di Giovanni Scarascia

Psicologo Clinico Dinamico

Consulente esperto nella risoluzione pacifica dei conflitti

La mia esperienza internazionale nel campo dell’educazione mi ha portato ad interrogarmi e formarmi su alcuni aspetti fondamentali del nostro tempo  che , tragicamente, incidono sulla formazione, sull’equilibrio e quindi sul benessere delle nuove generazioni.

Da poco rientrato in Italia, mi è sembrato di capire che il sistema scolastico in generale non riesca a fornire le necessarie risposte a  domande del tipo: “ Cosa serve ai nostri ragazzi per vivere e godere della loro vita nel mondo? Quali competenze devono affinare per essere dei cittadini attivi e positivi? Come il sistema famiglia può favorire questo processo?”

E ancora “Siete soddisfatti di ciò che si insegna nelle scuole? Non credete che manchi qualcosa? Che si dovrebbe insegnare l’empatia come la storia? La gestione delle emozioni come la geografia? L’ascolto come la grammatica? La Scuola non dovrebbe anche insegnare a parlare in  pubblico? A gestire le relazioni? A prendere decisioni assertive? A mediare i conflitti e ad insegnare a vivere in pace?”

Di solito avverto nei ragazzi una profonda mancanza di punti di riferimento, una profonda mancanza di strategie comunicative e di competenze emotive, quelle che fondamentalmente ti permettono di relazionarti con l’Altro, e di non vederlo come un forziere da svuotare o un avversario da distruggere, ma come un compagno di viaggio. Quelle, in poche parole, che ci permettono di mettere in pratica azioni di pace e non reazioni di guerra.

Professori, Dirigenti scolastici e genitori, mi hanno affidato bambini e adolescenti dicendomi

“è che ha un problema...”. Io, gentilmente, rispondo e ricordo che il ragazzo è semplicemente il risultato delle azioni degli adulti. E che il “problema” non è solo suo, ma di tutti.

Lo studio fatto in Mediazione e Risoluzione Pacifica dei Conflitti mi ha permesso di percepire un livello di conflittualità molto alto, e veramente poche caratteristiche per risolverlo pacificamente, sia dal punto di vista personale che strutturale.

La Pace è una scelta consapevole, difficile, che ha bisogno di un particolare ambiente personale e interpersonale per “succedere”. E dipende soprattutto dalle risorse che le persone sentono di avere (dentro e fuori) e dalla qualità di relazione con l’Altro.

Il Conflitto non è la guerra, non è la violenza. È un Punto nel Tempo e nello Spazio dove si incontrano “Diversità”. La guerra e la violenza sono una risposta di risoluzione. Il Conflitto è Incontro. Nulla più.

Per questo credo che sia necessario, per far “succedere la Pace”, una profonda riflessione su come stiamo propiziando la guerra, sul perchè la violenza e la prevalicazione sull’Altro sia spesso la prima reazione scelta, e non stupirci quando le nuove generazioni si comportano in maniera “incomprensibile”. I bambini imparano da ciò che vedono, da  ciò che vivono, non da quello che gli si dice.

E noi , invece ,progressivamente abbiamo insegnato loro a farsi la guerra, a competere con l’Altro per stabilire presunte superiorità.

La mia esperienza in Colombia, nel campo educativo, mi ha permesso di strutturare una mia proposta, diversa  rispetto al curriculum ordinario offerto dalle scuole , che credo possa essere utile anche in Italia ed in particolare spero nel mio Salento.

Il Programma “Epicentro di Pace” mira ad affrontare il problema della violenza e dell’esclusione, vuole sensibilizzare i ragazzi e gli educatori ad un differente atteggiamento rispetto alla funzione dell’educazione e al coinvolgimento delle famiglie. È un intervento strutturato e temporalmente determinato che intende arricchire la forma di gestione dei conflitti all’interno delle scuole.

Che vuole insegnare a fare la Pace.

Vuole, inoltre, creare un spazio fisico di ascolto e riconciliazione all’interno degli istituti, dove i ragazzi possano apprendere una forma diversa di dirimere i conflitti, di vedere l’altro, di intendere le propie responsabilità e le propie libertà, che soprattutto perduri al termine dell’intervento stesso.

Dopo più di un decennio all’estero, ho deciso di ritornare in Italia .

Mi auguro di essere di aiuto alla mia comunità di origine e di realizzarmi professionalmente.

La Redazione

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di Maria Assunta Panico

Consigliere comunale

La storia urbanistica di Tricase ricalca quella di molti comuni salentini, ma ha delle peculiarità che permangono ancora oggi. Tricase, come ben sappiamo, non ha un solo nucleo abitato ma è una costellazione di centri antichi: il centro, i quartieri e le frazioni, tutti con una storia secolare, dotati di palazzi e castelli con un nucleo storico intorno; a questi si aggiungono le due marine Tricase Porto e Marina Serra.

Questi nuclei, come emerge dalla ortofoto del 1947, subito dopo la guerra, erano completamente staccati l’uno dall’altro, mantenendo l’assetto che avevano avuto per secoli. Dagli anni ’50 ai ’60 lo scenario comincia a cambiare velocemente; la grande emigrazione porta un ritorno economico; contemporaneamente Tricase diviene luogo privilegiato per la lavorazione del tabacco intorno alla quale, per molti anni, ha ruotato la nostra economia.

In questi anni si realizzano le prime grandi lottizzazioni, che, senza un ordine urbanistico, avvengono per frazionamento dei terreni limitrofi ai centri abitati da parte delle famiglie di grandi proprietari terrieri. Nel 1960 si conferisce incarico all’Ing. Marcello Fabbri per la redazione del Piano Regolatore Generale ed il 20 maggio 1961 il Piano viene adottato.

Nella Relazione Tecnica del Piano scritta dall’Ing. Fabbri si legge: “……la presenza di quattro nuclei abitati esistenti, e la configurazione altimetrica del terreno, ha permesso di riorganizzare il comprensorio urbano in una serie di nuclei che si è cercato di mantenere, per quanto possibile, ben individuati anche se collegati e coordinati tra loro nel complesso delle funzioni urbane.

Ciò allo scopo di evitare la formazione di monotone zone edilizie, solcate da interminabili reticolati di strade ad angolo retto, come avviene nelle attuali espansioni, dove le lottizzazioni sono ispirate soltanto dal criterio del massimo sfruttamento del suolo da parte dei proprietari, senza alcun riguardo per l’interesse pubblico, per il decoro urbano e per il benessere dei futuri abitanti…..”. Erano gli anni del boom economico; porre dei vincoli ai terreni adiacenti al tessuto urbano scontentava molti potentati ed il Piano non ha avuto mai un seguito.

Nel frattempo continuavano le lottizzazioni e si realizzava l’albergo “Li Sauli”, l’ecomostro sulla scogliera di Tricase Porto. Nei cinque anni successivi all’adozione del Piano Fabbri vengono presentate ed approvate settanta lottizzazioni, senza criterio, senza prescrizioni, per complessivi 2000 lotti edificabili, un totale di 800.000 metri quadrati, così condizionando fortemente lo sviluppo urbanistico odierno. Nel 1967 si realizza, per volere del Cardinale Panico, l’ospedale che segnerà il destino del paese. L’ospedale è il vero salto di qualità sotto l’aspetto sociale, economico e sanitario del Territorio, ma, incastonato nel centro urbano, non ha possibilità di espandersi, creare servizi e parcheggi ed è, questo, un nodo centrale dell’attuale pianificazione urbanistica.

Negli anni sessanta vengono, anche, realizzate molte scuole superiori, Agrario, Industriale, Magistrale, Professionale e Scientifico, che attraggono, ancora oggi, molti studenti dai paesi limitrofi. Le scuole e l’ospedale innescano un fenomeno di pendolarismo dai centri vicini a cui non corrisponde una adeguata proposta di mobilità pubblica e parcheggi di scambio, anche questo è un altro dei punti da affrontare nella pianificazione in itinere. Nel 1967 venne conferito incarico all’Ing. Sarno per la redazione di un Piano di Fabbricazione. Il Piano viene approvato nel 1975, sovradimensionato, con una previsione di 30.000 abitanti ed è ancora oggi lo Strumento Urbanistico Vigente.

Agli inizi degli anni ’80 venne conferito incarico per la stesura del Piano Regolatore Generale sempre all’Ing. Sarno, ma il Piano non venne mai adottato. Da allora ci sono stati altri tentativi per la redazione di un Piano Urbanistico Generale ma vari eventi e vicende, anche giudiziarie, ne hanno impedito la formazione. Nell’attesa della definizione di queste circostanze, l’Amministrazione “Coppola”, di cui ero parte con il ruolo di Assessore all’Urbanistica ed Assetto del Territorio, ha affrontato altre questioni urbanisticamente molto importanti, giungendo all’approvazione del Piano Comunale delle Coste ed avviando l’iter di redazione del Piano Regolatore del Porto. A giugno 2016 è stato affidato, a seguito di gara, incarico per la Redazione del Piano Urbanistico Generale allo studio “Benevolo”.

Successivamente è stato approvato l’Atto di Indirizzo, il Rapporto Preliminare di Orientamento e si è svolta, nei mesi di novembre e dicembre 2016, una coinvolgente fase di partecipazione con l’organizzazione di incontri tematici in diversi luoghi del territorio che hanno visto la partecipazione di presidenti di associazioni, rappresentanti di categorie di settore, alcuni imprenditori, diversi tecnici (ingegneri, architetti, geometri, paesaggisti), studenti, e cittadini singoli non inclusi nelle categorie suddette.

Gli incontri si sono svolti attraverso laboratori condotti dalla psicologa di comunità e dall’architetto urbanista, così acquisendo informazioni e percezioni utili ai tecnici ed ai Responsabili del Piano per integrare il punto di vista dei cittadini negli indirizzi di pianificazione. E’ stata avviata, quindi, la procedura di Valutazione Ambientale Strategica ed abbiamo approvato il Documento Programmatico Preliminare. Documento che, prima dell’approvazione, abbiamo esposto e discusso nella prima conferenza di copianificazione con gli Enti preposti.

La successione di eventi che ho descritto in premessa non è esaustiva per delineare la storia urbanistica di Tricase, ma è sufficiente a comprendere i problemi che la nuova pianificazione deve affrontare. Una realtà territoriale disgregata che ha bisogno di una visione unitaria, il susseguirsi di sovrapposizioni ed addizioni finalizzate solo alla rendita fondiaria ha portato alla mancanza di una struttura viaria razionale ed una carenza di spazi verdi e parcheggi all’interno della città edificata. Rigenerazione dei nuclei storici, tutela ambientale del territorio, sviluppo sostenibile delle marine. Il Piano vigente non è adeguato al governo di un territorio così complesso, un nuovo Piano è urgente ed imprescindibile.

Tuttavia, da un pò di tempo a questa parte il processo di formazione del PUG sembra essere retrocesso nel dimenticatoio generale, nonostante i nuovi elaborati grafici presentati dai progettisti siano, da mesi, nella disponibilità dell’attuale Amministrazione. E’ calato un silenzio opprimente sui temi della pianificazione comunale, potrebbero e dovrebbero essere coinvolti i cittadini nella nuova fase di redazione del piano strutturale e programmatico, ricominciare la fase di partecipazione e condivisione.

Il Piano Urbanistico dovrebbe rappresentare una vera priorità nel governo del territorio e non essere solo un tema della campagna elettorale. Ci auguriamo, per il bene di Tricase, che la compagine di governo prenda coscienza dell’importanza della pianificazione territoriale nello sviluppo sociale ed economico della città e si attivi per dare nuovo impulso alla formazione del PUG.

La Redazione

Come anticipato nel numero scorso pubblichiamo i dati relativi alle spese del Comune per gli eventi estivi.

La spesa complessiva è di circa 70.000 euro

Come è ovvio non è la cifra in sé che è significativa ma quello che quella spesa ha potuto portare alla Città in termini di immagine e di ritorni economici.

E’ risaputo ad esempio che alcune manifestazioni che si organizzano in Salento e che hanno un notevole costo portano poi un ritorno anche economico notevole.

La questione non è quindi la quantità ma la qualità della spesa o, per dirla in altri termini, il rapporto costo benefici.

E’ per aiutare in questa analisi che riportiamo l’elenco delle spese per ogni singola manifestazione; si tratta di dati pubblici facilmente acquisibili sul sito del Comune.

 € 500 associazione Alibi per campus teatrale

€ 2.000 Pro Loco per evento Puglia Tipica

€ 2.000 a Vera Slepoj e Davide Parolini per premio Iolanda

€ 1.000 associazione Filo di Seta per mostra

€ 300 Salvatore Alessio per canzoni popolari

€ 500 Associazione La Svolta per commedia

€ 300 P40 cantautore per canzoni popolari

€ 1.650 associazione Radicanto per festival

€ 300 Associazione Alex Boxe per incontro boxe

€ 500 Ass. Tricaseèmia per serata teatrale

€ 1000 a Band Vento dell’Est per concerto

€ 400 Associazione The Bluesman Theorys per canzoni popolari

€ 500 a Associazione Diversamente Stabili per teatro

€ 300 Associazione Anteas per commedia

€ 1.500 Associazione mass media officine per CONCERTO

€ 16.500 per concerto sud sound system

€ 1.500 a Puglia set srl per miss mondo

€ 4.400 per concerto radiodervish

€ 500 a Elisabetta Nesca per concerto

€ 1000 a tricaesèmia per concerto

€ 1000 a Roberto Treglia per teatro

€ 6000 per SIFF

A QUESTE spese SI DEVONO AGGIUNGER € 7.500 per SERVIZI VARI (personale di sicurezza, bagni chimici, ecc) RELATIVI AGLI Eventi Sud Sound System e miss mondo

€. 10.500 per gestione palcHI e conferimento incarico tecnico per piano di sicurezza

€ 2000 per servizi igienici

€ 2.500 per SERVIZIO transenne

€ 1.500 per brochure ESTATE TRICASINA

€ 1.500 pubblicità IL Gallo e guida turistica

TOTALE 67. 538

SONO ANCORA DA AGGIUNGER Siae (circa 5.000 euro), consumo energia elettrica (DA QUANTIFICARSI) E STRAORDINARIO PERSONALE COMUNALE COME POLIZIA LOCALE PER ASSISTENZA EVENTI

Premio Giornalistico Il Volantino 9^ Edizione

Tricase, 20 Ottobre 2018 - Ore 19 Sala del Trono

Premiato: Antonio Polito

 

Il Premio Il Volantino, giunto alla 9^ Edizione, verrà assegnato quest’anno ad Antonio Polito, noto editorialista e vice direttore del Corriere della Sera, nonché volto conosciuto per le sue apparizioni come opinionista nelle televisioni nazionali.

Antonio Polito, dopo essere stato vice direttore di Repubblica collaborando con Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro, è stato dal 2014 al 2015 direttore del Corriere del Mezzogiorno ed ha così approfondito i temi del Meridione del quale è originario (nato a Castellamare di Stabia).

Il 6 maggio 2015 ha ricevuto il prestigioso Premio Guido Carli nella Sala della Regina a Montecitorio.

E’ stato anche parlamentare dal 2006 al 2008 eletto al Senato nella lista Democrazia è Liberta – La Margherita.

Nel ringraziare il direttore Polito per aver accettato il nostro invito, pubblicheremo, a partire da questo numero, alcuni suoi scritti, così da favorire la conoscenza dell’illustre Ospite e permettere una partecipazione attiva all’incontro del 20 ottobre.

In un suo recente libro, uscito nel 2017 dal titolo “Riprendiamoci i nostri figli”, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il tema centrale ma un po’ dimenticato del compito educativo in capo ai genitori.

di Nunzio Dell'Abate

Agli inizi dell’anno la Giunta Chiuri stanziò 1.000 euro di fondi comunali, in aggiunta ai 9.000 provenienti dall’Ambito Territoriale di Gagliano del Capo, per l’erogazione di voucher alimentari (buoni di acquisto presso strutture convenzionate) in favore dei soggetti più bisognosi.

Lamentammo subito l’esiguità della somma comunale investita e mettemmo in guardia l’Amministrazione come una decisione del genere potesse rivelarsi controproducente. Alimentare aspettative e speranze, che tali poi rimangono, significa gettare in uno sconforto ancora più grande persone già ridotte allo stremo psico-fisico.

Non ottenemmo la minima considerazione, tanto che ci assalì un dubbio amletico: o il Sindaco Chiuri non conosce lo stato di vera indigenza in cui versano tanti concittadini oppure ha voluto mettere in piedi il classico spot mediatico per manifestare interessamento al welfare della nostra comunità.  

Il risultato è di questi giorni: 85 domande, di cui solo 38 esaudite con un voucher alimentare di € 260 per nucleo familiare. Le restanti inevase per “esaurimento delle risorse”.

Se si aggiungono coloro che per vergogna o pudore non hanno voluto partecipare e non sono pochi, si ha il mortificante quadro della situazione.

Ora non osiamo immaginare come si debbano sentire i 47 esclusi, cui abbiamo solo fatto annusare gli alimenti di prima necessità per pur misere 260 euro.

Se poi ci ricordiamo che la stessa Giunta Chiuri ha speso oltre 70.000 euro per le manifestazioni estive e che tanto sperpero di danaro si registra quotidianamente nel funzionamento della macchina amministrativa comunale, il fegato si ingrossa.

Abbiamo la responsabilità, ognuno in ragione del proprio ruolo di rappresentante istituzionale, di perseguire il miglioramento del grado della qualità della vita e di soddisfacimento del cittadino, soprattutto sul piano della dignità lavorativa e dell’autosufficienza economica.

La strada è segnata ed altre deviazioni non ce le possiamo più permettere.

 

Presentazione ufficiale della Fulgor, una squadra rinnovata e ambiziosa

Tricase. Sabato 22 settembre, in Piazza Cappuccini, ore 21

nella foto è assente l'opposto Di Felice

Appuntamento con la presentazione della Libellula Fulgor Tricase.

La squadra di volley maschile della Città di Tricase disputerà quest'anno il secondo campionato di serie B nazionale.

La Fulgor Tricase è nata nel 2016 inaugurando un progetto ambizioso che in pochi anni sta già dando i suoi frutti.

La società del presidente Francesco Cassiano ha investito tanto per il nuovo campionato che inizierà il prossimo 13 ottobre con la trasferta di Marcianise.

La formazione tricasina è profondamente rinnovata rispetto allo scorso anno.

Alle conferme di Muccio, Tridici, Bisanti, Marzo, Cassiano, Malinconico e D’Alba, si sono aggiunti gli acquisti di Di Felice e Melcarne (opposti),Parisi (palleggiatore), il tricasino Michele Crisostomo

( centrale), il brasiliano Borghetti ( laterale) e il nuovo mister, il cosentino Fabrizio Marano.

Sabato i rossoblu si presenteranno alla cittadinanza, accompagnati dalla musica di Indiano Salentino, ore 21

Fanno parte della nuova Fulgor 2018/19 del presidente Francesco Cassiano:

Allenatori: 1° Marano 2° Amoroso

Palleggiatori: Parisi e D’Alba

Centrali: Muccio, Tridici e Crisostomo

Laterali: Marzo, Borghetti, Cassiano, Fracasso e Scarcia

Liberi: Bisanti e Malinconico

Opposti: Di Felice e Melcarne.

Vice presidente e direttore sportivo:AntonioScarascia.

Team manager: Angelo De Marco

Accompagnatore ufficiale: Donato Casciaro

Segretario: Stefano Sodero.

Fisioterapista: Francesco Ciardo.

Preparatore atletico: Massimiliano Coluccia ( Catarsi)

 

di Nunzio Dell'Abate

A Depressa di Tricase cala il sipario sulla “Scuola Materna Risa Bramato”, l’ultimo presidio scolastico rimasto in piedi dopo la chiusura delle elementari e medie.

Cancellato nella frazione il diritto all’istruzione, nell’insipienza di un Sindaco che non ha saputo, o forse voluto, salvare l’Istituto e mantenere alto il suo buon nome legato alla storia di un’intera comunità.

Parliamo di una eccellenza scolastica che si contraddistingueva per l’offerta educativa ricca ed
articolata, per l’elevato standard dei docenti, per la cura degli spazi, oggetto di recente ristrutturazione, e per l’iscrizione di bambini residenti a Tricase.

Encomiabili lo sforzo e la mobilitazione dei genitori letteralmente abbandonati a se stessi- per ripristinare la funzionalità del Plesso: note accorate al Sindaco, incontri con il dirigente scolastico, trasferte a Lecce all’U.S.P. e financo l’individuazione di altre tre iscrizioni per portare gli alunni da 12 a 15 unità. Ma senza guida istituzionale tutto ciò si è palesato vano.

Ora sono tanti gli interrogativi sulle responsabilità e sulle conseguenze per il tessuto socio-culturale della frazione.

Perché il Sindaco Chiuri ha tenuto in sordina il provvedimento di chiusura della scuola che risale a maggio scorso?

Perché non ha adottato alcuna delibera di Giunta che desse un indirizzo di segno opposto?

Perché non ha investito la Commissione Consiliare o il Consiglio nella sua interezza? Perché non ha posto in essere alcuna attività di sensibilizzazione?

Chi altri della maggioranza consiliare ne era a conoscenza?

Come mai Castiglione (frazione di Andrano), con un minor numero di abitanti ed ugualmente senza elementari e medie, conserva la scuola di infanzia a parità di numero di alunni iscritti?

Perché, come misura estrema, il Sindaco non ha disposto un servizio di scuolabus che assicuri ai genitori l’accompagnamento dei figli nelle sedi della scuola dell’infanzia di Tricase?

Eppure riecheggiano ancora i roboanti proclami del candidato Chiuri alle ultime amministrative dal palco della piazza di Depressa:

Ripartiremo dalle frazioni perché hanno eguali diritti”…

Le segnalazioni dei cittadini

Il campo sportivo di Lucugnano non lascia scampo, tra amianto e trascuratezza totale.

di Pino Greco

La struttura sportiva nella piccola frazione di Tricase,circa 1.750 anime, è in pessime condizioni.

E’ brutta e inservibile

Sul vano esterno ci sono sopra lastre di eternit, sugli spalti risulta la presenza di un lastrone di amianto abbandonato ,il terreno di gioco è un concentrato di erbacce e detriti mentre gli spogliatoi sono poco raccomandabili.

Di certo, in queste condizioni non si può fare attività sportiva ne giocare a calcio.

Non sono poche a Tricase le strutture sportive che versano in condizioni insoddisfacenti.

Altro campo sportivo è quello di Depressa, dove l’assessore allo sport di Tricase, Lino Peluso dichiara:

quello di Depressa non sta meglio. Affidato in gestione da più di un anno e ancora in attesa che il CONI dia il parere favorevole per iniziare i lavori.

Per quanto riguarda il campo di Lucugnano, essendo giunta al Comune una richiesta di gestione da parte di una associazione sportiva del luogo , è stata già deliberata per iniziare la procedura di assegnazione tramite un bando pubblico.

In attesa però la struttura è stata comunque utilizzata da una scuola calcio e da una squadra di amatori calcio che hanno collaborato tra di loro per le spese di gestione. Naturalmente se le immagini vengono scattate nel periodo estivo quando la struttura non viene utilizzata dagli stessi è come pretendere di avere la spiaggetta pulita anche nei mesi invernali”.

…è il caso di rimboccarsi le maniche tutti insieme a far funzionare tutto l’anno il campo e i campi sportivi per far tornare ad essere lo sport anche un punto di riferimento estivo ?

 

 

 

 

di Alessandro Distante

A Depressa, dopo la chiusura della Scuola media e della Scuola Elementare, chiude anche la Scuola Materna.

Crisi delle nascite, politiche di razionalizzazione, centralità di Tricase, tutti fattori che hanno portato ad una morte annunciata da tempo.

“Scuola Materna Risa Bramato” si legge ancora sulla facciata dell’edificio sito in Via Vittorio Emanuele Orlando, in ricordo della donazione fatta dalla famiglia di don Lao Bramato per la perdita precoce della figlia.

La Scuola Materna fu, per molti anni, un’istituzione privata dove operavano maestre mitiche come le signorine De Risi, LA SIG.NA Rosetta e la signorina Dora Genga, tutte signorine con una missione speciale da svolgere: essere maestre e non solo di scuola materna.

L’Asilo –così veniva chiamato- visse momenti di gloria: è ancora vivo, nei più grandi, il ricordo di una mattina soleggiata quando, a metà degli anni Sessanta, giunse il fratello del Papa;

era il senatore Lodovico Montini fratello di Papa Paolo VI che, presidente dell’AAI (Amministrazione per le attività assistenziali italiane e internazionali nonché componente dell’UNICEF), attestò pubblicamente che a Depressa, sì proprio a Depressa, era in attività un Asilo modello, un modello, udite udite, per l’Italia intera.

Come non ricordare l’attività del personale che collaborava con le Maestre; ricordo tra tutte la Lucia e la Maria che cucinavano piatti poveri ma genuini e poi Luigia e tante altre.

Era l’Asilo del Paese; un aiuto alle famiglie, soprattutto alle mamme ma anche un momento di socializzazione e di prima scolarizzazione. L’asilo era anche una palestra di educazione e di rieducazione: io, ad esempio, ero mancino e fu proprio la sig.na Dora a rieducarmi all’uso della mano “dritta”, secondo un vecchio e superato concetto educativo; eppure, in quel modo, ebbi il primo duro contatto con le regole del “vivere civile”.

I bambini, nei primi decenni, venivano accompagnati a piedi dalle mamme; passarono gli anni e alle passeggiate si sostituirono le automobili, prima poche e poi sempre di più ed anche i papà cominciarono ad accompagnare e a riprendere i figli. Segnali di un mondo che cambiava, anche a Depressa.

L’Asilo, intanto, era diventato pubblico; seguirono, come dappertutto, i colpi della decrescita infelice: meno nascite e soprattutto meno famiglie giovani a Depressa.

Una emigrazione più grave e pesante di quella del Dopoguerra. Prima molti bambini rimanevano al paese, con la madre oppure con i nonni mentre il papà o entrambi i genitori andavano in Svizzera o in Belgio; negli ultimi decenni, per via di una diversa emigrazione, le famiglie si sono trasferite in misura sempre maggiore, specialmente al Nord o all’estero.

Oggi, di coppie giovani con figli piccoli a Depressa ce ne sono davvero poche.

E’ stato così che quest’anno non è stato possibile mantenere aperto l’Asilo. Niente da fare.

La Scuola Materna Risa Bramato quest’anno non riapre.

Rimane un edificio ben messo e di recente ristrutturato- segno di una grande e bella avventura; una iniziativa nata per ricordare una persona morta precocemente; l’augurio è che non rimanga solo un ricordo.

Di ricordi Depressa ne ha tanti ma ha bisogno di credere nel futuro e i bambini, è noto,

sono il futuro, anche a Depressa.

Cambiamenti Estivi

di Nunzio Dell’Abate

Per l’estate tricasina l’Amministrazione Chiuri ha speso circa 70.000 euro, interamente a carico del bilancio comunale.

 

70 MILA EURO…

 

SUL PROSSIMO NUMERO TUTTI I DETTAGLI

DEI COSTI PER OGNI SINGOLO EVENTO

 

DELL’ESTATE TRICASINA

 

Nella somma sono compresi i costi accessori per la gestione dei servizi palchi, transenne, bagni pubblici e piani di sicurezza, e per la SIAE.

A parte, ma ad oggi non ancora quantificabili, ci sono i consumi -sicuramente non di poco conto- per la fornitura di energia elettrica e per lo straordinario effettuato dal personale comunale impiegato.

Tali risorse sono state distribuite fra le associazioni, le attività commerciali ed i privati che hanno ideato ed organizzato lodevoli eventi, rappresentazioni, premi e mostre.

Ora, non intendo entrare nel merito dei criteri e delle modalità con cui sono state assegnate queste somme, né sul pregio delle singole iniziative.

Piuttosto vorrei comprendere quale sia il filo conduttore delle politiche culturali di questa Amministrazione, il tratto identitario che si vuol dare alla Città perché si contraddistingua da tutte le altre e con cui venga veicolata nel tempo e nello spazio.

Quel quid simbolo di appartenenza a Tricase e risorsa saliente per la promozione del territorio e delle sue eccellenze.

Proprio come accade in Comuni vicini, si pensi al “Mercatino del Gusto” di Maglie, alla “Notte Verde” di Castiglione, per non parlare della “Notte della Taranta”.

Iniziative che crescono a dismisura d’occhio e costituiscono ormai una ricchezza in ogni senso per le rispettive comunità che ci credono e ci mettono del proprio.

Iniziative che, nelle più variegate forme ed esperienze, vivono nel corso di tutto l’anno ed anche fuori dai confini comunali.

Iniziative che il più delle volte sfociano in Fondazioni o in altre forme giuridiche in grado di intercettare misure di finanziamento e sponsorizzazioni considerevoli, non pesando più sul bilancio comunale.

Percorsi che certamente chiedono impegno, creatività e passione, ma che alla lunga pagano.

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