Così diceva Rutger Hauer in Blade Runner, riferendosi ai mondi alieni nei quali aveva combattuto.
Ebbene, qualche giorno fa nella mostra cittadina, questa citazione sarebbe cascata proprio a fagiolo.
Il tutto comincia alle otto del mattino di un normale mercoledì quando, come ogni giorno, mi reco all’asilo di mio figlio in via Pertini per accompagnarlo a scuola. Entro nell’atrio e noto il personale che stranamente indossa ancora guanti e sciarpe. Mi reco in classe e avverto un brivido non di paura, ma di freddo e non me la sento di togliere il giubbotto al bambino che, malgrado il suo abbigliamento, cominciava a starnutire copiosamente. Tocco il termosifone... gelido. Esco dalla classe e il termosifone in corridoio ha la stessa temperatura! Incuriosito chiedo spiegazioni al personale, la risposta è un’altra freddura: “Non hanno portato il gasolio, già ieri a metà mattinata era finito. Abbiamo avvisato 15 giorni fa, ma ancora non l’hanno portato!”
Mi riprendo il bambino, e vado a chiedere spiegazioni in via Apulia. Differente interlocutore, stessa risposta: “Noi abbiamo avvisato...”. Sempre più arrabbiato, cerco di sapere chi o cosa non ha funzionato, ma ad ogni domanda mi si risponde in modo evasivo.
Nel frattempo altri genitori sono giunti in asilo e la rabbia si trasferisce in Comune a cercare un responsabile. Segretari, addetti, funzionari, responsabili,amministratori tutti rintanati nei loro caldi uffici... Qui uno realizza tristemente che siamo in Italia, dove nessuno è capace di assumersi le proprie responsabilità, dove ognuno guarda egoisticamente al proprio orticello. Comincia un gioco di scarica-barile degno dei migliori annali che si conclude nella rassicurazione che l’indomani ci sarebbe stato il gasolio.
Che tristezza, che squallore. Eppure sull’asilo ci sono un bel po’ di metri quadrati di pannelli fotovoltaici, come può essere? Forse serviranno a fare ombra oppure ad evitare le infiltrazioni d’acqua dal solaio. Difatti, e giusto per completare il quadro, qualche giorno fa nella parte del solaio non coperta dai pannelli entrava acqua e il salone era inagibile.
Non parlo per mio figlio, io sono stato fortunato quel giorno e il successivo l’ho potuto portare via, ma parlo per tutti quei genitori che, per impegni lavorativi o familiari, non ne hanno avuto la possibilità e per tre giorni hanno dovuto lasciare quelle povere anime indifese in balia di questi oscuri personaggi...
“Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”.