Caro Antonio ti scrivo, per divagare un po’ su questa Tricase dilaniata (aggettivo di A. Distante che dal suo osservatorio privilegiato, alleggerisce, media, lima, ma sente l’aria che tira con un certo anticipo). Ti ringrazio per le belle parole del tuo intervento sul Volantino e della tua disponibilità riguardo alle “Adunanze sediziose”. Del resto noi due sui temi di fondo ci siamo trovati spesso d’accordo, proveniamo senz’altro dalle stesse sensibilità culturali e siamo animati dalla stessa voglia di fare. Tu sai che quando, nel luglio 2011, hai impresso un’accelerata all’ eutanasia del governo Musarò (dove eravamo entrambi consiglieri di minoranza) andando in undici dal notaio per decretarne la fine, io, senza secondi fini, ti seguii nei tempi e nei modi, anche contro il parere di alcuni nostri amici e colleghi, vedi Carmine Zocco e Gianluigi Forte (che esprimevano perplessità sulla caduta di un’Amministrazione senza discussione pubblica). Convincemmo insieme Zocco e io convinsi Forte che quell’esperienza era dannosa per Tricase e andava chiusa al più presto. Pensavo sinceramente che poco tempo dopo quella chiusura anticipata ci si potesse confrontare su cosa Tricase avesse bisogno, dove andare, quale coalizione creare, quale situazione fosse più congeniale al potenziale della nostra città. Con mio sincero stupore seppi che già dopo due giorni, dico forse una settimana, eri già formalmente candidato a Sindaco. Ancora una volta, un uomo solo al comando, ancor prima di riflettere, di discutere, di mettere in campo nuove forze e nuove idee. Non condivisi ma non feci alcuna polemica, era una tua scelta. Alcune frange del PD vollero capire se ci fosse la disponibilità a candidarmi, io vidi che non c’era il PD e in ogni caso senza ripensamenti mi tirai fuori e assistetti da semplice spettatore ad una strana campagna elettorale. Ho sempre pensato a te come ottimo professionista, uomo di generosa cordialità oltre che di grande capacità oratoria. Ma ti ho sempre fatto capire che nella stessa, dilaniata (?) cittadina essere Sindaco, funzionario dell’ufficio tecnico -per quanto in aspettativa- e progettista delle più importanti aziende del territorio non fosse una semplice moltiplicazione ma un conflitto complesso da gestire, soprattutto per te (a questa genesi vanno ricondotte alcune polemiche recenti con impiegati e funzionari comunali?). Questa premessa serve soprattutto a chiarire ai più che non c’è senso di rivalsa, invidia, acrimonia e quant’altro nei tuo confronti, se non il semplice, a volte banale (ma anche divertente) diverbio su alcune faccende che riguardano la nostra Tricase. Sempre un acceso confronto civile, mai personalizzato, mai vissuto per vie legali/giudiziarie. Per tutto questo sono trasecolato quando mi sono visto recapitare un decreto penale di condanna e per di più con allegata la relazione del comandante dei vigili urbani che inizia così: in data 19.11.2013 perveniva richiesta telefonica, da parte del Sindaco di Tricase di verificare la legittimità di una manifestazione pubblica tenutasi in data 17.11.2013 nella zona 167 di questo Comune... Ho subito pensato: Tricase e l’Italia stanno davvero attraversando un momento buio se viene condannato un cittadino per il semplice fatto di aver partecipato ad una pubblica assemblea, che per come si è svolta è stata quasi una tranquilla riunione condominiale. A questo punto, alla luce delle tue affermazioni contenute nella lettera al Volantino, e della successiva nota con allegato documento pubblicato da Nunzio Dell’Abate, mi sono venute spontanee varie domande di tipo investigativo, ma saranno i tempi della giustizia a dirci con chiarezza come sono andate le cose. Ma soprattutto mi sorge un dubbio, questo rivolto direttamente a te: si può governare una città nel bel mezzo di una guerriglia giornaliera fra te, la tua giunta e i vari funzionari della stessa Amministrazione? Non è compito di un sindaco raccordare, pacificare, coordinare? Non è il caso di isolare talebani, ultras, superfedeli e facinorosi da qualsiasi parte provengano? Io opterei per una conduzione genericamente più laica. Se quest’episodio può servire a chiarire un po’ di cose, io sono a disposizione. Se le conseguenze assurde per i cittadini di una guerra che coinvolge politici e funzionari dell’Amministrazione Comunale possono mitigarsi attraverso una sistematica ricomposizione delle varie diatribe, io sono costruttivamente a disposizione. Per la semplice constatazione che Tricase non merita tutto questo.