di Alessandro DISTANTE

Volendo leggere più in profondità quanto accaduto in queste ultime settimane per la vicenda della variante urbanistica necessaria per realizzare il nuovo accesso al Pronto Soccorso e la Piastra dell’Ospedale Panico vengono in evidenza alcune questioni latu sensu politiche.

A prendere posizione, decisamente a favore, è stata la CISL Funzione Pubblica Provincia di Lecce; in disparte la confusione di ruoli tra un sindacato e una questione urbanistica (e solo in secondo piano sanitaria e quindi occupazionale), rimane il fatto, indubbiamente positivo, che ci sia stato un pronunciamento nel merito.

La politica, quella strictu sensu, invece è silente.

Ed infatti, dopo commissioni e riunioni, quando sembrava tutto fatto, è venuto fuori un nulla di fatto e un rinvio (invero alquanto atipico) del Consiglio comunale che avrebbe dovuto decidere.

Il tutto è avvenuto senza che alcuno degli “attori” abbia preso posizione. Ad oggi non è dato sapere se i Consiglieri comunali sono a favore oppure contro. Le minoranze si nascondono dietro un dito, lamentandosi del metodo, e così parlano di incompletezza di informazioni e di vizi procedimentali senza esprimere un giudizio di merito sulla variante urbanistica. La maggioranza si nasconde dietro il dito delle minoranze e decide di rinviare in attesa di trovare il consenso anche delle minoranze!

Eppure il progetto è conosciuto o, comunque, è conoscibile, al punto che i cittadini lo hanno visto e valutato e quelli più coraggiosi hanno anche detto qualcosa; addirittura c’è chi ha proposto una soluzione alternativa.

Ed allora: è mai possibile che i Consiglieri -che hanno libero accesso a tutte le informazioni- non riescono a dire la loro sulla variante urbanistica? Insomma: sono favorevoli o contrari?

Il vero punto, questa volta culturale, va oltre le rappresentanze partitiche e le forze presenti in Consiglio; queste sono espressione della Città dove sembra perdurare la vecchia logica del “meglio non dire, meglio non esporsi”, perché -come dice qualcuno- “comunque te sciudicane, sia ca la dici bona, sia ca la dici fiacca”.

Del resto, quando alcune formazioni politiche ed alcuni Consiglieri (della minoranza) hanno, nel recente passato, provato ad animare il dibattito cittadino, come hanno fatto con un’assemblea pubblica sui lavori nel Centro storico, la risposta dei cittadini, più o meno direttamente interessati, è stata pari pressoché allo zero.

Ed allora la questione, di fondo, è ancora un’altra: non è per caso che il tutti zitti conviene a tutti?

Ma questa è politica? O, meglio, questa è cittadinanza?

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