di Alessandro DISTANTE
Un’altra notizia, socialmente poco edificante: un ragazzino di Tricase (appena 15enne) finisce nei guai, accusato di aver violentato una ragazzina di Maglie.
L’ipotesi accusatoria è che la violenza sessuale sia avvenuta con il concorso di un altro ragazzino, pur esso di Tricase, che era –sembra veramente incredibile ed ancor più allarmante- il fidanzatino della vittima.
I due fidanzatini si conoscevano da appena un mese e la conoscenza era avvenuta via social. Poi, dopo il primo incontro, si erano dati appuntamento alla stazione di Maglie. Non basta: ad accompagnare la ragazzina, insieme ad una sua amica, la madre.
In stazione, il presunto fattaccio: all’appuntamento, il fidanzatino si presenta con un amico e questi, nel bagno della stazione, avrebbe “approfittato” della ragazzina; il fidanzatino, intanto, non solo non interviene, ma si ferma nei pressi perché… “voleva sentire”.
I fatti risalgono al 28 luglio 2024 e a distanza di quasi un anno –e dopo varie indagini- le Autorità giungono ad acquisire prove ritenute sufficienti per procedere con la richiesta di arresto. Il GIP ha disposto l’arresto e l’accompagnamento in una comunità educativa per il presunto violentatore ma non per il fidanzatino, non essendovi ancora prove sufficienti per sostenere che questi fosse d’accordo nel perpetrare la violenza.
Questa la cruda notizia: il fatto, se vero, costringe a tristi considerazioni. Innanzitutto è singolare che una madre accompagni la figlia ad un appuntamento con il fidanzatino. Una volta, agli appuntamenti, si andava di nascosto e senza alcun consenso da parte dei genitori. Certo era esagerato allora, ma mi sembra esagerato anche oggi.
Poi che dire del fidanzatino che approfitta della sua ragazza per “dare soddisfazione” all’amico e che addirittura si ferma –secondo l’Accusa- per origliare sulle disgrazie della vittima? Ed ancora: i social sono all’origine di questa storia che non possiamo definire d’amore. Ed anche questo la dice lunga su quali siano i canali di comunicazione di oggi.
Se i social sono il modo per incontrare l’amore della vita, è evidente che le altre reti di conoscenza hanno fallito. Insomma ce n’è da scrivere e da parlare.
Certo è una notizia socialmente allarmante, ma è necessario che se ne parli.
Lo abbiamo fatto con la persona senza tetto che dormiva nella camera mortuaria del Cimitero di Tricase ricevendo critiche ma, lo vogliamo e dobbiamo dire, anche messaggi e interventi di offerta d’aiuto: chi si è dichiarato semplicemente rammaricato e chi ha offerto cibo ed addirittura lavoro.
Accanto a realtà di degrado e di disperazione sociale, vi è un’anima buona di chi si offre –senza alcun tornaconto- a prestare aiuto.
E’ questo il volto della Città del quale vorremmo scrivere e parlare, essendo ovvio che a nessuno –e neppure ad un giornale- piace riportare brutte notizie.
Ma è doveroso non tacere,… per non diventare complici.