di Alessandro Distante
A Depressa, dopo la chiusura della Scuola media e della Scuola Elementare, chiude anche la Scuola Materna.
Crisi delle nascite, politiche di razionalizzazione, centralità di Tricase, tutti fattori che hanno portato ad una morte annunciata da tempo.
“Scuola Materna Risa Bramato” si legge ancora sulla facciata dell’edificio sito in Via Vittorio Emanuele Orlando, in ricordo della donazione fatta dalla famiglia di don Lao Bramato per la perdita precoce della figlia.
La Scuola Materna fu, per molti anni, un’istituzione privata dove operavano maestre mitiche come le signorine De Risi, LA SIG.NA Rosetta e la signorina Dora Genga, tutte signorine con una missione speciale da svolgere: essere maestre e non solo di scuola materna.
L’Asilo –così veniva chiamato- visse momenti di gloria: è ancora vivo, nei più grandi, il ricordo di una mattina soleggiata quando, a metà degli anni Sessanta, giunse il fratello del Papa;
era il senatore Lodovico Montini fratello di Papa Paolo VI che, presidente dell’AAI (Amministrazione per le attività assistenziali italiane e internazionali nonché componente dell’UNICEF), attestò pubblicamente che a Depressa, sì proprio a Depressa, era in attività un Asilo modello, un modello, udite udite, per l’Italia intera.
Come non ricordare l’attività del personale che collaborava con le Maestre; ricordo tra tutte la Lucia e la Maria che cucinavano piatti poveri ma genuini e poi Luigia e tante altre.
Era l’Asilo del Paese; un aiuto alle famiglie, soprattutto alle mamme ma anche un momento di socializzazione e di prima scolarizzazione. L’asilo era anche una palestra di educazione e di rieducazione: io, ad esempio, ero mancino e fu proprio la sig.na Dora a rieducarmi all’uso della mano “dritta”, secondo un vecchio e superato concetto educativo; eppure, in quel modo, ebbi il primo duro contatto con le regole del “vivere civile”.
I bambini, nei primi decenni, venivano accompagnati a piedi dalle mamme; passarono gli anni e alle passeggiate si sostituirono le automobili, prima poche e poi sempre di più ed anche i papà cominciarono ad accompagnare e a riprendere i figli. Segnali di un mondo che cambiava, anche a Depressa.
L’Asilo, intanto, era diventato pubblico; seguirono, come dappertutto, i colpi della decrescita infelice: meno nascite e soprattutto meno famiglie giovani a Depressa.
Una emigrazione più grave e pesante di quella del Dopoguerra. Prima molti bambini rimanevano al paese, con la madre oppure con i nonni mentre il papà o entrambi i genitori andavano in Svizzera o in Belgio; negli ultimi decenni, per via di una diversa emigrazione, le famiglie si sono trasferite in misura sempre maggiore, specialmente al Nord o all’estero.
Oggi, di coppie giovani con figli piccoli a Depressa ce ne sono davvero poche.
E’ stato così che quest’anno non è stato possibile mantenere aperto l’Asilo. Niente da fare.
La Scuola Materna Risa Bramato quest’anno non riapre.
Rimane un edificio ben messo e di recente ristrutturato- segno di una grande e bella avventura; una iniziativa nata per ricordare una persona morta precocemente; l’augurio è che non rimanga solo un ricordo.
Di ricordi Depressa ne ha tanti ma ha bisogno di credere nel futuro e i bambini, è noto,
sono il futuro, anche a Depressa.