di Nunzio Dell'Abate

Per il secondo anno consecutivo un’agenzia organizzatrice di viaggi ed eventi di Cutrofiano ha richiesto al Comune di Tricase il patrocinio gratuito e l’utilizzo dell’intero secondo piano di Palazzo Gallone per una esposizione di diverse aziende specializzate nel settore dei matrimoni.
La manifestazione si è tenuta per tutto il secondo weekend di gennaio.
Non entro nel merito della valenza dell’iniziativa che avrà senz’altro attirato interesse in quei giorni per la nostra città, mi soffermo piuttosto su un particolare di non poco conto.


Le aziende espositive, molte delle quali operanti a Tricase, hanno pagato all’agenzia organizzatrice delle somme di danaro, oscillanti fra le 300/500 euro a seconda presumibilmente dello spazio messo loro a disposizione. Inoltre per tutto il fine settimana è stato in funzione il sistema di riscaldamento, quello di illuminazione e l’impianto di ascensore, con l’auspicio che al ripristino e pulizie delle sale ci abbiano pensato gli stessi organizzatori o le aziende espositive.


Ricordo a me stesso che, a norma di regolamento vigente, <il patrocinio costituisce il riconoscimento da parte del Comune di Tricase delle iniziative e manifestazioni promosse da soggetti pubblici e privati di particolare valore sociale, morale, culturale, celebrativo, educativo, sportivo, ambientale ed economico> e che <non è ammessa la concessione del patrocinio per iniziative aventi scopo di lucro>.

Ancora che <la Sala del Trono di Palazzo Gallone è destinata allo svolgimento di manifestazioni a carattere storico, culturale, sociale, proposte dall’Amministrazione Comunale o da Enti, Istituzioni e Associazioni di rilevanza almeno Provinciale>. Infine <la Giunta Comunale può concedere l’uso dei beni a titolo gratuito per manifestazioni di particolare rilevanza e/o organizzate a scopo benefico.

La disposizione gratuita è, altresì, adottata in occasione di manifestazioni patrocinate dalla stessa Amministrazione aventi interesse artistico, culturale, sportivo ecc.>.
I confini del patrocinio, cioè quando una iniziativa e/o manifestazione è connotata da quel particolare valore sociale morale e culturale per cui è degna di essere insignita dello stemma comunale, sono lasciati alla sensibilità di chi governa, sempre sindacabile ovviamente.

Di conseguenza anche la gratuità o meno della fruizione dei beni comunali.
A questo punto, però, si aprono altri scenari.
Fuori dai casi di patrocinio gratuito, è ipotizzabile prevedere un congruo canone per l’utilizzo dei beni comunali, naturalmente per quelli che si prestano e con le opportune garanzie a salvaguardia? Ciò potrebbe avvenire per tutte le tipologie di eventi, anche quelle di carattere strettamente privato e/o commerciale.

Indubbiamente sarebbero interessanti entrate, magari vincolandole alla manutenzione ed ammodernamento degli stessi immobili oggetto di fruizione. Tanti Comuni, anche in Provincia, lo fanno da tempo, come Muro Leccese e Corigliano d’Otranto per citarne alcuni.

In tal caso una qualunque azienda, organizzatrice di eventi come quello di gennaio scorso, non avrebbe remore a corrispondere il chiesto canone, vista la finalità commerciale dell’iniziativa e gli introiti su cui contare.
Una riflessione corale e più approfondita su tale opportunità non guasterebbe.

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