Il nuovo Presidente della Repubblica è da poco al Quirinale. Un palazzo che, sorto sulle rovine di un tempio dedicato al dio Quirino, ha già ospitato ben 30 papi, 4 re d’Italia e 11 presidenti della Repubblica. Le sue mura trasudano storia, arte e bellezza. Ha 1200 stanze e se il nuovo Presidente intendesse, per caso, visitarne una al giorno, ci metterebbe circa 3,5 anni, metà del suo mandato. In confronto, la Casa Bianca, con sole 132 stanze per il Presidente Obama, sembra quasi la povera “capanna dello zio Tom”. L’austero re di Spagna, Felipe VI, si è invece ridotto, in questi giorni, del 20% i suoi emolumenti e tagliato le spese per la sua residenza (la Zarzuela) I grandi costi di gestione del Quirinale sono poco produttivi, se tanta storia e cultura non sono fruibili da cittadini e turisti. Si parla tanto di “Spending Review”, ma da noi ben poco si fa per un più remunerativo impiego turistico-culturale di strutture e palazzi storici, sovente occupati da dirigenti e impiegati che, per le loro, anche modeste funzioni, hanno spazi enormi, ben superiori alle esigenze ed alle applicabili norme, con eccessive spese di manutenzione, pulizia, riscaldamento, illuminazione, etc. Il palazzo reale spagnolo in un solo anno ha avuto più visitatori di quanti ne ha avuto il Quirinale per l’intera presidenza di Giorgio Napolitano. Per lo stesso Quirinale, a seguito di diverse proposte per farne il più grande e importante museo d’Italia, un Louvre italiano, limitando gli spazi da dedicare alla Presidenza (comprese le attività di rappresentanza e cerimoniale) o trasferendola, senza diminuirne il prestigio, presso qualche altro pregevole palazzo romano, il Presidente Mattarella ha intanto deciso di aprire più spesso le porte al pubblico. Palazzo Gallone con i suoi enormi spazi (progettato per avere 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno) occupati, solo in parte, per uffici e attività comunali, rappresenta invece la storia del nostro territorio. Vorremmo essere il più importante centro del Sud Salento o del Capo di Leuca, ma ci manca un Piano Urbanistico, un Piano Coste, un definitivo Piano Parco, strumenti essenziali per uno sviluppo che faccia almeno perno sul territorio. Si frena così ogni pertinente economia e si scoraggia il richiamo turistico. Viene da chiedersi “Quo Vadis Tricase?” . Verso un turismo culturale (ovvero per pochi), ma limitato agli eventi estivi e recuperi o rifacimenti di facciate cittadine e…muretti portuali affacciati ancora sulla nostra “balneazione portuale”? O verso il rilancio o completa “mummificazione” del territorio in accordo al Piano Paesaggistico in questi giorni approvato dalla nostra Regione?. Trasformare Palazzo Gallone nel Museo della Cultura Salentina (o del Capo di Leuca), con annessa biblioteca, libreria, Centro Civico ed esposizioni varie , darebbe intanto nuovo lustro alla nostra città, rianimando Piazza Pisanelli, troppo bella ma troppo deserta, ove il passo degli anziani si fa sempre più raro e più corto e la vicina fonte battesimale ancor più deserta. “Se Muore il Sud” non è certo solo un libro del brillante giornalista Gian Antonio Stella ospite lo scorso lunedì (23) nella nostra sala del trono, ma una eventualità che tocca anche a noi allontanare. Le attività impiegatizie comunali, con spazi nei limiti delle norme, potrebbero essere accorpate in locali ed edifici vicini adibiti ad altre funzioni, già di proprietà comunale (4 anni fa il GAL aveva avanzato proposte concrete per un suo trasferimento presso l’ACAIT a proprie spese, poi... “sinistramente” affossate). Non abbiamo spiagge da offrire, né stabilimenti balneari sulle rocce, né una nuova SS 275 né, in molti quartieri, un assetto urbano che costituisca una attrattiva residenziale. La stessa ferrovia, con le sue carrozze troppo sovente deserte, è “orientata” verso… “Sud Est” (ovvero verso l’attuale caos arabo-africano) ma preferita dai nostri giovani (e dai migranti in arrivo sulla costa) in direzione, Nord-Ovest, ovvero in cerca di lavoro e avvenire. A trattenerli non basta certo il ritorno alla coltura dei campi, abbandonata dai nostri nonni , né un nuovo… “Piano Nautico” per il nostro porto e il nostro mare. Ma potrebbe aiutarci un “Piano Cultura”, anche in termini di valorizzazione concreta e credibile delle “nostre” proprietà comunali. Palazzo Gallone, coinvolgendo anche scuole e ragazzi , quale grande futuro museo o palazzo della cultura e del sapere salentino dunque e non più come un medioevale palazzo del potere. Potrebbe far sbocciare una nuova identità, un nuovo orgoglio cittadino, una rinascita civica e poi economica. Forse la scossa necessaria per affermare il merito di una terra che cerca da tempo il suo futuro.