di Cosimo Musio Presidente “Dialoghi e Reti”
DON TONINO E TRICASE. LA SUA AZIONE, LA SUA EREDITA’…
Continuano gli appuntamenti organizzati dall’Associazione “Dialoghi e Reti”. Come abbiamo già avuto modo di dire, la nostra Associazione nasce con l’intento di promuovere e suscitare occasioni di riflessione e di dialogo su tematiche di interesse sociale. Riteniamo, infatti, che una Comunità si connatura come tale anche dalla capacità di interrogarsi, dialogare ed esperire percorsi di vita condivisi e solidali, orientati alla realizzazione del bene comune.
Dopo l’incontro con il Sindaco Carlo Chiuri e il convegno su Aldo Moro, tenuto dall’on. Gero Grassi, il 22 e 23 maggio prossimi, saràla volta di un appuntamento carico di emozione e, ci auguriamo, di spunti di riflessione, dedicato a don Tonino Bello e al suo ministero di parroco nella nostra città.
L’iniziativa nasce da una riflessione: in questi 25 anni tanto si è parlato e si è scritto di “don Tonino Vescovo”, poco di “don Tonino Parroco”.
Si è avuta l’impressione che Tricase, pur amandolo molto, lo abbia testimoniato poco; anzi, soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla sua consacrazione a vescovo, si è cercato di riporre in un cantuccio quanto da lui realizzato. Ed anche dopo la sua morte ha prevalso il timore ad aprire una riflessione comunitaria sul suo ministero di parroco che, pur avendo riguardato solo una delle tante, troppe, parrocchie di Tricase, ha avuto, tuttavia, un’impronta più ampia.
Spesso si è affidata l’esegesi del suo pensiero e della sua azione a persone che hanno “letto” don Tonino e non a chi, invece, lo ha “vissuto”.
Forse, chissà, la sua preghiera/testamento “La Lampara”, anziché ispirare la meditazione e la traduzione in pratica del suo lascito, ha prodotto l’effetto opposto: ha inibito gli animi. E, per la verità, ciò non può meravigliare. Don Tonino non passa nelle vite di chi gli si accosta, anche se in maniera postuma, senza causare una crisi di coscienza. La sua forza sta nella capacità di mettere a nudo, di fronte al proprio vissuto, il lettore o chi ne fu fortunato uditore. Don Tonino, pur dicendo bene di tutti, come scriveva Padre Turoldo, pone quesiti evangelici che non lasciano via d’uscita. La scelta che pretende è una scelta radicale a favore dei poveri, degli emarginati, degli esclusi…dei dropout. Senza se e senza ma.
Rispetto a questa inibizione ci piacerebbe provocare un’inversione di tendenza: contribuire ad aprire un confronto, libero e franco, rischiare, mettendoci in discussione tutti, e tutti insieme, come Comunità. Sono queste le ragioni, che mi auguro nessuno vorrà considerare presuntuose, che ci hanno spinto ad organizzare un incontro chiedendo a degli Amici di aiutarci a riflettere e a meditare.
Abbiamo chiesto a Gigi Lecci, Claudio Morciano e Caterina Scarascia, che con don Tonino hanno condiviso il percorso nelle organizzazioni laicali e all’interno della parrocchia, di offrirci la loro radicata testimonianza.
Alfredo De Giuseppe, al tempo giovane uomo, inquieto e intraprendente, e Vittorio Serrano, in quegli anni Sindaco di Tricase, approfondiranno il contributo che don Tonino ha dato alla Comunità sociale e politica.
Sarà, poi, Alessandro Distante, dal suo osservatorio attivo di Direttore de “Il Volantino”,
a creare un ponte tra “gli anni di don Tonino Parroco” e i nostri tempi, ponte propedeutico ad un auspicato percorso dialogico che, ispirato dal“La Lampara”, tratteggi un futuro che spetterà a tutti noi scrivere.
Il tutto con la speranza che la memoria di don Tonino stimoli sempre più, nella nostra Comunità,“la capacità di inventarsi, la gioia di prendere il largo, il fremito di speranze nuove, (…) l’ebbrezza di camminare insieme”.