di Ercole Morciano Avevo da tempo deciso di scrivere per hobby solo articoli di storia locale lasciando l’attualità, anche politico-amministrativa, ad altri più giovani ed esperti di me e perché volevo stare un po’ in pace, senza attirarmi le antipatie di nessuno, non sapendo fare il cerchio-bottista; ma come si fa a pensare solo al passato quando il presente della nostra città è così problematico? Quando vedi il tuo paese calpestato nei suoi diritti e nelle sue aspirazioni, come fai a stare in silenzio e guardare alla finestra? Quando ti accorgi che nella tua città- dove sei nato e cresciuto e che consideri come una seconda madre - sembra diventare sempre più labile il sentirsi parte di una comunità, con un destino e una prospettiva di futuro da condividere, da costruire insieme? Io non sono capace di stare zitto perché mi sento rimordere la coscienza di uomo e di cristiano. Ecco allora che decido di scrivere sull’oggi, nella massima libertà, essendo ormaidefinitivamente uscito dall’impegno politico diretto.
E mi dispiace che sulla SS. 275 l’on. Ernesto Abaterusso - al quale va il mio rispetto per la costante dedizione con la quale affronta i problemi del nostro territorio - mi abbia fatto rillievi sul piano personale mettendo in dubbio la mia capacità di leggere, la mia obiettività, la mia volontà di vivere lealmente l’appartenenza al PD di Tricase dove sono iscritto. Non voglio fare battibecco con l’on.Abaterusso perché è del mio stesso partito e non intendo dare gusto a nessuno, specialmente agli avversari del centro-destra che sulla 275 intervengono quanto lui e più di lui per avere le quattro corsie fino a S. Dana e se fosse per loro anche oltre. Sono rimasti delusi perché avrebbero preferito le quattro corsie fino alla banchina portuale,per poter passare dalla strada al motoscafo senza molta fatica. Addirittura, è bene qui ricordarlo,ci furono alcuni, non molto lontano da Tricase, che proponevano l’inizio lavori da Leuca e non da Scorrano, per paura che, esaurito il finanziamento, le 4 corsie si fermassero a Montesano. Immaginate quanto loro importasse di Tricase e dello scempio al quale era destinata.
All’on. Abaterusso, per una questione di stile, non risponderò punto per puntosulle accuse fattemi sul piano personale. Voglio però portare a conoscenza che ancora sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 26 settembre 2016, alla p. III delle cronache di Lecce, egli testualmente dichiara «…vogliamo che il progetto della strada parco veda finalmente la luce», e mi fermo qui!
E adesso passiamo ad altro. Sul Quotidiano di Lecce del 26 settembre, p. 10,viene annunciato il riordino dell’assistenza ospedaliera in provincia di Lecce, con la riapertura di 4 ospedali, tra i quali Gagliano del Capo, che diventeranno “Unità di degenza territoriale” per la cura dei malati cronici. È una buona notizia e mi rallegro soprattutto per l’ospedale di Gagliano che, operando nel Capo di Leuca, potrà migliorare l’offerta sanitaria per gli utenti del nostro territorio. A questo punto diventa ancor più cogente il problema della sede del distretto sanitario. Se la SS. 275 fu definita uno “stupro”, il passaggio della sede di distretto da Tricase a Gagliano fu dettouno “scippo”. Non posso qui scriverne la storia: ma tutti sappiamo come Tricase fosse sede di servizi sanitari zonali con l’INAM fin dagli anni ‘50, diventò poi sede di Unità sanitaria locale in seguito alla riforma sanitaria del 1978 e in seguito,con la riduzione delle ASL, fu ridimensionata a sede di distretto sociosanitario. Ebbene,mentre l’on. Fitto era presidente della Regione Pugliafu deciso il trasferimento della sede di distretto da Tricase a Gagliano - diventata anche sede di “ambito”, col voto a maggioranza di altri sindaci, quelli più a sud del Capo: si disse per “ristorare” Gagliano, dov’era una amministrazione di centro-detra, avendo subìto la chiusura dell’ospedale. Quanto sia stata felice quella scelta e quanto disagio comporti tuttora per l’area nord del distretto, lo lascio all’intelligenza del lettore. Occorre però dare atto al sindaco di Gagliano dell’epoca che con ricorso al TARpretese e ottenne, nel silenzio acquiescente dei Tricasini, lo svuotamento degli uffici Asl di Tricase col trasferimento di servizi, impiegati e suppellettili nell’ospedale della sua città. Era possibile conservare a Tricase degli uffici distaccati come fu fatto ad Ugento, anche lì amministrata da destra, ma non ci fu verso: per Tricase nessuna pietà. Ora l’ospedale di Gagliano viene riaperto e la geografia provinciale dei distretti, come annunciato, prevede degli accorpamenti. Ma chi si interesserà a far tornare a Tricase la sede del distretto, che non le spetta per grazia ma perché il distretto, con l’ambito, programmano e gestiscono anche i servizi sociali. Qui c’èil maggior numero di scuole e di altre tipologie particolari di utenti, per il semplice motivo che qui è concentrata la maggioranza della popolazione del distretto. Venerdì si è tenuta l’assemblea del PD di Tricase, ma di questa nuova emergenza per Tricase, il commissario, Dott. Gabriele Abaterusso - al quale do atto per la pacatezza con la quale ha diretto i lavori dell’assemblea – non ha dato a riguardo nessuna informazione. Di questonessuno sapeva niente nel partito? Deve invece come commissario farsi carico di questo problema e, di concerto con l’amministrazione di centro-sinistra, mettere a punto una strategia perché ritorni a Tricase ciò che le è stato tolto ingiustamente, con grave danno per la funzionalità dei servizi e pesanti disagi per la maggioranza degli utenti. Ricordo che l’on. Vendola durante l’ultima campagna delle regionali, sul palco della nostra Piazza Pisanelli strapiena, riconobbe con parole di fuoco l’anomalia e promise il suo interessamento, ma niente è cambiato. Ricordo ancora che la passata amministrazione di centro-destra diede una buona mano al fallimento della “Città della Salute” che, oltre ad accrescere i servizi socio-sanitari, sarebbe stato anche un mezzo per facilitare il ritorno a Tricase della sede distrettuale;per tale struttura, in precedenza concordata con l’ASL Lecce, eranostate assegnate, con delibera consiliare,l’edificio e l’area dell’ex Tribunale; il consiglio comunale, con l’opposizione del centro-sinistra, revocò la delibera per destinare l’area suddetta ad altro uso. Un altro esempio di come ci possiamo fare male da soli.
Infine un altro problema attuale: il Comune di Alessano sta esaminando la richiesta di un privato di avere l’autorizzazione per costruire un impianto di produzione di gas trattando i rifiuti organici, ovvero l’umido. L’impianto dovrebbe sorgere all’estremità nord del comune di Alessano, al confine con territorio di Tricase, tra l’ex manifattura tabacchi e l’abitato di Lucugnano. Io non sono pregiudizialmente contrario a impianti del genere che, se fatti bene com’è dimostrato in nazioni civilissime del nord Europa, producono energia alternativa senza effetti nocivi per l’uomo e per l’ambiente. Però come Tricasini abbiamo il diritto-dovere di informarci, di capire, di esprimerci. Non possiamo più delegare, specialmente sui grossi problemi; né possiamo sperare che siano gli altri, i paesi vicini, a riconoscerci qualcosa, a preoccuparsi di noi. Dobbiamo riappropriarci con determinazione del nostro presente se vogliamo un futuro migliore per la nostra città e per quelli che verranno dopo di noi.