di Alessandro Distante

Signor Presidente del Consiglio Comunale, ho seguito in differita, seppure in parte, la seduta consiliare svoltasi il 9 maggio.Ero particolarmente e personalmente interessato perché qualcuno mi aveva riferito che la mia testata era stata bistrattata e ridicolizzata dal Sindaco.

Con sconforto, ho subito notato che l’intera seduta era durata ben sei ore e mezzo.

L’ascolto e la visione mi hanno consentito comunque, non solo di giungere al passaggio “incriminato” (dopo 3 ore e 22 minuti) e di cui dirò dopo, ma anche di valutare le modalità ed i tempi dei lavori consiliari.

Ho così appreso che quando si parla di bilancio, i tempi degli interventi sono triplicati: ogni consigliere può intervenire per trenta minuti e poi replicare per quindici e, come se non bastasse, fare una dichiarazione di voto di altri quindici minuti. Ho ascoltato alcuni interventi che hanno visto spesso i Consiglieri prendersi, come era loro diritto, tutto il tempo e Lei concedere i minuti di recupero se interrotti (come avviene nelle partite di calcio). Come Lei ben sa, l’attenzione dell’ascoltatore cala dopo appena sette minuti, figuriamoci dopo ore ed ore di discussione.

Comprendo bene che un consigliere può prendersi tutto il tempo che gli spetta e che Lei, quale Presidente del Consiglio, non può che rispettare il Regolamento; comprendo pure che è difficile richiamare i Consiglieri a discutere del punto all’ordine del giorno senza divagazioni, ma mi chiedo e Le chiedo, a questo punto, se non sia il caso di modificare il Regolamento e ridurre i tempi concessi ai Consiglieri, cominciando, magari, dalla eliminazione del terzo intervento in occasione della dichiarazione di voto: mi sembra francamente inutile concedere, per una dichiarazione di voto, un tempo così lungo (cinque o quindici minuti).

Mi aspetto già le critiche che verranno mosse alla mia proposta ed addirittura qualcuno parlerà di attentato alle libera espressione e alla democrazia. Ma mi chiedo: non è forse un attentato alla democrazia, a quella vera, impedire di fatto ai cittadini di partecipare alle sedute consiliari facendole durare così tanto tempo? Non è forse un attentato alla partecipazione dilungarsi in questioni che nulla hanno a che vedere con l’argomento all’ordine del giorno oppure far parlare tutti (o meglio alcuni) senza riuscire a creare un dialogo costruttivo tra chi propone e chi critica?

In questo contesto ho visto ed ascoltato la "scivolata" del Sindaco nel citare alcune "testatine" sulle quali scrive qualche Consigliere comunale. Il riferimento era alla testata de Il Volantino; ovviamente non è stato citato, ma per dirla con Totò- Sindaco "cca nisciuno è fesso"

 

Accetto la critica, ma i toni canzonatori e il disprezzo, francamente, mi sembrano non consoni con la carica rivestita e non degni di un’Aula consiliare. Sarà stata la stanchezza e l’irritazione per alcuni interventi, obiettivamente lunghi e ripetitivi, ma tutto ciò non giustifica questa caduta di stile, non nuova da parte del Sindaco nei confronti della “testatina” locale; questa volta, addirittura, in Consiglio. Più volte ho invitato inutilmente il Sindaco a scrivere e ad utilizzare Il Volantino per comunicare alla Città; da qui a criticare chi, invece, comunica ed addirittura attaccare la “testatina” mi sembra del tutto inaccettabile e denota un fastidio per alcuni canali di comunicazione.

Penso, quindi, Caro Presidente, che, oltre alle modifiche del Regolamento, dovrà porsi una questione di garbo e di rispetto a cominciare dall’Aula consiliare; La invito ad aggiungere all’inappuntabile modo con il quale Lei concede la parola, anche altrettanta fermezza nel togliere la parola e reprimere simili cadute di stile, facendo applicazione dell’art. 67 del Regolamento.

Sarà un servizio utile alla Città, che diventa comunità se ha luoghi di incontro e di dialogo a partire dai Consigli Comunali, a condizione, però, che questi siano fruibili e ciò sarà possibile, anche, se i tempi diventeranno … umani.

in Distribuzione