Noi di Tricase dobbiamo con forza dire N0 alle 4 corsie per salvare il nostro ambiente

di Ercole Morciano E’ molto frequente che sui quotidiani regionali, non solo nelle pagine di cronaca locale, compaiano articoli o interviste - anche di sinadaci che con la 275 non c’entrano - sulla necessità di avviare, comunque e subito, l’allargamento della 275 da Maglie a Leuca come da progetto, ovvero con le quattro corsie fino alla vista mare o comunque fino a S. Dana, frazione di Gagliano secondo il cosiddetto progetto della “strada parco” sul quale trovarono l’accordo tutti gli esponenti delle forze politiche, da Vendola a Fitto, con la mediazione del sen. Pellegrino.

Ebbene nell’uno o nell’altro caso sarà il territorio di Tricase- unitamente a quello di Alessano - a subire un vero e proprio “stupro”: così fu definito il massacro di suolo agricolo da sacrificare ad un’opera necessaria ma il cui progetto, nato male, è sicuramente poco adeguato alla nostra realtà, quanto meno perché redatto oltre 20 anni or sono. Non così nel tratto fino a Montesano dove la strada verrà allargata sul medesimo tracciato attuale. Non è questa la sede per fare la cronistoria, anche giudiziaria, della tormentata vicenda; o di parlare degli interventi degli illustri amministrativisti - sempre gli stessi - che difendono nei vari gradi della giurisdizione le ditte concorrenti: i loro linguaggi sono tecnicamente perfetti ma scarsamente comprensibili a noi, non addetti ai lavori.

Quello che a me, come tricasino, interessa di più è invece continuare ad oppormi al raddoppio da Montesano a Leuca perché lo spreco di territorio è veramente sproporzionato e i lavori previsti, con scavo di gallerie e strutture di collegamento (incroci a livelli sfalsati, rampe di raccordo passi, sottopassi e rampe e opere sussidiarie) sembrano più previsti per impegnare il pingue finanziamento che invece per mettere in sicurezza la strada. Non scriverò del volume di traffico che diminuisce notevolmente dopo Tricase, per non essere tacciato di campanilismo, ma non posso non ricordare lo sconvolgimento non solo territoriale, ma agricolo, storico e antropologico che l’opera, com’è stata progettata, è destinata a determinare. Basti pensare alla barriera, non solo fisica, tra Tricase e Lucugnano che attualmente sono ormai urbanisticamente unite da una serie di villette abitate. Occorre inoltre non dimenticare la prevista distruzione di aree di pregevole interesse storico-archeologico nel territorio delle “Matine”; qui verrebbero eliminate tracce che non solo ricordano il nostro passato ma occorre conservare se vogliamo implementare il turismo come settore economico del futuro. Penso alle antiche “vie del Pellegrino” che portano a Leuca, da collegarsi al percorso della “ via Francigena” la cui “ Cartadileuca” è stata ufficialmente presentata il 12 agosto proprio a Tricase, nella sala del trono di palazzo Gallone, per scelta del vescovo Vito Angiuli, che spesso localizza nella nostra città eventi culturali di notevole spessore: vedi recente incontro sulla modifica della Costituzione e relativo referendum. Il vescovo è intervenuto sulla stampa anche a proposito della 275 invocando un accordo tra le parti per superare lo stato di fermo e accelerare i tempi, ma non può sostituirsi alla parte politica.

Da iscritto al PD di Tricase, che ho contribuito a fondare, ho più volte chiesto nelle assemblee che fra i problemi sul tappeto affrontassimo l’allargamento della 275, ma non è stato fatto nulla a riguardo per difficoltà interne. Nell’ultima assemblea del PD ho chiesto ai due commissari un cronoprogramma di massima per capire le loro intenzioni, ma finora non è stato fatto; nonostante le buone intenzioni che hanno esternato - ovviamente da verificare – i commissari, Gabriele Abaterusso e Sergio Signore, sarebbero i meno adatti ad impegnarsi sul fronte della 275 con 4 corsie fino a Montesano, perché molto vicini correntiziamente all’on. Ernesto Abaterusso, uno dei più solerti sostenitori delle 4 corsie fino a S. Dana e pertanto – mi dispiace dirlo - favorevole al danneggiamento di Tricase.

Ho chiesto anche al sindaco Antonio Coppola un’assemblea per illustrare la proposta di un incontro pubblico sulla 275 per illustrare bene la proposta della messa in sicurezza del strada a sud di Montesano con l’utilizzo della circonvallazione di Tricase; proposta condivisa e sostenuta dal consigliere regionale Sergio Blasi. Il sindaco lo aveva già pensato ma sta aspettando che finiscano le iniziative programmate per l’estate tricasina.

Se come Tricasini non ci impregniamo a prendere posizione per difendere, anche con i denti, il nostro territorio saremo vittime nella “guerra delle spade dei poteri forti contro le mani nude dei volontari”: come ebbe giustamente a scrivere Luigi Russo, presidente del C.S.V. Salento che con Vito Lisi, presidente del Comitato popolare contro il raddoppio delle corsie da Montesano a Leuca, unitamente a tantissimi volontari giovani e meno giovani, si spendono quotidianamente per amore verso questo territorio e perché trionfino finalmente il buon senso e la ragione.

 

 

di Nunzio Dell'Abate Nell’elenco delle opere incompiute, diramato dal Governo e diffuso dai mass media anche di caratura nazionale, la rete irrigua di Tricase per il riutilizzo delle acque reflue depurate e sterilizzate figura al primo posto in Provincia e tra i primi in Regione per il maggior investimento di danaro.I lavori sono stati appaltati nel lontano 2004 e hanno subito un notevole ritardo per un errore di collocazione dell’impianto ed, una volta ultimati, l’opera è risultata non collaudabile per sviste progettuali e negligenze varie. Finora sono stati spesi sei milioni di euro, di cui oltre un milione di fondi comunali. La Regione ha più volte diffidato il Comune a collaudare e mettere in funzione l’impianto, pena la restituzione del finanziamento erogato.Non solo, l’impresa appaltatrice ha intrapreso diverse azioni giudiziarie nei confronti dell’ente comunale per svariati milioni di euro di risarcimento ed il mese scorso due sentenze, che hanno definito solo due di questi giudizi, hanno condannato il Comune a pagare 200.000 euro. L’impianto dovrebbe abbeverare circa 450 ettari di campagna e diminuire drasticamente lo sversamento nell’insenatura del Canale del Rio. Dinanzi allo stallo dell’opera ed alle prime condanne giudiziarie che hanno inciso sul bilancio comunale e quindi sulle tasche dei cittadini, abbiamo ritenuto di rivolgere un’interrogazione consiliare al Sindaco al fine di conoscere lo stato dell’arte e le ragioni del mancato collaudo, nonché il grado di rischio della restituzione del finanziamento già erogato. Ancora, quali siano state, sino ad oggi, le misure e/o interventi posti in essere per completare l’iter procedurale e mettere in funzione l’impianto di irrigazione dei reflui trattati. E, soprattutto, se e quali siano stati gli atti formali e/o le azioni intraprese nei confronti dei responsabili del ritardo e del mancato collaudo. Se ne parlerà nella seduta consiliare di martedì prossimo.

Martedi 6 settembre 2016. Depressa di Tricase. Campo sportivo. Giuro di dire la verità, nient'altro che la verità….Un campo sportivo così…non l’avevo mai visto…Siamo entrati per caso nel campo.. Abbiamo trovato la porta aperta…così siamo entrati …

Una cosa è certa : qui non si può giocare a calcio…

GUARDA IL VIDEO sul nostro sito :  ilvolantinoditricase.it

Alcune foto : Siamo sulla linea del fallo laterale   

 Sul dischetto di rigore

Limite dell'area

                                       

 

CAMBIAMO NOME…MA NON LA PASSIONE !

La prima foto della “ nuova ” FULGOR TRICASE VOLLEY 2016/17

E’ TUTTO ORO QUEL CHE LUCCICA

 

E’ cominciata ufficialmente il 1°settembre 2016 con il ritrovo alla palestra CATARSI, la stagione 2016/17 della nuova Fulgor Tricase Volley, impegnata nel campionato regionale maschile di serie C, che inizierà i primi di ottobre. Questa gli “ uomini ” del presidente Francesco Cassiano. All. Rudy Alemanno; Vice All. Congedi Giuseppe; Prep.Atl. Massimiliano Coluccia; Ass.Prep.Atl .Riccardo Lecci; Collab. Pierangelo De Marco,Donato Casciaro e Danilo Prato. Atleti:Pall. Enrico Licchelli e Enrico D’Alba; Libero: Lazzari; Centrali:Tridici Antonio, Melfi Alessandro,Trovè Gianmarco; Laterali: Danilo Rosafio,Giari Carrozzo,Bisci Davide,Cassiano Gianpaolo e Paolo Scarascia. Opposti: Paolo Mastropasqua,Olimpio Michele.Banda:Dario Sodero. Vice presidente: Fabrizio Sperti. Il presidente Cassiano, il vice Fabrizio Sperti, tutta la società… hanno fatto le cose per bene: “Abbiamo creato un nuovo gruppo, una nuova squadra, una società unita, valori questi, in più da portare in campo…per vincere..” 

Come dire: è tutto oro quel che luccica..

 

 

di Giuseppe R.Panico Gabbato lo santo, gabbati i turisti e gabbatoci l’un l’altro, non resta che tirare le somme di questa estate. Se di shows e spettacoli in città ed al mare, fra note musicali, libri, mostree film da proiettare,di cultura, e sopratutto di passatempi, si è fatto il pieno, di nuovi o più efficaci servizi per la fruizione del “mare nostrum” si è fatto quasi il vuoto. Le tante crisi politico-istituzionali dei paesi in guerra continuano a favorireil turismo nazionale e, con questo, la Puglia, il nostro Salento e la nostra Tricase. Ma senza predisporre quanto necessario, non facciamo altro che perdere altre occasioni, soprattutto per i nostri giovani in cerca di lavoro. E se in tanti paesi tornerà la pace e quelli sulla opposta sponda del mar Adriatico continueranno ad attrezzarsi meglio, il Salento e… Tricase potrebbero passare ben presto di moda.Si dice spesso che le nuove generazioni vivranno peggio di come hanno vissuto o vivono i loro genitori, sovente perché questi, anche attraverso la politica e la gestione di territorio e servizi, non hanno saputo dare loro un futuro migliore. Il nostro mare, durante l’estate non è stato particolarmente calmo e l’uso turistico-familiare delle tante barche ormeggiate a Tricase Porto (ove l’armonia fra i diversi concessionari rimane carente) e al porticciolo di Marina Serra (ove da sempre impera il fai da te e il “chi primo arriva prima alloggia”), è stato alquanto ridotto. Anche perché l’unico valido ridosso per la nautica e la relativa balneazione era il Canale del Rio ove, ormai da decenni, il bagno lo fanno i nostri…”reflui” Inoltre, con tale mare, la assenza di un minimo di “ausili” ad entrare o uscire dall’acqua sui pochi tratti di costa agibile,insieme al permanere, anche nei punti più frequentati, di tante buche pericolose, ha limitato l’uso della scogliera da parte di tanti anziani, meno anziani, bimbi e turisti.E così la piscina di Marina Serra, super affollata, è sembrata a volte una scatola di sardine in olio con l’acqua resa oleosa e paglierina dalle troppe creme solari (ed altri reflui) ivi disciolti o rilasciati da bagnanti di ogni età. Osservo spesso tale piscina, mi ricorda il duro lavoro di mio padre e dei suoi operai nel realizzarla e il mio giovanile “part-time” nel riempire di esplosivo i tanti buchi per le mine. Alla esplosione seguiva il recupero di qualche bel pesce o polpo da mettere la sera in padella. Al termine delle escavazioni, ricordo in particolare le insistenze di mio padre nel convincere (con successo) il perplesso proprietario di un potente bulldozer cingolato a scendere in piscina per alcune ore, spingere con la bassa marea verso il mare aperto la tantissima roccia frantumata, dare una piallata al fondo e poi risalire sul lungomare. Erano altri tempi, con meno burocrazia, quando la cultura dello sviluppo sostenibile mista ad una professionalità condita da un pizzico di audacia, sapeva realizzare quello che serve, pur con meno shows o opere superflue o caduche o inutilmente costose. Chissà se un giorno anche a Tricase Porto si riuscirà ad avere una piscina similare sul retro di Punta Cannone e dare al nostro porto una nuova più moderna e razionale identità ed alla nostra gente più balneazione Chissà se una nuova cultura per l’accoglienza turistica o per il nostro benessere sapràfinalmente darci, lungo la costa, nuovi parcheggi e dunque un incremento della locale economia turistica. Intanto, sempre a Marina Serra, le piattaforme in legno, costruite due volte e due volte portate via dal mare, non si sono più viste, sparite per sempre.Il nuovo impianto di illuminazione fatto quasi per dare fastidio a chi passeggia sul lungomare e impedirgli, con il suo abbagliamento, di vedere il mare, è da tempo fuori uso (meno male dicono alcuni). Le vecchie stradine che un tempo conducevano dalla litoranea, alla costa ed al mare sono ben lungi dall’essere riattivate.La telenovela su Piano Coste (e Piano Regolatore)intesi a dare un sano criterio allo sviluppo costiero e cittadino e a porre finalmente le basi per una credibile economia, intanto continua. Gli anni passano e le promesse si ripetono, come le promesse da marinaio alle credule donzelle del porto, ed il paese gabbato si accontenta e si vanta per quello che ha. Ma diventa più vecchio e dunque ancorapiù restio a cambiamento e innovazioni. Si limita a coltivare, ricreare e a rifugiarsi nel suo passato.L’anagrafe cala e non sarà certo il “fertilityday” voluto da governo a farla rialzare. In mancanza d’altro, non rimane (da decenni) che un sapiente sviluppo turistico ma attraverso una meno rigida conservazione del territorio, più dinamismo, pragmatismo e lungimiranza nella sua gestione. E con più efficaci servizi anche per nautica e balneazione quali ragioni portanti del turismo estivo e costiero. Shows, mostre, musiche spettacoli, proiezioni, pur utili, sono ormai presentiin ogni località turistica, sovente con gli stessi personaggi. Per l’assenza o il ritardo dei nostri piani di sviluppo, è come se ogni mese ci impoverissimo di più perdendo parte della nostra ricchezza. Ma ancheparte della nostra famiglia per i tanti nostri ragazzi spinti ad emigrare altrove.A settembre “Stati Generali del Turismo” si tuona da Palazzo Gallone. Termine altisonante per la nostra cittadina e che ci riporta alla rivoluzione francese e poi all’usodella ghigliottina. Non ci resta che sentire le molte “campane” che vorranno intervenire,“suonare” e sentenziare.Per i colpevoli della nostra inerzia, più che la ghigliottina, ormai rugginita, una punizione al sapore di mare. Il “giro di chiglia”, se non sotto una grande nave di quei tempi duri, almeno, in pubblico, sotto il famoso e bel caicco della nostra Magna Grecia Mare.

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