baciata ma non troppo
S’ode chiaro uno squillo forte
Della tenzon elettorale
Aperte son le porte.
Il voto si cerca ad ogni incontro
E non di rado la ricerca
Si trasforma in scontro.
Lo hanno chiesto a me e a casa mia
Praticamente a tutti, anche a mia zia.
Sì, proprio a lei da tempo defunta
Perché ne son convinti
Anche lì qualcosa si spunta.
La risposta è la solita, è sempre quella:
“tranquillo, amico: non ti preoccupare”
È quella che a tutti si deve dare.
Quel che conta poi non è la piazza
Ma la strappigna o meglio la razza.
Io voto quella, mia moglie il bello
Mia figlia l’amico, quello del mare
Ma porca miseria: chi vota il cumpare?
Eppure il voto mi aveva promesso
Pure stavolta mi ha fatto fesso.
Ero sicura e certa di mio marito
Maledetto, mi ha di nuovo tradito.
Mia moglie il voto mi aveva dato
Ma il voto non c’è; avrà sbagliato.
Candidarsi è facile, perchè non provare?
Ma poi i voti devi cercare.
Il voto sicuro si trasforma in miraggio
Ed è proprio vero: ci vuole coraggio.
Ed io che scrivo queste schifezze
Non vedo i problemi e non sono sciocchezze.
Incasso la critica e la comprendo
Ma con lo scherzo al vero tendo;
in battaglia, anche se elettorale,
ridere un po’, credetemi, non è così male.
SADIS