di Alessandro DISTANTE
Ovviamente, a nome mio e di tutta la Redazione, gli Auguri per le prossime festività pasquali.
Eppure, specialmente quest’anno, nel farci gli auguri, non possiamo non pensare a come siamo lontani da quella pace che, legata al mistero cristiano della Resurrezione di Cristo, è divenuta valore assoluto ed indistinto per tutti gli uomini.
Le guerre in atto e l’affievolimento del processo di pace nello scontro Russia-Ucraina, da un lato, l’insorgere di guerre economico-finanziarie scatenate da quell’imprevedibile (eufemismo dovuto all’essere nella Settimana Santa) di Trump, dall’altro, non lasciano ben sperare ed al contrario fanno emergere una logica opposta a quella della pace, e cioè la logica del più forte e dell’uso della violenza come mezzo per affermare il proprio interesse a discapito di quello dell’altro.
Per non dire, poi, di quanti episodi di cronaca nera si stanno accavallando, con omicidi e femminicidi.
Anche da noi emergono situazioni di poca pace sociale se si considerano i tenti furti degli ultimi tempi oppure alcuni casi di solitudine e abbandono, oppure ancora, in campo economico, alle paure per un turismo che incontra sempre maggiore concorrenza nelle sponde frontistanti l’Adriatico, per non parlare del profilarsi di una crisi idrica che potrebbe dare il colpo di grazia ad una agricoltura già colpita pesantemente negli anni scorsi dalla xylella.
Alla speranza cristiana, al centro del Giubileo, si deve accompagnare una speranza politica che non può che sostanziarsi in una chiara prospettiva di cura del bene comune.
In questo senso è da salutare con favore che si sia dato il via ad un dibattito cittadino a distanza di un anno dalle elezioni amministrative.
Un bene, se si darà corpo ad un progetto di crescita e di coinvolgimento della popolazione e soprattutto dei giovani, chiamati ad affezionarsi al loro territorio ed a costruire percorsi di pace personale e collettiva.