COSA SUCCEDE IN CITTA?

Ripetuti i casi di furti e rapine, tentate o riuscite; l’elenco sarebbe lungo (circa una decina da fine settembre) e tutti hanno avuto di mira gli incassi della giornata di negozi, agenzie di viaggio e cinema. Oltre a questi episodi in Città, si ripetono e si accentuano in questo periodo furti nelle campagne specialmente di olive e reti se non addirittura di alberi. Da ultimo, siamo venuti a conoscenza anche di truffe da parte di due napoletani a danno di persone anziane con richiesta di soldi per inventate necessità di salute.

Insomma un quadro che ha suscitato allarme e che merita di essere esaminato, seppure nella sua giusta portata. Per parte loro, i Gruppi di opposizione hanno chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale monotematico proprio per discutere della situazione. Al di là dell’opera delle Forze dell’ordine, vi è da chiedersi se le responsabilità personali non trovino alimento anche in situazioni di degrado sociale e nelle difficoltà economiche che in questi ultimi tempi, causa Covid e pesante inflazione, si sono acuite. Ma c’è anche da chiedersi se sia andato in crisi quel controllo sociale un tempo molto efficace e se alcuni valori, specie nelle giovani generazioni, siano stati offuscati e travolti dall’illusione del guadagno facile e dal falso mito della conquista di visibilità e di peso in contesti criminali ben più ampi.  Abbiamo qui raccolto alcuni interventi, alcuni dati ed alcune riflessioni che certo non possono essere esaustive di un tema così vasto e complesso ma che intendono offrire alcuni spunti per un ulteriore approfondimento.

LA PAROLA AL SINDACO

Quale è il Suo giudizio rispetto ai recenti episodi di micro criminalità?

I recenti episodi che allarmano tutti noi, ed i commercianti soprattutto, sono frutto di microcriminalità presumibilmente nostrana che continua a ritenersi immune da provvedimenti restrittivi, che arrivano quando la sommatoria di condanne riportate e passate in giudicato arriva al minimo edittale, cioè almeno due anni. Ho piena fiducia nell’operato delle Forze dell’ordine, con le quali il confronto è quotidiano e che hanno già operato, in collaborazione con la nostra Polizia locale, nei luoghi sensibili della nostra Città operando azioni mirate, di prevenzione e repressione che certamente porteranno i frutti sperati

Quali iniziative ritiene che il Comune possa prendere?

I controlli delle strade del commercio sono già stati intensificati da Carabinieri e Guardia di Finanza, che ringrazio sempre per la collaborazione che va oltre il dovere. Abbiamo già ampliato l’orario di lavoro di alcuni operatori di Polizia Locale oltre l’orario di chiusura dei negozi e predisposto un progetto per permettere ai commercianti di affrontare in sicurezza la chiusura serale delle attività. Ovviamente i fenomeni di microcriminalità sono difficili da eradicare, Tricase non li ha vissuti in passato ed il verificarsi in maniera intensiva in alcuni periodi genera allarme sociale, ma con la prevenzione e protocolli di condotta delle attività commerciali potremo arginarli.

Ci sarà un Consiglio comunale come richiesto dalle opposizioni?

Non ritengo necessario né utile un Consiglio monotematico sul tema; sono altresì convinto che non occorre spettacolarizzare il fenomeno che vive anche di episodi di emulazione e che invece occorre lavorare in silenzio e sinergia con le Forze dell’ordine che hanno competenza e professionalità nel controllo di questi fenomeni, al netto dei quali Tricase era e sarà una Città non vittima del proliferare di presenza di criminalità organizzata.

A TRICASE NIENTE FAMIGLIE MAFIOSE

La Relazione semestrale del 2022 della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) fornisce una fotografia delle “famiglie” mafiose operanti in Provincia di Lecce. Numerosi i clan presenti ma nessuno che riguardi Tricase o paesi limitrofi. I territori più vicini a noi dove invece la DIA ha riscontrato la presenza di famiglie mafiose, sono Taurisano, Presicce e Matino.

E’ un dato confortante, segno evidente di un tessuto che tiene e che non si lascia permeare da clan organizzati e dediti a delitti ben più gravi del furtarello. Eppure non si può abbassare la guardia se si considera che Tricase costituisce un centro di indubbio interesse per le dimensioni e per le attività imprenditoriali che vi si trovano.

I FURTI IN CAMPAGNA

Di tanto in tanto mi capita di andare in campagna. Forte il dispiacere nel vedere i tanti alberi di ulivo distrutti dalla xylella, ridotti in moncherini incapaci di offrire lo spettacolo di sempre. Ancor più forte è il dispiacere quando mi raggiunge il proprietario del terreno vicino e mi dice, rassegnato, che ormai lui non ci mette più piede in campagna perché gli è passata la “fantasia”: “Eccome; avevo piantato due alberi di mandarino e me li hanno rubati!”

Lascio il mio compaesano e sto per entrare nel mio oliveto quando incrocio un vecchio compagno di giochi: “Come stai, da quanto tempo…E che fai?”. “Lassami stare –mi risponde contrariato- sono venuto stamattina per raccogliere le poche olive che ci sono e non solo non ho trovato le olive ma non ho trovato neppure le reti. Me le hanno rubate!”

Mentre cerco di consolare il mio amico di infanzia, mi raggiunge un anziano infuriato: “Sono trasuti con la macchina e sono passati sopra le piante di rape! Basta, non se pote scire ‘nnanzi così!”.

E il mio amico di infanzia, a quel punto incoraggiato nella sua incazzatura, ci tiene a dirmi che, a parte la xylella, a parte i ladri, ci sono pure i cacciatori. “Scusa, ma che c’entrano i cacciatori” gli chiedo ingenuamente. “Come che c’entrano! E’ vero che hanno diritto di passare, ma non è possibile che entrano con i cani e quelli saltano sulle mie verdure e le distruggono”.

Percorrendo la stradina che mi aveva portato nei pressi della mia campagna avevo notato alcuni cartelli con la foto delle videocamere e l’avvertenza che la zona è sorvegliata. Ero rimasto sorpreso nel vedere sistemi di videosorveglianza in campagna, ma poi, dopo aver ascoltato i miei amici, ho capito. Ed allora ho detto loro: “Avete ragione e fate bene a gridare, ma non basta, bisogna reagire: ci sono le riprese delle videocamere. Andate dai Carabinieri oppure dalla Polizia Municipale e denunciate tutto e magari loro potranno risalire ai colpevoli”.

“Ma ce dici ‘menu!?” “Non funzionano sicuru, e poi Iddri non perdono tiempu per ste quattro ulie ….”

CRESCE LA CRIMINALITA’ MINORILE

In occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia, non ha mancato di lanciare un grido d’allarme per il crescere della criminalità minorile.

“Aumentano i reati consumati con violenza alla persona, sia dal singolo che dal gruppo, le cosiddette baby gang, spesso in assenza di movente, per futili motivi; fatti espressione di frustrazioni, di fallimenti e di opposizione alle regole e al sistema”.

I dati parlano chiaro: nell’ultimo 2022 sono aumentati i procedimenti penali minorili passati nella provincia di Lecce da 354 dell’anno precedente a 382. “Una criminalità minorile –ha spiegato il Procuratore Maruccia- connotata da aggressività, dall’indifferenza e da indiscriminata violenza; sono segnali di una profonda crisi educativa oltre che di un profondo disagio economico, sociale e familiare che determinano situazioni di pregiudizio per i minori spesso indotti a considerare ‘normali’ attività gravemente illecite”

Da una ricerca pubblicata nell’Ottobre 2022 e condotta dalle Università Cattolica, di Bologna e di Perugia in collaborazione con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e il Dipartimento per la Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno dai 15 ai 24 anni sono emersi dati preoccupanti. I gruppi di minori oggetto di attenzione si dividono in due tipologie: “i ‘bulli’ per le loro attività sui social network con lo scopo di diffondere in rete le proprie azioni come atto di sfida e autoaffermazione e i ‘delinquenti’, meno propensi a pubblicizzarsi, sono identificabili per la ripetitività dei reati commessi”.

Alla radice –secondo questa ricerca- “l’assenza o la problematicità dei rapporti con le famiglie o le istituzioni scolastiche, la conseguente ricerca di modelli di riferimento all’interno di un gruppo che favorisce i processi emulativi e i meccanismi di reciproco sostegno, incoraggiamento e deresponsabilizzazione per le azioni criminali; il disagio socioeconomico; l’abbandono scolastico; l’assenza di stimoli ed ambizioni personali dal punto di vista formativo o lavorativo; l’analfabetismo delle emozioni; l’incapacità relazionale con i propri pari; il crescente utilizzo di social network e il conseguente aumento del cyberbullismo” In Italia negli ultimi dieci anni le segnalazioni di minori autori di reati sono aumentate del 15,34%, passando da 28.196 nel 2010 a 32.522 nel 2020 (Rapporto Direzione Centrale della Polizia criminale)

I REATI DENUNCIATI NELLA NOSTRA PROVINCIA

Nel 2020 i delitti denunciati dalle Forze di Polizia all’Autorità Giudiziaria in Provincia di Lecce hanno visto ai primi posti i Furti (6.847), seguiti dalle Truffe e frodi informatiche (2.758), dalle denunce per Danneggiamenti (2.007), dalle Minacce (972); seguono poi le denunce per Lesioni dolose (554) e per violazione delle norme sugli Stupefacenti (431); ultima tra le denunce più rilevanti le Percosse (132).

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