di Alessandro Distante A fine Novembre del 2016 il Consiglio Comunale di Tricase ha approvato una delibera con la quale ha chiesto all’Unione Europea, al Governo Nazionale e alla Regione Puglia di affrontare con decisione la questione Kylella.
Alla base di quella richiesta la convinzione della gravità di un problema con il quale –si legge nella delibera consiliare- dobbiamo convivere nella speranza di contenerlo.
In attesa che la ricerca possa giungere nel medio e lungo periodo ad una cura delle piante infette e che la gestione della epidemia deve necessariamente prevedere alte competenze di tipo economico, ambientale, politico e sociale, è giunto –scrivono i Consiglieri- il momento di condividere una nuova strategia per il futuro del nostro territorio.
Salvaguardare il futuro del Salento ed il diritto delle generazioni future a vivere in un contesto più sano, equo e sostenibile.
Da qui la richiesta che gli Enti ai quali la delibera è stata inviata di adottare una legge speciale, finanziata con specifici fondi straordinari comunitari, nazionali e regionali, finalizzata ad un progetto unico di sviluppo che coinvolga l’agricoltura e tutte le altre attività produttive presenti sul territorio, evitando anche che il ristoro dei danni fin qui subiti dalla nostra olivicoltura vada disperso in mille rivoli. La richiesta poi di uno specifico progetto di rilancio dell’olivicoltura salentina attraverso la razionalizzazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti (almeno semi intensivi, 300-400 piante per ettaro) e l’introduzione di nuovi sistemi produttivi.
In tale ottica, secondo il Consiglio Comunale, sono elementi fondamentali: l’autorizzazione al reimpianto degli olivi seccati o, comunque, colpiti da Xylella fastidiosa con cultivar che risultino più tolleranti al batterio; l’utilizzo della irrigazione, anche attraverso l’impiego delle acque reflue opportunamente trattate, prevedendo in tal senso la ristrutturazione e il rilancio delle attività del Consorzio di Bonifica, attualmente commissariato; il sostegno alla aggregazione e alla organizzazione economica nell’ambito della filiera olivicolo-olearia attraverso un progetto di rilancio della cooperazione e dell’associazionismo che preveda, fra gli altri interventi, l’adozione di un unico marchio commerciale che identifichi il territorio di produzione.
Ed ancora vengono chiesti interventi di carattere ambientale, paesaggistico e culturale, quali la salvaguardia degli olivi monumentali con specifiche azioni di sostegno per monitorare l’eventuale patogenicità, prevedendo specifici interventi anche con la collocazione di reti anti-insetto; la predisposizione nelle aree compromesse di specifici Piani di zona i cui interventi siano improntati, oltre alal salvaguardia degli interessi agro-economici, anche alla riqualificazione paesaggistica e alla salvaguardia idrogeologica; nelle aree maggiormente compromesse, oltre al reimpianto con olivi più tolleranti al batterio, la possibilità di impianto di alberi da frutto delle specie autoctone (ritorno alla biodiversità) e il rimboschimento (anche del bosco ceduo), utilizzando i reflui affinati.
Il Consiglio Comunale, dopo aver evidenziato che il batterio non può essere considerato da quarantena, a differenza di quello che sostiene l’Unione Europea, ma è endemico, ha espresso condivisione per la decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 9 giugno 2016 sull’obbligo di rimuovere tutte le piante potenzialmente infette ancorchè non manifestino sintomi di infezione qualora esse si trovino in prossimità delle piante già infettate, e ciò tenuto conto delle prove scientifiche di cui la Commissione disponeva al momento della sua adozione (maggio 2015).
I Consiglieri hanno richiamato anche il decreto di dissequestro disposto nel luglio 2016 dalla Procura della Repubblica di Lecce osservando che quel provvedimento avrebbe avuto senso solo nella fase iniziale quando fu individuata la presenza del batterio in un’area circoscritta nei dintorni di Gallipoli.
La delibera del Consiglio Comunale è del 30 novembre 2016 ed è stata pubblicata in questi giorni, a distanza di più di due mesi. Sembra che la vicenda Xylella sia contrassegnata da un triste destino: i tempi che occorrono per intervenire e tutto ciò, anche secondo quanto leggesi nella delibera consiliare, non ha certo contribuito alla soluzione di un così drammatico problema.
Ancora oggi in Consiglio Regionale si va di rinvio in rinvio in attesa della approvazione della tanto attesa legge regionale. E intanto il batterio si diffonde.