Ci siamo quasi…O forse no…
Prima del verdetto “finale” ci dovrebbe essere spazio in queste ore per un faccia a faccia tra Partito Democratico e maggioranza guidata dal sindaco Antonio De Donno. Infatti - secondo alcune voci di corridoio, è in agenda tra oggi e domani un incontro di chiarimento sulla crisi amministrativa di Palazzo Gallone. Dunque, l’unico dato certo al momento è: il Comune di Tricase è senza assessori
Giovedì 8 Giugno 2023, alle ore 19.00, presso la Sala del Trono di Palazzo Gallone di Tricase - si terrà la conferenza stampa per la presentazione del Progetto «vengo anch’io» fortemente voluto per garantire la discesa a mare presso Tricase Porto alle persone con disabilità. Realizzarlo è stato possibile grazie alla sinergia fra Amministrazione del COMUNE DI TRICASE, ROTARY CLUB TRICASE-CAPO DI LEUCA, UNIAMO (Federazione Italiana Malattie Rare) ed ENEL CUORE ONLUS che hanno condiviso il desiderio di rendere il nostro mare patrimonio di tutti.
di Pino GRECO
“E’ arrivato il momento di fare un tagliando”, ha detto il sindaco. Il Comune di Tricase, quindi è al momento senza assessori.
Gli ultimi tre rimasti in Giunta si sono dimessi. Si tratta di Gabriele D’Amico con deleghe al Bilancio, Personale, Tributi, Politiche giovanili, Sport, Affari Generali, Agricoltura, Rocco Piceci delegato alle Attività produttive e artigianali, Edilizia sportiva e palestre scolastiche, Mobilità urbana sostenibile, Servizi cimiteriali, Patrimonio e Serena Ruberto con deleghe all’Ambiente e Salute pubblica, Decoro urbano e piano del verde, valorizzazione del patrimonio culturale, Rigenerazione urbana. Tutti e tre gli assessori erano in Giunta dal 31 ottobre 2020.
Dunque, l’intero esecutivo lascia le deleghe al sindaco che ha intensione di ricostituire in pochi giorni l’organo di governo che dovrebbe guidare Tricase fino alla fine del mandato, vale a dire per altri due anni (2025).
Il sindaco Antonio De Donno: “È arrivato il momento di fare un tagliando, al fine di ripartire con più vigore e determinazione. I tre assessori hanno ritenuto di fare per agevolare un più proficuo e sereno confronto tra i gruppi consiliari, foriero, ne siamo convinti, di una più coesa, determinata ed incisiva azione amministrativa di cui la nostra Città ha bisogno. E poi continua il primo cittadino: “La Città merita da tutti il massimo dell'impegno e del rispetto, e ciascuno di noi deve adempiere al mandato ricevuto con serietà, costanza e dedizione. La prossima settimana, dopo i dovuti approfondimenti con i gruppi consiliari, ricostituiremo l'organo di governo che guiderà Tricase verso la fine di un mandato che, sono certo ed il lavoro svolto finora lo testimonia, ci consegnerà una Città migliore, rigenerata e più accogliente”.
Le dimissioni arrivano a poche settimane da quelle degli ormai ex assessori Andrea Ciardo e Anna Forte del Pd. Proprio il Pd aveva chiesto, “ In maniera non più rinviabile, l’azzeramento della Giunta, quale organo esecutivo di quel metodo e merito che mettiamo in discussione. Solo successivamente ci potrà essere il coinvolgimento dei gruppi consiliari della coalizione eletta nel 2020 attorno a punti programmatici chiari e ad un cronoprogramma di fine mandato certo nei tempi” .
La seconda puntualizzazione nell’ultimo Consiglio comunale (lo scorso 30 maggio), da parte del capogruppo del Pd, Francesca Longo: “Siamo qui presenti per un atto di responsabilità verso la cittadinanza, per deliberare solo il regolamento Tari.
La nostra posizione è ben chiara a tutti”.
Tutto questo mentre il sindaco De Donno si appresta a varare entro questa settimana la nuova Giunta. Una Giunta senza troppe sorprese?
di Giuseppe R.PANICO
Ci risiamo. Una nuova crisi politico-amministrativa mina le fondamenta di palazzo Gallone.
Il suo ripetersi non può che rendere poco produttiva la fiducia riposta alle urne, le risorse elargite, il tempo inutilmente trascorso senza un più dinamico sviluppo ed evidenziare la conflittualità di eletti e poco eletti e dunque le colpe condivise.
Il “sistema Gallone” fatto di hardware (regole e leggi da rispettare) e software (capacità/dedizione ai propri doveri e azioni della cittadinanza attiva), funziona dunque male o a singhiozzo o rischia di non funzionare affatto.
Aumenta così anche il disinteresse al dibattito fra Maggioranza e Opposizione, animato spesso più da contenuti a sfondo politico/ideologico che di argomentazioni gestionali e/o tecnico-amministrative. Nella democrazia incompiuta che caratterizza anche noi, sarebbe ovviamente utile che l’Opposizione, frammentata in più parti e sigle, evoluisse in Alternanza unita per proporre alla cittadinanza valide alternative agli orientamenti della Maggioranza.
Non di rado si cerca invece di svilirla e sfiduciarla con l’obiettivo primario di sostituirla al potere per poi subire a sua volta il medesimo trattamento. Danni dunque a noi tutti e più rapida decadenza di una Tricase che, già da decenni, di certo non brilla in molti suoi aspetti programmatici e funzionali (ACAIT, porticciolo Marina Serra, distribuzione acque reflue, piano traffico, marine etc.). Situazione da migliorare ma che poco può attingere da una popolazione assuefatta ai suoi mali, sempre più demotivata e invecchiata e con troppi giovani che né studiando né lavorando, privilegiano beni facili ed immediati.
Il venir meno della famiglia tradizionale, con meno matrimoni, valori e nascite, porta poi a meno civici doveri e interessi verso il futuro. Le tantissime associazioni cittadine, oltre ad essere un indice positivo della molteplicità di interessi, lo sono, purtroppo, anche della grande frammentazione cittadina e della conseguente carenza di progetti condivisi e partecipati in grado di influenzare l’agire del Gallone. Se nella laboriosa Emilia Romagna tanti comuni e tantissime attività imprenditoriali sono state allagate e distrutte, meno per colpa di Giove Pluvio, e ben di più per una politica che, pur avendo risorse assegnate, non ha saputo fare maggiore prevenzione, da noi, ben più fortunati per assenza di terremoti, tsunami e alluvioni e con un territorio carsico che drena rapidamente gli eccessi fluviali e i troppi pozzi neri (per mancanza ancora di fogne), i danni ce li facciamo da soli con quel “software” scelto alle urne e in possibile avaria.
Potrebbe così arrivare un commissario che, nel tapparci almeno le buche stradali più profonde, tagliarci le erbacce più alte e cambiarci un po’ di lampadine, ci potrebbe anche liberare dalle troppo lunghe dichiarazioni di decaduti e decadenti. Possibile situazione che ci ricorda come, circa un secolo fa, con una legge approvata “Per grazia di Dio e volontà della Nazione” si mandava a casa sindaco e consiglieri e poneva poteri e doveri in mano a un “podestà” di nomina governativa. con incarico quinquennale e capace di curare e sveltire almeno la routine.
I tempi sono cambiati, la Grazia ora più ricercata per esigenze personali e spirituali, la Volontà della Nazione resa invece incerta ed evanescente fra le ombrose pieghe di troppi “non partiti” e/o di liste elettorali da ultima ora, da “ultima generazione” e da “ultima immigrazione”.
A volte quasi una commedia come dal film “L’ armata Brancaleone”, ambientato in Puglia per la conquista, anche allora, di feudo e privilegi. Moltiplicandosi i casi di crisi, sorge poi quasi il dissenso con il grande Winston Churchill che diceva, prima di essere mandato a casa dall’opposizione, che “la democrazia è un pessimo sistema di governo ma meglio di tutti gli altri”.
Con il commissario, un cambio a palazzo almeno per il tempo necessario a trovare in paese un nuovo “Lorenzo il Magnifico” e capaci collaboratori. Ma quello della storia tanto magnifico non era se, ben lieto di vedere i Turchi sbarcare ad Otranto e mozzare la testa ai nostri vicini, mandava a Maometto II una medaglia commemorativa per ringraziarlo del “lieto” evento che aveva messo in difficoltà Papato e Regno di Napoli suoi nemici.
“Nui simu fatti cusi” diceva anni fa qualche anziano, per giustificare sia la diffusa resistenza al cambiamento, sia l’inaffidabilità e l’egoismo in azioni collettive.
Ma meglio non aggiungere anche “Pite i fatti toi e statte cittu”, di sfuggenti abitanti registrati in anagrafe, ma non di cittadini ben attivi e partecipi per una Tricase migliore
di Alessandro DISTANTE
Mentre la crisi politico-amministrativa continua e si aggrava con le dimissioni anche dell’Assessore Forte, la Città registra una importante inaugurazione: su iniziativa del gruppo imprenditoriale Filanto è stata riaperta e riconvertita la Manifattura dei tabacchi che si trova nel territorio comunale di Alessano ma che gravita su Tricase (tra Sant’Eufemia e Lucugnano). La bella notizia, oltre al recupero di un’imponente ed interessante architettura edilizia, è l’assunzione di 300 persone che potrebbero diventare, nel giro di poco tempo, il doppio. D’intesa con la stilista e manager Maria Grazia Chiuri, tricasina d’origine, la Manifattura verrà destinata alla produzione di borse di alta classe per il marchio DIOR.
E’ una notizia interessante che premia la politica di ricucitura intrapresa dall’Amministrazione comunale per il recupero del capitale umano della Città: persone, come la Chiuri (e non solo), che partendo da Tricase si sono affermate sulla scena nazionale e mondiale e che oggi, sentendo il richiamo della loro terra d’origine, vogliono, con affetto, dare un loro contributo.
E’ una notizia interessante perché affianca alla tradizionale idea che il territorio possa svilupparsi con la risorsa turismo, quella che ad esso debba affiancarsi l’attività manifatturiera.
E’ interessante, anche perché dimostra come si possano riconvertire produzioni tradizionali (tabacco e calzature) in segmenti (come quello della produzione di pregio) con ampie possibilità di crescita.
Ed è interessante notare che, accanto a questa iniziativa di notevoli proporzioni per i numeri e per i contatti con l’alta moda, vi sono altre iniziative pur esse significative. E così, proprio nei giorni scorsi, un artigiano locale (Agostino Branca) ha presentato un libro insieme a Jack Sal, famoso architetto di New York, annunciando una serie di iniziative che, partendo dalla produzione artigianale di bottega, daranno spazio ed ospitalità ad artisti e studiosi di livello internazionale.
In questo contesto, che ha trovato e deve trovare un’Amministrazione attenta, una crisi politica rischia di creare un vuoto: un operatore -sia esso commerciale, industriale o comunque anche culturale- se non ha un interlocutore non può operare o, se opera, opera senza potersi confrontare con chi è chiamato a fare scelte che possono favorire ed aiutare la crescita di importanti iniziative.
Sembra proprio che la politica parli un linguaggio diverso da quello della Città e questo scollamento rischia di tradursi nell’ulteriore allontanamento dei cittadini dalla “cosa pubblica” con forti rischi di tenuta democratica del sistema. Di chi le colpe? Sarebbe facile e comodo semplificare e banalizzare processi complessi. Le cause della “crisi della politica” vanno ricercate con analisi più profonde che non esimono da responsabilità neppure i cittadini, distratti e/o interessati, spesso più interessati ad una politica del tornaconto personale al quale, chi amministra a tutti i livelli, spesso si piega perché il consenso viaggia, troppe volte, sul respiro corto dell’individualismo e dell’immediato.