di Alfredo DE GIUSEPPE
“In quarant’anni il mondo è cambiato” scrivevo a proposito del calcio a Tricase nel mio ultimo libro “40 lunghi campionati”.
Il mondo è cambiato molto e non solo nel calcio.
Anche la scuola pubblica è da anni allo sbando. Insegnanti sottopagati e delegittimati da Presidi (rinominati Dirigenti) costretti a cercare iscritti per assicurare una pur minima sopravvivenza a quella che è definita Azienda piuttosto che poter curare il massimo della qualità dell’offerta formativa complessiva. Genitori che hanno usato i nuovi mezzi informatici e soprattutto i social per diventare aggressivi e prepotenti, contando su due fattori: non si boccia nessuno e ogni lamentela diventa un atto d’accusa. In mezzo a tutto questo si vedono famiglie ormai lontane dai figli, tranne nell’apparenza di un ottimo voto. In questo scenario proprio non ci voleva un Ministro dell’Istruzione e del Merito come Giuseppe Valditara.
Dopo varie gaffe e inciampi anche sulla lingua italiana, il Ministro ha avuto l’ardire di partecipare il 18 novembre scorso alla presentazione della fondazione dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa dal supposto fidanzato italiano, tal Filippo Turetta. Ha affermato il Ministro, attraverso un video pre-registrato, che il patriarcato non esiste più e che c’è un legame tra violenza sessuale e immigrazione. Anche se la circostanza stessa dimostrava il contrario, anche se le statistiche dicono altro, anche se i familiari di Giulia si sono sentiti offesi. Quel che conta annotarsi è che il Ministro Valditara, classe 1961, non ha nessun Merito nel ricoprire quel ruolo.
Ed allora, se un Ministro della Repubblica si esprime in quei termini, viene voglia di distrarsi -come da sempre accade- con il divertimento sportivo.
Il punto è che, purtroppo, come dicevo prima, in quarant’anni, anche il mondo del calcio è cambiato. Ed è cambiato anche a Tricase.
Il Tricase Calcio ha seguito tutte le dinamiche della società che lo circondava. Ha avuto momenti di gloria e passione, e altri di depressione e chiusura. Ha visto, verso la fine degli anni ’90, la sua massima espressione, prima con il passaggio dai Dilettanti ai Professionisti e poi con la permanenza in Serie C2 per 5 campionati consecutivi. Poi una rapida discesa fino alla chiusura di società di capitali, dei sogni di gloria eterna e il nuovo inizio ripartendo dal gradino più basso. Oggi galleggia in un limbo che non soddisfa nessuno ma che evidentemente non si può facilmente superare, pur con la buona volontà di chi dirige e sponsorizza. (Anche se non mancano le polemiche tra nuovi e vecchi dirigenti, tra chi vuole un giocattolo per sé e chi vuole una grandeur collettiva. Non è questa, del resto, la deriva sociale e politica a cui stiamo assistendo a livello nazionale e mondiale?)
Se dovessi immaginare una vera rivoluzione per il Calcio a Tricase, partirei dalle strutture sportive e da una loro completa rivisitazione. Il campo di via Olimpica, ribattezzato San Vito, andrebbe completamente demolito e ricostruito con sistemi più adeguati ai tempi e magari in modo eco-sostenibile, tipo pannelli solari e acqua riciclata da quelle piovane. Le strutture immaginate negli anni ’60, spesso costruite in modo approssimativo, sono inguardabili architettonicamente, sono consunte e pericolose, difficilmente riparabili. Come nel 1964 il calcio iniziò in modo più strutturato grazie alla costruzione del Campo di Via Matine, oggi si dovrebbe mettere mano al San Vito in modo risoluto per ridare nuovo slancio ad un movimento sportivo ormai logoro e vissuto nell’indifferenza generale. Se è stato abbattuto a Londra un tempio come Wimbledon, penso si possa fare anche a Tricase con il fatiscente e abbandonato San Vito.
Se dovessi immaginare una piccola rivoluzione nel mondo della Scuola partirei dal vertice, perché il Ministro Valditara, classe 1961, leghista della prima ora con Bossi, poi missino con Tatarella, eletto senatore due volte con AN, è poi tornato Con Salvini, eletto, nonostante le liste bloccate, nel 2022 nelle fila della Lega dove svolgeva il ruolo di consigliere politico del segretario Matteo Salvini, non ha nessun merito per essere il Ministro dell’Istruzione e, per giunta, del Merito.
di Gian Paolo ZIPPO
Propaganda: Azione che tende a influire sull’opinione pubblica e i mezzi con cui viene svolta. È un tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto (cit. Enciclopedia Treccani).
Prendo spunto dalla recente vittoria di Trump alle presidenziali USA per fare alcune considerazioni un po’ più nostrane su una manipolazione messa in atto a danno di una realtà sempre più soggiogata ad una visione virtuale e surrogata della nostra esistenza.
Non voglio addentrarmi in tematiche di un evidente razzismo che ormai contraddistingue l’operato del nostro Governo, ma mi soffermo su argomenti di carattere economico forse a me più consoni.
Il recente spot governativo sul concordato preventivo (al di là del successo o meno dell’iniziativa) esprime un evidente intento manipolatorio nel momento in cui pone la domanda “Hai una partita IVA e vuoi pagare il giusto?”
Che significa vuoi pagare il giusto? Che quello previsto ordinariamente dalla normativa fiscale è “ingiusto”? Tutto ciò fa il paio con il “pizzo di stato” di Meloniana memoria, con l’aggravante che ora lo spot è istituzionale a firma del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Non so se è chiara la gravità di questo passaggio: le tasse pagate dal piccolo commerciante sono equiparate ad una sorta di pizzo di stato (quindi ingiuste) per cui si interviene con l’ennesimo strumento di pace fiscale (leggi “condono”) a riportare le cose nel giusto. Per cui, le “ingiustizie” sono perpetrate dallo Stato che, anziché essere tutelato e rappresentato dalla classe politica al governo, viene minato nelle sue fondamenta costituzionali. Tutto ciò è diabolico e fortemente sovversivo!
Come sovversivo è l’attacco ai diritti sindacali sferrato con una doppia tecnica di comunicazione dal duo Meloni/Salvini: da un lato in maniera subdola e con battute triviali degne delle peggiori ideologie capitaliste e dall’altro promettendo con la spada sguainata che non succederà più! Praticamente, uno strumento di libertà popolare, conquistato in decenni (se non secoli) di lotte, derubricato ad atto delinquenziale o deriso con battute del tipo “Sto male, ma lavoro perché non ho particolari diritti sindacali”!
Sono segnali preoccupanti di una propaganda (vedi significato in incipit) che prende il sopravvento e fa credere ciò che non è, utilizzando in maniera egregia i social quale arma sublime di comunicazione. Ed ecco che anche l’elettorato arriva a fare scelte autolesioniste, votando contro i suoi stessi interessi, contro la difesa dei propri diritti, in nome di una politica fatta di slogan roboanti in grado di attrarre le masse, ma privi di qualsiasi contenuto.
Dovremmo prendere (o riprendere) la buona abitudine di verificare sempre i contenuti e i numeri di ciò che viene propagandato…e quando si va sui contenuti non sempre i fautori della propaganda sono in grado di sostenere le loro strampalate tesi (calcolatrice docet)!
Tricase - La Giunta Comunale in data 7 novembre ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica relativo agli interventi infrastrutturali previsti nell’area in Tricase alla via Marina Serra 19; il progetto, denominato “Interventi di completamento dell’area esterna dell’ex deposito mezzi comunali di Nettezza Urbana” è dell’importo di € 135.000,00 ed è stato redatto dal Settore Lavori Pubblici in collaborazione con il CIHEAM di Bari.
Quest’ultimo, già concessionario dell’area in forza del contratto sottoscritto in data 18 aprile 2019, è autorizzato a realizzare gli interventi previsti, in caso di approvazione della proposta progettale e di accesso ai fondi del programma Interreg VI-A Grecia-Italia.
“Nel recente passato -ha premesso la Giunta Municipale- la collaborazione tra CIHEAM ed il Comune ha già conseguito importanti risultati in questo senso concretizzandosi, tra l’altro, nel recupero di diverse strutture comunali abbandonate e sottoutilizzate che sono state rifunzionalizzate e destinate a luoghi utili a coinvolgere la comunità in un percorso partecipato di crescita sostenibile e intelligente del territorio con al centro la valorizzazione del capitale umano, delle competenze inespresse e delle produzioni territoriali agricole ittiche e dell’artigianato di tradizione”.
E la Giunta ha considerato: “In tale direzione vanno intesi gli interventi di recupero strutturale e funzionale già realizzati su spazi abbandonati e/o in disuso quale l’ex mattatoio comunale e il prospiciente ex deposito dei mezzi della nettezza urbana entrambi localizzati in un unico lotto di terreno di proprietà comunale”.
Quegli interventi hanno generato un “laboratorio di comunità” in cui -come leggesi in delibera- “si progettano e si erogano servizi di sostegno per il miglioramento della sostenibilità delle produzioni agricole locali e della piccola pesca artigianale a beneficio del tessuto produttivo locale a rischio di estinzione”
L’ex deposito dei mezzi della N.U. ospita -spiega la Giunta- il “Polo Regionale per la diffusione della Cultura marinaresca tradizionale, dell’artigianato marittimo e dei prodotti del Mare”. A.D.
di Pino GRECO
Si è inaugurata lo scorso 8 novembre, e resterà aperta fino a l'8 aprile 2025, la mostra di Puccetto al Museo Storico di Lecce, idea nata dall' arch. Claudia Branca Direttrice del Museo con la collaborazione della figlia Annalisa, di Loredana Moretti autrice del volume fotografico dal titolo "Una storia di colori e libertà" dedicato all'artista e curata dai critici Toti Carpentieri e Massimo Guastella.
In una retrospettiva di 41 opere su supporti diversi, l'imbrattatore di pezze come lui amava definirsi, racconta l'espansione di una creatività nata libera, senza regole, solitaria, sfuggente dai parametri dell'arte con cui egli stesso non ha mai cercato nè un confronto nè un dialogo.
Tra cassetti, tele, tovaglie, cartoncini, fogli di compensato, emerge il linguaggio istintivo di Puccetto che fece del Casello di Tricase dove svolgeva l'attività di umile casellante il suo laboratorio d'arte. Puccetto era un personaggio diffidente, particolare, singolare per questo a volte discriminato, e senza nessuna competenza è stato in grado di crearsi da solo. Nella sua "sfera magica" così definita dalla figlia non ci si entrava facilmente.
In tantissimi hanno presenziato all'inaugurazione della mostra , il Sindaco della Città di Lecce Adriana Poli Bortone nel suo intervento ha dichiarato" Dobbiamo essere fieri dei Puccetto che ci sono nel Salento". A distanza di un anno e mezzo dalla scomparsa di Antonio, i colori delle opere sembrano essere ancora freschi, vivi e il MUST rappresenta un punto di partenza che rende possibile l'accesso a tutti alla famosa "Sfera Magica" del nostro concittadino
di Giuseppe R.PANICO
Il recente gravissimo incidente stradale che ha coinvolto due ragazzi stranieri, porta, ancora una volta, all’attenzione su come la strada sia ormai una delle maggiori fonti di pericolo, in particolare, per tanti nostri giovani e non solo in auto. Al moltiplicarsi di auto, moto e movimentazione, non sembra aver fatto seguito né una maggiore civiltà nella guida e cura dei mezzi né un maggiore sviluppo e manutenzione della viabilità.
Gli incidenti sono spesso causa di un insieme di fattori, alcuni riconducibili ai singoli alla guida, quali uso di alcool e droga, mancato rispetto del codice della strada (eccesso di velocità, omesso uso delle frecce e degli stop agli incroci, uso telefonino etc.) peraltro su mezzi non di rado sprovvisti di assicurazione e collaudo, come, di recente, già evidenziato sul Volantino.
Altri fattori sono invece riconducibili alle amministrazioni che, responsabili dei singoli tratti di strada e della gestione del traffico, ormai troppo spesso, non curano abbastanza la segnaletica, l’illuminazione, la manutenzione del manto stradale né, ove occorra, le dovute sanzioni/repressioni. Ne deriva una “civiltà” automobilistica, come anche motociclistica, ciclistica e pedonale alquanto carente che non può che portare, in particolare nel nostro Salento, al ripetersi di ben tristi eventi.
La strada è ormai il luogo ove i nostri giovani, che già son pochi, più frequentemente ci lasciano in lacrime, ove più spesso corre il pensiero di insonni genitori e congiunti ed ove più spesso il futuro delle famiglie subisce una dolorosa svolta.
Se in alcuni paesi come negli USA (patente a 16 anni) il “defense of driving” (difendersi dai pericoli della guida) viene insegnato nelle scuole e la patente viene concessa dalla Polizia Stradale, in Italia è anche troppo frequente la guida senza patente o con patente sospesa, o patente fasulla o il pirata della strada.
Fra i fattori a carico delle amministrazioni vi è anche la pulizia/manutenzione delle banchine a lato delle strade. Attività di decisiva importanza su strade strette e curvilinee, spesso con il susseguirsi di accessi laterali a campagne e villette non di rado oscurati da alta e incolta vegetazione, con assenza di specchi parabolici e spesso frequentate da troppo rombanti e troppo veloci centauri.
Un esempio rilevante sono le nostre strade che portano al mare e, in particolare, la stessa litoranea. Una superficialità che rende sovente perplessi e preoccupati i tanti turisti, spesso anziani, che a piedi o in bici la percorrono. Già rinunciano al panorama verso il mare per i tanti alti canneti, ma rinunciare anche a una maggiore sicurezza per gli incolti e ingombranti oleandri che, in più tratti, invadono la strada, riducendone ampiezza e visibilità, non è altro che un invito a recarsi altrove.
Noi tutti pare che ci siamo invece…” assuefatti” a tale pericolo a tali incurie e a tali concorsi di colpa. Almeno fino al prossimo incidente, alle prossime lacrime e nella colpevolezza del proprio silenzio verso le istituzioni.
Come anche fino a quando pedoni e ciclisti che frequentano simili strade, per salutari corse o passeggiate. non si convincano che indossare un vestiario bel più visibile, in particolare al tramonto o di sera, ne va della loro sicurezza o non del loro concorso di colpa in caso di incidente e di tante altre tardive lacrime.