di Alessandro DISTANTE
Due iniziative meritano la prima pagina: “La marcia dei bruchi” e “L’anello del Bello”. Niente male come titoli!, direbbe qualcuno, ma di che si è trattato?
La “Marcia dei bruchi”, con l’adesione delle Scuole G. Pascoli e G. Comi, delle associazioni Heidi e BILL e di intesa con il Comune di Tricase, ha attraversato la Città al seguito di John Mpaliza, ingegnere del Congo che si definisce “marciatore della pace”.
“L’anello del Bello”, una quattro giorni per ricordare i trenta anni dalla morte di don Tonino Bello, organizzata dalla Fondazione Terre del Capo di Leuca–De Finibus Terrae, con il contributo della Regione Puglia-Teatro Pubblico Pugliese e con il patrocinio del Comune di Tricase e della Diocesi di Ugento-S. Maria di Leuca. Due iniziative che hanno inserito Tricase in un circuito sovracomunale: la Marcia ha interessato l’intera Puglia, con partenza da San Severo e arrivo (ai primi di aprile) a Bari; l’Anello, un circuito che coinvolge molti territori del Sud Salento.
Due circuiti che si intrecciano e si inseriscono nel dibattito nazionale e mondiale: non si continua infatti a discutere, come fa John Mpaliza, dei rapporti tra Africa ed Europa di fronte alla “invasione” come, purtroppo, dice Qualcuno o Qualcuna? Non si dibatte forse a livello mondiale sui temi tanto cari a don Tonino come la pace e la non violenza mentre continua ad aggravarsi il dramma dell’Ucraina o, come dice Qualcun altro, mentre siamo già nella terza guerra mondiale?
Due iniziative che si propongono di non rimanere semplici celebrazioni, perché di giornate dedicate a questo o a quello ne abbiamo piene le scatole! Ed i presupposti perché non siano solo due eventi fine a se stessi ci sono tutti. Da tempo operano in Tricase due realtà, ad esempio, in prima linea nel vivere quotidianamente i temi delle migrazioni e della pace o, più in generale, della giustizia e dell’eguaglianza tra i popoli: il guppo “Mare Aperto” e la Caritas diocesana. Due mondi, apparentemente lontani, ma che spesso lavorano in perfetta sintonia e sinergia.
Passare dalle giornate-spot alla quotidianità vissuta, dalle belle iniziative alla diffusa bellezza della vita, dalla logica della difesa a quella dell’aiuto, dalla paura dell’invasione alla scoperta della fratellanza, da un’Italia hub energetica ad un’Italia ponte tra i popoli. “Tutti in marcia; tutti anelli di una catena di solidarietà!”, ha gridato qualcuno a Tricase.