di Francesca Sodero (Meetup Cinque Stelle per Tricase)
Egregio Direttore,
da qualche anno osserviamo il funzionamento degli uffici comunali, ascoltiamo cittadini, professionisti e commercianti che quotidianamente si interfacciano con la burocrazia locale, scandagliamo il sito web del Comune per esercitare al meglio un continuo monitoraggio dell’attività amministrativa nell’interesse della comunità. Grazie a queste attività ed al confronto con altre realtà comunali, anche vicine, abbiamo acquisito l’amara consapevolezza del terreno che nel tempo Tricase ha perso nel percorso di miglioramento che dovrebbe caratterizzare qualsiasi pubblica amministrazione.
Procedure amministrative macchinose e ripetitive, scarsissima digitalizzazione, scollamento fra i vari settori, sono solo alcuni dei fattori che causano inefficienze, ritardi, frustrazione delle risorse umane, eccessive energie sprecate nella gestione dei processi interni a discapito delle attività di servizio agli utenti. Per non parlare dell’assenza di trasparenza, testimoniata da un sito web istituzionale carente anche delle minime informazioni richieste dalla normativa, ricco di insopportabili “trabocchetti” come pagine con soli titoli e nessun allegato, privo dei contenuti che tanto potrebbero facilitare la vita dei cittadini, come le carte dei servizi e gli standard di qualità, che consentirebbero a tutti di conoscere i servizi erogati, gli uffici e i funzionari competenti, nonché i propri diritti nei confronti della pubblica amministrazione.
Si può cambiare passo? Si deve! Si deve partire da una riorganizzazione che consenta di ottimizzare le risorse, umane e non, di snellire e digitalizzare le procedure amministrative, di dettare i tempi e monitorare le attività, di premiare l’impegno e di coinvolgere i dipendenti a tutti i livelli in un percorso continuo di miglioramento.
La politica locale degli ultimi venti anni è venuta meno a queste precise responsabilità, per incompetenza o mancanza di volontà, ed ora non c’è più tempo da perdere!
Ecco perché abbiamo già inserito le seguenti priorità nel programma politico per le prossime elezioni amministrative:
- ridefinizione della struttura organizzativa comunale;
- implementazione del controllo strategico e di gestione e valorizzazione del piano delle performance;
- approntamento, approvazione e pubblicazione delle carte dei servizi e degli standard di qualità;
- digitalizzazione delle procedure amministrative e dei servizi ai cittadini.
Alcuni di questi punti sono in realtà obblighi già previsti dalla legge rispetto ai quali il Comune di Tricase è semplicemente e sostanzialmente inadempiente!
Saremo lieti di condividere con “Il Volantino” e i suoi lettori, passo dopo passo, la costruzione del programma per Tricase, che sta avvenendo in incontri settimanali sempre più partecipati ed ancora aperti per accogliere i cittadini che abbiano il desiderio di apportare il proprio contributo per migliorare la nostra città.
Siamo in marcia per #Tricase5Stelle2017!
P.S.: Ci vediamo ogni lunedì alle ore 20.00 in via Roma 114. Partecipazione libera, non servono tessere!”
di Giuseppe R. Panico Sarà un buon anno?Ma è iniziato a furia di attentati,tanti migranti a Marina Serra, una gelata da pinguini e il nome duemila e…17.“A disgrazia”, dicono a Napoli sulla loro tombola, pensando pureal sangue di S.Gennaro che lo scorsodicembre non si è sciolto. Tenendo ben stretti i nostri …portafortuna, vediamoallora come gira il nostro mondo storto.
Si sciolgono i ghiacciai, si alza il livello del mare ela temperatura del pianeta.
Il Salento, con tanti rifiuti,diventa “terra dei fuochi” e un fiume di droga arriva dall’Albania; lapovertà economica e culturale avanzae i nostri giovani rinunciano pure amoltiplicarsi.Perla Procura Antimafia di Lecce, la criminalità aumenta e si evolve, ma in stilecalabrese. Altro cheresidui di mafia e camorra, orascivoliamoverso la ndrangheta. Avanzano i migranti, sia in entrata che in uscita.
Sono 181mila quellidel 2016, quanti sono gliabitanti di Brindisi e Lecce, in media 500 al giorno. Vengono, in gran parte, dall’Africa sub- sahariana (un tempo detta Africa Nera); moltissimi non per guerre maper motivi economici e senza diritto di asilo. Oltre centomila sono invece i nostri giovani emigrati(principalmentein Germania),anche loro per motivi economici.
La differenza è che i nostria trovare lavoro, stipendio e alloggio ci pensano da soli. Per quelli che invece arrivano da noi, ci pensiamo noi ma poi, a parte pochifortunati, li schiavizziamo nei campi, li arruoliamo nella malavita e lighettizziamonelle periferie urbane.
Se il Nord Europa progredisce con le nostrefaccepiù abbronzate, il Sud Europa che noi siamo, regredisce e si scurisce in viso ancora di più. Di loroil resto d’Europa non ne vuole sapere; ha alzato muri, divieti, fili spinati e gli Inglesi ne sono uscitianche per questo. Sempremeno, più deboli e vecchi,non riusciamo ad aiutare i nostri giovani in casa nostra e quelli stranieri in casa loro.
Portati dagli scafisti, raccoltidai nostri “scafoni” sono, come nei terremoti,ma per motivi religiosi, economici, di guerra e di sovrappopolazione, le “faglie” islamica e arabo-africana che spingono sotto quella europea e, ove questa è più debole, causanoscosse eterremoti.Saranno forse loro ad integrare noi tutti, ma nei loro usi e costumi.
Saremo meno Meridionali ma più Eurabici o Eurafricani.Intanto Putin, che continua ad espandere gli interventi dellasua Russia, e Trump,in America alle prime armi,sembranoportarcia una nuova guerra fredda. Le tante roventiguerre locali a raffreddarsi invece proprio non ci pensano. Le vendite di armi vanno alla grande e“Finché c’è guerra c’è speranza” diceva un bel film con Alberto Sordi.Nel Salento proseguono intanto le “guerricciole” per la SS 275, la Sud -Est edaltre insaneopere o gestionie le News politiche a volte si accoppiano con quelle delle“gangs of Salento”. Riuscirà Roma, senza più Renzi, a salvarci?
La Capitale affidatasi intanto “alle stelle”,fa fatica a ripulire le sue vecchie stalle. Se, per fondarla, bastarono due gemelli (Romolo e Remo) e i capezzoli di una mamma lupa, per affondarla, ai tanti del malaffare politico, non basta una mandria di mucche con le…”minne”piene.
Non riuscendo poi a salvare le loro banche, le risanano pure con i nostri soldi.Chi ci salverà da tanta “disgrazia” o“realpolitick”?
Non saràcerto colpa di Napoli, di Roma, di noi tutti, né del primo 17 di questo terzo millennio. Forse è colpa di quei due che, nei giardini dell’Eden, dando retta a una biforcuta linguaccia, addentarono una mela. Che peccato! Sarà stato anche originale, ma ci ha rovesciato addosso un mondo di malanni, pur lasciandociqualche terrena delizia.
Comela voglia,l’illusione, l’utopia, il coraggio, il sacrificio di impegnarsi a cambiarlo.Magari iniziando col nostropiccolomondotricasino. Piano Coste, Piano Regolatore, Piano Parco, Piano Marino,Piano Traffico epure il Piano Asfalto.Meglio troppo tardi che mai.
Abbiamo pure le amministrative in primavera e Palazzo Gallone piace a molti, forse pure a chi c’è già. Ma, a meno di illuminate eccezioni, è ben noto (almeno altrove)che, alternando, con sane elezioni, avvicendamenti e meritocrazia,politici e dirigenti, lo sviluppo cresceed il malaffare cala. A chi pensa, come il savio Andreotti, che“Il potere logora chi non c’è l’ha”, meglio dirgli che, farsi logorare sempre dagli stessi,non è proprio da savi. L’eccesso di potere è poicome la droga,logora subito latesta.Alle idi di maggio,la teca di S.Gennaro verrà di nuovo manipolata. Il sangue si scioglierà o aspetterà il 2018 ? (La tombola per il 18 dice “o sangre”).
Noi, in quel periodo, col motto “vota e vinci, se non voti perdi”scioglieremo il nostrovoto, maalle urne. Megliosenzamanipolazioni altrui oquel“familismo amorale” che rischia di appenderci al collo “a disgrazia” di questo 2000 e… 17.Cambiaretombola? Meglio.
Ma una tuttanuova associando, ad ognuno deisuoi 90 numeri, 90 delle più belle immagini della nostra Tricase e della sua storia.Un vincente portafortuna da regalare “urbe et orbi”, ai turisti d’estate,a Natale d’inverno, ai nostri ragazzi lontani, agli immigrati vicini. Faremmoidentità e, come dice il Presidente Mattarella, anche comunità.
E se il paradiso terrestre non ritorna fra noi, avremmo almeno più punti per meritarci quell’altro.
o
di Antonio Lia Cari amici, mi piace immaginare il Centro Storico di Tricase con tutte le sue strade,stradine, corti, piazzette,fornite di tutti i servizi: rete idrica e fognatura per le acque reflue e quelle piovane, metano, una nuova e più adeguata illuminazione, fili telefonici e dell’ENEL interrati, le strade rifatte con basoli, i muri delle case dipinti con tinteggiature fedeli ad un piano colori ben studiato, un Centro Storico pieno di ristorantini, piccoli locali commerciali, di artigianato locale,baretti accattivanti con tavolini all’esterno dei locali, senza traffico ma tutto in una bella isola pedonale, in particolare nelle ore serali.
Mi piace anche immaginare un parcheggio auto per quegli automobilisti che vogliono vivere e visitare il Centro ma che non vogliono fare strada a piedi; un parcheggio quindi vicino, magari nel terreno dove insiste una serie di vecchie serre arrugginite(che non distruggerei ma penserei a come riutilizzarle, forse per un orto botanico di erbe spontanee e su questo se ne potrebbe parlare in seguito), vecchie serre che oggi creano un brutto impatto con il paese per chi viene dal Porto di Tricase o da Marina Serra. Mi piace immaginare lì un bel parcheggio in mezzo agli alberi, ordinato, pulito, con servizio di un piccolotapie-roulant che servirebbe per portare la gente in Piazza Pisanelli e poi nel Centro Storico del paese, un tratto brevissimo che potrebbe servire al visitatore per guardare una planimetria della Città e fargli capire la posizione e i luoghi da visitare o da intrattenimento.
Tricase, non finirò mai di dirlo, è un paese unico, attrattivo, che può dare molto all’intero territorio, che può fermare qui i turisti; offrire ospitalità in Città o al mare o nei paesi vicini non è difficile, una Città che, se ben organizzata, potrebbe diventare il riferimento vero, il centro di tutto il Capo di Leuca.
Tra qualche mese gli elettori di Tricase saranno chiamati ad eleggere il Sindaco ed il nuovo Consiglio Comunale;oltre alla simpatia dei Candidati, le parentele, l’appartenenza partitica,dovranno valutare i programmi che verranno presentati e la loro credibilità, la volontà della nuova Amministrazione Comunale di realizzare in tempi certi gli impegni assunti. Sono convinto, o meglio voglio convincermi, che Tricase saprà uscire dal gap negativo nel quale sta vivendo, che saprà trovare linfa nuova e persone che hanno a cuore i problemi del paese e dei suoi Cittadini, Uomini che abbiano passione per le cose, le persone,l’impegno per la risoluzione dei problemi della gente e, in modo particolare, dei giovani che stanno vivendo momenti difficili per il loroinserimento nel mondo del lavoro, lavoro che ogni giorno diventa sempre più un problema. Auguro alla popolazione che quelli che saranno eletti, al di là di rappresentare i partiti politici(che invero non esistono più), sappiano rappresentare la Città e sappiano ritrovare la sua Identità. Tricase ha bisogno di una Amministrazione che sappia dialogare, trovare il modo di coinvolgere tutte quelle esperienze e persone che possono contribuire a far crescere il paese, da quelli che hanno avuto il coraggio di restare e di quanti hanno avuto la forza di andare via ma che amano il loro paese, di quelli che hanno scelto la Città come seconda meta della loro vita, perché attratti, affascinati, dalla bellezza e dal calore umano che gente semplice sa trasmettere; degli Amministratori che sappiano caricarsi di umiltà ascoltando tutti, facendo tesoro di consigli e proposte, riunendo, in incontri foraniali, gli assenti per ascoltare le loro idee, frutto di esperienze maturate in altri posti. Tricase ha anche bisogno di ritrovare la sua dignità, essere presente nelle Istituzioni, rappresentare il territorio, orfano a tutti i livelli Istituzionali.
Il Comune può,ed è la mia esperienza che mi fa dire che un Comune può, anche creare nuove opportunità lavorative, esempi ce ne sono tanti. Tricase è ricco di risorse perché paese con Cittadini laboriosi, con buoni artigiani, agricoltori, professionisti, operatori commerciali; il Comune può, insieme a loro, fare molto e dare serenità a tante famiglie preoccupate per il futuro dei loro figli.
Mi auguro che ci sia qualcuno che avrà voglia di immaginare la Città del futuro, una Città moderna, capace di dare servizi ai Cittadini, di risvegliare la dignità sopita, di cogliere quelle creatività che fanno proiettare il paese verso il futuro. Se c’è la voglia, la passione, l’amore verso il paese, sono convinto che tutto questosi può e si deve fare.
Antonio Lia
di Alessandro Distante Non entro nel merito della decisione del Sindaco Coppola di non confermare il dott. Luigi Muci come Comandante della Polizia Municipale. Le ragioni di tale mancata conferma si possono leggere nel provvedimento a firma del Sindaco.
Esprimo un giudizio positivo sulle capacità e sulle doti professionali dell’ex Comandante, riconosciute, del resto, in autorevoli contesti; vorrei però soffermarmi, seppure brevemente, sulla reazione di alcuni cittadini che -almeno così mi è sembrato e così voglio sperare che sia- costituiscono una sparuta minoranza, che non ha mancato di salutare quella scelta con un “Finalmente” o “Era ora!” o frasi simili.
Dico subito che queste ultime reazioni, oltre che essere assolutamente fuori luogo rispetto alle ragioni della decisione sindacale, mi fanno riflettere suscitando non poche preoccupazioni.
Esse vanno al di là di ogni questione sul rapporto di fiducia che pure deve esistere tra il Sindaco ed un Dirigente, ma mettono in luce una antica insofferenza per quella doverosa azione di controllo e, se del caso, di repressione che è alla base del vivere ordinato.
Le regole di una Comunità devono essere rispettate e devono essere osservate da tutti, a prescindere dalla forza sociale, o di altra natura, del singolo. Quando non si rispettano, ci deve essere qualcuno che lo accerti e prenda le conseguenziali iniziative.
Ciò è necessario, perché non accada che chi conosce, chi può o chi ha, possa farla franca e che la legge finisca per valere solo per chi non sa o non può difendersi o, per dirla in altre parole, che valga solo per i più deboli.
Far rispettare le leggi e applicare le sanzioni non è certo compito grato ma è pur sempre necessario. Ed è un compito che costa, tanto è vero che il dott. Muci è stato destinatario di una lettera di minacce che non si deve mai smettere di condannare.
Gli autori di quella lettera non sono stati individuati, ma chi oggi dice “Finalmente” o “Era ora!” rischia di consolidare quel substrato che alimenta quel tipo di deprecabili iniziative; non basta dire quel che è ovvio, e quindi condannare lettere e minacce, ma occorre chiedersi se quelle lettere e quelle minacce non trovino la loro lontana origine in quella insofferenza al controllo che porta a vedere come “liberatoria” la rimozione di chi è stato vittima di quelle lettere e di quelle minacce.
Come pure viene da chiedersi se quelle lettere e quelle minacce non trovino un lontano alimento in quella deprecabile cattiva politica che scarica sul Funzionario le “responsabilità”, isolandolo più che sostenerlo e ingenerando nel cittadino l’idea che determinate questioni potrebbero andare diversamente se solo quel Funzionario non fosse così “intransigente”.
Sono queste le domande e le preoccupazioni suscitate da alcune reazioni e commenti; al di là della questione specifica, sarebbe molto pericoloso se, inavvertitamente, si desse corpo ad atteggiamenti che nulla hanno a che fare con quella cultura della legalità e della responsabilità per la quale lavorano tutti, politici e funzionari, nessuno escluso e che sono alla base di un ordinato e piacevole vivere civile.