di Fabrizio Cazzato

Rispondo volentieri , su suggerimento di alcuni concittadini, all’articolo apparso nel numero precedente del IL Volantino in merito alla dichiarazione dell’assessore Lino Peluso sulle numerose feste patronali nel nostro comune.

Da premettere che ogni comunità, piccola o grande che sia, ha le sue tradizioni e le sue feste religiose, sagre ed altri eventi legati alla storia del luogo che esprimono in un certo modo la propria entità.

Un grande patrimonio “immateriale” che merita di essere preservato e non cancellato anzi sostenuto, pensando che una festa patronale può avere anche delle concrete ricadute economiche sul territorio.

L’assessore Peluso parla di un eccessivo zelo di fede da parte delle comunità parrocchiali residenti nelle frazioni e nei rioni di Tricase custodi di antiche e tramandate tradizioni e che si potrebbe pensare che tali manifestazioni siano ormai uno sbiadito retaggio del passato, destinate all’oblio ma in realtà sempre più protagoniste di un processo di riscoperta e valorizzazione.

Se vogliamo imitare alcune località vicine dobbiamo anzitutto ricordare che noi non siamo una comunità che ha mantenuto tutte le sue tradizioni, se così fosse, avremmo un lunghissimo elenco da fare.

Allora  ben venga se nelle nostre piccole cominità parrocchiali c’è ancora il desiderio di esprimere la propria fede attraverso la festa patronale come importante occasione di aggregazione e legame con il popolo e per chi vive lontano, forse tutto questo non si avverte più per quella del patrono san Vito.

Le piccole feste cittadine ridotte ormai a semplici ricorrenze religiose dove è anche difficile trovare quattro persone per trasportare a spalle una statua a mio avviso non costituiscono un rischio ed una minaccia per lo svolgimento per quella che dovrebbe essere l’unica e più importante festa patronale di tutto il comune di Tricase.

Valorizzare e proteggere questo grande bagaglio di conoscenza, di materiale ed immateriale ricchezza del nostro popolo è un nostro dovere preservare e trasmettere alle future generazioni ciò che noi abbiamo ereditato.

 

 

 

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