di Alessandro DISTANTE
“Questa terra ne ha di valori positivi da trasmettere”; così ha concluso il suo intervento la giornalista e scrittrice Cristina Battocletti nella Sala del Trono sabato scorso al termine della presentazione del suo ultimo romanzo “Epigenetica”.
Il tessuto sano della nostra Città, percepito da una Triestina che vive a Milano ma che ama Tricase, è un bel giudizio che non solo ci riempie di orgoglio ma che costituisce una ricchezza per il presente e quasi una assicurazione per il futuro.
In questo quadro di tradizioni e di cultura devono essere letti e valutati, nella loro giusta portata, i recenti episodi di criminalità o, meglio, di microcriminalità che stanno riempiendo le cronache e soprattutto le pagine dei social. Furti e furtarelli che, certamente, non devono essere sottovalutati ma che non possono portare a conclusioni affrettate e a giudizi superficiali, come se, all’improvviso, Tricase fosse diventata una terra in mano alla criminalità e dove niente funziona e dove tutto è da buttare.
Anche certi servizi giornalistici devono far pensare: non si può fare un’indagine sulle impressioni del primo che si incontra per strada o in piazza e che, talvolta per partito preso o per mestiere, ha la vocazione a gettare discredito su tutto e su tutti.
Intendiamoci, gli episodi, per evitare che prendano piede, devono essere attentamente considerati; sono segnali da non sottovalutare e richiedono analisi ed interventi non solo repressivi ma, soprattutto, preventivi e interpellano tutti, privati ed Istituzioni.
Sono segnali di allarme da collegare con un contesto valoriale che ancora esiste ma è insidiato da falsi modelli veicolati da fonti educative o diseducative che trovano spazio in una certa televisione, o in una certa stampa o in una certa musica o, soprattutto, in certi canali social che fanno presa specie sulle fasce più giovani della popolazione.
Sono canali che bypassano quelli tradizionali della formazione e dell’educazione, quali sono sempre stati, specialmente da noi, la famiglia, la parrocchia e la scuola.
E’ evidente che se quei valori, trasmessi da generazioni, vengono oscurati e travolti da falsi valori ed alimentati da agenti corrosivi, quali droga ed alcol, ben si comprende come occorra fare una riflessione che chiama all’appello tutti, nessuno escluso.
Ed allora: no a letture superficiali; no a facili giudizi; no a affrettate condanne di tutto e di tutti; ma, allo stesso tempo, sì a letture attente; sì a giudizi meditati; sì ad azioni lungimiranti e coraggiose.
Se ancora –come ha detto la Battocletti– Tricase ha un tessuto sano, occorre muoversi per tempo per evitare di dover intervenire per rimediare, per mettere toppe su lacerazioni che potrebbero verificarsi; insomma, per dirla con gli antichi: meglio prevenire che curare!