di Nunzio Dell'Abate

Pur continuando ad espletare i nostri compiti istituzionali, abbiamo scientemente silenziato l’azione mediatica da qualche tempo a questa parte. Abbiamo infatti notato una certa insofferenza alla nostra esuberanza propositiva e non volevamo essere di intralcio al governo cittadino.

 

Specie con un Sindaco che vede tutto nero e complotti dappertutto ed alla prima difficoltà minaccia le dimissioni.    

 

Ma a distanza di un anno dall’insediamento della nuova Amministrazione, un minimo di sana verifica va fatta non fosse altro che per schiarirsi le idee e ripartire con più determinazione.

Verrebbe da sintetizzare, rivisitando a Tricase la canzone vincitrice a Sanremo, “Non mi avete fatto niente” in “Non avete cambiato niente”. Infatti, a parte l’aumento delle indennità di sindaco ed assessori e delle posizioni verticistiche del personale, nulla è mutato.

 

Anche il primo bilancio di programmazione economica - approvato, come accadeva sistematicamente in passato, fuori termine a metà anno e con diffida del Prefetto al seguito- è il copia e incolla di quello dello scorso anno. E, come in passato, non si è potuto dare il minimo contributo alla sua formazione, visto che la Commissione Consiliare deputata ai lavori preparatori si è tenuta lo stesso giorno di convocazione del Consiglio per l’approvazione del bilancio, celebrato a sua volta tre giorni dopo!!

Eppure il bilancio, prima di un insieme di numeri, è un mix di azioni e desiderata che disegnano la Città che si vuole.

 

E Tricase ha solo l’imbarazzo della scelta nella strategia vincente per diventare attraente e produttiva: centro storico, nuova zona commerciale, centro servizi, marine, frazioni, zona industriale, patrimonio immobiliare, programmazione culturale-turistica, mobilità urbana eco-sostenibile e risorse umane (imprenditoriali ed associative).

 

Con tutti presupposti per pensare in grande, attraverso una rete integrata e permanente con gli altri Comuni del Capo di Leuca.   

Ne viene invece fuori una Tricase anestetizzata, senza caratterizzazione e sussulti, dove il problema da rincorrere e risolvere è il quotidiano. Per la verità, anche quello lascia a desiderare: folta vegetazione in ogni angolo del paese, manto stradale dissestato, viabilità al collasso, mancanza di sicurezza e sorveglianza, servizi carenti o inadeguati.

 

Con i soliti sperperi che si trascinano da anni: spese per contenzioso alle stelle, spese per la pubblica illuminazione che sfiorano i 750.000 euro, costi eccessivi per le utenze comunali, € 50.000 per spese postali e manifesti, appalti di servizi comunali scaduti ed in eterna proroga, ecc.

 

E con le solite disattenzioni in settori nevralgici: appena 1.000 euro per lo sportello delle attività produttive e neppure un centesimo per le politiche del lavoro. Per non parlare della gran confusione in tema di organizzazione del personale, con aumento di costi per il 2018 di € 210.000 e dissapori su in palazzo.    

Non vogliamo apparire impietosi, ma c’è bisogno di uno scossone. Né possiamo restare inermi spettatori, il ruolo consiliare attribuitoci non ce lo consente. Ma soprattutto ce lo impedisce quella voglia irrefrenabile di contribuire a cambiare per davvero il nostro paese, la nostra mentalità e il nostro comune agire; quella voglia di veder applicati in concreto quei principi di efficienza, economicità, razionalità e legalità cui dovrebbe sempre ispirarsi l’azione pubblica.

In una parola, di crescere…

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