di Ercole MORCIANO
Ho raccolto nel tempo una serie di manifestini elettorali che, partendo dal referendum monarchia-repubblica del 1946, man mano è cresciuta fino a comprendere le comunali del 1963. In tutto la raccolta che presento col libro consta di 22 pezzi inediti che ormai – passatemi il tono retorico – faranno parte della storia della nostra piccola patria. Sono stati tutti fedelmente riprodotti nell’appendice del mio volumetto, insieme ad altri interessanti documenti d’epoca, donatimi dal Museo di Storia Patria di Tricase diretto da Donato Antonaci-Dell’Abate.
Se questa è la causa prossima che ha generato il mio libro ultimo nato, quella remota risale al mio amore per Tricase: tutto ciò che ho scritto nel tempo riguarda la mia città natale che, nonostante tutto, rimane per me il paese più bello, perché vi sono nato e sono cresciuto in tutti i sensi. Benché, essendo nato nel 1947, io non possa ricordare il referendum con le comunali del 1946 e le politiche del 1948, ricordo bene tutte le successive, dal 1953 in poi, perché, come tanti miei coetanei, raccoglievo manifestini elettorali lanciati dalle autovetture della propaganda che coi loro grandi altoparlanti a cono passavano per le vie di Tricase, diffondendo le note di “Bianco fiore” (DC), di “Bandiera rossa” (PSI e PCI) o degli altri inni che non ricordo. La sera anch’io, abitando vicino, potevo assistere ai comizi in una piazza Vittorio Emanuele (ora Pisanelli) gremita di gente fino all’inverosimile per ascoltare gli oratori. In piazza non c’erano palchi; i palazzi dai cui balconi gli oratori parlavano erano principalmente due: palazzo Trunco-Cafiero (ora casa canonica) e palazzo Scarascia (dove ora abita la medesima famiglia); mi è stato riferito che nel 1946 e 1948 si tenevano comizi anche in piazza del Popolo (in dialetto “Trave”) dai palazzi della signorina Addolorata Dell’Abate (ora Nicoli-Cazzato) e del dott. Donato Antonaci-Dell’Abate. La principessa Gallone parlava invece dal suo castello.
Il clima era quello di una vera e propria festa, anche se non mancavano piccoli episodi di intolleranza verbale, data la scarsa abitudine al sistema democratico e comunque sempre sotto il controllo delle forze dell’ordine; per quello che so e per quello che altri mi hanno riferito, mai ci sono stati episodi di violenza o casi in cui la forza pubblica è dovuta intervenire con le manette per allontanare gli esagitati.
A Tricase, oltre ai comizi, la propaganda avveniva con manifestini che riportavano stampate composizioni “poetiche”, sia in lingua che in dialetto, aventi lo scopo di vivacizzare, in modo civile e spesso elegante, la campagna elettorale e renderla meno dura.
Nella presentazione dei manifestini ho seguito l’ordine cronologico-elettorale con l’intento di divulgarli e condividerli con i miei concittadini e con quanti, attratti dalla curiosità, avessero voluto passare un po’ di tempo leggendo e sorridendo su cose della Tricase di metà ‘900, di un passato non molto lontano che appartiene alla nostra piccola-grande storia. I componimenti più godibili e frizzanti sono quelli del dott. Enzo Caputo – famosa la serie Quinta colonna – ma tutte le “poesie” sono ugualmente interessanti e meritano l’attenzione del lettore.
Di ogni elezione è stato dato il contesto e, soprattutto per quelle comunali, oltre agli eletti, sono state pubblicate le inedite liste dei candidati tratte dall’Archivio Comunale in cui è possibile che il lettore trovi qualche parente, prossimo o remoto, che partecipava direttamente all’agone elettorale. Una sintetica scheda biografica con foto e bibliografia essenziale, è stata scritta per i protagonisti principali che hanno lasciato una traccia più profonda nella vita politico-amministrativa di Tricase.
La lettura del libro, prefáto autorevolmente dal prof. Hervé A. Cavallera, vicepresidente della Società di Storia Patria per la Puglia, darà modo di constatare che combattersi elettoralmente a forza di “poesie” , dopo un ventennio di digiuno di campagne elettorali, è stato un segno di civiltà che distinse Tricase, grazie al contributo di candidati del calibro di Vittorio Aymone, Giuseppe Codacci-Pisanelli, Fulvio Rizzo e, sulla loro scia, di tanti altri per i quali il comizio un’opera d’arte che avvinceva l’uditorio per il livello dell’ars dicendi e nel contempo lo educava alla comprensione dei contenuti e alla civile tolleranza verso gli avversari.
Ringrazio nella persona del suo presidente, dott. Rocco Cosimo Musio, il C.d.A. della Fondazione “Tommaso Caputo” di Tricase: grazie alla generosità dell’ente, il costo del volume è stato mantenuto basso e comunque gli incassi, tolte le spese per la presentazione, che avrà luogo entro la fine dell’estate, saranno devoluti in beneficienza alla “Locanda della Fraternità”, presso “Maior Charitas”, via Galvani 44, Tricase.
N.B. Il libro si potrà prendere presso le librerie di Tricase e ai primi cento richiedenti (e comunque fino all’esaurimento) sarà data in omaggio la stampa dell’acquerello di copertina con la piazza Pisanelli, opera di Gery Ruberto degli anni ’70 del Novecento, cm 20 x 30 circa.