Non sono sogni quelli di Giovanni Bongo, tutt’altro. La mobilità sostenibile non passa solo per le piste ciclabili, ma anche attraverso una migliore fruizione della linea ferroviaria Sud-Est se veramente si concepisse come metropolitana di superficie. Certo occorre lavorare molto sulla nostra cultura della locomozione e sugli obiettivi strategici di funzionari e amministratori. Da tempo, quello ferrato assurge in Europa a mezzo preferito per gli spostamenti non solo di lavoro, ma anche di piacere, pure per brevi tratti. Dalla nostra abbiamo uno scorcio di paesaggio che vale dieci volte il prezzo del biglietto. Il design della litturina è divenuto più suggestivo, ma ancora siamo lontani dal considerarlo un servizio (collegamenti, orari, modalità di pagamento e tanto altro che latita). Due sommesse proposte le lancio pure io agli amministratori locali, giusto per iniziare a diffondere il cult della strada ferrata. Perché non legare il calendario dei maggiori eventi di Comuni più o meno limitrofi all’utilizzo del treno, magari escogitando qualche forma di attrattiva anche a bordo durante il tragitto? Sarebbe bello arrivare biciclettati in stazione, ma è come sognare. Allora perché non proporre all’azienda Sud-Est un protocollo d’intesa per l’utilizzo a parcheggio dell’ampia area posta dietro il casello che potrebbe diventare, nell’attesa della coincidenza ferroviaria, anche una zona di intrattenimento? Si giunge in auto, anche dagli altri paesi del Capo di Leuca, si parcheggia e si prende il treno. Si avrebbe anche l’alternativa interessante, al rientro o prima della partenza, di fare un giro in centro percorrendo via roma. Poi se si mette un bike sharing (servizio di biciclette pubbliche), si farebbe anche prima e con più diletto. Chissà quante altre idee ci vengono se pensiamo ferrato.