di Giovanni Carità
Capogruppo Consiliare “Tricase, che fare?”
Qualche mese fa scrissi su questo settimanale in merito alle linee programmatiche dell’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco De Donno, eletta qualche mese prima nell’autunno del 2020. Qualche mese fa era l’anno scorso. Qualche mese fa era il febbraio del 2021, oltre due anni fa.
Qualche mese fa è trascorso in fretta, come in fretta sono trascorsi gli anni, quasi tre, di questa amministrazione comunale. Tra circa due anni sarà il tempo di una nuova tornata elettorale, almeno secondo scadenza naturale. E molto prima della fine di questa amministrazione inizieranno i soliti movimenti sotto traccia per trovare il candidato sindaco “migliore”, magari deciso fuori Tricase, che di solito vince le elezioni, ma nulla porta di buono se non lo scorrere invano del tempo.
Qualche mese fa, venticinque per l’esattezza, scrissi che il Sindaco nel presentare le linee programmatiche in Consiglio Comunale (25/02/2021) aveva omesso di citare la “Tricase scomoda”, quella che è preferibile non vedere. In quell’occasione il sindaco si era limitato a presentare la narrazione di una visione che poi, col tempo, si è dimostrata essere la sua personale e non della maggioranza che lo aveva eletto. Anche perché appare effettivamente difficile scorgere l’esistenza di una maggioranza politica, coesa e soprattutto presente nella quotidianità.
In quel Consiglio Comunale e successivamente sulla stampa misi in evidenza, fummo in pochi a farlo, la totale assenza dalla discussione politica delle criticità presenti nella nostra città. Criticità che interessano le persone che ci vivono e non esclusivamente gli spazi della città.
È evidente che nella discussione politica cittadina, sempre più assente, c’è un limite enorme, datato negli anni, che potremmo definire “l’altrove che non vediamo” o che non vogliamo vedere. Tuttavia, per quanto noi ci sforziamo di non vedere, questo “altrove” ormai ci è entrato in casa e con esso, prima o poi, bisogna farci i conti.
L’altrove che non vediamo ha tanti volti. Ha il volto dello studente che terminati gli studi non ha altra possibilità se non andare via, quello dell’anziano relegato tra le mura di casa e sempre più solo, quello di chi è inciampato in nuove o vecchie tossicodipendenze e non trova soccorso per rialzarsi, quello degli immigrati e delle badanti ai bordi della piazza nei pomeriggi domenicali, quello dei giovani delle periferie, quello delle mamme che sognano un parco o una spiaggia sicura dove far giocare i bambini. Ha il volto degli abitanti di Depressa, Lucugnano, Tricase Porto, Marina Serra, località ai margini della vita pubblica e senza una prospettiva futura. L’altrove ha anche il volto delle vecchie case vuote a cui seguono nuove case svuotate dallo spopolamento. Ma l’altrove è pure nello sguardo rassegnato di chi vede gli altri paesi vivere nuove primavere, mentre la propria città annaspa in un tempo sospeso che sembra non terminare mai.
Noi questo “altrove” vogliamo approfondire, a cominciare dal pubblico incontro di martedì 21 marzo (ore 19:30) presso la Biblioteca Comunale della nostra città. Con l’augurio di una presenza ampia e partecipata, perché la primavera non venie mai da sola.