Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi domenica 5 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.103 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 77 casi, così suddivisi:
28 nella Provincia di Bari;
9 nella Provincia Bat;
12 nella Provincia di Brindisi;
18nella Provincia di Foggia;
6 nella Provincia di Lecce;
2 nella Provincia di Taranto;
1 fuori regione
(1 caso non attribuito ieri è stato attribuito oggi alla relativa provincia di appartenenza).
Sono stati registrati oggi 9 decessi: 5 in provincia di Foggia, 3 in provincia di Lecce, 1 in provincia BAT.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 20.080 test.
Sono 113 i pazienti guariti.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 2.317 così divisi:
790 nella Provincia di Bari;
138 nella Provincia di Bat;
246 nella Provincia di Brindisi;
564 nella Provincia di Foggia;
368 nella Provincia di Lecce;
182 nella Provincia di Taranto;
24 attribuiti a residenti fuori regione;
5 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 5/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/
Tricase,5 aprile 2020
di don Donato Bleve
Domenica delle palme: Gesù entra glorioso in Gerusalemme messaggero di pace.
È il giorno del suo “Shalom” a un mondo sempre più incapace di costruire la pace. Cristo entra glorioso in Gerusalemme. Quali sono i “segni” della sua “gloria”? Un asino simbolo di profonda umiltà e mitezza.
Rami di ulivo da sempre simbolo di pace, da quando la colomba del diluvio ritornò con nel becco un ramoscello d’ulivo per indicare che poteva cominciare una vita nuova. Poi ragazzi che circondano Gesù e gli gridano: “Osanna al Figlio Di Davide, Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!”.
Ragazzi … sempre presenti nel Vangelo, attratti e accolti da Gesù, mentre gli adulti si opponevano. Scelti da Lui come “segno” per i discepoli: “prese un bambino, lo pose davanti a loro dicendo: se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
Mi pare che i giorni che viviamo, in casa, messi in silenzio, nella solitudine, nella mancanza e proibizione di contatti, di relazioni… siano un tempo buono per una verifica dentro la vita individuale, familiare e sociale.
Credo che sia un’occasione per liberare la nostra vita da tanti fronzoli e inutili preoccupazioni che a volte rendono cieca l’esistenza, vuoto il cuore…un deserto. Rendono la nostra umanità quasi un prato pieno di erbacce, ci portano a voltare le spalle gli uni contro gli altri creando così un mondo altamente conflittuale, una società resa impraticabile nel vivere e promuovere “umanità”, disvalori che non accomunano ma disperdono.
Questo tempo ci ha costretti a rapporti disumani. L’uomo non è fatto per isolarsi, per chiudersi in casa… per essere privato della propria libertà, ma per la relazione, per la creatività, per “entrare e uscire”, di casa, dagli uffici, dalle scuole, dalle chiese… per fecondare il mondo di “umanità”, quella vera.
Umanità che non accetta di essere violentata da oppressione, mafiosità, disuguaglianze sociali, da leggi non “uguali per tutti”, come è scritto nei tribunali, ma fatte per i furbi, i corrotti, gli sfruttatori degli operai, dei lavoratori e dei poveri, fatte per i “padroni…padrini”.
La domenica delle palme mi fa ricordare mio padre e tutto il mondo dei contadini, delle famiglie semplici come i bambini attorno a Gesù. Gente capace di dare il primato a valori grandi, non commerciabili: Dio anzitutto, come Signore assoluto del creato e della vita dell’uomo; lo dice solennemente la Sacra Scrittura: “Io sono il Signore, non avrai altro dio!”.
I nostri padri, nel giorno delle palme, portavano i rami di ulivo per la benedizione e la processione, per la Messa con la narrazione della Passione e Morte di Gesù. Tornati a casa, nel pomeriggio o il giorno dopo, si recavano in tutte le campagne di famiglia per “piantare” il ramo di ulivo benedetto al centro di ogni terreno pulito, senza erbacce perché la palma doveva emergere nell’orto e dovunque l’uomo impegnava il suo tempo per dissodare e lavorare la terra.
La “palma”, soprattutto quel ramo di ulivo, esprimeva ed esprime anche oggi, se vogliamo non perdere il significato delle cose, il grande valore della Pace, per la quale l’uomo deve usare tutte le risorse della propria intelligenza e del proprio cuore per costruirla o riedificarla quando è in crisi, e difenderla.
Quest’anno non possiamo recarci in chiesa per portare i rami di ulivo, né fare processioni e gridare e cantare “Osanna al Figlio di Davide…”.
Non possiamo seguire, se non sui mezzi di comunicazione, le celebrazioni della settimana più Santa dell’anno liturgico, cuore della nostra fede.
Credo, però, che possiamo “piantare” nel nostro cuore il ramoscello di ulivo, sgombrando il “terreno” da tutto ciò che ostacola la Pace: estirpare ingiustizie, oppressioni di ogni forma, calunnie, maldicenze, rancori, divisioni, e violenze… per accogliere nel cuore tutti, educando anche bambini e ragazzi… su quanto proclama Gesù di Nazareth dal “Monte”, quando dice: “Beati i costruttori di Pace, perché saranno chiamati Figli di Dio”, non “schiavi”ma “Figli”.
Il ramo di ulivo in terreno libero, lavorato e reso fertile, porterà a considerare la terra un “giardino”, come un valore in cui specchiarsi, ritrovare in essa il luogo dove coltivare e far fruttificare il grande bene della “PACE”, che è un valore mai commerciabile e un valore per le più positive relazioni fra gli uomini, fra le nazioni, i continenti e direi… fra la Terra e il Cielo.
Nel giardino del “mio cuore”, il mio orto di vita, di scelte responsabili, di sentimenti, di affetti, di rispetto e di relazioni con gli altri, domenica, 5 aprile, pianterò e coltiverò il “ramoscello del mio ulivo” per diventare “Costruttore di Pace”. Per me, per tutti.
E quindi si apriranno le nostre porte e potremo incontrarci e salutarci e guardarci con occhi nuovi, e cuore nuovo… saremo tanti “rami di ulivo” che cammineranno per le strade e continueranno a dare germogli e frutti di Pace.E sarà sempre “Pasqua di Risurrezione e di Vita nuova”.
Con i migliori Auguri Pasquali di Pace per tutti.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi sabato 4 aprile, in Puglia, sono stati registrati 1.053 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono risultati positivi 58 casi, così suddivisi:
21 nella Provincia di Bari;
0 nella Provincia Bat;
16 nella Provincia di Brindisi;
19 nella Provincia di Foggia;
3 nella Provincia di Lecce;
2 nella Provincia di Taranto;
3 casi di residenti fuori regione risalenti a ieri sono stati registrati oggi.
Sono stati registrati oggi 9 decessi: 6 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Lecce.
Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 18.977 test.
Sono 94 i pazienti guariti clinicamente.
Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 2.240 così divisi:
762 nella Provincia di Bari;
129 nella Provincia di Bat;
234 nella Provincia di Brindisi;
546 nella Provincia di Foggia;
362 nella Provincia di Lecce;
180 nella Provincia di Taranto;
23 attribuiti a residenti fuori regione;
4 per i quali è in corso l'attribuzione della relativa provincia.
I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.
Il bollettino epidemiologico Regione Puglia 4/4/2020 è disponibile a questo link: http://rpu.gl/bollettinoepid20200404
L’intervista a don Flavio ha posto l’accento su una questione ripresa da più parti.
Il coronavirus ha messo a rischio la salute, ma anche la tenuta sociale, facendo evidenziare, a chi più di altri sta in prima linea (come può essere un Parroco), gli iceberg di un disagio che ben può allargarsi per numero e per drammaticità.
Alle difficoltà economiche, si aggiungono altre difficoltà, forse più difficile da scorgere. Questa settimana abbiamo posto alcune domande a chi dirige le Scuole degli Istituti Comprensivi di Tricase per capire se, anche tra i ragazzi, possono emergere difficoltà e se anche lì si possono creare forme nuove di povertà. Fuori discussione l’ottima risposta che, nell’emergenza, le Scuole stanno dando e quindi anche le Scuole degli Istituti comprensivi di Tricase.
Notevole l’abnegazione del corpo docente e di tutto il personale, come notevole l’impegno dei ragazzi e delle loro famiglie. Tutto questo è fuori discussione e ben conosciuto. Tuttavia non mancano criticità, come quella che riguarda una certa percentuale, seppure non elevata (fermo restando che anche se fosse un solo caso sarebbe importante), che, per motivi diversi, non ha la strumentazione tecnologica necessaria o adeguata per poter seguire la didattica a distanza.
Se tutti, o quasi tutti, i ragazzi hanno un cellulare, l’uso dello smartphone, ad esempio, non è adeguato per seguire le lezioni. Vi è poi, spesse volte, la difficoltà derivanti dai limiti di Giga a disposizione.
Talvolta si tratta di ragazzi che vivono in famiglie, alcune volte prive di queste tecnologie, ma tal’altra con un numero di terminali video inadeguato a coprire le contemporanee esigenze di più componenti il nucleo familiare, che vede magari la presenza di più studenti o anche di uno o entrambi i genitori impegnati nel lavoro da casa.
Alle difficoltà –come ci hanno detto le Dirigenti Scolastiche- gli insegnanti tentano di sopperire in tutti i modi, financo, previo consenso dei genitori, con messaggi whatsApp oppure con contatti diretti, sempre a mezzo telefono o altro.
A loro il più grande apprezzamento, ma certamente il problema rimane.
Non vogliamo qui affrontare un altro aspetto che è più marcatamente educativo e che riguarda il necessario venir meno di momenti di condivisione e di comunità. Come dettoci dalle Dirigenti, il timore è che i ragazzi, con l’allontanarsi dal gruppo classe e dalla
Scuola, perdano l’orientamento, i loro punti fermi. Per un ragazzo, la socialità, lo stare insieme è fondamentale e se si combattono fenomeni di isolamento è tanto più evidente che lo stare insieme, il condividere spazi e momenti assume un valore educativo importantissimo. E’ bello in tutto questo far sapere che per sopperire a questi bisogni e dare una mano a queste nuove forme di povertà nascono iniziative encomiabili.
Oltre alla messa a disposizione in comodato gratuito di tablet per i ragazzi che ne erano sprovvisti effettuata dalle Scuole, è significativa l’iniziativa di alcuni genitori di Tricase che hanno deciso di comprare dei tablet e di regalarli a ragazzi che ne erano sprovvisti.
Gli stessi genitori hanno anche messo a disposizione contratti per il servizio internet, pagando anticipatamente schede per collegamenti internet.E’ un’altra risposta di solidarietà, di aiuto concreto.
Alla spesa per gli altri o, come è stata denominata, alla spesa/sospesa, si aggiunge il dono fatto da genitori che, in un momento di distanza sociale, si avvicinano agli altri, a chi vive firme nuove ma non meno gravose di povertà.
Un ringraziamento alle Dirigenti Scolastiche degli Istituti Comprensivi di Tricase, prof.ssa Anna Maria Turco e prof.ssa Rina Mariano che –da noi interpellate- non hanno mancato di trovare il tempo per fornirci le notizie e le considerazioni che sopra, seppure sinteticamente, abbiamo rappresentato.
Tricase,4 aprile 2020
Dalla pagina Facebook del sindaco Carlo Chiuri
Cari Concittadini, dai dati diffusi da Asl-Lecce, suddivisi per Comune, a Tricase vengono attribuiti tre casi totali, quindi due in più rispetto a quanto noto nei giorni scorsi. Ribadisco che, stante i tempi di comunicazione dell'esito dei test diagnostici, si tratta ancora di notizie ufficiose, delle quali sono in attesa di conferma tenendomi sempre in contatto con gli organi competenti. A prescindere da ciò, invito tutti ad evitare inutili allarmismi e a correre alla ricerca dell'identità delle persone coinvolte. Di ciò si occupa il SISP (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica) della ASL.
IL NOSTRO IMPEGNO, INVECE, DEVE ESSERE QUELLO (SE ANCORA NON LO ABBIAMO CAPITO) DI #RESTAREACASA!
Ovviamente vi terrò aggiornati