DARIO MARTINA, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
HA DECISO DI STACCARE LA SPINA PRIMA DI “PERDERE” LA TESTA…??!!
di Nunzio Dell'Abate
Nell’alveo delle riflessioni sulla vita politica tricasina, bene ha fatto il Direttore Distante a soffermarsi sulla recente lettera con cui il Presidente del Consiglio Comunale ha chiesto a Sindaco e Giunta lumi sullo stato di attuazione delle tante mozioni consiliari.
Pienamente condivisibile l’iniziativa del Presidente, nell’ambito delle sue prerogative, a garanzia dell’unico organo elettivo di rappresentanza popolare e delle sue funzioni di indirizzo e controllo.
E’ evidente che la sua domanda sia del tutto retorica e provocatoria e scopre, ove ce ne fosse bisogno, il vaso di pandora di un profondo iato fra Consiglio, da una parte, e Sindaco con il suo esecutivo, dall’altra.
Svariate le mozioni deliberate da tempo ed all’unanimità dal Consiglio ma rimaste, ormai a metà mandato, lettera morta.
Tra le tante, l’istituzione di uno sportello comunale per giovani ed imprese e del testamento biologico.
Ma anche sul fronte delle mozioni “Tricase Città dei Libri”, “Tricase Clean City” e “Tricase Città Accessibile”, poco o nulla è stato operato dalla Giunta Chiuri.
Vi è di più. La legittima richiesta avanzata dall’ufficio di presidenza di dotare il Consiglio di una sala consiliare più dignitosa ed i gruppi consiliari di ambienti per l’esercizio delle loro funzioni ed il ricevimento dei cittadini, individuati nella sala del Loggione con conseguente ampliamento, attraverso la fruizione dell’attuale sede consiliare, degli uffici protocollo ed anagrafe di anguste dimensioni e privi di riservatezza, è stata accolta già da un anno dal Sindaco ma è rimasta sulla carta.
Ancora, le tante interrogazioni consiliari ad alcune delle quali il Primo Cittadino ha financo assicurato piena evasione, ma evidentemente senza alcuna reale volontà di farlo.
Per tutte, quella sulla riapertura di viale Aldo Moro verso il quartiere della ‘167, quella sul potenziamento del corpo di Polizia Locale o l’altra ancora sulla riattivazione delle stazioni di bike sharing (bici elettriche).
Il Presidente Martina è demandato a mantenere la barra dritta dei lavori consiliari e l’iniziativa epistolare assunta ben va in quella direzione.
Ma la verità, diciamocelo francamente, è che il Sindaco considera il Consiglio un peso, un laccio, ne farebbe volentieri a meno, vive le sedute consiliari con sofferenza, si sottrae al confronto tanto da abbandonare sistematicamente l’aula quando chi scrive prende la parola per farvi ritorno al termine dell’intervento, una grave offesa istituzionale alla persona e a ciò che in quell’aula essa rappresenta.
Un Primo Cittadino che si considera, buon per lui, del tutto autosufficiente e risolutore di ogni problema della comunità.
In questo contesto si inserisce una maggioranza silente, se si escludono le sferzate del consigliere Vincenzo Chiuri per un deciso cambio di passo e per la netta presa di distanza da alcuni componenti della Giunta, ma assai divisa al suo interno, quasi a compartimenti stagni, con consiglieri che dichiarano di stare alla finestra, altri che aspirano a diventare prima o poi assessori ed altri ancora che pur ricoprendo importanti cariche istituzionali sovracomunali non vengono neppure degnati del saluto dal sindaco.
Per non parlare della Giunta, con assessori in bilico ed altri a tempo come il vice sindaco, e dei funzionari comunali che in un clima così irrespirabile perdono inevitabilmente riferimenti, obiettivi e stimoli.
Senza rispetto dei valori umani e dei reciproci ruoli non si cresce; le buone idee nascono dal confronto, anche aspro purchè contenuto nella normale dialettica fra le parti; nessuno è depositario del bene assoluto, ma con il contributo di tutti lo si può raggiungere.
Hanno partecipato 4 squadre, due di serie A3
( Alessano e Leverano) e due di serie B ( Tricase e Galatina).
Sabato, 28 settembre. Dopo aver sconfitto nella prima gara il Leverano, la Libellula Fulgor Tricase volley ha conquistato la XIV edizione del Memorial Fernando Panico di Galatina, battendo in finale (domenica 29) i padroni di casa dell'Olimpia Galatina per 2 set a 1.
Due bellissime e intense giornate di sport all'insegna della sportività e piene di sano agonismo, nel ricordo di una persona che ha dato tanto alla pallavolo salentina
Caprarica di Tricase La comunità di Caprarica ha abbracciato il suo nuovo amministratore parrocchiale, don Luigi Stendardo, nella messa vespertina di domenica 22 settembre 2019 presieduta dal vicario generale della diocesi di Ugento - S.M. di Leuca monsignor Beniamino Nuzzo.
Don Luigi, 34 anni, nativo di Miggiano, subentra a don William Del Vecchio (ora a Corsano) dopo diversi anni da vice parroco nelle parrocchie di Corsano, Tiggiano e Ruffano San Francesco.
Per don Luigi sarà la prima esperienza da amministratore parrocchiale dopo 7 anni dalla sua nomina sacerdotale.
La parrocchia di Caprarica lo ha accolto con un caloroso benvenuto, esprimendo la sua gioia e la voglia di intraprendere un nuovo e proficuo cammino con il nuovo amministratore.
Anche don Luigi, dal canto suo, si è detto entusiasta di questa nuova nomina ringraziando, con un velo di commozione, il vescovo monsignor Vito Angiuli per la fiducia concessagli.
A don Luigi Stendardo il più sincero augurio di buon lavoro nella parrocchia Sant'Andrea di Caprarica da parte dei gruppi parrocchiali e dell'intera comunità di fedeli.
Tricase, 26 settembre 2019. Oggi pomeriggio è stato protocollato un documento di “chiarimento” da parte della maggioranza (esclusa la vice presidente della Provincia la dott.ssa Federica Esposito) per capire la “posizione amministrativa” del presidente del Consiglio comunale di Tricase, il dott. Dario Martina.
“Dichiari pubblicamente se è ancora componente
a tutti gli effetti del gruppo di maggioranza ”
Il tutto dopo che il Presidente Martina, in questi giorni, ha inviato una lettera all’Esecutivo cittadino.
Il Presidente Dario Martina ha chiesto alla Giunta di informare il Consiglio Comunale sullo stato di attuazione delle tante mozioni deliberate dai Consiglieri ed ha così chiesto di dare conto del rispetto dell’indirizzo politico amministrativo che spetta al Consiglio stesso.
Insomma: una normale precisazione su compiti e ruoli oppure un campanello d’allarme, quasi un avviso ai naviganti a tenere ferma la rotta secondo quanto voluto dal Consiglio?
La lettera inviata dal Presidente del Consiglio contiene una vera e propria lezione, giuridicamente apprezzabile, sull’istituto della “mozione consiliare”: uno strumento -spiega Martina- attribuito dalla legge al Consiglio per promuovere una discussione su argomenti di fondamentale importanza; la mozione –conclude il Presidente Martina- è il principale mezzo che i Consiglieri hanno nel presentare e formulare istruzioni e/o direttive al Sindaco e alla Giunta. Riecheggia il perenne confronto/scontro tra potere legislativo e potere esecutivo, tra l’assemblearismo parlamentare e il decisionismo dell’Esecutivo, tra il dibattito politico su indirizzi e principi e l’emergenza del fare e dei problemi di ogni giorno.
Ma –sembra chiedere Martina- che ne è delle istruzioni e/o direttive approvate dal Consiglio? Sono o non sono state attuate?
La domanda è persino offensiva per chi la fa, considerato che è ben possibile verificare lo stato di attuazione; forse la domanda tradisce un retropensiero: le direttive non hanno trovato attuazione! Da qui la lettera trasmessa alla Giunta, ma inviata per conoscenza (?) al Sindaco, al Vice presidente del Consiglio (?) (Nunzio Dell’Abate) ai Presidenti di Gruppo e a tutti i Consiglieri comunali.
Il Presidente Martina non si risparmia nel ricordare –qualora qualcuno lo avesse dimenticato- che la funzione della “mozione è dunque quella di dare all’esecutivo un indirizzo politico amministrativo” anche se, precisa subito dopo, senza un effetto giuridico di “immediata obbligatorietà per la Giunta”.
Insomma: se non è necessario dare subito attuazione agli atti di indirizzo, è pur sempre necessario darvi attuazione.
Una iniziativa, quella del Presidente Martina, comunque e certamente inusuale: può essere letta come una rivendicazione di centralità del Consiglio che egli presiede, oppure, per continuare il parallelismo tra Comune e Stato, quasi una mozione, se non di sfiducia, per verificare la fiducia, la qual cosa non è di molto differente.