di Alessandro Distante
Si chiude con un nulla di fatto la causa intentata dall’Amministrazione Chiuri contro le Ordinanze del Garante che irrogavano al Comune di Tricase sanzioni per circa 40 mila euro per violazioni della privacy.
La vicenda nasce dall’avvenuta pubblicazione nell’albo pretorio comunale di due determinazioni a firma del Responsabile dei Servizi Sociali, contenenti la prima i nominativi dei bambini di famiglie disagiate che usufruivano della mensa scolastica in forma agevolata mentre con il secondo atto si rendevano note le generalità di minori con invalidità civile esonerati dal pagamento della refezione scolastica.
Nulla di doloso, per carità, ma nondimeno sufficientemente grave per far insorgere i genitori degli interessati e alcuni cittadini che segnalarono il fatto all’Autorità garante per la protezione dei dati personali; questa, con distinte Ordinanze, irrogò al Comune di Tricase sanzioni per complessivi 40 mila euro.
Pronte le controdeduzioni dell’allora Amministrazione Coppola che, invano, cercò di giustificare l’errore segnalando la pronta rimozione dal sito istituzionale dei documenti “incriminati”.
Con deliberazione n. 31 del 02/02/2018, la Giunta Chiuri, in continuità con la linea tenuta dalla precedente Amministrazione, conferì incarico legale per proporre opposizione alle ordinanze.
Il Tribunale di Lecce, tuttavia, con decisione del 13 novembre 2018 ha solo ridotto la prima sanzione da pagare a 4000 euro (anziché 10000), rigettando l’opposizione con riguardo alla seconda violazione ritenuta più grave perché relativa alla diffusione di dati inerenti “le gravi condizioni di salute di diversi minorenni”.
Il Comune di Tricase, inoltre, è stato condannato a pagare le spese di giudizio liquidate in circa 2000 euro.
In conclusione, a conti fatti, fra spese legali del difensore comunale e spese di controparte, il conto è di circa 35.000 euro e non resta che da chiedersi chi li dovrà pagare: ancora i cittadini?
Intanto si registra il silenzio della politica che non ha ancora discusso del debito fuori bilancio in Consiglio Comunale, nonostante lo stesso sia afferente al precedente esercizio finanziario.