno salvato milioni di vite. Governo chiarisca se è con Schillaci o Gemmato”

“Premesso che se oggi siamo in grado di gestire la pandemia lo dobbiamo alla scienza e ai vaccini che hanno salvato milioni di vite, destano non poche preoccupazioni le divergenze emerse all’interno del Governo. Mentre il ministro della Salute Schillaci annuncia una nuova campagna di sensibilizzazione per la vaccinazione contro influenza e Covid, specie per pazienti fragili e ultrasessantenni, il sottosegretario Gemmato, a chi gli chiede se senza vaccini sarebbe stato peggio, risponde: “Non abbiamo l’onere della prova” aggiunge “grandi risultati non li vedo raggiunti” e, ancora: “C’è stato fino ad oggi un approccio ideologico alla gestione del Covid”.

Queste dichiarazioni appaiono sconcertanti e in netta divergenza con quelle del Ministro. Alla luce di queste evidenti contrapposizioni tra la posizione del Ministro e quella del sottosegretario Gemmato, è necessario ed urgente che il Governo faccia quanto prima chiarezza per non destabilizzare i cittadini. Per quanto riguarda la Puglia, noi siamo dalla parte della scienza e non dalla parte degli ‘stregoni’, per cui proseguiamo senza sosta con la campagna vaccinale consigliando ai cittadini la somministrazione contemporanea della quarta dose del vaccino anti-Covid e del vaccino antinfluenzale”.

Lo afferma in una nota l’assessore regionale pugliese alla Sanità, Rocco Palese.

 

di don Donato Bleve

Parrocchia di "Sant'Antonio da Padova" - Tricase

15 novembre 1971- 15 novembre 2022

Don Donato Bleve: “Formulo a tutta la Comunità di Sant'Antonio i miei più cari Auguri per una storia, mai da dimenticare e sempre da proseguire con un amore grande e crescente al Signore…”

Tricase- Ricorrono 51 anni dalla Istituzione della Parrocchia intitolata al Santo di Padova. Già dal 1969 l'arcivescovo di Otranto, Mons. Gaetano Pollio, amministratore della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca dopo la rinuncia di Mons. Giusepe Ruotolo, su richiesta di molti fedeli, aveva in mente di costituirla. Trasferito poi alla diocesi di Salerno, affidò l'idea a Mons. Nicola Riezzo, suo successore.

Questi, divenuto Amministratore della diocesi, diede inizio a rendere possibile la creazione in Tricase della nuova parrocchia con un cammino graduale. Nell'estate 1969, appena dopo un mese dalla sua venuta a Otranto e a Ugento, radunò tutti i parroci e i sacerdoti della Forania di Tricase in chiesa madre. Decise un primo passo affidandomi la chiesa dei Cappuccini e trasferendomi dalla Confraternita di "Santa Lucia", dove ero da tre anni rettore e padre spirituale e ordinandomi di celebrare due Messe la settimana e due la domenica.

Ebbe inizio così il mio primo lavoro pastorale nel popoloso "quartiere" della Citta`, a me quasi sconosciuto, pur essendo vice parroco dell'unica parrocchia della Natività. L'anno successivo l'arcivescovo staccò tutto il "quartiere" designato e lo costituì "Vicaria curata" indipendente dalla parrocchia della Natività affidandomi il compito di curare la conoscenza delle famiglie, la catechesi per i ragazzi e i giovani, la cura della liturgia e l'incontro con i fidanzati e le giovani coppie, molto numerose allora, data la giovane età della maggior parte delle famiglie.

Potevo curare la preparazione ai Sacramenti, celebrare il Battesimo e ogni altra attività connessa. Non potevo celebrare né matrimoni nè il funerale per i defunti, non solo, ma dovevo comunicare alla chiesa Madre tutti gli atti di Battesimo e Cresima e anche far pervenire al Parroco le offerte delle Sante Messe domenicali e festive. Cosa che feci per tutto l'anno fino al 15 novembre 1971.

A questa data risale il Documento Ufficiale della Costituzione della Nuova Parrocchia di "Sant'Antonio da Padova" in Tricase, dopo che l'Arcivescovo ebbe convocato i parroci e i sacerdoti della Forania, tutti d'accordo, con rara e comprensibile eccezione, sulle decisioni del Vescovo, Mons. Nicola Riezzo. 

Cominciò così il nuovo storico cammino di questa Comunità, ancora a me affidata ufficialmente la sera di sabato 20 novembre 1971, con una solenne celebrazione presieduta dall'arcivescovo, alla presenza di un popolo numeroso, anche fuori della piccola chiesa, del Sindaco, On. le Giuseppe Codacci-Pisanelli e di altre Autorità cittadine, di tanti giovani con cui venne preparata la celebrazione e in un clima di festa. Alla fine venne letto il Documento della Istituzione del nuovo Ente Parrocchia di "Sant'Antonio da Padova", poi firmato davanti alla Comunità presente dall'Arcivescovo, da me Parroco, dal Sindaco Codacci-Pisanelli, da Cosimino De Benedetto, Consigliere provinciale e dal Cancelliere vescovile.

Per la Costituzione della nuova Parrocchia fu necessario avere una "dote" economica di due milioni di lire a cui provvidero la Signora Cinti e il Signor Rocco Chiuri con la moglie Signora Assunta, abitanti in via Cadorna. Si dovette procedere poi al riconoscimento da parte dello Stato Italiano, cosa che avvenne con le pratiche dovute espletate dalla Curia Vescovile di Ugento. Fu grande la gioia di tutta la Comunità. Nessuna festa esteriore, ma solo la viva partecipazione alla Liturgia di quel sabato sera.

Da allora la vita e l'attività pastorale è stata vissuta a tempo pieno e nella totale autonomia.

Posso dire che non è mai mancata la presenza e la collaborazione della Comunità espressa nella vicinanza, nella volontaria generosità dei fedeli, e tra questi di tanti giovani, ragazzi e ragazze, per i primi passi camminati "insieme", sempre.

Mi fermo qui perché sarebbe troppo lungo lo spazio e il tempo richiesto per una "storia" più completa della Parrocchia da me servita, credo con dedizione totale, fino a settembre 2019 e poi il suo cammino continua.

Formulo a tutta la Comunità di Sant'Antonio i miei più cari Auguri per una storia, mai da dimenticare e sempre da proseguire con un amore grande e crescente al Signore e con una devozione sempre più gioiosa e vera al nostro grande Patrono alla cui protezione siamo stati affidati. Mi viene data l'occasione per ringraziare tutti i Collaboratori dei tanti anni, i Benefattori della Comunità e quanti con spirito di amore vero l'hanno fatta crescere. A tutti il mio abbraccio e ancora i miei Auguri. Affiderei a qualche persona competente e di buona volontà il desiderio di una "storia" della nostra giovane Parrocchia, perché non venga a perdersi la memoria della sua prima "giovinezza".

Offerte di lavoro dell'Ambito di Lecce di Arpal Puglia

Un resort a Otranto, un hotel a Santa Cesarea Terme, un ristorante a Nardò, un b&b a Gagliano del Capo, strutture ricettive a Gallipoli e Leuca: in molti sono già alla ricerca di personale per la stagione estiva 2023. 

"Non è un caso che – spiega Luigi Mazzei, dirigente dell'U.O. Coordinamento e Servizi per l'impiego dell'Ambito di Lecce di Arpal Puglia - nell'arco di una settimana siano cresciute da 35 a 51 le figure ricercate in questo settore. 

A pesare, naturalmente, è stata l'esperienza della scorsa stagione, segnata dall'affanno nel reperimento di risorse umane, sia qualificate che non, per i ruoli di chef, cameriere, cameriere ai piani, aiuto cuoco, lavapiatti

Ecco perché molti imprenditori si stanno già rivolgendo ai Centri per l'impiego per avere un supporto nella fase di preselezione dei collaboratori". È quanto emerge dal 27esimo report delle offerte di lavoro elaborato dall'Ufficio Coordinamento: 120 gli annunci, per un totale di 350 posizioni aperte. In crescita sono anche quelle nei call center, dove sono 75; in agricoltura e agroalimentare, dove ammontano a 15; nel tessile-abbigliamento-calzaturiero, in cui se ne contano 15; nel commercio, dove si passa da 24 a 36 figure; nell'edilizia, in cui sono 69; nell'industria del legno, in cui sono 12. Restano stabili i posti disponibili nei settori della sanità (19), bellezza e cura della persona (6), pedagogia (1), artigianato (1). Leggera flessione, invece, per il settore amministrativo (7), metalmeccanico (33) e trasporti/riparazione veicoli (21).

A ciò si aggiungono le opportunità di lavoro in Italia e all'estero tramite la rete Eures. 

Ai sensi dell'art. 1 L. 903/77, si precisa che la ricerca è sempre rivolta ad entrambi i sessi. Alle offerte, pubblicate anche sulla pagina Facebook "Centri impiego Lecce e provincia" e sui profili Google di ogni centro oltre che sul portale lavoroperte.regione.puglia.itci si può candidare in tre modi: tramite Spid, direttamente dal portale "Lavoro per te"; inviando via mail ai Centri per l’Impiego il modulo scaricabile dagli annunci; direttamente nei Centri per l’Impiego durante gli orari di apertura al pubblico (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento) presso le sedi dislocate a Lecce, Campi Salentina, Casarano, Galatina, Gallipoli, Maglie, Martano, Nardò, Poggiardo, Tricase e presso l’Ufficio collocamento mirato disabili, che ha sede a Lecce in viale Aldo Moro (info e contatti a pag. 35, www.arpal.regione.puglia.it).

 

 

di Giuseppe R. PANICO

Sono molti i fattori che possono indicare il livello di civiltà di una comunità, sia in termini di confronto con i valori sostenuti in una società libera ed avanzata, che in rapporto ad altre comunità o nazioni.

Certamente avere nelle nostre carceri, dall’inizio dell’anno, già 72 suicidi, spesso persone in attesa di giudizio e dunque possibili innocenti, non depone bene sulla qualità della nostra giustizia, penale o civile che sia. Un altro nostro esempio di ben triste attualità, sono i tantissimi incidenti sul lavoro, anche per carenze delle autorità preposte.

Altrove, può essere anche il modo di condurre una guerra di occupazione.

Se limitarla agli aspetti prettamente militari o, se in difficoltà sul campo, infierire su popolazioni, città, villaggi, fonti di energia e depositi di acqua, in vista di un inverno di gelo e fame.

Come anche il blocco di derrate alimentari verso paesi già disastrati e sovrappopolati, creando così le condizioni, per altra fame e nuovi flussi migratori. Ovviamente, ci auguriamo di non rimanere troppo colpiti anche da tali tragiche situazioni belliche e che lo “Stil Novo” del nuovo governo e, auspicabilmente, di una opposizione che sappia meno sinistrarsi e sinistrarci, ci aiuti a contenere danni, povertà e disagi.

Quasi assuefatti all’inefficienza, ormai antica, di tante nostre istituzioni, come pure al protrarsi e inferocirsi di una guerra in Europa, non possiamo fare a meno di continuare a vivere in quella fitta ragnatela di asfalto, urbana ed extraurbana, che è la rete viaria.

Non solo come utilizzatori e finanziatori (spesa pubblica e azione amministrativa per gestione e manutenzione) ma, purtroppo, anche come potenziali vittime di incidenti e, pur senza intenzioni, potenziali suicidi e/o omicidi stradali.

Migliaia di morti ogni anno e decine di migliaia di feriti e invalidi con famiglie precipitate in un istante nel dolore e nella crisi.

Quasi una guerra, anche questa, come quella in Ucraina, non dichiarata, condotta sull’asfalto, strada per strada, a volte negli incroci sotto casa.

Dovrebbe indurci ad un profondo riesame del nostro stile di guida e dei doveri degli amministratori verso una più accurata realizzazione e manutenzione della nostra ragnatela d’asfalto.

Per la guerra di aggressione in Ucraina, con tante vittime e crisi diffuse nel mondo, sbandieriamo sovente la parola “Pace”. Per la cruenta “guerra” in casa, con migliaia di vittime sull’asfalto, pur senza missili e cannoni, alleanze politico-militari e politiche aggressive, né una manifestazione né una bandierina di pace.

Solo cronaca, manifesti funebri, lacrime e…condoglianze. In ambedue le guerre sono soprattutto i giovani a cadere e quelli sull’asfalto spesso anche per aver fatto uso di droga e alcool.

Troppe auto circolano poi senza assicurazione, troppi autisti/motociclisti/ciclisti/pedoni non rispettano le più elementari norme stradali, troppa segnaletica andrebbe aggiornata, troppe manutenzioni sono trascurate e troppi incidenti ci rattristano l’esistenza.

Sulla fitta ragnatela di asfalto, i ragni della mala sorte non dormono mai, sono sempre in agguato per ghermire vite o causare danni e ferite. Aiutati dai troppi che non rispettano nemmeno lo Stop, non si degnano di mettere la freccia, guidano con il cellulare in mano, usano le strade come piste e aree di parcheggio personali e, dando con la propria targa, nome e cognome al proprio scarso senso civico.

Negli USA, anni 70. ricordo, oltre alla patente, il corso aggiuntivo, con contorno di immagini cruente, di “Defense Driving” “difendersi dai pericoli della guida” e, all’ingresso di una grande “High School” una voluminosa teca in vetro con tante scarpe di diversa foggia e colore.

Ogni scarpa rappresentava uno studente che, per triste sorte, non aveva completato gli studi, la maggior parte per incidenti stradali. Un monito per coloro che sull’asfalto volessero continuare a correre e soprattutto a vivere.

Pace in Ucraina, difficile da ottenere se chi ha iniziato la guerra non intende affatto fermarla. Più pace sull’asfalto che pur raggiungibile, in troppi sembrano disconoscere. Forse perché, assuefatti anche a questa guerra, non disdegnano di parteciparvi, spesso rimettendoci, insieme alle loro vittime, non solo una scarpa.

A breve, la terza domenica di novembre, si celebrerà la giornata delle vittime della strada, vittime che con un po’ più di civiltà, anche paesana, potremmo in gran parte risparmiarci

di Alessandro DISTANTE

Se a Sharm el-Sheikh i Capi di Stato di (quasi) tutto il mondo discutono del futuro del pianeta e delle varie emergenze tra le quali anche quella idrica, a Tricase il tema acqua è al centro non solo del dibattito cittadino ma anche dell’attività amministrativa.

Dopo il diluvio che ha portato tanti danni e tante paure, ben si può dire che l’acqua, anche da noi, è bene (o male) comune. Se in Egitto si discute degli effetti della siccità, del surriscaldamento del pianeta e del rischio di desertificazione; se otto milioni di persone muoiono di sete; se da anni gruppi di cittadini lottano contro la privatizzazione dell’acqua ricordando il referendum del 2011, a Tricase si discute di sistemi di smaltimento delle acque piovane e di allagamenti e si programmano anche interessanti ed importanti iniziative. E’ proprio il caso di dire che ogni questione globale è anche -e prima ancora- locale.

Ed è per promuovere la cultura del risparmio idrico e del diritto universale all’acqua pubblica che la Giunta municipale ha approvato un progetto per il recupero, la rigenerazione e la rifunzionalizzazione delle fontanine dell’Acquedotto Pugliese.

Sempre in tema di Acqua Bene comune, la Giunta ha approvato un progetto di fogna nera a Marina Serra per partecipare ad un Bando regionale; il Bando –manco a dirlo- si chiama “Acqua bene comune”, pur trattandosi, ovviamente, di ben altra acqua.

Con un’ultima delibera, la Giunta ha approvato la fattibilità tecnica per l’ammodernamento e l’implementazione dell’impianto di distribuzione della rete irrigua e, ancora una volta, il Bando è “Acqua Bene comune”.

Acque da bere alla fontana, acque da smaltire senza allagarsi e acque da recuperare per irrigare, ma pur sempre Acqua Bene comune.

Intanto però compriamo l’acqua in bottiglie di plastica a perdere, sprechiamo ingenti risorse idriche per le falle nelle tubazioni dell’Acquedotto, gettiamo le acque raccolte senza riutilizzarle e le acque, talvolta, diventano causa di disastrosi allagamenti; così da “Bene comune” l’acqua rimane “Male comune”.

Ed allora, che tornino a funzionare le fontanine, non solo come elementi di arredo degli angoli del nostro paese ma anche come segnali che ci facciano riabituare al valore dell’acqua e, ancor prima ed ancor di più, che ci facciano gustare la fresca bellezza del Bene comune.

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