di Nunzio Dell'Abate E’ apprezzabile che il Volantino stia dando ampio spazio al dibattito sulla S.S. 275, a seguito dei recenti avvenimenti.
Come minoranza consiliare, abbiamo da tempo richiesto una convocazione del Consiglio Comunale in adunanza aperta e con la partecipazione dei rappresentanti salentini al Parlamento ed alla Regione, dei Sindaci dei Comuni interessati dal tracciato della statale e del responsabile provinciale ANAS. L’intento è quello di informare e coinvolgere la cittadinanza sullo stato dell’importante infrastruttura stradale. Intanto, lunedì prossimo, il Consiglio Provinciale sarà chiamato a pronunciarsi sull’Ordine del Giorno presentato dal gruppo consiliare di cui faccio parte. Chiediamo in sostanza che il Presidente si attivi, nell’ambito delle sue prerogative e con gli strumenti ritenuti idonei, affinchè: 1)-abbiano celere inizio i lavori del primo tratto; 2)-sia vagliato, con i territori interessati e con gli attori istituzionali dell’intervento strategico, la revisione progettuale del secondo tratto dell’arteria stradale, quello che va dalla zona industriale di Tricase/Miggiano a Leuca; 3)-sia immediatamente sostituito l’impianto semaforico di Surano con una rotatoria provvisoria removibile, anche di materiale in plastica; 4)-siano individuate e bonificate, al più tardi prima di metter mano al secondo tratto, le discariche di rifiuti interrati. Ma il tenore di alcune posizioni mi ha dato da riflettere. Quando si afferma: <l’importante è che la 275 arrivi a Tricase, oltre non vi è necessità>, si ragiona con il solito “campanile” in testa che stride con il tratto identitario attribuito -sulla carta…- al Capo di Leuca quale unicum e a Tricase quale “faro”. Non entro qui nel merito di come possano i paesi a sud continuare a essere tagliati in due dalla statale o di come si possa ammorbidire l’impatto del nuovo tracciato sul territorio di Tricase. Mi chiedo, piuttosto, se questo modo di porci ha pagato negli anni? Le Amministrazioni del Capo di Leuca stanno lavorando da tempo assieme su programmazione e risorse finanziarie, con l’obiettivo non più solo di un’unica Unione di Comuni ma soprattutto di un’unica offerta turistico-produttiva. Castrignano ha divorziato da noi e si è unito a loro. Se poi ci guardiamo intorno, Presicce e Acquarica sono a buon punto per fondersi in un’unica Città. Diso, Ortelle, Spongano ed Andrano ormai sono in rete e stanno per impiegare su marine ed entroterra in modo integrato milioni di euro di finanziamenti conseguiti. E non saliamo oltre, altrimenti l’analisi territoriale diviene ancora più impietosa, specie se rapportata a tutti i servizi essenziali che Tricase ha perso nel tempo in favore di altre municipalità. E se non fosse per il presidio ospedaliero, sarebbe veramente fuori da ogni gioco. Non siamo l’ombelico del mondo, anzi rischiamo di rimanere isolati.
Dobbiamo necessariamente volgere lo sguardo a sud e stringerci intorno al Capo di Leuca, con la giusta dose di umiltà e con la volontà di costruire assieme una forte identità territoriale che un giorno diventi ambita meta turistica da e per il Mediterraneo, servita da una efficiente portualità, da una veloce metropolitana di superficie e da una ammodernata S.S. 275.