di Giuseppe Accogli
I residenti di Corso Roma a Tricase non sanno più a che Santo votarsi
Buonasera gentile redazione,
volevo portarvi all’attenzione del DISAGIO che vivono i residenti di Corso Roma a Tricase.
Punto prima, la questione di parcheggi perennemente occupati anche dai commercianti in maniera selvaggia.
A questo si aggiungono i problemi del caotico e pericoloso traffico di auto ed ancora l’insostenibile situazione quando viene giù la pioggia: l’acqua piovana non permette il transito dei pedoni, né l’uscita di casa ai residenti.
Da alcuni anni “ bussiamo” alla porta del Comune, e non solo, ma finora non è arrivata nessuna risposta
di Gian Paolo ZIPPO
TRICASE: CENTRO STORICO CHIUSO AL TRAFFICO?
Tra i tanti interventi pubblicati sul precedente numero de “Il Volantino”, quello di Cantiere Civico si chiudeva con una domanda "Perché no?”… Riprendo la domanda e rilancio: “Perché noi no?”
Non a caso nell’articolo veniva richiamata Otranto e subito balzano alla mente le stradine del suo centro storico e la loro cura, le bellezze del luogo, nonché l’enorme flusso turistico che giornalmente si riversa in città; per cui mi sono chiesto quale sia stata la chiave di volta che ha permesso tutto ciò.
A tal proposito parlando con un amico del luogo ho compreso che per capire l’attuale situazione di Otranto occorre partire da lontano.
Nulla nasce per caso e per capire i motivi di un successo bisogna andare alle origini.
In effetti, tutto nasce nel 1979 quando con la collaborazione di un allora giovane Renzo Piano venne avviato il “Laboratorio di Quartiere”, “un progetto - patrocinato dall’Unesco – teso ad avviare una ristrutturazione dei centri storici che potesse garantire, con l’intervento di artigiani locali, il mantenimento dei residenti nelle loro case, protagonisti attivi di un percorso virtuoso che si autoalimentava in una sorta di cantiere permanente.
Ed ecco che parte la ricognizione di tutti “i bassi” del centro storico, cresce la consapevolezza della cittadinanza verso la chiusura al traffico veicolare, si arriva all’apertura del primo ristorante, agli incentivi economico/finanziari tesi ad attirare attività commerciali e a riconvertire gli edifici in strutture ricettive diffuse, per passare poi agli interventi di recupero architettonico con la riapertura dell’antica Porta a mare ed il restauro dell’intero circuito Castello-Fossati-Mura, oggi beni comuni restituiti ai cittadini di Otranto, oltre che alle migliaia di turisti che ogni anno li visitano” (cfr. sito del Comune di Otranto).
Grazie anche alla lungimiranza di amministrazioni che si sono succedute nel tempo e che hanno fatto tesoro del progetto iniziale, il centro storico di Otranto è come lo vediamo oggi, con una vocazione turistica che porta l’amministrazione comunale ad organizzare eventi, mostre ed iniziative culturali in grado di attrarre decine di migliaia di visitatori (vedi ad es. Banksy nell’estate 2021 o Salgado in programma per la prossima estate).
Cosa voglio dire con questo? Che a Tricase bisogna replicare quanto fatto a Otranto? Sicuramente no, anche perché diverso è il contesto temporale, urbanistico e architettonico, ma suggerisco che sarebbe opportuno adottarne il modello, la strategia e la modalità di approccio.
Le parole chiave sono sempre “programmazione” e “pianificazione strategica”, nell’ambito delle quali avviare un progetto organico di riqualificazione del centro storico. L’obiettivo deve essere di medio/lungo periodo secondo una visione lungimirante e non miope. Allo stato attuale, parlare di chiusura al traffico del centro storico “tout court” può essere prematuro, ma il tutto va inserito in un contesto di programmazione più ampio cominciando un percorso che “naturalmente” porti alla scelta più appropriata.
Ed allora occorre censire gli immobili del centro storico, verificare la possibilità di una loro destinazione ad attività commerciali e ricettive, sfruttare i contenitori culturali che già abbiamo (v. Castello), cercarne degli altri, sfruttare le bellezze architettoniche che abbiamo (v. Piazza Pisanelli, San Domenico, Chiesa Matrice), valorizzare vicoli e stradine come quelle della zona “puzzu”, creare un collegamento con le marine, predisporre parcheggi ai margini del centro storico, adottare un piano traffico coerente con le esigenze dei cittadini e in linea con la conformazione urbana di Tricase, creare delle joint venture pubblico-private volte allo sviluppo urbanistico, cercare e partecipare a bandi per finanziamenti di opere di riqualificazione urbana dei centri storici.
In tutto questo affidiamoci alla consulenza di esperti e, perché no, cerchiamo collaborazioni con le eccellenze Tricasine che a livello nazionale ed internazionale possono contribuire al fatidico salto di qualità.
Dimenticavo…..Tricase non ha ancora un PUG! Quindi, ora più che mai, occorre accelerare e dotare la città di uno strumento urbanistico ormai imprescindibile per avviare qualsiasi progetto.
I cittadini, gli imprenditori, i proprietari degli immobili, i giovani hanno bisogno ed il diritto di sapere sulla base di quali regole muoversi.
Anche se qualcosa in autonomia si è mosso, alcune iniziative che hanno visto nascere punti di ristorazione e ritrovi culturali sono state avviate anche in zona “puzzu” e dintorni, ma tali interventi non possono essere lasciati esclusivamente in mano ai privati. Occorre fornire loro il giusto supporto affinché fungano da volano per la rinascita del centro storico.
L’Amministrazione Comunale ha il dovere morale, oltre che politico, di creare il giusto substrato regolamentare su cui poter avviare concreti progetti per lo sviluppo e per il rilancio di un centro storico in grado di ridare allo stesso quel ruolo di aggregazione sociale e culturale, oltre che di attrattore turistico, che gli compete.
Non posso non concludere con un invito a sfruttare appieno i fondi del PNRR, che devono diventare leva e motore propulsore per le iniziative future.
Coach Santiago Darraidou, con il vice Vincenzo Barone a fare le sue veci, schiera Martin Kindgard in regia, Persichino opposto a sostituire l’indisponibile Casaro, i centrali Rau e Fortes, i martelli Vinti e Corrado, ed il libero Paolo Cappio.
Primo set che si snoda sulle ali dell’entusiasmo per Aurispa Libellula che, per la prima volta in stagione senza il suo opposto titolare, non sembra risentirne e sfoggia un sestetto altrettanto famelico conquistando un discreto vantaggio, sino al timeout chiesto da coach Licchelli (8-4). I salentini si affidano ai colpi di Vinti e Corrado, ma anche ai muri e alla ricezione ottimale di Cappio che permette la ricostruzione efficace dell’azione. Kindgard imbecca con precisione Fortes che lo ripaga mettendo a referto due punti, poi Corrado schiaccia a terra un pallone difficile, seguito dal lungolinea di Persichino (15-12). Il Casarano è sempre in partita e rosicchia punti sino al pareggio raggiunto con un ace di Peluso. Coach Darraidou ricorre al timeout dopo aver tentato, sfruttando anche Giaffreda, di proporre diverse soluzioni, ma gli ospiti si portano avanti di un punto (19-20). L’asse Kindgard-Fortes sembra la soluzione più efficace, ma il palleggiatore argentino sceglie anche Corrado e Vinti pur di non dare riferimenti agli avversari. Il Casarano, però, con Paoletti prima e con Petras poi, vince il set (21-25).
Il secondo set riparte con gli ospiti che si portano sul +4 e registrano un’Aurispa Libellula in netta difficoltà (1-5). Corrado e Persichino provano e reagire, ma il Casarano sembra aver trovato l’antidoto a qualsiasi attacco e le armi (Paoletti, Baldari e Petras su tutti) per colpire i punti deboli dei padroni di casa (3-10). Il pubblico di casa prova a spingere come può, coach Darraidou le tenta tutte per fermare l’emorragia ma l’assenza di Casaro, alla lunga, si fa sentire (7-15). Si registra l’esordio in Serie A3 di Fiorenzo Melcarne, quindi l’ingresso in campo di Maccarone, ma le emozioni scarseggiano e si tenta soltanto di rendere meno evidente lo svantaggio (10-20). Vinti è uno degli ultimi ad alzare bandiera bianca e va a referto, prima con una diagonale e poi a muro, seguito da un Fortes altrettanto battagliero (15-23). La rimonta, però, è impensabile e al Casarano è sufficiente gestire il set (16-25).
Corrado e Fortes inaugurano il terzo set, ma il Casarano riprende le redini del match con un buon turno di battuta di Peluso, impreziosito da un ace (3-5). Aurispa Libellula non trova le motivazioni e si lascia travolgere dagli avversari che, schierati in formazione tipo, non hanno difficoltà ad imporsi (6-10). Fortes e Vinti offrono qualche spunto interessante, poi Corrado accorcia le distanze e coach Licchelli si assicura, con un timeout, di evitare distrazioni (11-14). Il Casarano ritrova il ritmo e, ancora con Peluso in battuta, incrementa il vantaggio (12-20). Il set si trascina senza colpi di scena sino alla fine, con Casarano che conquista la vittoria. Un derby che Aurispa Libellula immaginava diverso ma che, considerata la defezione dell’ultim’ora di Casaro, non ha potuto preparare nel migliore dei modi. Da segnalare l’encomiabile l’apporto del pubblico che, dall’inizio alla fine della partita, ha sostenuto la squadra sotto la guida dei Leones, incuranti del risultato negativo.
Aurispa Libellula – Leo Shoes Casarano 0-3 (21-25; 16-25; 16-25).
Aurispa Libellula: Bruno Vinti 8, Martin Kindgard 5, Francesco Corrado 8, Nicolò Casaro, Graziano Maccarone 1, Giancarlo Rau 1, Paolo Cappio (L), Francesco Fortes 12, Enrico Scarpi, Enrico D’Alba, Francesco Giaffreda (L), Lorenzo Persichino 4, Fiorenzo Melcarne. All. Darraidou Vice All. Barone.
Leo Shoes Casarano: Petras 7, Peluso 8, Meleddu, Ciardo 1, Scaffidi, Torsello 4, Baldari 11, Pierri, Ribecca, Paoletti 14, D’Amato, Stefano, Urso, De Micheli. All. Licchelli
Arbitri: Giuseppe De Siemis, Stefano Chiriatti
Uff. Stampa Aurispa Libellula Lecce
di Nunzio DELL'ABATE
I rilevanti interventi urbanistici su via Pirandello e quelli imminenti su via Aldo Moro impongono una seria rivisitazione della viabilità, segnaletica, aree a parcheggio e servizi accessori per evitare che la città, già in sofferenza da questo punto di vista, si ingolfi ancora di più con evidenti ripercussioni sulla qualità della vita ed efficienza delle attività economiche ed imprenditoriali.
Per la verità una programmazione del genere doveva precedere e non seguire una urbanizzazione residenziale e commerciale di simile portata, ma non è mai troppo tardi purchè non si perda altro tempo.
Le misure da adottare sono molteplici e dovranno passare da uno studio approfondito e dal confronto con gli uffici preposti e le associazioni di categoria.
E’ indubbio che il quartiere, così densamente residenziale e commerciale, svilupperà un traffico di veicoli in entrata ed in uscita considerevole. Pertanto si renderà necessario in primo luogo evitare l’attraversamento della città, ancor peggio del centro, per raggiungerlo.
Un agevole ingresso da sud potrebbe disporsi con la riapertura del prolungamento di via A.Moro oltre via G.Cesare, fino alla ricongiunzione con la circonvallazione di via Lecce. Consentirebbe, al contempo, una migliore integrazione e vivibilità del quartiere della ‘167 ad alta densità abitativa.
Strategica risulterebbe poi una rotatoria sulla S.P. 335 (c.d. Cosimina) all’altezza della chiesetta di San Luciano; un intervento che nella scorsa consiliatura provinciale venne posto all’attenzione e condivisione dell’Amministrazione Comunale e che ben potrebbe essere ripreso. Sarebbe una rapida e sicura via di accesso alla zona in questione, sia per i veicoli provenienti da nord che per quelli provenienti dal Capo di Leuca.
Non da trascurare, infine, la predisposizione di aree attrezzate (hub) per consentire di lasciare la propria vettura e di proseguire verso via Pirandello/via Moro con navette ed altri mezzi di urban mobility.
Sono solo delle riflessioni a voce alta, ma tante altre ben più risolutive possono partorire nella prospettiva di una Tricase efficiente e vivibile.
fonte Regione Puglia
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha convocato questa mattina insieme al Prefetto Antonella Bellomo un incontro con tutti i Prefetti pugliesi e i presidenti di Anci Puglia e Upi Puglia al fine di rafforzare il coordinamento istituzionale sull’emergenza Ucraina. All’esito della riunione si è deciso di istituire una Cabina di regia interistituzionale, composta dai rappresentanti di Regione Puglia, Prefetture, Questure, Forze dell’Ordine, Province e Comuni.
La Cabina di Regia dovrà occuparsi dei molteplici aspetti connessi agli arrivi dei rifugiati in Puglia, come le procedure di registrazione, le attività di screening anticovid con tampone, vaccinazione e distribuzione di mascherine FFP2 secondo le disposizioni nazionali, l’individuazione delle strutture di accoglienza, con particolare attenzione alla gestione di eventuali casi positivi al covid, e delle figure che possano garantire la traduzione linguistica e la mediazione culturale.
Le disposizioni nazionali prevedono anche che il Presidente di Regione, in qualità di Commissario di Governo per l’emergenza, individui una struttura interna per il coordinamento delle azioni della Regione.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl pugliesi sono già al lavoro per svolgere l’attività di screening con tamponi e di vaccinazione, come previsto dalle ordinanze nazionali, in favore della popolazione ucraina in arrivo in Puglia.