Salvatore Valli, Alfredo Russo, Roberto Zocco e Gianluca Ciardo

di Lino Peluso È proprio vero che le passioni come primi amori non si scordano mai. Dopo più di 30 anni torno ad interessarmi di atletica amatoriale su strada...fatta di sacrifici e tante rinunce. Il 10 aprile ho partecipato come spettatore intendiamoci, alla 22° edizione della maratona internazionale di Roma . Non provavo emozioni cosi forti da quando appena quindicenne partecipavo alla marcialonga dello juve club o quella dei 5 castelli stravinte dal mio idolo Giovanni Angelelli…

Siamo a Roma… è domenica 10 aprile…c’è da correre, c’è la maratona, tra i circa 17 mila partecipanti anche i nostri “ fantastici 4 ” atleti tricasini. Hanno corso attraversando tutti i posti più simbolici della Città eterna completando i 42 Km e 195 metri previsti dal tracciato con risultati eccellenti. Roberto Zocco e Gianluca Ciardo,sono riusciti a tagliare il traguardo in 3 ore 24 minuti e 39 secondi . Subito dietro “ l’eterno” Alfredo Russo. Dunque un mertitato successo in uno sport che non concede facilmente vittorie e medaglie ma che sa gratificare la passione della disciplina motoria più naturale. Ne da prova la presenza a Roma, anche di Salvatore Valli, alla guida accorta dei nostri 3 concittadini, un “ saggio veterano ” anche della maratona ( con 23 gare sulle gambe, una a New York) il suo miglior tempo a Firenze ( 2 ore 55 minuti e 53 secondi ). Dunque un successo tricasino a questa grande avventura chiamata "maratona "

 

di NUNZIO DELL'ABATE  Tricase ha impellente bisogno di un parco giochi attrezzato per bambini.Noto come paesi limitrofi, di modeste dimensioni rispetto al nostro, siano dotati di apprezzabili attrezzature pubbliche da gioco per bambini e spazi dedicati, dove immancabilmente si ritrovano diverse famiglie tricasine. Un dato certamente non confortante anche da un altro punto di vista, ossia quello relativo all’economia cittadina in quanto di tale affluenza se ne avvantaggiano le attività commerciali di quelle località (si pensi a bar, edicole, negozi, ecc.). Ora di location in città, per collocarvi un parco giochi anche senza troppe pretese, ce ne sono a iosa come: l’area esterna attigua alla nuova sede della biblioteca comunale in via Micetti; una parte del grande piazzale dell’ex ACAIT; la zona esterna dell’asilo Tommaso Caputo o quella antistante l’ex macello comunale e chissà quante altre, se ci soffermassimo a pensare.Si tratta di luoghi sicuri in quanto ben protetti dalla sede stradale. Andrebbe solo circoscritta la zona di fruizione rispetto al resto dell’immobile e magari provvista di qualche copertura per il periodo di calura o in caso di pioggia. Potrebbe pure essere una buona occasione imprenditoriale per chi ci voglia mettere un esercizio commerciale a tema, dietro impegno a manutenere lo spazio adibito all’uso pubblico e gratuito delle attrezzature ludiche. Una iniziativa del genere non comporta un gran dispendio di danaro e farebbe sicuramente felici i nostri figli.

di Pino Greco  Si è scritto di tutto…ne hanno parlato in tanti…tantissimi (giornali,tv locali e nazionali ).Noi abbiamo immaginato un gregge di pecore che potrebbe diventare un eccellente “ tosaerba ”. Proprio così, si potrebbero “ assumere” delle pecore per fargli tagliare l'erba al posto del normale servizio di giardinaggio.Una scelta dettata ( in periodi di crisi economica) dai costi, elevati, per pagare gli addetti ai lavori. Dunque una scelta naturale ed economica.In pratica, utilizzare il terreno con l’erbacce incolte della mega rotatoria tra Lucugnano e Miggiano (un diametro di 150 metri, quando la metà di Lucugnano) per far pascolare il gregge facendo contenti un po’ tutti…pecore incluse…Perché no…il problema è stato già risolto in diverse località d’Italia…Coltivare quest’idea potrebbe essere anche una buona vetrina di integrazione con il territorio, con costi pari a zero, oltre chefar bene anche al terreno che viene concimato naturalmente...

di Alessandro Distante Ha catturato l’attenzione del pubblico, suscitando grande interesse nei presenti nella Sala del Trono. Claudio Scamardella, conosciuto come direttore del Quotidiano di Lecce ma sconosciuto ai più, ha impressionato positivamente per la capacità di trattare questioni complesse in maniera semplice e, da bravo giornalista, offrendo una lettura del territorio e del periodo storico che i suoi abitanti stanno vivendo.E’ stata una serata piena: tanti gli spunti per un confronto che non ha risparmiato niente e nessuno: dal mondo della carta stampata a quello della rete, dalla desertificazione istituzionale alla crisi dei partiti e dei sindacati, dal Leccecentrismo alla centralità del Capo di Leuca nel Mediterraneo, dalla speranza dei giovani alla voglia di riscatto; dalla cultura alla criminalità organizzata, dalla xylella alla 275, dalle Sud Est al Frecciarossa. Al centro, il dialogo e sullo sfondo un progetto, da lui realizzato, di giornale-comunità. Il Quotidiano di Puglia con i suoi 400.000 lettori giornalieri, anche se soltanto uno su quindici compra il giornale, ha da tempo compreso, sotto la direzione di Scamardella, che un quotidiano deve non solo dare le notizie e fare cronaca ma deve diventare uno strumento di partecipazione, diventare un luogo di dibattito per la comunità ed anzi, ed ancor più, diventare un giornale-comunità. E Scamardella ha ricordato le iniziative forti prese anche negli ultimi tempi da Quotidiano, come la denuncia sullo scandalo delle Ferrovie del Sud Est. Un giornale come luogo dove trovano spazio non solo i giornalisti che professionalmente ci lavorano, ma anche i lettori con i loro interventi. Ed alcuni di questi Lettori-scrittori erano in Sala per intervistare Scamardella. Mons. Vito Angiuli, spesso presente, con le sue riflessioni, sulle colonne del Giornale leccese, non ha mancato di esprimere il suo apprezzamento per un Direttore forte e coraggioso, che non esita a dire la sua senza particolari timori anche nei confronti dei potenti. Un Giornale che opera in una terra –ha detto Angiuli- dove talvolta manca il dialogo tra le forza in campo, così che tante iniziative non trovano poi realizzazione. Eppure la forza del Salento sta nella voglia dei giovani di riuscire e la sua ricchezza è l’essere geograficamente al centro del Mediterraneo.Una identità, quella salentina, che, secondo Scamardella, non deve portare ad una chiusura in una male intesa idea di identità salentina, ma che deve aprirsi al mondo.E parlando dello sviluppo del Salento, il Direttore non ha mancato dal mettere in guardia dal rischio di importare modelli di sviluppo, specialmente nel campo turistico, che poco hanno a che vedere con la nostra storia e le nostre terre, un turismo che, se non gestito adeguatamente, può anche essere fenomeno passeggero. Quando il dott. Vittorio Raeli, giudice presso la Corte dei Conti della Puglia, gli ha posto una articolata domanda sulla criminalità nel Salento, Scamardella ha ringraziato la Procura della Repubblica di Lecce quando –ha aggiunto- non si lascia distrarre dalla xylella. E qui il riferimento è stato al superamento di quel modello di Stato con una divisione di poteri che sembra entrata in crisi. Il fenomeno è complesso ma, ha sostenuto Scamardella, non si può pensare di invadere campi che non sono propri. E’ così che sulla xylella alcuni santoni provenienti da esperienze tutt’altro che scientifiche –ha affondato il Direttore- si avventurano in tesi complottiste che poco hanno a che fare con studi ser ed utili. Rivolgendosi al regista Edoardo Winspeare, che aveva introdotto la tematica dell’identità salentina e del ruolo della cultura, Scamardella non ha mancato di sottolineare come Winspeare sia un esempio di uomo di cultura capace di esportare un’immagine del Salento nel mondo. Il riferimento è stato all’ultimo film di Edoardo, quel “In grazia di Dio”, oggi visto in tutto il mondo.Tornando ai temi del giornalismo, Scamardella ha tracciato uno scenario ricco di luci ed ombre; il rischio che l’editoria sia in mano a pochi gruppi sempre più potenti e che la rete finisca per possedere ampi spazi di informazione e di conoscenza dei suoi visitatori fino al punto da condizionarne le scelte di ogni tipo. Le prospettive –secondo Scamardella- sono la sopravvivenza di poche testate nazionali e il proliferare di giornali a livello locale, da offrire ai lettori a titolo gratuito.Prospettive –ha detto Claudio Scamardella- rispetto alle quali il nostro foglio cittadino ben può essere definito un antesignano. Bontà sua.

 

 

Mercoledì 4 maggio su RAI 2 A The Voice, la fortunata trasmissione di RAI2, c’è anche un tricasino, almeno d’origine e senz’altro di affetti: è Davide Carbone. E’ un cantante giovane ma già di molte promesse; il suo modo di cantare e di scrivere canzoni si distingue per il tratto elegante e coinvolgente. Lo abbiamo sentito e, pur preso da mille impegni, ci ha tenuto ad inviare un saluto a quella che sente la sua Tricase, nel ricordo delle tante estati passate al mare, soprattutto quando era ragazzino. I suo genitori vivono da qualche tempo a Depressa, dopo aver passato una vita a Milano. E’ lì che Davide si è formato ed è stato avviato al mondo del canto, avendo avuto la fortuna e la bravura di avere come maestri personaggi del calibro di Bruno Casori e poi di Andrea Bocelli. L’appuntamento importante sarà il 4 maggio con la diretta televisiva dove conteranno i voti dei telespettatori e per quell’appuntamento noi certamente ci saremo, per sostenerlo e per sperare che un tricasino entri nel panorama della musica d’autore italiana.

Note Biografiche: Davide Carbone, nato a Milano, dove ha approfondito la tecnica vocale sotto la guida di Bruno Casoni, attuale direttore del Coro del Teatro alla Scala. Accolto in Almud, società di management artistico di Andrea Bocelli, accanto a lui si è esibito a San Paolo del Brasile davanti ad una platea di oltre 30.000 persone, ha preso parte all’evento filantropico ‘Vivere Amando’ e al concerto ‘La luce dei bambini’ nell’Aula Paolo VI in Vaticano, esibendosi per Papa Francesco. Attualmente è impegnato nel programma televisivo di Rai2 ‘The Voice of Italy’ nella squadra di Max Pezzali che lo ha accolto come suo centravanti. Davide Carbone proviene da una famiglia di origini Pugliesi, il padre è di Tricase e la madre di San Marzano di San Giuseppe (TA). Ultimo di 10 figli e zio di 22 nipoti ha passato le vacanze estive d’infanzia in Puglia una terra alla quale rimane sempre molto legato.

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