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PASOLINI E IL FUTURO NEL PASSATO
"Io sono una forza del passato. Solo nella tradizione è il mio amore. vengo dai ruderi, dalle Chiese dalle pale d'altare, dai borghi
dimenticati sugli Appennini e sulle Prealpi dove sono vissuti i fratelli ... E io, feto adulto, mi aggiro più moderno di ogni moderno
a cercare fratelli che non sono più"
Una giornata interamente dedicata a Pier Paolo Pasolini giovedì 17 marzo presso il Cinema Aurora di Tricase con la proiezione di suoi film e documentari che costituiscono uno strumento vivo e utile per valorizzare, ancora oggi, la complessità e la profondità di uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento. Un evento a cura di Libreria Marescritto. Nella mattinata a partire dalle 9.30 verranno proiettati: "LA RICOTTA"(Italia/1963)(35'); "COSA SONO LE NUVOLE?"(Italia/1967)(22'); "LE MURA DI SANA'A(Italia/1974)(13'); "PASOLINI E... LA FORMA DELLA CITTA'(Italia/1974)(14'). L'incontro serale avrà inizio alle 19.00 con la proiezione di "PIER PAOLO PASOLINI: INTERVISTA SUL SET DI SALO'"(Italia/1975) di Gideon Bachmann(23') Intervistato sul set del suo ultimo film, Pasolini descrive le matrici all'origine dell'ispirazione di un'opera così sulfurea e complessa: la sua visione di una gioventù degenerata, la condanna del consumismo come potere falsamente tollerante e alienante, la riduzione del corpo a cosa quale fenomeno del consumismo e il sesso come abbrutimento e degradazione.Pasolini sottolinea anche il carattere "visionario" e "onirico" di un film che ha una precisa collocazione storica ma in realtà si riferisce al Presente.(nota a cura di Roberto Chiesi) Pier Paolo Pasolini poeta, scrittore, pittore, autore regista cinematografico e teatrale amato e studiato da molti ma anche poco conosciuto da altri, vede la sua forza e la sua attualità nell'attacco a tutti i luoghi comuni borghesi e del capitalismo. Pasolini dedica pagine intense al dramma "del vecchio mondo della bellezza" minacciato dalle novità della tecnica e dell'informazione così inclini a cancellare "tutto il passato" per creare un "universo orrendo del potere e del consumo".Egli denuncia la perdita e tenta il recupero di quei valori etici e culturali messi a rischio dal progresso, considerato da lui realmente raggiungibile solo grazie all'amore e al rispetto del passato. Per Pasolini c'è un filo di continuità che lega passato e futuro, storia e modernità come condizione di un reale progresso culturale: è possibile ricucire legami con la tradizione attraverso la condivisione dei valori essenziali.A partire dai luoghi che conosce, la campagna di Casarsa... il fiume Tagliamento con la sua distesa di sassi, sabbia... cespugli, Pasolini inizia a voler difendere un mondo fatto di persone, tradizioni e luoghi per lui prezioso e insostituibile. Nel profondo del suo cuore egli chiede che quel mondo contadino mantenga intatta la sua arcaica bellezza, preservando il suo modello secolare.E Pasolini con i suoi film è entrato dentro quel mondo. La sua attività di cineasta, che ha affiancato a quella di poeta, narratore, saggista, lo ha appassionato, perché il cinema attraverso "il linguaggio non simbolico e non convenzionale" gli ha permesso di catturare la realtà in quanto tale. La macchina da presa "gli consentiva di possedere senza filtri o intermediazioni il corpo del reale". La realtà "che egli andava a cercare e a filmare era proprio quel "mondo umile e arcaico che aveva mantenuto la propria identità nei secoli:le periferie romane, il Sud d'Italia, l'Africa o l'Oriente...". Nella parola realtà "Pasolini intendeva anche il mistero del reale, ossia l'oscurità delle passioni e dell'irrazionalità degli individui, l'inespresso esistente che è celato nella storia e nell'identità di un io e che il cinema può suggerire con il primo piano di uno sguardo o con un'azione del corpo dove affiora il segreto di una pulsione che sfugge la logica".A guidarci nell'universo cinematografico di Pasolini sarà Roberto Chiesi, responsabile del centro studi-archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna, che commenterà volta per volta i film in proiezione.La professoressa Maura Locantore, docente di lettere e filosofia presso l'Università degli studi della Basilicata, incentrerà il suo intervento sull'importanza della tradizione e in particolare sul contenuto del trattatello pedagogico Gennariello contenuto nelle Lettere Luterane di Pasolini. Riteniamo che questo incontro possa rappresentare per tutti un'occasione di divulgazione e conoscenza dell'opera e del pensiero di Pier Paolo Pasolini, con un occhio particolare ai giovani che di Pasolini, spesso, sfiorano solo "la superficie banalizzata, volgarmente mediatizzata e appiattita di Maria Antonietta Litti