La scorsa estate dopo che Antonio Buccoliero lasciò la Presidenza dell’A.S.D. Atletico Tricase il Signor Mario Minonne (Vicepresidente della gestione Buccoliero) con coraggio formò una squadra dirigenziale per gestire un nuovo corso.Fu indetta una riunione per capire quale fosse la situazione e su iniziativa di noi tifosi, si posero le basi per la costruzione di un modo diverso di fare calcio a Tricase. In pratica, si chiedeva un assetto societario più organizzato e inclusivo, fondato sul coinvolgimento di nuovi operatori economici e tifosi, superando l’idea di un “padre padrone” del club e anzi incentivando l’azionariato popolare in un ottica di sostenibilità economica, trasparenza e inclusione sociale. Un modo, nel nostro piccolo, per “smarcarci” da un calcio sempre più “esclusivo”e privo di poesia, che vede nel “tifoso/cliente” la sua principale ragion d’essere.
La nuova dirigenza parve sposare l’idea vedendo nella costituzione di una cooperativa sociale il primo passo per intraprendere questa nuova avventura.Dopo qualche mese, dei buoni propositi era già rimasto ben poco.Mentre i “ragazzi terribili” di Mister Branà (quasi tutti giovanissimi e del posto) disputavano un campionato per certi versi “epico”, condito da momenti di vera “simbiosi” con noi della EST e mentre la città rispondeva sorniona agli appelli a frequentare lo stadio, la dirigenza si spaccava già in diverse fazioni e a noi è toccato assistere al solito “teatrino”.Un mix di personalismi, superficialità e approssimazione che (come avviene in altri settori) decreta la fine di qualsivoglia realtà collaborativa per il perseguimento di un obbiettivo comune. Ad oggi, mentre le altre squadre si attrezzano per il prossimo campionato, il pensiero della dirigenza è quello di chiudere la passata stagione cercando di saldare i debiti accumulati, con la mannaia della federazione che ha pignorato il conto della società. Alla luce di tutto ciò siamo convinti che sarebbe meglio chiudere in modo netto ed inequivocabile con questo titolo e ricominciare da capo ma non con questo modo di operare. Serve un’inversione di rotta che questa dirigenza ha dimostrato di non sapere mettere in atto. Pur riconoscendo l’impegno messo in campo siamo convinti che serva un esame sincero di coscienza da parte del Presidente e di tutta la dirigenza valutando, per il bene della squadra e del calcio a Tricase, l’intenzione di farsi da parte. Dimettersi può essere una cosa onorevole,prendendo atto che non ci sono le condizioni economiche, né le giuste risorse umane per andare avanti e manifestare apertura a chi potrebbe essere disposto a fare calcio a Tricase, più che un auspicio deve essere un obbligo, per rispetto dei tifosi e della stimata e invidiata storia calcistica della nostra città! Alle manifestazioni di interesse per questa maglia che circolano in questi giorni rispondiamo con un cordiale “benvenuti” e ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare nell’interesse del Tricase. Al contempo siamo altrettanto fermi nel dire che il Tricase, per noi, non è un giocattolo che ha bisogno solo di “danari” da investire per qualsivoglia interesse, per poi essere scaricato al prossimo in condizioni peggiori di come lo si è rilevato. Questo tipo di operazioni hanno di volta in volta aumentato la distanza che c’è tra il Tricase e la città. Di questo ne siamo certi, vista la nostra comprovata esperienza. Oltre ai soldi c’è soprattutto bisogno di gente onesta e affidabile, capace di mettere in campo quella “folle passione” che ci ha permesso in passato di scrivere pagine indelebili di una storia sportiva che appartiene a tutti gli appassionati! Una storia che,oggi più di ieri, sentiamo di dover difendere. Una storia che ci rende ancoraorgogliosi di sostenere la maglia rosso blu in casa e in trasferta, in barba a detrattori e disfattisti di turno, sempre più convinti che comunque vada IL TRICASE NON MORIRA MAI
RUM BOYS - TRICASE FANS
"Donne del '900, percorsi tra Pensieri, Parole e Note" - 17 e 24 giugno 2016 presso la CHIESA DEI DIAVOLI di TRICASE (Le), ore 19:30
Rosa Luxemburg, Simone Weil, Hannah Arendt, Simone De Beauvoir, Luce Irigaray sono il tratto essenziale della vita e le opere di queste donne che hanno lasciato una traccia importante nel dibattito filosofico contemporaneo.
Il Liceo statale "G. Comi" Tricase, UniSalento, Associazione Meditinere-Sac Porta d'Oriente con il patrocinio della Città di Tricase (Le) presentano una rassegna di approfondimento dal titolo "Passioni Civili Donne del '900, percorsi tra Pensieri, Parole e Note". Appuntamento venerdì 17 giugno 2016 ore 19:30 presso la Chiesa dei Diavoli di Tricase con il "Il Secondo Sesso" Simone De Beauvoir, relaziona il professor Antonio Quarta docente di Filosofia presso UniSalento, seguirà il concerto di Dionisia Cassiano "Le chanson francaise" e dintorni Edith Piaf, Juliette Greco e Co. Mentre venerdì 24 giugno 2016 ore 19:30 stesso luogo, con "La Filosofia della Differenza" di Luce Irigaray, relaziona prof.ssa Marisa Forcina docente Storia delle Dottrine Politiche UniSalento. Seguirà il concerto di Marta De Giuseppe "Nuove figure femminili nella canzone d'autore" da Fabrizio De André a Patti Smith.
Il gruppo di lavoro che ha curato gli eventi è composto dalla professoressa Alessandra Beccarisi, Unisalento, prof. Carmine ZoccoLiceo Comi di Tricase, dott.ssa Michela Leone e dott. Michele Turco dell'associazione Meditinere di Tricase. Durante gli eventi, presso la Chiesa dei Diavoli saranno esposti dipinti dell’artista Ezio Sanapo sul tema “Una donna di nome Maria: una storia inedita” e si potranno degustare prodotti del Parco Otranto-S.M. di Leuca-Bosco di Tricase. "Nel proporre questi appuntamenti, abbiamo pensato di incrociare la rivisitazione del loro pensiero con il teatro e la musica - spiegano gli organizzatori. E’ un tentativo, un gioco che mira a intrecciare i diversi linguaggi e a superare la sterile distinzione tra le forme culturali “alte” e quelle popolari. L’altra scommessa è la valorizzazione dei contenitori culturali inconsueti in cui sono collocati gli eventi".
Info: Associazione Meditinere Tricase Per info: 328/4224666; 328/9566549
Un rally del Salento eccellente. Grande la passione che il mondo rallistico esprime a tanta gente, accorsa numerosissima a seguire l’intera manifestazione.
Una Piazza Mazzini a Lecce gremita di un pubblico spettacolare, ad applaudire il via della gara e a festeggiare l’arrivo del sabato pomeriggio. Le due giornate di rally, anche se incerte delle condizioni meteo, di sicuro i tanti appassionati non si sono senz'altro fermati a non seguire l’intera gara. L’ufficio sportivo di Lecce si è dimostrato ancora una volta all’altezza di organizzare un vero rally, ricco di accorgimenti importanti e soprattutto di una grande professionalità nel seguire tutti gli equipaggi. A prender parte al 49° Rally del Salento, la Scuderia Salentomotori di Tricase, diretta dal Presidente Antonio Forte ha schierato sette equipaggi. Un successo ammirevole quello della suddetta scuderia, che dopo una lunga battaglia è riuscita a portare a casa degli ottimi piazzamenti. Un meritatissimo 3° posto assoluto per Tobia Cavallini e Sauro Farnocchia a bordo di una Ford Fiesta WRC, oltre ad un terzo posto di gruppo e di classe. Come già si intendeva, Cavallini puntava il tutto ad ottenere la migliorecollocazione della generale, in vista del campionato italiano WRC, cosa ben riuscita. A seguire con il quarto posto assoluto si è classificato il salentino F.Rizzello coadiuvato da M.Cicognini, che per la gara di casa hanno debuttato con una Citroen DS3 WRC, la loro competizione si è attestata fin da subito, in quanto i loro propositi erano di acquisire punti per il campionato Coppa Italia. Sesto posto assoluto, 1° di gruppo R e 1° di classe R5 per A.Minchella e M.Pizzuti, che a bordo di una eccellente Ford Fiesta R5 Evo allungano la leadership nel Coppa Italia 3^ Zona. Roberto Vescovi insieme a Giancarla Guzzi a bordo di una Renault Clio R3C del team Gima hanno nuovamente fatto una gran gara, piazzandosi al nono posto assoluto, terzi di gruppo e primi di classe. Problemi meccanici per i due ruffanesi, P.Fiorito e G.Passaseo, che con la loro, anche se piccola ma plasmante Citroen C2, sono riusciti a piazzarsi al 32° posto assoluto, 14° di gruppo e primi di classe A6. I due fratelli di Salve, il dottore volante L.Negro accompagnato dal fratello Nicola, hanno terminato la loro seconda gara al 37° posto assoluto, 18° di gruppo e 3° di classe. Sfortunata la gara per P.Garzia e M. Longo, costretti a ritirarsi con la piccola Peugeot 106 N2 per la rottura di un semiasse.Per la Salentomotori è stata una gara gradevole, che grazie agli ottimi risultati ottenuti dagli equipaggi schierati con la stessa, è riuscita a vincere la Coppa Scuderia.
Soddisfatto il Presidente Forte - che sulla pedana di arrivo in Piazza Mazzini, non ha esitato ad annunciare che anche per il prossimo anno, vorrà vincere la coppa scuderia, soprattutto perchè sarà un rally ancora più splendido, in quanto si festeggerà la cinquantesima edizione del Rally del Salento.
di Giuseppe R.Panico Il libro del Sen. Rosario Giorgio Costa e la lezione magistrale, con significativi interventi del Prof Hervè.A.Cavallera e del Dott. Ilario Martella per onorare la figura di Giuseppe CodacciPisanelli, nella mattinata di sabato 4 giugno, presso il cinema Aurora, inducono a riflettere anche sui principi etici e morali che lo animavano e sul suo forte legame con la nostra terra. Pisanelli politico e docente dai tanti incarichi di grande levatura; Ministro della Difesa(a soli 40 anni) e sostenitore del nostro ingresso nella NATO. L’ Alleanza Atlantica di cui,ormai da decenni,facciamo parte e operativa sul mare grazie anche a tante nostre navi e marinai.Pisanelli che, grazie alla sua conoscenza dell’inglese,alla sua preparazione professionale ed al suo stile diplomatico, ben rappresentava, anche all’estero, il lato migliore della nostra politica. Quella di una Repubblica nata da poco (ne abbiamo festeggiato da alcuni giorni i 70 anni). Con un passato da Ufficiale dell’Esercito in Africa e poi volontario in Italia, non poteva, nelle sue molteplici attività, non tener conto anche degli aspetti militari. Nelle pagine del Volantino si è già evidenziato come politica estera, politica industriale e politica militare siano i pilastri portanti di qualsiasi nazione che voglia essere, nella comunità internazionale, attiva, partecipe e soprattutto credibile.Pisanelli, con la sua cultura da statista, ne fu certamenteun grande interprete ed unalto rappresentante. In questi giorni, celebrando la festa della Marina Militare (10 giugno), anche i marinai di Tricase sentono il dovere di commemorarne lafigura, per il suo sostegno al rinnovo della flotta e per il risalto dato alla bandiera navale. Si ricordano in particolare leparole:”giova la costruzione di cacciatorpediniere ed altri armamenti” e “quel tricolore che sventola sui mari a bordo delle nostre unità militari, quel tricolore in cui campeggiano i simboli gloriosi delle repubbliche marinare”. Mezzi e valori umani necessari, ieri come oggi, a prevenire ogni altrui azioni aggressiva,a difendere la pace ed i nostri interessi, ma anche a soccorrere itanti migranti in balia delle guerre e poi delle onde.Anche su quel mare che Pisanelli tanto amava ed osservava dalla sua villa a Tricase Porto affacciata sul Canale d’Otranto. Un canale che, durante la Grande Guerra, fu sbarrato per impedire l’uscita dall’Adriatico della flotta austriaca. Nella notte fra il 9 e 10 giugno 1918, due potenti corazzate, un cacciatorpediniere e 6 torpediniere nemichelasciarono comunque i loro porti per una azione a sorpresa diretta a smantellare le nostre difese costiere,per poi operare fuori dall’Adriatico. Ma, in ricognizione in quelle acque nemiche dell’isola diPremuda, vi erano anche due veloci MAS (motoscafi) italiani. Erano armati con siluri e, nell’animo dei pochi uomini di equipaggio, con i più alti valori di quella bandiera. Non indietreggiarono di fronte a tali possenti forze, anzi attaccarono. La grande corazzata austriaca “Santo Stefano” fu colpita a morte e ben presto affondò. Svanì il fattore sorpresa, la missione nemica fu annullata, le nostre opere costiere non furono bombardate e tante vite italiane furono risparmiate. La Festa della Marina, il 10 giugno, trae origine da tale evento e i marinai di Tricase ringraziano chi, tornato di recente a riposare in questa nostra terra, sentì, in anni ormai lontani, il dovere di chiedere per loro nuove navi e di esaltarne la bandiera. Pisanelli fu anche nostro sindaco, e non ebbe certo dubbi nel sostenere l’opera degli stessi marinai, raccolti nel loro gruppo ANMI e nella loro storica sede ed ove l’attività, a differenza di tante altre associazioni, è prevista e regolata da una specifica legge. Lo scorso 2 giugno, Festa della Repubblica, il Presidente Mattarella ha voluto far sfilare, insieme a tanti reparti militari, 400 sindaci. Certamente per farli sentire più vicini ai valori della nazione, ai cittadini chiamati a difenderla e a preservarne la memoria anche attraverso le Associazioni d’Arma.Purtroppo da noi, la “demilitarizzazione” cittadina avanza rapida, non più una sede per la associazione Combattenti e Reduci, non più per quella dei Carabinieri e,a breve, non più per quella dei Marinai, pur divenuta da tempo anche la sede sociale di tanti nostri anziani. Non ancora una risposta definitiva alle loro ripetute richieste e una grigia pagina di storia patria tricasina sembra coprire il loro monumento a Marina Serra. La consuetadeposizionedellacorona di alloro forse non piùper ricordare i caduti sul mare,ma, nelle note di un toccante ultimo silenzio,un addio ad antichi valori,non decaduti ma fatti decadere. Il nostro Sindaco ha promesso al Senatore Costa, già Sottosegretario di Stato alla Difesa e dunque con vasta esperienza del mondo militare e così attivo sul nostro territorio, la ristampa e la diffusione del suo pregevole libro. Un libro che aiuterà noi tutti a conoscere meglio il nostro passato ed i nostri personaggi. Ma una riflessione potrebbe forsesuggerire alle nostre istituzioni una rotta più sicura e accettabile per i nostri marinai. Forse il Deputato, Ministro della Difesa e sopratutto Sindaco di Tricase, On.Codacci Pisanelli, per fedeltà ai suoi valori, ai suoi trascorsi da militare e per rispetto della altrui memoriae sacrificio, la avrebbe già indicata. Adoggi la rottatracciata per loro sembra quella per renderli”naufraghi”, privandoli, finora senza alternative, del loro vetusto “barcone” in muratura, da restaurare e destinare ad altri ignoti scopi. Forse è il “premio”, al loro ritorno a casa,per i concittadini che sul mare hanno tanto operato, tanti naufraghi hanno salvato e continuano ad operare e salvare.