di Caterina Scarascia
Il 3 novembre scorso decidemmo di richiedere l’allacciamento alla rete di distribuzione del gas metano per uso domestico e di procurarci quindi, da un’apposita agenzia, il relativo preventivo.
Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare l’odissea che ci attendeva.
Abbiamo ottenuto il servizio (controllo tecnico definitivo e posizionamento del contatore) il 15 gennaio ultimo scorso, dopo ben 74 giorni, 7 ore e 10 minuti.
Ma l’aspetto paradossale (più di questo, se possibile….) è tutto ciò che abbiamo dovuto fare direttamente, da soli, per sbrogliare i vari impicci burocratici e capire dove era l’inghippo che ritardava, rallentava, intralciava (scegliete voi il verbo che più vi piace!) la nostra pratica.
Siamo passati dall’Ufficio Tecnico Comunale, dall’Ufficio dei Vigili, dai contatti con famigerati esperti del settore, dagli amici degli amici (avevamo dimenticato di essere in Italia!), per giungere alla fine a ben 30 telefonate e mezzo (è caduta la linea a metà conversazione…..) all’apposito numero verde che, finalmente, ci ha fatto capire qualcosa dell’iter procedurale.
Ci è pure venuto il dubbio che avessimo sbagliato ditta, non essendo quest’ultima di Tricase : si sa….i forestieri possono essere meno esperti di un territorio…..soprattutto se si tratta di allacci!
Intanto qualche buon samaritano ci ricordava che avremmo dovuto mantenere il vecchio impianto a gasolio (quindi ulteriori spese….), perché, come è noto, la burocrazia è burocrazia, mentre saccenti operatori del settore ci rimproveravano di esserci ricordati un po’ tardi (l’inverno è ormai alle porte!) facendo, in pratica, i conti in tasca agli altri.
Ma alla nostra domanda del perché di tanta burocrazia e conseguente lungaggine temporale, la risposta è stata unanime ed esauriente: “E’ il sistema!”
Abbiamo provato anche a cercarlo, questo Signor Sistema, per chiederglielo direttamente, ma è stato inutile: irreperibile, anzi introvabile, in quanto appartenente alla Famiglia degli Scaricabarili.
Dal faceto al serio: questa esperienza personale, probabilmente vissuta negli stessi termini da molti altri cittadini, è indicativa delle storture di un sistema (questo si!) che trasforma i bisogni reali delle persone in semplici occasioni di guadagno.
Ma i servizi non si pagano? Certo, purchè siano servizi efficienti, svolti con un unico, prevalente obiettivo: agevolare l’utente, ridurre gradualmente nel tempo gli ostacoli procedurali e gli impedimenti burocratici che, creando tutta una serie di intermediari, rischiano non solo di attivare tempi biblici, ma anche di aumentare i costi.
Non c’è niente da fare, siamo alle solite, in questa Italia in cui la stragrande maggioranza dei politici sa solo dire e fare fesserie, in cui “etica” è una parola del vocabolario catalogata alla voce “caduta in disuso”, in cui il Dio Denaro viene prima di tutto, anche, e soprattutto, del rispetto delle persone.
Un’Italia in cui noi cittadini, purtroppo, continuiamo ad essere i complici e i principali conniventi di un’organizzazione sociale ed economica che piega ogni cosa SOLO all’interesse personale, meglio se economico. Nel caso specifico, basterebbe muoversi compatti contro sistemi di questo genere, denunciandone le relative inefficienze.
Nulla è immutabile nelle organizzazioni e le conquiste per i diritti e i vantaggi di tutti sono state sempre il frutto di piccole o grandi rivoluzioni e riforme, partite dalle consapevolezze sviluppate nell’ordinaria quotidianità.
Poi possiamo anche fare grandi discorsi sulle culture, il post-capitalismo, le agenzie educative, la società liquida, la sostenibilità ambientale e quant’altro, ma, sia pure nella complessità di simili contesti, la sostanza è sempre e solo una: i valori che ognuno di noi ha interiorizzato e di cui dà esempio agli altri, quei valori che danno più importanza alle persone tutte e non solo a chi (o cosa!) ci conviene.
In conclusione, ‘sto metano….ti dà una mano?
Si, forse..... purchè ci sia qualcuno disposto ad attaccarlo!